venerdì 31 ottobre 2014

Solennità di Tutti i Santi 2014

1 NOVEMBRE
TUTTI I SANTI
Solennità

 MESSALE
Antifona d'Ingresso
Rallegriamoci tutti nel Signore
in questa solennità di tutti i Santi:
con noi gioiscano gli angeli
e lodano il Figlio di Dio.
 


Colletta

Dio onnipotente ed eterno, che doni alla tua Chiesa la gioia di celebrare in un'unica festa i meriti e la gloria di tutti i Santi, concedi al tuo popolo, per la comune intercessione di tanti nostri fratelli, l'abbondanza della tua misericordia. Per il nostro Signore...



LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura
  Ap 7,2-4.9-14
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua.
 

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».
E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».
E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».
Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».


Salmo Responsoriale
  Dal Salmo 23
Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore.
Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Seconda Lettura  1 Gv 3,1-3
Vedremo Dio così come egli è.
 

Dalla lettera prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.


Canto al Vangelo
   Mt 11,28
Alleluia, alleluia.

Venite a me,
voi tutti che siete affaticati e oppressi,
e io vi darò ristoro.

Alleluia.

  
  
Vangelo
 Mt 5,1-12a
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
 

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

*

"Lui, il Santo, ci ha scelti, eletti"

Commento al Vangelo della Solennità di Tutti i Santi


Una speranza invincibile e la forza infinita d'una chiamata: la santità è un'elezione, un esser messi a parte per qualcosa di speciale, per abitare la Terra. I santi sono gli eredi della Terra dove scorre latte e miele. Il Cielo. Tra le pieghe della festa di oggi, dietro la santità si scorge la storia di un Popolo. Ad ogni beatitudine si odono le eco dei passi degli umili, dei piccoli, di un resto. I riscattati che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti e le hanno rese candide nel sangue dell'Agnello.
E' Lui che, vittorioso sul peccato e sulla morte, precede i suoi nella Galilea che è il mondo in attesa del Regno. E' Lui il Santo che ci fa santi. Oggi siamo tutti dinanzi alla Terra, come Giosuè. Le parole del Signore ci invitano a non aver paura, ad essere coraggiosi e forti, a non scoraggiarci dinanzi alle difficoltà, ai popoli che abitano la nostra eredità.
Non aver paura di noi stessi, dei nostri peccati, dei nostri limiti, delle nostre debolezze, dei nostri difetti. Sono tanti e numerosi come i Popoli che abitavano la Terra che si dischiudeva dinanzi agli occhi di Giosuè. "Forza e coraggio" gli ripeteva il Signore sull'erta di quel monte, "perché il Signore è con te ovunque tu vada". Forza e coraggio sono l'altra metà della povertà. Solo chi ha conosciuto davvero, come Giacobbe, la propria debolezza, può abbandonarsi con una sconfinata fiducia in Colui che lo chiama.
E' la fede che coniuga nei santi la forza e il coraggio. Israele, il Popolo da cui proveniamo, significa proprio "Forte con Dio". Il santo è il forte con il Più forte. Vive aggrappato a Colui che ha legato il demonio, ha sconfitto uno ad uno i Popoli che usurpavano l'eredità, e con Lui entra a prenderne possesso. Un Popolo santo, separato, consacrato in Colui che lo ha amato di un amore unico, gratuito, infinito.
Il Signore ci annuncia oggi la beatitudine di chi abita, felice, nella sua Terra. Che ci è data, come primizia, nella Chiesa, il mistero d'amore e comunione che supera ogni nostro limite carnale. Anche oggi, come ad ogni mattino che si apre dinanzi a noi, ci troviamo sul monte con il Signore. E su quel monte ammantato dalla rugiada d'ogni alba della nostra vita, Lui ci chiama ad entrare nella Sua eredità. Ogni aurora che ci accoglie ci dona il Suo Spirito Santo che ci fa figli, coeredi di un Destino meraviglioso.
Lo Spirito di fortezza perché non cediamo al timore dinanzi alla Croce che ci attende. Ecco la nostra vita santa che ci fa santi. Ogni evento in cui ci imbattiamo, ogni persona che incontriamo è la Terra preparata per noi, la nostra eredità. Nostra moglie oggi, così come si sveglierà; nostro marito è la terra che ci farà sante quando tornerà nervoso e intrattabile dal lavoro; nostro figlio che si è appena messo un orecchino; nostra figlia che ha sbattuto la porta e se ne è andata in discoteca; nostra suocera che non ce ne fa passare una, con quel sorrisetto ironico che dice tutto; il collega che ci ha infilzato calunniandoci con il capo reparto. E il cancro che ci ha visitato, la cassa integrazione, lo sfratto.
Ogni fatto della nostra vita ci fa santi, perché in ciascuna ora che segna le nostre esistenze Lui ci precede, combatte per noi come già ha fatto innumerevoli volte nel passato; anche quando eravamo schiavi del peccato in Egitto dove ci ha salvati, redenti, amati d'un amore eterno. Lui ci precede nella camera operatoria e nel dialogo serrato con i figli; allora, perché temiamo di vivere e chiamare gli altri a vivere una vita santa, piena, compiuta nell’amore? Perché ci accontentiamo di galleggiare mentre possiamo essere santi?
Perché c’è una sola possibilità per essere felici, noi e la nostra famiglia, i fratelli, gli amici: essere santi, ovvero lasciarci condurre nella Terra dove consegnarci per amore, nel compimento della promessa che ci ha chiamati alla vita. Desideri la santità per tuo figlio? O piuttosto un lavoro, la salute e altre cosette così? Non desideri che conosca l’amore che lo perdona e lo trasforma in figlio di Dio, in un santo offerto al mondo?
Perché il Signore ha pensato a te e a me, ai nostri figli per condurci per mano al possesso della nostra eredità, la sua stessa santità. Lui, il Santo, ci ha scelti, eletti. Questa speranza purifica i nostri cuori e le nostre menti e ci fa santi come Lui. Poveri con Lui, afflitti con Lui, miti con Lui, affamati e assetati con Lui, puri, operatori di pace, perseguitati con Lui. Piccoli, deboli, pieni di difetti e di contraddizioni. Eppure santi.
Celebriamo oggi la santità di tutti coloro che ci hanno preceduto in questo cammino, che hanno gustato le primizie della Terra promessa nelle pieghe dell'esistenza quotidiana. Celebriamo la comunione con i santi, testimoni veraci della Patria che ci attende.
Essi ci chiamano oggi ad entrare nel riposo preparato per noi. Qui, ora come siamo e dove siamo, anticipo di quello che, in pienezza, gusteremo con chi ha terminato la corsa prima di noi.
Affrettiamoci dunque ad entrare oggi nella Terra santa che è questa nostra vita. Affrettiamoci ad accogliere il Santo, a lasciarci amare, e che Lui ci faccia santi sulle orme che il suo Popolo ci ha lasciato. La nostra vita, il nostro corpo, tutto di noi è preparato per essere tempio santo per la sua santità. Che il Padre illumini gli occhi della nostra mente per comprendere a quale speranza siamo chiamati, "quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità tra i santi".

