venerdì 25 ottobre 2013

Ordinazione episcopale conferita dal Santo Padre. Omelia di Papa Francesco




Ieri pomeriggio, alle ore 16.30, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Francesco ha conferito l’Ordinazione episcopale ai Presbiteri: Mons. JEAN-MARIE SPEICH, del clero dell’Arcidiocesi di Strasbourg (Francia), nato il 15 giugno 1955, ordinato sacerdote il 9 ottobre 1982, eletto Arcivescovo titolare di Sulci e nominato Nunzio Apostolico in Ghana il 17 agosto 2013; Mons. GIAMPIERO GLODER, del clero della Diocesi di Padova (Italia), nato il 15 maggio 1958, ordinato sacerdote il 4 giugno 1983, eletto Arcivescovo titolare di Telde e nominato Nunzio Apostolico e Presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica il 21 settembre 2013. Nel corso della Celebrazione Eucaristica l’omelia pronunciata dal Santo Padre è stata nella sostanza l’“Omelia rituale” prevista nell’edizione italiana del Pontificale Romano per l’Ordinazione dei vescovi e che il Papa ha integrato con alcune aggiunte personali. Riportiamo di seguito il testo:

Fratelli e figli carissimi,
riflettiamo attentamente a quale alta responsabilità ecclesiale vengono chiamati questi nostri fratelli. Il Signore nostro Gesù Cristo inviato dal Padre a redimere gli uomini mandò a sua volta nel mondo i dodici apostoli, perché pieni della potenza dello Spirito Santo annunziassero il Vangelo a tutti i popoli e riunendoli sotto un unico pastore, li santificassero e li guidassero alla salvezza.
Al fine di perpetuare di generazione in generazione questo ministero apostolico, i Dodici si aggregarono dei collaboratori trasmettendo loro con l’imposizione delle mani il dono dello Spirito ricevuto da Cristo, che conferiva la pienezza del sacramento dell’Ordine. Così, attraverso l’ininterrotta successione dei vescovi nella tradizione vivente della Chiesa si è conservato questo ministero primario e l’opera del Salvatore continua e si sviluppa fino ai nostri tempi. Nel vescovo circondato dai suoi presbiteri è presente in mezzo a voi lo stesso Signore nostro Gesù Cristo, sommo sacerdote in eterno.
E’ Cristo, infatti, che nel ministero del vescovo continua a predicare il Vangelo di salvezza e a santificare i credenti, mediante i sacramenti della fede. E’ Cristo che nella paternità del vescovo accresce di nuove membra il suo corpo, che è la Chiesa. E’ Cristo che nella sapienza e prudenza del vescovo guida il popolo di Dio nel pellegrinaggio terreno fino alla felicità eterna.
Accogliete, dunque, con gioia e gratitudine questi nostri fratelli, che noi vescovi con l’imposizione delle mani oggi associamo al collegio episcopale. Rendete loro l’onore che si deve ai ministri di Cristo e ai dispensatori dei misteri di Dio, ai quali è affidata la testimonianza del Vangelo e il ministero dello Spirito per la santificazione. Ricordatevi delle parole di Gesù agli Apostoli: “Chi ascolta voi, ascolta me; chi disprezza voi, disprezza Me e chi disprezza Me, disprezza Colui che mi ha mandato”.
Quanto a voi, Jean-Marie e Giampiero, eletti dal Signore, riflettete che siete stati scelti fra gli uomini e per gli uomini, siete stati costituiti nelle cose che riguardano Dio. “Episcopato” infatti è il nome di un servizio, non di un onore. Al vescovo compete più il servire che il dominare, secondo il comandamento del Maestro: “Chi è il più grande tra voi, diventi come il più piccolo. E chi governa, come colui che serve”. Sempre in servizio, sempre. 

