venerdì 29 novembre 2013

Il ruolo dei sentimenti nella riflessione di Bernard Lonergan




Il crocevia del pensiero. 

A Bernard Lonergan, tra i più acuti filosofi del ventesimo secolo, la Pontificia Università Gregoriana ha dedicato un convegno («Revisiting Lonergan’s Anthropology») in corso a Roma fino al 30 novembre. Pubblichiamo, in una nostra traduzione, un brano tratto da uno degli interventi tenuto da uno dei maggiori conoscitori del pensiero di Lonergan e che del gesuita è stato anche allievo proprio alla Gregoriana.
«La questione antropologica — ha detto François-Xavier Dumortier, il rettore della Gregoriana, nel suo saluto iniziale — è questione chiave che si colloca al crocevia di tante discipline. Non possiamo affrontare questa questione di bruciante attualità senza un metodo e una riflessione che sia attenta, intelligente, ragionevole e responsabile e che permetta un confronto andando a fondo nelle cose. E Lonergan è un riferimento, un pensatore che dobbiamo senza tregua re-interrogare, ri-visitare e di cui dobbiamo ri-appropriarci».
Libertà a più dimensioni
(Frederick Lawrence) Molti e lodevoli interventi di pensatori cattolici, da Blondel e la nouvelle théologie a Guardini, Rahner e von Balthasar, non sono riusciti a risolvere in modo soddisfacente il problema di integrare la storia nella teologia dottrinale e sistematica, ma hanno tutti, in modo diverso, suggerito ciò che infine è riuscito a Lonergan, quando ha integrato l’ermeneutica dell’amore di Agostino nella sua metodologia fondazionale. Per risolvere le questioni più profonde legate alle esigenze del rappresentare il cerchio ermeneutico con integrità, Lonergan ha dovuto far propria l’ermeneutica dell’amore; e questo lo ha sfidato a rendere ancora più profonde le sue fondamenta. Una sua affermazione in Verbum indicava il cambiamento radicale che avrebbe dovuto subire: «Per Agostino — scrive — il nostro cuore è inquieto fino a quando non riposa in Dio; per l’Aquinate, non è il nostro cuore bensì in primo luogo e soprattutto la nostra mente a essere inquieta fino a quando non riposa in Dio».
Da Grace and Freedom passando per Insight, l’orientamento intellettualista di Tommaso d’Aquino aveva talmente dominato il pensiero di Lonergan, che spostarsi verso l’orizzonte di Agostino significava accettare una serie di cambiamenti che all’epoca per lui erano ben lungi dall’essere ovvi. Leggere The Formation of Husserl’s Concept of Constitution di Robert Sokolowski aiutò Lonergan a comprendere che, sebbene in Insight avesse abbandonato la psicologia della facoltà (espressa tecnicamente in termini metafisici) per impegnarsi in maniera performativa in un’analisi dell’intenzionalità propria della fenomenologia del soggetto, tendeva ancora a parlare dei dati della consapevolezza nel linguaggio della metafisica (l’accesso diretto alle realtà a cui fa riferimento quel linguaggio non è dato all’esperienza conscia). Comprese inoltre che la necessità di scegliere tra intelletto e volontà quale facoltà più importante nasceva solo nella prospettiva della psicologia della facoltà.
Pertanto, la definizione, data dall’Aquinate, della volontà quale appetito intellettuale, implicava l’inequivocabile priorità dell’intelletto e, quando si trattava di affrontare la realtà dell’amore, Tommaso in genere concordava con il detto scolastico secondo cui nihil amatum nisi prius cognitum, ovvero nulla è amato se prima non è conosciuto.
Un’altra questione riguarda la nozione fondamentale della “conversione intellettuale”. La svolta in Insight avviene quando il lettore si auto-afferma come soggetto conoscente. In Insight Lonegran vedeva la moralità come un mantenere la coerenza tra la propria conoscenza della verità e le proprie decisioni e azioni. E pertanto la stesura di Insight ovviamente si basava sull’assunto che le persone che avevano compiuto tale giudizio di auto-affermazione considerandosi soggetti conoscenti, sarebbero state congruenti nelle loro scelte e azioni. In seguito, però, dopo aver distinto — con l’aiuto di Joseph de Finance — tra esercizio della libertà orizzontale e verticale, gli apparve chiaro che l’autenticità della propria auto-affermazione avrebbe comportato una decisione o un impegno riguardante l’esercizio della libertà verticale.
Mentre nell’esercizio della libertà verticale si entra in un orizzonte completamente nuovo, o si diventa una persona nuova, nell’esercizio della libertà orizzontale si sceglie tra corsi d’azione in un orizzonte già stabilito. Le nozioni post Insight di “orizzonte” e “conversione” quali modifiche del proprio orientamento generale, corrispondenti all’entrare in un nuovo orizzonte, indicava un ritorno in termini esistenziali agli argomenti che aveva trattato in un quadro metafisico in Grace and Freedom. Ma Lonergan trovò molto più difficile trasporre il suo recupero dell’Aquinate in Grace and Freedom nel contesto della fenomenologia del soggetto di quanto lo era stato il trasporlo in Verbum nell’era moderna. Per recuperare l’ermeneutica dell’amore, Lonergan doveva prima fare proprio l’importante ruolo dei sentimenti quali risposte intenzionali ai valori. Tali sentimenti entravano chiaramente in gioco al quarto livello dell’intenzionalità conscia, nel quale deliberiamo e comprendiamo i corsi dell’azione o apprezziamo beni già esistenti, nella misura in cui esprimiamo giudizi di valore sotto l’influenza di sentimenti quali risposte intenzionali a valori. Egli riconobbe con gratitudine che due fenomenologi decisamente agostiniani, Max Scheler e Dietrich von Hildebrand, lo avevano aiutato a comprendere il ruolo dei sentimenti quale “massa, momento e forza del vivere conscio, attuazione delle capacità affettive, disposizioni, abitudini, orientamento efficace del vivere. Nel tempo espresse così il suo cambiamento di posizione rispetto a Insight:
In Insight il bene era ciò che era intelligente e ragionevole. In Method il bene è una nozione distinta. È inteso per le domande su cui riflettere: Ne vale la pena? È davvero bene, o lo è solo in apparenza? Vi si aspira nella risposta intenzionale dei sentimenti ai valori. È conosciuto nei giudizi del valore espressi da una persona virtuosa o autentica dotata di buona coscienza. Viene compiuto decidendo e vivendo conformemente alle proprie decisioni. Come l’intelligenza contraddice il senso, come la ragionevolezza contraddice l’intelligenza, così la deliberazione contraddice, e in tal modo unifica, il conoscere e il sentire.
L’integrazione dei sentimenti e della scala normativa dei valori nella riflessione sulla libertà, l’orientamento e la conversione, e i rapporti personali per quanto riguarda i valori ultimi che, in larga misura, determinano i beni d’ordine sociali e culturali e i beni particolari all’interno della struttura del bene umano, è solo uno dei modi in cui Method ha trasformato la maniera in cui Insight tratta il bene umano.
L'Osservatore Romano