sabato 6 luglio 2013

Un viaggio per pregare


Papa Francesco atteso lunedì a Lampedusa. 

(Mario Ponzi) «Il Papa a Lampedusa viene per pregare e noi lo attendiamo pregando». L’arcivescovo di Agrigento, monsignor Francesco Montenegro, spiega così il clima di attesa che si vive nell’isola e in tutta l’arcidiocesi in queste ore che precedono l’arrivo di Papa Francesco. Venerdì sera ci sono state veglie in tutte le chiese agrigentine. «La partecipazione — sottolinea il presule — è stata eccezionale. Abbiamo voluto ringraziare il Signore per questo regalo dal cielo, che arriva dopo anni di sofferenza per tanti nostri fratelli immigrati i quali, fuggendo da guerre e povertà, hanno inseguito la speranza di un futuro migliore. E molti invece hanno trovato solo la morte». Ma «abbiamo anche chiesto al Signore — aggiunge l’arcivescovo — la grazia di dilatare i nostri cuori all’accoglienza dell’altro». Domenica sera, a poche ore dall’arrivo del Pontefice, una veglia si terrà anche a Lampedusa.
È dunque la preghiera a scandire il ritmo dell’attesa. La stessa preghiera che caratterizzerà le poche ore che Papa Francesco trascorrerà sull’isola lunedì 8 luglio. Niente feste, nessun momento protocollare. Protagonisti saranno soltanto gli immigrati e i lampedusani che li ospitano. E sarà una preghiera, quella di Papa Francesco, realmente senza alcun confine, dedicata a quelle migliaia di persone senza nome e senza volto, probabilmente in gran parte musulmani, che il mare ha inghiottito mentre cercavano la salvezza dalla miseria e dalle violenze.
Ma nel cuore del Santo Padre ci sono anche i lampedusani. Gente di mare, fiera, rocciosa, che conosce bene e pratica quella solidarietà che necessariamente lega proprio la gente del mare. Dopo anni e anni di sacrifici, quella stessa gente comincia però a perdere fiducia. Circola sull’isola una frase che la dice lunga sul loro stato d’animo: «Ormai ci dimenticano persino i santi». Effettivamente di promesse ne hanno ricevute tante. Soprattutto nei giorni più duri, quelli del 2011, quando non sapevano più dove accampare gli immigrati. Ma tutte sono andate regolarmente deluse. E se oggi l’entusiasmo si riaccende è perché sanno bene che il Papa viene tra loro non per fare promesse, ma per dimostrare concretamente il suo amore, la sua solidarietà e la sua preghiera.
Non a caso il sindaco delle Pelagie, Giuseppina Nicolini, ha assicurato che «Lampedusa non si vestirà a festa per la visita di Papa Francesco. Vogliamo che veda l’isola così com’è. Certamente — spiega — faremo il possibile per essere accoglienti, per garantire sicurezza e ordine. Ma il Santo Padre deve vedere l’isola coi barconi ancora lì, così come è stata abbandonata nel corso degli anni». La comunità di Lampedusa non vuole dare un messaggio falsato: «Finalmente il mondo si accorgerà di noi. Nessuno, ne siamo tutti certi, dopo la visita del Papa potrà più chiudere gli occhi su questo dramma».
Tuttavia, di un minimo di preparativi c’è stato bisogno. Per esempio sono stati demoliti i muri del campo sportivo dove il Papa celebrerà la messa. «Si è reso necessario — spiega il sindaco — altrimenti non avrebbe potuto contenere tutte le persone che assisteranno alla messa». Sono infatti attesi in oltre quindicimila. Giungeranno dal resto della Sicilia e da altre regioni. Sono stati per questo intensificati i collegamenti marittimi da e per le Pelagie. Con un traghetto sono giunti anche alcuni chilometri di transenne, dislocate lungo le strade che saranno percorse dal Papa, tra l’altro asfaltate di fresco.
Essenziale il programma della visita. Il Santo Padre partirà alle 8 dall’aeroporto di Ciampino e atterrerà alle 9.15 a Lampedusa. Sarà accolto all’aeroporto dall’arcivescovo e dal sindaco. In auto, andrà a cala Pisana dove si imbarcherà per raggiungere via mare il porto dell’isola. Nella piccola traversata lo accompagneranno i pescatori sulle loro imbarcazioni. Al largo, nei pressi della porta d’Europa, il Papa lancerà una corona di fiori in memoria di quanti hanno perso la vita in mare. Alle 9.30, l’imbarcazione entrerà a punta Favarolo, dove solitamente attraccano quelle che trasportano gli immigrati. Sul molo il Santo Padre incontrerà una piccola rappresentanza di immigrati , poi si sposterà nel campo sportivo, in contrada Arena, vicino al luogo in cui sono ammassati i relitti delle imbarcazioni dei migranti. Alle 10 ci sarà la messa al termine della quale il Papa raggiungerà la parrocchia di San Gerlando. Alle 12.30 si trasferirà in aeroporto da dove ripartirà alla volta di Roma.
L'Osservatore Romano