Annunciate la Parola in ogni occasione: opportuna e non opportuna. Ammonite, rimproverate, esortate con ogni magnanimità e dottrina. E mediante l’orazione e l’offerta del sacrificio per il vostro popolo, attingete dalla pienezza della santità di Cristo la multiforme ricchezza della divina grazia. Mediante l’orazione. Ricordate quel primo conflitto nella Chiesa di Gerusalemme, quando i vescovi avevano tanto lavoro per custodire le vedove, gli orfani e hanno deciso di nominare i diaconi. Perché? Per pregare e predicare la Parola. Un vescovo che non prega è un vescovo a metà cammino. E se non prega il Signore, finisce nella mondanità. 
Nella Chiesa a voi affidata siate fedeli custodi e dispensatori dei misteri di Cristo, posti dal Padre a capo della sua famiglia seguite sempre l’esempio del Buon Pastore, che conosce le sue pecore, da esse è conosciuto e per esse non ha esitato a dare la vita.
L’amore del vescovo: amate, amate con amore di padre e di fratello tutti coloro che Dio vi affida. Anzitutto, amate i presbiteri e i diaconi. Sono vostri collaboratori, sono i più prossimi dei prossimi, per voi. Mai far aspettare un presbitero; chiede un’udienza? Rispondere subito! Siate vicini a loro. Ma anche amate i poveri, gli indifesi e quanti hanno bisogno di accoglienza e di aiuto. Esortate i fedeli a cooperare all’impegno apostolico e ascoltateli volentieri. 

Abbiate viva attenzione a quanti non appartengono all’unico ovile di Cristo, perché essi pure vi sono stati affidati nel Signore. Pregate tanto per loro. Ricordatevi che nella Chiesa cattolica, radunata nel vincolo della carità siete uniti al Collegio dei vescovi e dovete portare in voi la sollecitudine di tutte le Chiese, soccorrendo generosamente quelle che sono più bisognose di aiuto. 
E vegliate con amore su tutto il gregge nel quale lo Spirito Santo vi pone a reggere la Chiesa di Dio. Vegliate nel nome del Padre, del quale rendete presente l’immagine; nel nome di Gesù Cristo, suo Figlio, dal quale siete costituiti maestri, sacerdoti e pastori. Nel nome dello Spirito Santo che dà vita alla Chiesa e con la sua potenza sostiene la nostra debolezza. Così sia!

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Papa Francesco, i media e la chiarezza

