mercoledì 24 settembre 2014

“Il problema dei divorziati risposati è una delle grandi sofferenze della Chiesa di oggi. E non abbiamo semplici ricette“




“Il problema dei divorziati risposati è una delle grandi sofferenze della Chiesa di oggi. E non abbiamo semplici ricette“. Non l’ha detto qualche teologo progressista, non è l’affermazione di qualche prelato del Nord Europa che ha il segreto progetto di scardinare la tradizione cattolica, né il relativistico messaggio di qualche intellettuale che vuole demolire il matrimonio.
Quelle parole sono di Benedetto XVI, il “vero” Benedetto XVI, quello che rispondeva a braccio a una domanda durante l’incontro delle famiglie di Milano nel giugno 2012. Le posizioni di Papa Ratzinger sono arci-note e nessuno qui ha intenzione di attribuirgli pensieri o aperture non sue. Citiamo questa frase soltanto per dire che, comunque la si pensi e qualunque sia la posizione che ciascuno ha rispetto al dibattito sul prossimo Sinodo in merito al tema dei divorziati-risposati come pure a qualsiasi altro tema legato alla famiglia, ciò che traspare da quelle paroleè la capacità di percepire, comprendere, condividere le sofferenze delle persone.
Una capacità che è il cuore dell’annuncio cristiano. Il cristianesimo non è innanzitutto una dottrina spedita da Dio via SMS, un insieme di regole, e nemmeno un insieme di affascinanti riti (lo ha ripetuto Papa Ratzinger all’inizio dell’enciclica Deus caritas est). E’ l’incontro con una persona viva, Gesù. Ed è l’incontro con un abbraccio, con la misericordia di chi prima di giudicarti ti dice che ti vuole bene e che ti accoglie, permettendoti di scoprire in questo abbraccio la tua piccolezza, la tua inadeguatezza, il tuo peccato.
Sarebbe bello che questo soprattutto trasparisse nei discorsi, negli interventi, nei libri, nelle interviste dei cardinali, vescovi, teologi e opinionisti che parlano di famiglia in vista del Sinodo e dei padri sinodali che parleranno in aula. Perché comunque la si pensi e qualunque sia l’esito del dibattito sinodale, senza quel palpito e quello sguardo profondamente cristiano, certe rivendicazioni e le pretese di presunti diritti a proposito di sacramenti, come pure certe metalliche esposizioni della dottrina, risultano lontane mille miglia dalla vita, dalla carne, dalla sofferenza delle persone. Cioè ultimamente hanno ben poco a che vedere con il cristianesimo.
A. Tornielli