lunedì 30 settembre 2013

Il primo tassello del Grande califfato


di Leone Grotti
«Noi non vogliamo capire che l’islam moderato non esiste, che la Primavera  araba è finita e che la sua nuova fase consiste nel progetto islamista e  jihadista di costruire il Grande califfato islamico. Neanche a dirlo, il  principale ostacolo alla sua costruzione siamo noi».Domenico Quirico, inviato della Stampa,  rapito in Siria e rimasto nelle mani dei ribelli per cinque mesi, riassume in  una grande «dichiarazione di guerra» dell’islam all’Occidente gli attentati in SiriaPakistanNigeriaEgitto e Kenya a cui stiamo assistendo in questi  giorni. Domani sera Quirico sarà a Milano per un incontro organizzato dal Cmc e  a tempi.it racconta «quello che ci sfugge, perché ci fa comodo far finta di non  vedere».
Cos’è che non vogliamo vedere?Che esiste un jihadismo  internazionale che ha dichiarato guerra all’Occidente, strutturato militarmente  e con un progetto politico che viene sistematicamente messo in atto in diverse  parti del globo.
Qual è il loro obiettivo?
Ricreare il Grande califfato  islamico del sesto secolo, che è stato il momento di massima espansione militare  e politica dell’islam nel mondo. Allora, andavano dall’Europa all’Asia. È chiaro  quindi che il principale ostacolo nella costruzione di questo progetto politico  siamo noi.
domenico-quirico-tempi-copertina (1)Ma Al Qaeda non stava perdendo terreno?Le cose sono cambiate. Al Qaeda oggi propone una sfida molto radicale:  costruire uno Stato islamico che faccia da nucleo per un successivo sviluppo  militare e politico che inglobi il Medio Oriente, il Maghreb, il Sahel e arrivi  fino alla Spagna.
La Spagna?Sì, è considerata terra musulmana da  riconquistare. E tutto questo viene detto con grande chiarezza e sincerità. Non  sono trame oscure che si muovono nella testa di qualche nostalgico del Medioevo,  è un progetto politico preciso che ha armi, eserciti e soldi. E che si sta  realizzando a partire dalla Siria.
In un articolo ha definito l’Occidente «debole e brutale». Perché?Perché alterniamo una vigliaccheria che ci contraddistingue  da decenni a momenti di apparente energia come l’intervento franco-inglese in  Libia. Prendiamo la Siria: siamo passati dall’immobilismo, quando intervenire  sarebbe stato politicamente intelligente ed eticamente obbligatorio, cioè quando  la rivoluzione era ancora laica e democratica e non islamica, a progetti  totalmente idioti come quello degli Stati Uniti di Obama di bombardare  l’esercito di Assad, dando così ad Al Qaeda l’unica cosa che ancora gli manca:  l’aviazione.
pakistan-cristiani-attentato-chiesaPakistan, Nigeria, Egitto, Kenya: gli  attentati terroristici si moltiplicano dovunque.Questa nuova “internazionale islamica” è in grado di spostarsi su tanti fronti nuovi con  grande rapidità.
Perché all’Occidente sfugge questo progetto politico?Ci  sfugge perché ci fa comodo far finta di non capire. Se noi capissimo la natura  del problema, dovremmo prendere decisioni pratiche e siccome le classi dirigenti  dell’Occidente alternano vigliaccheria a momenti di totale obnubilamento  mentale, ci attacchiamo come ostriche allo scoglio di questa illusione adatta  per i conventi e i salotti televisivi.
Che tipo di illusione?Quella secondo cui l’islam  radicale sarebbe un’appendice secondaria di pochi pazzi che girano il mondo per  esercitare la loro follia mentre invece l’islam è tollerante, illuminista,  pronto ad accogliere le novità che gli porge l’Occidente come internet o  Facebook. E noi non ci accorgiamo che invece l’islam moderato ed educato che ci  piace tanto è una piccola percentuale di élites collegate all’Occidente. Mentre  la maggioranza è un’altra cosa.
Parla per esperienza personale?
I signori che ho  incontrato in Siria erano tutti giovani ragazzi, certamente non folli di Dio che  stavano tutto il giorno a salmodiare nelle moschee, ma che sapevano fare la  guerra e avevano un progetto politico preciso.
Mideast EgyptEppure la cosiddetta Primavera araba aveva  suscitato grandi speranze.La Primavera araba è un periodo che i  giornalisti possono ormai consegnare agli storici. È definitivamente tramontata.  Siamo in una seconda fase che deriva dalla Primavera araba ma che non è più  quella dei giovani di piazza Tahrir o di Avenue Bourghiba. L’islamismo ha  raccolto il loro testimone e intelligentemente ha preso l’eredità di qualche  cosa che non ha contribuito a costruire, perché bisogna ricordare che gli  islamici non hanno partecipato alle rivoluzioni né in Egitto, né in Tunisia né  tantomeno in Libia o in Siria.
Ora invece?Ora invece Al Qaeda è la forza maggiore e  meglio armata sul territorio e ha cancellato il Free Syrian Army, che  raggruppava i rivoluzionari veri. Oggi la Primavera araba si è trasformata nel  progetto del Califfato, anche per colpa dei governi occidentali che prima hanno  sostenuto le dittature e poi sono stati sorpresi dal movimento rivoluzionario e  hanno cercato di fare una conversione ipocrita di 360 gradi.
siria-ribelli-terrorismo-islamAssad è un brutale dittatore, i ribelli  hanno dimostrato di non poter garantire un futuro democratico alla Siria. Che  cosa può fare adesso l’Occidente?Non credo che ora sia possibile e  intelligente dal punto di vista politico intervenire in alcun modo in Siria. Il  regime è inaccettabile, mentre la nuova rivoluzione non è altro se non  jihaidsimo e banditismo, perché ci sono gruppi di criminali che non hanno alcuna  ideologia se non quella di riempirsi le saccoccie con estorsioni. Bisogna vedere  se il regime avrà le forze necessarie per contenere lo jihadismo, che è ancora  possibile.
Ma i ribelli non stanno avanzando?I giornali scrivono  curiose storie sul fatto che la rivoluzione avanza ovunque, ma la verità è che  Assad controlla ancora le grandi città e finché è così resisterà, anche grazie  ai suoi potenti appoggi internazionali.
Lei ha detto che l’islam moderato non esiste: un’affermazione molto  poco politically correct.Noi vogliamo credere all’islam  moderato. Io ho girato tutte le rivoluzioni arabe dal 2011 ad oggi. Quando  facevo il corrispondente da Parigi ho trovato moltissimi islamisti moderati che  possono andare in televisione a fare dibattiti strappando applausi e facendo  commuovere la platea. Poi sono andato sul terreno e ho trovato ben altra realtà.  In fondo, è come il bolscevismo.
Cioè?Ha mai conosciuto un bolscevico moderato? No,  perché non esiste in natura. Uguale per l’islam.
Un islamista moderato non può esistere?Esatto, perché  l’islam è una religione totalizzante e guerriera. Dobbiamo dirlo chiaro: è nata  con le guerre di Maometto e ha nella lotta e nella conversione uno dei principi  fondamentali del suo esistere. Anche quando diventasse una religione moderata e  illuminista non sarebbe più islam, ma un’altra cosa.