sabato 30 agosto 2014

Francesco come Pio IX: prima gli applausi e poi i fischi?

Un'immagine di Pio IX

di Angela Pellicciari
Il 15 maggio 2013, due mesi dopo l’elezione di papa Francesco, ho scritto sulla Bussola un pezzo dal titolo: Viva Pio IX come Papa Francesco? Avanzavo un possibile paragone fra la storia di papa Mastai e quella di papa Bergoglio. Accomunava la vicenda di entrambi una straordinaria popolarità. Una straordinaria popolarità iniziale. All’epoca di Pio IX tutti, compresi ebrei, atei, mazziniani, rivoluzionari, tutti, parlavano bene di lui. É durato meno di due anni. Il tempo di spacciare il Papa per un papa “liberale”.
Il tempo di sfruttare la popolarità di Pio IX per diffondere nel popolo la bontà della parola “liberale”, fino ad allora sinonimo di rivoluzione e quindi esecrata. E così, tempo due anni, è arrivata a Roma la Repubblica che, definita “romana”, ha portato in città rivoluzionari di tutto il mondo, protestanti e massoni, felici di assistere al sogno di tanti secoli: la fine della Roma pontificia. La fine della Roma cattolica. Il Papa è costretto a fuggire, i beni della Chiesa sono saccheggiati, preti e monache assaliti, incarcerati, uccisi. 
La straordinaria popolarità di papa Bergoglio, esaltato da tutti ma proprio da tutti, mi è sembrata subito sospetta. Anche perché sulla storia del Risorgimento ho passato diversi anni e, quindi, ho imparato bene –e riconosco- le mosse, le dinamiche, delle forze anticattoliche. Nel pezzo del 2013 citavo fra l’altro l’esultanza massonica per l’elezione di Francesco riportata da Statera in un articolo comparso su Repubblica: «i Gran Maestri delle tante massonerie italiane sembrano concordi nell’entusiasmo per l’avvento di Francesco. Uno per tutti: “Con papa Francesco nulla sarà più come prima. Chiara la scelta di fraternità per una Chiesa del dialogo, non contaminata dalle logiche e dalle tentazioni del potere temporale”. Firmato: Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia».
Sul Foglio del 28 agosto Angiolo Bandinelli ha scritto un pezzo dal titolo “Pio IX” in cui fa il paragone papa Mastai-papa Bergoglio, citando l’unanime apprezzamento che circonda entrambi all’indomani dell’elezione. Bandinelli ricorda che Pio IX, da liberale, diventa reazionario, il simbolo stesso della reazione, e scrive: «C’è da sperare che lo stesso destino non debba toccare a Papa Francesco».
Il prossimo autunno si riunisce il Sinodo sulla famiglia. Tutto il mondo progressista ha evidenziato le grandi aperture del papa. Le interviste da lui rilasciate a Scalfari, paragonabili all’amnistia che Pio IX concede all’indomani della sua elezione ai detenuti politici messi così in grado di preparare la rivoluzione, con le falsificazioni delle parole del Papa ammesse solo dopo parecchio tempo, hanno creato un’aspettativa di cambiamento del magistero che non potrà che essere disattesa.  E così Bandinelli, dopo un lungo excursus piuttosto incomprensibile sull’economista Piketty, tracciando il paragone con Pio IX commenta: «Sono poi curioso di vedere se papa Francesco manterrà la barra del timone sulla direzione finora seguita o se dovrà modificare la rotta. Perché allora potrebbe ripetersi quanto accadde, appunto, con Pio IX: all’inizio esaltato, poi esecrato ferocemente».
Dall’elezione di papa Francesco è passato un anno e mezzo: l’articolo di Bandinelli sta a indicare che, proprio come Pio IX dopo nemmeno due anni, le ostilità contro il Papa stanno per cominciare?