mercoledì 29 gennaio 2014

Il cliente che non ti aspetti



I maschi italiani che comprano le donne sono insospettabili. Il 50% è sposato, in maggioranza hanno tra i 30 e i 50 anni e appartengono a ogni ceto sociale. Anzi, al crescere dell’istruzione aumenta la domanda. Sono italiani e immigrati, militari, marinai, pescatori, camionisti, impiegati, manager che viaggiano con frequenza. E poi su fino ai piani alti della politica e dello spettacolo che frequentano le escort. Resistono gli anziani habituè grazie ai progressi della chimica farmaceutica. Crescono pedofili e i turisti del sesso, che dovremmo cominciare a chiamare una buona volta turismo cattivo. Una ricerca del Gruppo Abele presentata a Torino nell’ambito del progetto europeo Etts ha fotografato i clienti delle donne prostituite in base ai dati raccolti dalle unità di strada italiane raccontando un universo complesso e variegato. Con alcune novità: anzitutto sarebbero di meno - 2,5 milioni e non nove come finora si credeva - mentre ogni giorno sarebbero 250 mila a comprare prestazioni sessuali sul marciapiede e indoor. Dato ottenuto moltiplicando il numero di donne che vendono il proprio corpo in Italia (25 mila, stima condivisa dalla Caritas anche se per la Camera sono invece 40 mila) per circa dieci prestazioni. Molti continuano a cercare rapporti in strada, mentre una parte altrettanto consistente, soprattutto giovani, ormai lo fa sul web accedendo da lì a privè, appartamenti e locali per massaggi.

I profili psicologici tratteggiano alcune tipologie diffuse come gli sperimentatori, gli abituali, i compulsivi, i clienti dell’estremo e i punitori, che disprezzano la donna che si vende e usano violenza. Per gli psicoterapeuti hanno in comune il narcisismo mentre il terreno su cui si formano è la cultura consumistica unita alla pornografia diffusa sul web che sta abbattendo i limiti facendo credere che qualunque cosa si possa acquistare, anche il corpo umano.

Valerio Pedroni, della Fondazione Somaschi Oggi, segnala i pericoli di Internet specie per i minori. «Negli ultimi anni sono nati siti specifici dove il cliente condivide giudizi e “recensisce” le prostitute. Il proliferare dei siti porno aumenta il ventaglio delle tipologie di sesso a pagamento, anche se il consumo diventa virtuale».

Secondo il filosofo dell’Università Cattolica Silvano Petrosino sono profili che possono degenerare: «Attraverso il potere esercitato sulle prostitute e sui soggetti più deboli, l’uomo ricerca un godimento per placare la sua inquietudine anche con la violenza».
È un tipo spesso schizofrenico il cliente, che opera una distinzione nell’universo femminile tra moglie-madre desessualizzata e le prostitute. Non mancano infatti secondo lo studio uomini che considerano il rapporto con la prostituta come “complementare” a una relazione stabile e i solitari che considerano tale rapporto l’unico possibile in quanto ritengono di avere difficoltà relazionali e affettive con le donne “normali”. Spesso pagano qualcuno che li ascolti. Non hanno molti scrupoli; la maggioranza preferisce le prostitute straniere (le donne italiane sono circa il 10%) pur consapevole del fatto che sono vittime di tratta, per il loro minore potere contrattuale.
Crescono i pedofili. Dal 5 al 12% a seconda dei territori cercano minorenni, le quali hanno un’età compresa tra i 12 e i 18 anni, provengono dall’Europa dell’est o dalla Nigeria e si concedono in luoghi chiusi.

Quanto al turismo cattivo, secondo Ecpat lo praticano 80.000 italiani (60% occasionali, 35% abituali, 5% pedofili) e la nostra nazionalità si è sempre attestata ai primi 5 posti della classifica dei turisti sessuali nei vari Paesi.

La legge italiana non è repressiva con i clienti. Del resto l’effetto delle ordinanze anti prostituzione non ha ridimensionato la domanda, generando lo spostamento del fenomeno al chiuso: dal 30 al 70% secondo le forze di polizia a seconda dei territori mentre le ordinanze anticlienti dal 2011, in base al pronunciamento della Corte Costituzionale devono avere carattere emergenziale e durata limitata. Nonostante il rischio di malattie e infezioni sessualmente trasmissibili come sifilide e Hiv, cresce il numero di chi chiede rapporti non protetti: dal 30% dei casi al chiuso, al 50/70% in strada anche pagando dal 35 al 50% in più. Crescono anche le prostitute contagiate, secondo Ivano Dal Conte dell’ospedale torinese Amedeo di Savoia,

Infine, tra i giovani, rispetto al passato cresce l’opinione negativa sui clienti delle prostitute, Ma resiste un’idea distorta della donna e del suo corpo, frutto di anni di tivù spazzatura, pubblicità volgare e pessimi modelli.

Paolo Lambruschi (Avvenire)