mercoledì 10 luglio 2013

Una strada da percorrere insieme


La visita di Papa Francesco nell’isola dell’accoglienza. Quella croce dai colori stinti delle barche

(Eugenio Mazzarella) «Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e calate le reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”» (Luca, 5, 4). Quella barca, quella barca che è diventata altare. A Lampedusa, un lembo di terra nel mare, dove uomini accettano, soffrendo, altri uomini, dal mare. Perché non è facile essere buoni, quando di terra, di tende, di pane ce n’è poco per tutti. E quando gli altri ti lasciano a fare il buono. Tanto non tocca a loro aprire case, trovare una coperta, acqua da bere, pulire dove passano migliaia di uomini. Non è roba da canzonette: «aggiungi un posto a tavola, che c’è un amico in più». Qui non c’è posto nemmeno per i tavoli.
Ma quella barca resterà nella memoria, così come l’uomo in bianco, in piedi, con una croce di legno tra le mani dai colori stinti delle barche, due pesci disegnati sui bracci dove ci sono i chiodi, un cuore al centro, che si stringe piccolo di fronte a tanto dolore, a tanto bisogno che raccontano gli occhi che quella croce hanno davanti: un piccolo cuore rosso, il cuore di Gesù. Il cuore bambino, che sa piangere, che ci chiede di avere Francesco.
Perché gli uomini vanno pescati dove si perdono. Nell’indifferenza dove annegano, dall’indifferenza dove muoiono. Quale sarà la pesca di quella barca? Nessuno lo può sapere. Ma intanto ancora una volta sulla sua parola qualcuno ha gettato le reti
L'Osservatore Romano

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La visita del Pontefice a Lampedusa nel racconto dell’esperienza vissuta da Claudio Baglioni.

Non deve restare solo un simbolo ma anche un segno che indica una strada da percorrere.  Per uno come Claudio Baglioni, che ama profondamente Lampedusa, la sua gente, e che ha particolarmente a cuore il destino di quanti, disperati,  sfidano la morte inseguendo un sogno di libertà, il timore è che la testimonianza resa da Papa Francesco nelle Pelagie non sia compresa nel suo valore più profondo. L’artista  che dopo aver cercato, attraverso la nota rassegna musicale «O’scià» dall’isola di Lampedusa, di far comprendere a tutti che l’integrazione è un valore imprescindibile, anzi una straordinaria ricchezza «alla quale è davvero folle rinunciare», è tornato proprio in questi giorni a lavorare su un progetto discografico — che non a caso si intitola Con voi — attraverso il quale intende ancora una volta rendere onore alle Isole del Sud, simbolo di un’umanità sola e troppo spesso abbandonata a se stessa. Dunque non poteva che restare affascinato dalla figura di Papa Bergoglio e dalle sue parole durante la messa nello stadio di Lampedusa, alla quale il cantautore romano ha assistito lunedì scorso, 8 luglio, confuso tra la folla. E dell’esperienza vissuta in questa giornata straordinaria, Baglioni ne parla in un'intervista rilasciata al nostro giornale. “Credo che, con questo viaggio, - ha detto tra l'altro - Papa Francesco abbia costruito il ponte più lungo mai immaginato: dalle coste di una minuscola isola del cuore del Mediterraneo a quelle dell’Africa, dell’Italia, dell’Europa e di tutti gli altri continenti, per unire, in un unico abbraccio, le anime di quanti — ovunque nel mondo — lottano, ogni giorno, per affermare quel diritto del quale nessun essere umano può essere privato: il diritto a una vita libera, giusta, onesta e dignitosa. E i diritti non sono simboli: sono realtà fondamentali e irrinunciabili”.
L'Osservatore Romano

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Il vergognoso silenzio dei politici cattolici    
Famiglia Cristiana
 
(Don Antonio Sciortino) Nello schieramento di centro destra nessun esponente proveniente dal mondo cattolico sente il dovere di difendere papa Francesco dalle critiche dell'onorevole Cicchitto e di altri che come lui hanno "bacchettato" il Pontefice per la sua visita e le (...)

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“la Repubblica”- Rassegna "Fine settimana"
(Carlo Petrini) Tutti gli osservatori hanno colto l’incisività del magistero di Papa Francesco nel suo dedicare la prima uscita dal Vaticano ai migranti, nel gesto di gettare la corona di fiori nel mare di Lampedusa, nella denuncia dell’indifferenza, nel saper piangere con chi (...)

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“il manifesto”- Rassegna "Fine settimana"
(Franco Cardini) «Dov'è tuo fratello?». È la domanda severa, terribile, che il Signore rivolge nel Genesi a Caino: il quale risponde con qualcosa di peggio di un'ammissione, magari arrogante, del fratricidio. «Sono forse io il guardiano di mio fratello?». Sono io il (...)