lunedì 23 dicembre 2013

Le nuove forme di persecuzione anti-cristiana in Occidente


Nuove forme di persecuzione anti-cristiane in Occidente

Scienziati discriminati per la propria appartenenza, vescovi denunciati perché contrari all’aborto, libri e radio censurate: ecco una mappa degli attacchi alla libertà religiosa

MARCO TOSATTI



Quello che una volta sarebbe sembrato semplicemente inconcepibile sta accadendo. Nel mondo occidentale stanno nascendo, nei confronti dei cristiani – e in particolare dei cattolici e degli evangelici meno “secolarizzati” – nuove forme di discriminazione, quando non di persecuzione. Semplicemente leggendo le notizie delle ultime settimane, e senza una ricerca particolarmente estesa, è facile cogliere segnali ben chiari in questa direzione.


Un esempio. Margaret Somerville, una studiosa universitaria canadese di grande fama ed esperienza ha scritto un editoriale sul “The Globe and Mail” denunciando il fatto che in maniera crescente nel dibattito le sue idee sono lasciate cadere semplicemente perché è cattolica. Margaret Somerville è fondatrice e direttrice del “McGill Centre for Medicine, Ethics and Law”, e insegna alla McGill, una delle principali università americane. “Ho partecipato al dibattito pubblico per più di trenta anni e presentando analisi etiche e legali sui problemi dei quali tratto non sono mai stata attaccata da una base religiosa. Allora, perché adesso questa corsa ad etichettarmi come cattolica?”. Secondo la studiosa “definire una persona religiosa è ormai altamente screditante. Questa strategia permette di eliminare gli argomenti dell’avversario senza entrare nella sostanza”. Ma ormai, conclude, alcuni importanti riviste mondiali di medicina “in maniera sorprendente e non saggia” chiedono agli autori degli articoli di dichiarare la loro affiliazione religiosa.


In direzione analoga negli Stati Uniti va Enda (Employment Non-Discrimination Act, ndr) la legge che vorrebbe, in teoria, impedire la discriminazione sul posto di lavoro in base al genere, ma in realtà indirizzata a sostenere la diffusione dell’ideologia del “Gender”, e a limitare la libertà di chi non la condivide o ad essa si oppone. E, affermano i vescovi americani, a limitare anche la libertà religiosa. Vescovi che sono stati denunciati da un’associazione che dice di difendere le libertà individuali perché con la loro posizione anti-aborto metterebbero in pericolo la vita delle gestanti.


Gli esempi di questo genere potrebbero continuare; e non ultimo il caso di Costanza Miriano, la cui pubblicazione in Spagna di un libro “Sposati e sii sottomessa”, a cui ha fatto seguito “Sposala e muori per lei” – entrambi i titoli citazioni di San Paolo - ha dato origine alla prima richiesta di censura editoriale dai tempi del regime del Caudillo fascista, Francisco Franco.

Di questo argomento si è parlato qualche giorno fa all’Università Urbaniana di Roma. Un intervento particolarmente interessante è stato quello di Paul Marshall, esponente di spicco del Center for Religious Freedom all’Hudson Institute. “La secolarizzazione occidentale è venuta crescendo negli ultimi decenni – ha detto Marshall alla CNA -. Mi preme sottolineare che i modelli di cui stiamo parlando non sono analoghi a quelli del mondo comunista ancora esistente, o del Medio Oriente. Non è una persecuzione in quel senso, ma sta diventando molto preoccupante”.


“Ci sono correnti molto minacciose – ha continuato Marshall – e credo che dobbiamo esserne consci, in termini di discriminazione sul lavoro, della capacità di esprimere il proprio pensiero, o della possibilità di vivere la propria fede. Le cose stanno davvero peggiorando in Occidente”.


Marshall ha citato esempi già noti, come quelli di persone licenziate perché indossavano un piccolo crocifisso. E ha ricordato che il Pew Forum sulla religione e la vita pubblica, un ente di grande fama in questo genere di statistiche, sostiene che “il grado di ostilità religiosa nell’Europa occidentale è alta quanto in Medio Oriente”.


Solo qualche settimana fa un tribunale inglese ha proibito a una radio cristiana di pubblicare un annuncio in cui si invitavano i cristiani discriminati sul posto di lavoro a rendere nota la loro storia, col pretesto secondo il quale si sarebbe trattato di propaganda politica.


Invece di una società aperta in generale, dove i laici sono liberi, i cristiani sono liberi, e gli indù sono liberi, la più recente versione di società secolarizzata, secondo Marshall, è quella “dove lo Stato incarna un’ideologia particolare e chiede che ciascuno si adegui ad essa”. C’è uno spostamento da una “società pluralistica a una società ideologicamente secolarizzata. E questo è preoccupante”.

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