di Angela Ambrogetti
Il problema principale è sempre quello della chiarezza. Negli ultimi tempi due temi hanno avuto grande spazio nel dibattito mediatico: la possibilità per i divorziati risposati di accedere all’ Eucaristia, e la vicenda del vescovo della diocesi tedesca di Limburg. Questioni diversissime tra loro ovviamente, ma legate da una caratteristica: i media hanno confuso le idee dei fedeli ma il Papa  non si è lasciato intrappolare dai luoghi comuni.
Cominciamo dall’annosa questione dei divorziati risposati. Un tema difficile, affrontato da anni in diversi sinodi, convegni, riunioni e dibattiti, discusso da canonisti, teologi e pastori, ma alla fine la unica verità da cui partire è la indissolubilità del sacramento del matrimonio nella Chiesa cattolica, se valido. Ecco una delle strade da percorrere è quella dell’accertamento della validità del sacramento. Joseph Ratzinger era un sostenitore fin da cardinale e poi da Papa della attenzione su questo punto: come riconoscere la validità del sacramento. Perchè nella società contemporanea è ovvio che la mancanza di fede con cui si arriva all’altare può “viziare” la validità del sacramento.
Un tema che fa discutere canonisti e teologi. Poi ci sono i parroci che si trovano ogni giorno ad affrontare chi chiede di accedere alla Eucaristia. La Chiesa ha sempre manifestato attenzione e misericordia, ma non può negare la verità del Vangelo.
Così dopo l’entusiamo seguito alle parole di Papa Francesco di ritorno da Rio, intepretate in mondo impreciso, ecco la “doccia fredda” del testo del Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede Mueller che mette in chiaro le cose.
Si scatenano di nuovo i tweet e i commenti, ma è ovvio che il prefetto ha l’assenso del Papa, altrimenti l’articolo non sarebbe apparso sull’ Osservatore Romano.
Stessa dinamica per la infelice vicenda del “vescovo spendaccione” di Limburg Franz-Peter Tebartz-van Elst. La ristrutturazione di un complesso episcopale non è affare da poco e certo si può decidere di farla in vario modo. La Chiesa tedesca è ricca e la struttura del complesso sembra sia un vero capolavoro. Ma il vescovo è stato imprudente, ha maldestramente nascosto certe scelte, e ha attirato su di se le critiche di coloro che in diocesi non sopportavano il suo stile conservatore. Sta di fatto che la Santa Sede ha preso il fatto sul serio. E’ arrivata una “visita fraterna” da Roma, e la Conferenza Episcopale Tedesca ha istituito una commissione per indagare se si trattasse di frode o solo di prodigalità. Ma ai media non è bastato. Il Papa ha ricevuto i vertici dell’episcopato tedesco e lo stesso vescovo che ha detto di essere grato al Papa per “l’incoraggiante incontro”, e si è stretto in un assoluto riservo. Il giorno dopo l’incontro ecco l’illuminante comunicato ufficiale: “Il Santo Padre è stato continuamente informato ampiamente e obiettivamente sulla situazione nella Diocesi di Limburg. Nella Diocesi si è venuta a creare una situazione nella quale il Vescovo, S.E. Mons. Franz-Peter Tebartz-van Elst, nel momento attuale non può esercitare il suo ministero episcopale.
Dopo la “visita fraterna” di S.Em.za il Card. Giovanni Lajolo nello scorso mese di settembre, la Conferenza Episcopale Tedesca, conformemente a un accordo fra il Vescovo e il Capitolo del Duomo di Limburg, ha costituito una Commissione per intraprendere un esame approfondito della questione della costruzione della Sede episcopale. In attesa dei risultati di tale esame e dei connessi accertamenti sulle responsabilità in merito, la Santa Sede ritiene opportuno autorizzare per S.Ecc.za Mons. Franz-Peter Tebartz-van Elst un periodo di permanenza fuori della Diocesi.
Per decisione della Santa Sede entra fin da oggi in vigore la nomina dello Stadtdekan Wolfgang Rösch come Vicario Generale, nomina che era stata annunciata dal Vescovo di Limburg per il 1° gennaio 2014. Il Vicario Generale Rösch amministrerà la Diocesi di Limburg durante l’assenza del Vescovo diocesano nell’ambito delle competenze legate a tale ufficio.”
Il Papa non sospende il vescovo, ma comprende che non può esercitare il suo compito nella diocesi e lo autorizza ad allontanarsi in attesa del risultato dell’accertamento delle responsabilità”.
Insomma attende e lascia che siano i vescovi locali a studiare la questione.
Nessuna “concessione” alle decisioni a mezzo stampa. Il compito della comunicazione è la chiarezza e la informazione in primo luogo, e certo non quello di “gestire” la Chiesa, e Papa Francesco, come i suoi predecessori, lo sa molto bene. Ambrogetti
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Pienoni alle messe, divorziati in chiesa. L'effetto Bergoglio sulle parrocchie
La Repubblica - Roma
 
(Orazio La Rocca) Aumentano le confessioni, così come i problemi con separati, coppie di fatto, gay e conviventi, che chiedono i sacramenti. I sacerdoti e il "pressing" dei fedeli: "In attesa di nuove regole, ci chiedono risposte" -- "Chiese e messe di nuovo piene, confessioni (...) 
L'effetto Papa Francesco, boom di turisti in città (Laura Serloni, La Repubblica-Roma)

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Müller, il “Ratzinger” di Papa Francesco che recinta l’ospedale da campo
Il Foglio
 
(Matteo Matzuzzi) Prima l’eruzione improvvisa di densa e profonda dottrina su misericordia e coscienza, poi una dotta lezione sul kairós cristiano come luogo della rivelazione e della salvezza, contrapposto al kronos pagano, mostro che divora i suoi figli e che porta solo morte. (...)