domenica 23 novembre 2014

Responsabili dell’educazione dei nostri figli...


... per inviare alla Scuola una “richiesta di consenso informato” via PEC
accordo
L’Avvocato Edoardo Panunzio ha raccolto l’iniziativa del Comitato Articolo 26 e della Manif pour tous Italia circa la “Settimana nazionale contro la violenza e la discriminazione” (vedi l’articolo di Costanza Signorelli): nel suo duplice ruolo di avvocato e di genitore di figli in età scolare, Panunzio ha voluto rivedere un modello di “consenso informato” mettendolo a disposizione di quanti volessero farne uso, offrendosi in più anche per il servizio (gratuito) di comunicazione dei modelli alle Scuole tramite la sua PEC professionale. Di seguito riportiamo la sua lettera.
Carissimi,
come abbiamo potuto imparare negli ultimi giorni (e senza grande preavviso), da oggi e per l’intera settimana tutte le scuole d’Italia ospiteranno eventi “educativi” riguardanti la “Settimana nazionale contro la violenza e la discriminazione”. Il problema di queste “manifestazioni formative” è che… nessuno sa di cosa si tratti!
Si sa solo che si potrà parlare di gender, orientamento sessuale, omosessualità… ma in che modo? Con quale materiale didattico? 
Sul punto, la circolare ministeriale (che tutti possono trovare qui) è molto vaga.
Insomma, non sappiamo cosa verrà detto a scuola ai nostri figli, da oggi e per tutta la settimana.
Qui non si parla più di istruzione, ma di educazione. Un compito che spetta a noi genitori, non alla scuola. E che perciò la scuola non può e non deve sottrarci.
Un compito che ciascun genitore è libero di assolvere secondo le proprie convinzioni, come dice la Convenzione Europea sulla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali.
Dunque:
Che cosa è il documento allegato?
È una dichiarazione con la quale il genitore chiede alla scuola di essere informato su quali “percorsi formativi” verranno fatti, e di sapere in dettaglio cosa si dirà ai nostri figli, con quali materiali (faranno veder loro dei film? leggere libri? verrà uno psicologo? ecc…), e comunica alla scuola che, se non verrà preventivamente informato, non intende dare il consenso a che lo Stato si sostituisca al genitore nell’educare il proprio figlio.
È legittimo essere informati prima?
Certo che sì! Tant’è che ciascuna scuola deve sottoporre al genitore il POF (Piano dell’Offerta Formativa) nel quale comunica al genitore quali sono gli obiettivi didattici, i libri utilizzati, le linee giuda, ecc… Perché ci comunicano prima come insegneranno Storia ai nostri figli, ma non come insegneranno cosa è la discriminazione e l’orientamento sessuale?
Come “si usa”?
Va semplicemente compilato, indicando l’Istituto al quale vanno i nostri figli, i nostri dati (nome e cognome, data e luogo di nascita, residenza), e firmato. Poi va consegnato alla Segreteria dell’Istituto, o spedito alla stessa a mezzo posta raccomandata (magari raccomandata1, che viene consegnata entro 24 ore, sennò arriva che la settimana è già finita…).
Si può usare anche la pec (posta elettronica certificata): ciascuna Amministrazione Pubblica deve averne una, quindi ce l’ha ogni scuola, per legge. Se siete in possesso di una pec, potete inviarlo alla pec della scuola: ha lo stesso valore di una raccomandata.
Ma io non ho tempo di andare a scuola o alla posta lunedì mattina!
Ok, allora puoi compilare e firmare il modello, e mandarmelo a: edoardopanunzio@gmail.com, in allegato ad una email nella quale mi autorizzi ad inviarlo alla scuola di tuo figlio, indicandomi città e nome dell’Istituto scolastico (e se puoi anche l’indirizzo pec). Lo manderò io lunedì mattina, tramite la mia pec (faccio l’avvocato, e quindi come ogni avvocato ho una pec), alla pec dell’Istituto scolastico. L’Istituto, naturalmente, comunicherà con te, io non avrò nessun’altra comunicazione con la scuola. Sarò semplicemente “l’ufficio postale” che ti eviterà la fila in segreteria o alla posta. Non ti costerà nulla.
E poi?
E poi la scuola dovrà comunicare a te genitore cosa farà in questa settimana con tuo figlio. Dopo questa comunicazione, potrai scegliere se acconsentire o no, così come chiedono il tuo consenso a che tuo figlio partecipi ad una gita, potendo tu liberamente dire di sì come di no.
Ma perché dovrei farlo?
La domanda è un’altra: perché la Scuola ti informa per filo e per segno su cosa insegna nell’ora di matematica a tuo figlio, e invece non ti dice nulla su come educa tuo figlio su questi argomenti?
Siccome i documenti ufficiali emessi dal MiUR sono ad ogni evidenza poco chiari, allora io genitore cerco di fare chiarezza: non manderò mio figlio in un posto dove non so cosa si faccia.
Un caro saluto
Edoardo Panunzio
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