Solo l'amore distingue i figli di Dio dai figli del diavolo.
Se tutti si segnassero con la croce,
se rispondessero Amen e cantassero tutti l'Alleluia;
se tutti ricevessero il battesimo ed entrassero nelle chiese,
se facessero costruire i muri delle basiliche,
resta il fatto che soltanto la carità
fa distinguere i figli di Dio dai figli del diavolo.
Quelli che hanno la carità sono nati da Dio,
quelli che non l'hanno non sono nati da Dio.
È questo il grande criterio di discernimento.
Se tutti si segnassero con la croce,
se rispondessero Amen e cantassero tutti l'Alleluia;
se tutti ricevessero il battesimo ed entrassero nelle chiese,
se facessero costruire i muri delle basiliche,
resta il fatto che soltanto la carità
fa distinguere i figli di Dio dai figli del diavolo.
Quelli che hanno la carità sono nati da Dio,
quelli che non l'hanno non sono nati da Dio.
È questo il grande criterio di discernimento.
S. Agostino, Commento prima lettera di Giovanni 5, 6-7.
Dal Vangelo secondo Luca 12,54-59.
Diceva ancora alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada procura di accordarti con lui, perché non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all'esecutore e questi ti getti in prigione. Ti assicuro, non ne uscirai finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo».
Il commento
Ma Dio non ci ha abbandonato al nostro destino perché conosce il peccato di Adamo che ha ferito e sconvolto la natura; non si aspetta quello che non possiamo dare perché la superbia ci ha resi suoi «avversari» come qualunque altro uomo. Senza il suo perdono non possiamo fare nulla. Per questo ha «rivolto contro di sé» (Benedetto XVI) la condanna che ci spettava, inviando il suo Figlio sul nostro cammino per «accordarsi» con noi e «liberarci dal debito» che le nostre opere morte, come «esattori» esigenti, ci contestano. Ha pagato per noi l’ultimo spicciolo con l’ultima goccia del suo sangue. Per questo il «discernimento» sulla vita e le persone nasce dall’amore, sa cogliere la verità nella selva delle apparenze. Chi ha conosciuto se stesso scoprendosi identico a Giuda «avversario» del Signore, può accettare senza stupirsi che l’«avversario» si nasconda anche nella persona più cara. Così, come Gesù ha amato Giuda chiamandolo amico quando con un bacio lo tradiva, può riconoscere come favorevole per amare proprio «questo tempo» nel quale cammina accanto ai suoi nemici; «giudica da se stesso», dal profondo della propria debolezza amata gratuitamente, dai propri pensieri ormai rinnovati e non più schiavi del mondo e dei suoi criteri; e così sa discernere che è «giusto» «accordarsi» con chi tradisce le sue attese, perché erano solo esigenze dettate dalla concupiscenze di un'affettività malata. Anche noi possiamo allora «procurare» di "restituire" a chi ci è accanto quanto sino ad ora gli abbiamo sottratto. Possiamo offrirci a loro, senza sperare nulla; amarli lasciandoli liberi, nell'amore di Cristo che ha redento noi e loro. È questo il cammino che il Signore ha inaugurato per noi e sul quale ci chiama a seguirlo. L’unico ragionevole perché solo l’amore che raggiunge anche il nemico può ricreare i rapporti logorati dalla carne ammalata. La carità è pioggia anche quando soffia lo scirocco e sole anche quando salgono le nuvole da ponente, è il sovvertimento della natura malata, è il soprannaturale che prende dimora nel naturale, l'impossibile che si fa possibile. Solo chi ha sperimentato questo amore può leggere i cosiddetti segni dei tempi attraverso la sapienza della Croce. Per essa gli avversari sono la carne di Cristo che mendica il nostro amore, l'accoglienza che ci consegna la salvezza e il compimento della nostra vita. La Croce, infatti, quella di Cristo e quella nostra di ogni giorno, è la giustizia di Dio che supera quella ipocrita che ci ha gettato in prigione. A noi accoglierla mentre siamo per via su questa terra, per comparire nell'ultimo giorno davanti al Giudice assolti insieme ai nostri avversari.