venerdì 22 novembre 2013

L'eloquenza del silenzio


Al cardinale Ravasi laurea "honoris causa" della Lumsa in Comunicazione

Il rettore Dalla Torre: "Comunicatore brillante, perché illustre biblista". Ravasi ai giornalisti prima della cerimonia: "È necessaria una riflessione generale sul comunicare nella Chiesa"

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Se c'è un cardinale che ha capito come far funzionare la comunicazione della e nella Chiesa del terzo millennio, è il cardinale Gianfranco Ravasi. Non a caso il presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura ha ricevuto questa mattina la Laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione dalla Lumsa - Libera Università Maria SS. Assunta di Roma, in occasione dell'inaugurazione dell'Anno accademico 2013-2014.
Il rettore dell'Ateneo, Giuseppe Dalla Torre, nonché presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, ha definito il porporato un “comunicatore brillante”, capace di “penetrare nel segreto della lingua" e di "spiegarne gli elementi per una chiara trasmissione del pensiero". Il cardinale Ravasi - ha proseguito Dalla Torre nel conferirgli l'onorificenza - "conosce tutti i più moderni mezzi della comunicazione sociale e sa muoversi con sicurezza e padronanza nelle moderne agorá virtuali, di cui è disseminata la nostra età”.
L'intuito del Capo Dicastero per la comunicazione, inoltre, è riuscito "a dischiudere alla religione ed alla Chiesa mondi lontani, se non addirittura ostili", ha soggiunto il giurista, vincendo "freddezze e resistenze, rispetto al fatto religioso, di ambienti largamente secolarizzati". Con le sue capacità comunicative, il cardinale ha "riportato la Parola laddove scorrono le parole ordinarie di una quotidianità spesso banale, che sembra aver perso persino la nostalgia di Dio”. Dimostrazione di tutto ciò è la “grande esperienza” del 'Cortile dei gentili'.
Se Ravasi è un "comunicatore brillante", ha concluso il rettore, è perché egli è anzitutto un "illustre biblista", studioso "profondo e sottile” della Bibbia. Il che testimonia il “nesso strettissimo” tra Scrittura e comunicazione. 
Prima della cerimonia che lo ha proclamato "dottore" in Comunicazione, il porporato ha incontrato in mattinata i giornalisti in una conferenza presso la Lumsa sul tema “Comunicazione e verità nell’era di Papa Francesco”. “È necessaria una riflessione di ordine generale sul comunicare nella Chiesa” ha detto il presidente del Pontificio Consiglio della cultura, dal momento che nella cultura contemporanea “esiste una crisi della comunicazione”.
Mentre “l’eccesso di comunicazione rischia di diventare negazione della comunicazione”, c’è al contempo "un capitolo critico che bisogna avere coraggio di affrontare”, ha sottolineato riferendosi ai recenti “casi gravi” che hanno coinvolto l’istituzione ecclesiale. Secondo il cardinale: “Arroccarsi in formule di autodifesa risulta controproducente”, per questo risulta una miglior soluzione optare sempre per la “chiarezza e trasparenza”. In tal senso, ha concluso il porporato: “I canoni comunicativi di Papa Francesco possono essere proposti anche in una comunicazione laica”. (S.C.)
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