giovedì 28 agosto 2014

DON JULIÁN CARRÓN «Dio non smette mai di cercarci»

Julián Carrón al Meeting.

La guida di CL in visita al Meeting. Tra incontri, mostre e amici. «Le periferie? Sono la modalità con cui incontriamo Gesù. Che cosa sia l'essenziale lo scopriamo dentro ogni circostanza»

Toccata e fuga in giornata. Per vedere il Meeting, dove ci sono i suoi amici, spiega don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, a chi gli chiede perché sia venuto. Ha visto ancora poco della Fiera. L’incontro con l’archeologo Giorgio Buccellati e don Ignacio Carbajosa, su Dio nella storia antica, e la mostra su Charles Péguy. Lo ha seguito da lontano, il Meeting, dice ancora, colpito da padre Pierbattista Pizzaballa, che chiama amico «per quello sguardo redento sulla realtà» che ha mostrato nel suo intervento. E poi colpito dal Papa e dal suo messaggio.

Don Carrón, perché le periferie? Perché decentrarsi, come ha detto papa Francesco, per incontrare Gesù? Non basta ciò che viviamo? Che cosa possiamo scoprire di più?Incontrare le periferie è la modalità attraverso cui incontriamo Gesù. Mi ha sempre colpito tanto quando don Giussani dice che noi abbiamo tutto nell’incontro con Gesù. Ma che cosa significa questo “tutto”, che cosa significa Gesù, lo scopriamo nello scontro o nell’incontro con le circostanze. Cioè con le periferie. Ma noi pensiamo che le periferie siano un’aggiunta, qualcosa che ci distrae. E invece questa è l’unica modalità con cui affrontando la vita, le circostanze, le sfide, possiamo capire che cosa è Cristo. Senza questa verifica di Cristo in ogni periferia non possiamo capire che cosa è Lui. Per questo ci conviene seguire il Papa. Se non è così, penseremmo di aver conosciuto Gesù, ma non lo avremmo conosciuto. 

Il destino non ha lasciato solo l’uomo. Nell’incontro a cui ha assistito questa mattina è emerso chiaramente come la presenza di Dio sia una costante in tutta la storia dell’umanità. Il destino non ha mai lasciato solo l’uomo…Benedetto XVI aveva detto che Dio non è mai sconfitto. Cioè, che riparte sempre, prendendo nuove iniziative. Tutti i fatti della storia sono le nuove iniziative di Dio attraverso cui cerca, in modi diversi, l’uomo. E lo vediamo anche adesso, nel presente, quello che abbiamo visto accadere nel passato, come si diceva stamattina: le continue iniziative attraverso cui il Mistero cerca l’uomo. Qualsiasi sia la situazione in cui si trovi. E non smette mai. Perché Dio non dipende da quello che noi chiameremmo le vittorie, i risultati. Il suo punto sorgivo è diverso. Lui parte sempre da un amore sconfinato per l’uomo. E malgrado l’uomo gli dica di no, malgrado l’uomo non risponda in modo adeguato, o malgrado si dimentichi, Dio non smette mai di cercare l’uomo. Come tu non smetteresti mai di cercare tuo figlio, qualsiasi stupidaggine abbia fatto. È facile. Noi potremmo capire Dio se ci immedesimassimo per un istante in cosa farebbe un padre per il figlio. Dio è questo padre che non smette mai di cercare il figlio.

Il Papa ha invitato a un cammino, indicando come unico bagaglio l’essenziale e la realtà. Cosa sono per lei?L’essenziale per noi è come il significato. Una presenza senza la quale la realtà non avrebbe significato. Non tutte le cose sono ugualmente significative per noi. L’essenziale è ciò che è così significativo che senza non si può vivere. È questo che ci consente di entrare in qualsiasi aspetto della realtà. Se abbiamo scoperto l’essenziale possiamo entrare in qualsiasi buio, in qualsiasi periferia, in qualsiasi aspetto della realtà. Che cosa deve vivere un’infermiera, come deve essere veramente consistente, che cosa di essenziale deve esserle accaduto per poter entrare in una stanza dove c’è il malato terminale? Per poter entrare in quel buio? Ugualmente, perché alcuni cristiani rimangono a vivere in Siria? O perché alcune persone si preoccupano degli ultimi? Deve essere successo qualcosa di così significativo per cui nessun aspetto del reale perde valore. Anzi, acquista tutto il valore per quell’essenziale. Ma tante volte sembra che affermare l’essenziale sia contro la realtà. O che affermare la realtà sia contro l’essenziale. Grazie a Dio, noi, che abbiamo incontrato il cristianesimo così come ce l’ha testimoniato don Giussani, e così come appare nel Vangelo, vediamo che per Gesù affermare l’essenziale, affermare il suo rapporto con il Padre, non è stato qualcosa che lo distraeva da qualche aspetto del reale o dall’uomo. Anzi, era proprio ciò che lo faceva interessare a qualsiasi uomo. Per questo, l’essenziale e il rapporto con la realtà vanno insieme. Senza avere una presenza così significativa, così essenziale per noi, la realtà non ci interessa, perché non siamo in grado di starle davanti. Di affrontare le sue sfide, certi bui e certe cose che ci sconcertano.
P. Perego (Tracce)
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