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Santa Messa a Lampedusa. La croce pastorale e il calice sono opera di un artigiano lampedusano

Per l’occasione il Santo Padre userà un pastorale messo a disposizione della Parrocchia di Lampedusa. Si tratta di un pastorale a croce realizzato con i pezzi di legno ricavati dalle barche dei migranti approdati sull’isola.
(Nota stampa - Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Santo Padre) 1. Il formulario della Messa sarà quello “Per la remissione dei peccati”, previsto dal Messale Romano tra le Messe da celebrare per necessità particolari. I testi della Liturgia della Parola – la vicenda di Caino e Abele, la strage degli innocenti, il salmo “miserere” -  intendono sottolineare, in sintonia con il formulario della Messa, l’aspetto penitenziale della celebrazione presieduta dal Santo Padre. In questo stesso senso è da intendere l’uso del colore liturgico viola per le vesti sacre dei celebranti e l’estrema sobrietà del Rito.
2. Per l’occasione il Santo Padre userà un pastorale messo a disposizione della Parrocchia di Lampedusa. Si tratta di un pastorale a croce realizzato con i pezzi di legno ricavati dalle barche dei migranti approdati sull’isola. I colori sono proprio quelli della barca da cui sono stati tratti. Le misure sono 1.80 x 29. Nel braccio orizzontale della croce sono incisi due pesci, mentre nel braccio verticale sono incisi cinque pani, per richiamare il brano evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci, recuperando così le parole di Gesù: "Date loro voi stessi da mangiare". In questo brano rileggiamo il significato del gesto della condivisione che permette la moltiplicazione a partire da quel poco che si ha e che si è all'interno della comunità, nei momenti forti dell'accoglienza dei fratelli migranti. Il cuore, di colore rosso, racchiuso tra le due braccia della croce, è un richiamo a quella carità che deve sostenere sempre la fatica della croce nella quotidianità della comunità cristiana. 
Sempre per l’occasione il Santo Padre userà un calice di legno, con coppa interna rivestita di  materiale pregiato (argento), come richiesto dalle norme liturgiche, e con un chiodo trasversale alla base del calice - evidente richiamo alla Passione del Signore e di tanti fratelli - anch’esso realizzato con legno ricavato dal legno delle imbarcazione dei migranti. 
Sia la croce pastorale che il calice sono opera di un artigiano lampedusano, che tanto si è adoperato nei giorni dell'emergenza verso i fratelli migranti.
3. Il saluto dell’Arcivescovo di Agrigento sarà alla fine della celebrazione, dopo l’Orazione dopo la comunione. Poi, prima della benedizione finale, il Santo Padre portandosi davanti all’immagine della Madonna, reciterà una preghiera mariana.