*

Santi, cioè felici Ma è solo Dio che ci fa così
di Stefano Bimbi
La festa di tutti i Santi ha una grande importanza per la Chiesa in quanto mette in evidenza la bellissima realtà della Chiesa trionfante, cioè di quelle persone che, essendo in Paradiso, sono eternamente felici con Dio. A questo punto è bene chiedersi se anche noi siamo incamminati nella via di santità oppure se la nostra vita si perde in altri obiettivi e interessi.
Per capire chi di noi aspira alla santità basta porsi la semplicedomanda: voglio andare in Paradiso? A questo interrogativo probabilmente il 100% delle persone risponde di sì. Se ne deduce che tutti vogliamo diventare santi, perché santo è chi è in paradiso. La via della santità è quindi l'unica che ci conduce alla felicità e quindi in Paradiso. Se ci pensiamo bene, infatti, coloro che rispondono di voler andare in Paradiso dicono così perché vogliono essere felici. Quindi diventar santi, cioè stare alla presenza eterna di Dio, vuol dire essere pienamente felici.
Abbiamo così scoperto la vera natura della santità. A volte descrivendo la vita di un santo ci si sofferma su quante opere buone ha fatto oppure sulla vita di preghiera e di penitenza che ha vissuto oppure, ancora, sui miracoli che ha fatto. Ebbene, nessuna di queste cose, in realtà, è la santità. Le opere buone, le preghiere, le penitenze sono vie per arrivare alla santità, ma non sono la santità. Questa consiste non in cose che facciamo noi. Essere santi vuol dire stare alla presenza del tre volte santo, cioè Dio stesso. Ecco perché coloro che sono in Paradiso sono santi anche se non sono stati proclamati tali dalla Chiesa, la quale ne proclama alcuni che hanno esercitato eroicamente le virtù in modo che possiamo avere dei modelli e degli intercessori.
Chi è alla presenza di Dio è santo grazie a questa semplice presenza. È Dio che ci fa santi, non le nostre opere. Ecco che anche su questa terra ci si può avvicinare alla santità tanto più ci si avvicina a Dio, credendo in Lui e facendo la sua volontà. Ecco perché compiere opere buone, pregare e fare penitenza non sono automaticamente segno di santità, perché sono "solo" mezzi per arrivare alla santità.
Che dire poi dei miracoli? Una volta una signora si chiedeva come facesse Santa Gianna Beretta Molla a essere santa se in vita non aveva fatto nemmeno un miracolo. La santa aveva scelto di non curare un fibroma all'utero per essere certa di far nascere la sua quarta figlia dicendo ai medici: «Se dovete scegliere tra la mia vita e quella di mia figlia, nessuna esitazione: scegliete (e lo esigo) la bambina; salvate lei!». In effetti, santa Gianna durante la sua vita non ha fatto nessun miracolo e anzi, andando in ospedale, aveva detto all'infermiera che l'aveva accolta: «Sono qui per compiere il mio dovere di mamma». Dimostrava così di ritenere normale donare la sua vita per la figlia: il suo sacrificio e la sua esemplare vita cristiana sono stati i mezzi che le hanno permesso di arrivare in Paradiso anche se non ha fatto nessun miracolo nella sua vita terrena. Il miracolo, infatti, è richiesto dalla Chiesa dopo la morte per poter essere proclamato beato e poi santo, per avere la certezza che la persona sia in Paradiso e quindi possa ottenere il miracolo per intercessione, cioè chiedendo una grazia, per una persona sulla terra, direttamente a Dio che vede faccia a faccia.
In conclusione, la santità è l'unica via per essere felici e dobbiamo continuamente chiedere a Gesù che ci ammetta alla sua presenza chiedendogli perdono per i nostri peccati. Solo così potremo sperare un giorno di "guadagnare" il Paradiso dove l'amore che sempre cerchiamo trovi la sua definitiva e appagante risposta eterna.