domenica 24 agosto 2014

Men and women are different, with different, equally sacred, roles


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by Sofia Florencia Abasolo  -The Catholic Universe-
In light of this fact, the news that women can now beordained as bishops in the Anglican Church, althougun surprising, is saddening. It is a decision symptomatic of
a country whose Christian ethos has increasingly been compromised in order to assimilate the values and the beliefs, i.e. the errors, of its time.
This is bad news for women. If anyone understood, cared for,and valued women (as women, not as late arrivals to amasculine world) it’s Christ; and he didn’t call them tothe priesthood. Miriano tells us that imagination, but also ambition, are lacking in campaigns where women demand‘equal’ rights. As a woman in my twenties living in theUK, I am used to ambition being automatically equated withthe ambition to be the same as men. Being an ambitiouswoman, in the sense that thesediscourses prescribe, meansonly to seek to earn as much as my male counterparts, to want to be considered for the same roles as them in theworkplace, not to let motherhood compromise my career, whichmust be situated outside of the home.
What I find so liberating about the Church’s position is that it validates my much greater ambition than that of most of my peers; an ambition to live in a society that
recognises my wholly different desires from those of my male counterparts, without penalising or stigmatising these differences. I want to be granted the right to live life at my own natural pace, a pace dictated by a female anatomy, which I don’t consider a handicap to be medicated. I want the right to stop being considered the only person legally responsible for the choices affecting life growing inside of me, life that I would not be able to create single-handedly.
More than anything I want the right to stop being treated as a sufferer of testosterone deficiency, purely because it’s not in my interest to have the biggest paycheck, the most senior role, because I derive more satisfaction from my gifts being appreciated than I do from acquiring status.
My hope is that those men who voted against female ordination will take this opportunity to further contemplate their faith and the role of women within it. I hope that many will return to the Church and join us in proclaiming the same simple truth: that men and women are different, with different, equally sacred, roles, to be guarded at all costs.”
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Nella sua intervista su Newsnight, la giornalista Italiana Costanza Miriano disse, con la sua tipica precisione, quello che io credo: “Le donne che chiedono gli stessi diritti che gli uomini manca immaginazione ed ambizione.”
Non stava parlando dell’ ordinazione delle donne, ma rispondeva all’enorme terremoto con il quale fu ricevuto il suo libro,Sposati e sii Sottomessa, nella Spagna.
Il libro non e’ ancora stato tradotto in inglese – ma posso immaginare come sarebbe ricevuto un simile titolo nel Regno Unito. Eppure -come è spesso il caso degli autori che aderiscono alla posizione della Chiesa- ha ragione.
Il libro della Miriano e’ davvero scorrevole; una collezione di lettere agli amici,  che offre consigli per far funzionare il matrimonio. “Se fosse per lei”, scrive la sua casa editrice, “produrrebbe delle encicliche, ma siccome non è il Papa mescola i padri della Chiesa e lo smalto Chanel, la teologia e Il grande Lebowski, sostenendo
con ferrea convinzione la dottrina cristiana del matrimonio senza perdere d’occhio l’ultima uscita di Philip
Roth.”
Dal modo in cui la stampa liberale parla di lei, uno penserebbe che il suo libro è un violento manifesto terrorista: “mi domando come non sia finita in un programma di protezione testimoni per nascondersi dalle femministe furiose,” scrive Sinead Moriarty nell’Independent.
Francis Philips ha già spiegato che la parola ‘sottomessa’ del titolo dovrebbe essere intesa come ‘donarsi’ invece di degradarsi’. La stessa Miriano ha detto infinite volte che le donne sottomesse sono come “le colonne del palazzo che lo reggono dal fondo, perché sono più forti [degli uomini].” Nonostante il contesto, chiaramente positivo, nel quale queste affermazioni sono state fatte, diverse donne le hanno interpretate assurdamente, come un invito a ritornare ad una scena tipo Mad Men: una facciata di falsa gioia matrimoniale dove le donne silenziosamente sopportano il loro tradimento di mariti egoisti che solo desiderano una cena pronta alla sera.
Questi “obiettori di incoscienza” sembrano non rendersi conto del punto cruciale: la sottomissione, anche degli uomini, quando essi si sottomettono a Dio, deve essere volontaria per poter dare frutti.
Non so esattamente come abbiano fatto a non notare questo punto, siccome viene ripetuto diverse volte nel libro della Miriano, sul suo blog, e molte altre volte nelle sue interviste. Sta semplicemente riportando quello che la Chiesa ha proclamato da secoli. Io credo che questi “obiettori di incoscienza” semplicemente non siano interessati a capire alcunché.
Ultimamente, dire ciò che è ovvio e’ diventato un atto di ribellione. La Chiesa e’ tra le poche istituzioni che non si sottomette alle mode contemporanee e continua a ricordarci che gli uomini e le donne esistono, e che sono radicalmente diversi.
Alla luce di questo fatto la notizia che riguarda le ordinazione delle donne vescovi nella chiesa Anglicana non sorprende, ma ci rattrista.
E’ una brutta notizia per le donne. Se c’è qualcuno che ha capito, si e’ preso cura, ed ha valorizzato le donne (come donne, non come treni in ritardo nel mondo maschile) e’ Cristo; e non le ha chiamate al sacerdozio.
La mia speranza e’ che quegli uomini che hanno votato contro l’ordinazione delle donne prendano questa opportunità per contemplare la loro fede. Spero che molti ritornino alla Chiesa e si uniscano a noi per proclamare la stessa semplice verità: gli uomini e le donne sono diversi, con diversi -ugualmente sacri- compiti, da custodire a tutti i costi.