mercoledì 27 novembre 2013

Una Chiesa che accorcia le distanze, amica degli uomini

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Grande risonanza ha avuto in tutto il mondo la pubblicazione, ieri, dell’Esortazione apostolica di Papa Francesco “Evangelii Gaudium”, sul tema dell’annuncio del Vangelo nel mondo attuale. Di seguito il commento di mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto e segretario speciale del Sinodo che si terrà nell’ottobre 2014 su “Le sfide della famiglia nel contesto della evangelizzazione”:

R. – Siamo di fronte ad un manifesto programmatico: alcuni punti mi sembrano di grande importanza. Il primo è questo motivo della gioia: la Chiesa ha un tesoro e questo tesoro è l’amore di Dio offertoci in Gesù Cristo. Ecco perché comunicare questa gioia è l’atto d’amore più grande che si possa compiere verso gli esseri umani. Naturalmente per far questo occorre avvicinarsi agli uomini con un senso di grande, profonda umanità: ecco il secondo aspetto. Papa Francesco si pone come qualcuno che sta accanto, che capisce, che ascolta, che vuole assumere le gioie e le speranze, i dolori e le angosce dell’altro: uno stile di cui la Chiesa ha bisogno. Dunque, una Chiesa amica degli uomini. E poi, in questa luce, il Papa non esita a dire che c’è bisogno di una Chiesa che rinnovi se stessa, di una Chiesa in uscita – come egli dice – in esodo: non una Chiesa autoreferenziale, ma una Chiesa che si metta accanto e al servizio degli uomini senza escludere nessuno e creando ponti di vicinanza e di amicizia con tutti. Una Chiesa che accorcia le distanze … Un altro tema che torna è che bisogna anche saper centrare l’annuncio sul cuore del Vangelo: in altre parole, il Papa riprende la dottrina della gerarchia delle verità del Vaticano II, nel suo senso più squisitamente pastorale. Cioè: non si può insistere in maniera parziale, soltanto su alcuni temi, e dimenticarne altri. Occorre soprattutto che qualunque annuncio del Vangelo ci faccia sentire il cuore pulsante del Vangelo stesso, cioè la bellezza e la gioia che il Vangelo dona. Poi, ci sono molte ricadute sui temi anche di carattere sociale: il “no” ad un’economia dell’esclusione e dell’ineguaglianza, che privilegia alcuni e considera scarti altri, soprattutto i più deboli, in una impressionante globalizzazione dell’indifferenza; il “no” all’idolatria del denaro, un denaro che governa, che domina e schiavizza invece di servire …

D. – Il Papa pensa anche ad una conversione del papato …

R. – Ecclesia semper reformanda: ce lo ricorda il Concilio, anche in questo. E il Papa estende questo bisogno di riforma, di conversione pastorale anche al papato stesso, perché – dice – egli crede nella collegialità.

D. – Papa Francesco invita la Chiesa ad avere le porte aperte, e nemmeno le porte dei Sacramenti – scrive – si dovrebbero chiudere per una ragione qualsiasi …

R. – Questo mi sembra che sia un aspetto bellissimo del primato della misericordia. La Chiesa deve preoccuparsi di guardare gli uomini con lo stesso sguardo con cui li guarda Dio, ed è uno sguardo di misericordia, di tenerezza, di amore. Come esprimere questo sguardo nell’atteggiamento concreto da avere nei riguardi delle persone che si trovano in situazioni ferite, in situazioni difficili? Ecco la grande domanda a cui il Papa sta cercando risposta anche con l’impegno collegiale di tutta la Chiesa e di tutti i vescovi, attraverso lo strumento del Sinodo a cui mi sembra stia dando una grande rilevanza, proprio per la vita ecclesiale.

D. – Il Papa chiede che la Chiesa sia voce profetica, una Chiesa povera per i poveri. Poi dice: non è progressista chi vuole l’aborto e che certa cultura odierna snatura vincoli familiari …

R. – Questo è un punto chiaro che naturalmente l’annuncio del Vangelo non può ignorare, cioè vivere la misericordia non significa dimenticare le esigenze di Dio, che sono esigenze d’amore.

D. – Infine, i Papa crede nella forza rivoluzionaria della tenerezza …

R. – Questo è un aspetto molto umano e molto bello, perché ci fa capire che il Papa è convinto che non sia la violenza a convincere gli uomini, la sopraffazione, il potere, ma è l’irradiazione della gioia e dell’amore. Tenerezza significa dare con gioia: chi dà, ma non dà con gioia, non ha la tenerezza; crea la dipendenza. Chi invece dando, dà con gioia, e dimostra proprio con la sua gioia di ricevere da colui a cui dà e perciò il suo cuore si riempie di gioia, sta vivendo questa relazione con tenerezza. Il Papa ci invita a non aver paura della tenerezza anche nell’annuncio del Vangelo, che è poi la Buona Novella dell’infinita tenerezza di Dio.
 Radio Vaticana 

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Dubbi e plausi sull’enciclopedia rivoluzionaria di Bergoglio   
Formiche
 
(Matteo Matzuzzi) Ha fatto molto discutere, come ampiamente prevedibile, la prima esortazione apostolica di Papa Francesco,“Evangelii Gaudium”, svelata ieri al mondo. “Enciclopedica”, l’ha definita sul proprio blog il vaticanista dell’Espresso, Sandro Magister,(...)