giovedì 30 gennaio 2014

Le caramelle di Dio


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di Costanza Miriano
Passate le feste, qui in casa nostra è tutta una questione di rientrare in carreggiata, e la questione richiede un bel po’ di tempo. Ci vuole un po’ per ricominciare ad andare a letto a orari decenti, alzarsi senza l’argano e arrivare a scuola possibilmente in un orario approssimativamente e vagamente vicino a quello della campanella.

Un altro dei problemi da affrontare è la gestione dei sacchetti pieni dei dolciumi che la Befana ha lasciato nelle varie calze astutamente dislocate dai figli in casa nostra e in quelle di zii e nonni. Quattro gruzzoli di puro colorante, trigliceridi e grassi saturi, che se non fosse per l’intervento di noi genitori verrebbero sterminati nel giro di poche ore. Il problema è che non si può. Non tanto per preoccupazioni salutistiche, che pure hanno il loro perché. Il problema vero è che i dolci devono essere a piccole dosi, per essere buoni, per farci felici, altrimenti finiranno per nausearci. Insegnare a dosare il piacere, per imparare a spostarlo su un piano più alto, è uno dei compiti dei genitori, forse a mio vedere il fondamentale, quello che avrà ricadute più importanti sul futuro dei figli.
Anche Dio con noi, per educarci, fa così: nella nostra vita ci sono delle oasi, ma sono solo dei momenti, delle gratificazioni che Dio ci regala per farci ristorare. Non possono essere la norma, perché – come noi cerchiamo di insegnare ai nostri figli – questo non ci educherebbe, non sarebbe il nostro bene. La croce, la fatica quotidiana sono un regalo di Dio, la via della salvezza, quello che ci guarisce. Ed è proprio quella croce, esattamente quella che ci è “capitata”, proprio quella giusta per noi. La sapienza celeste l’ha misurata al millimetro, perché non fosse troppo grande per noi, e l’ha pesata fino all’ultimo grammo, perché non fosse troppo pesante. Un dono del suo amore, non una punizione. E Dio non ci lascia mai soli a portare il peso: lui lo ha preso per primo e lui, se gli andiamo dietro, ci insegnerà come fare. E poi ogni tanto ci sono le caramelle…
fonte: Credere