martedì 31 marzo 2015

Ecco lo sposo arriva nel mezzo della notte




La settimana santa nella tradizione bizantina.

(Manuel Nin) La liturgia della settimana santa nella tradizione bizantina scandisce tutto il mistero della passione, morte e risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, celebrazione che inizia già il sabato della risurrezione di Lazzaro e la domenica delle Palme con l’ingresso regale di Cristo a Gerusalemme. Da lunedì a mercoledì santo si celebra l’ufficiatura mattutina e quindi nelle ore serali la liturgia dei Doni presantificati, in tre giorni che contemplano la figura di Cristo sposo della Chiesa che le viene incontro nella sua croce, il vero talamo nuziale.
Nel giorno di giovedì santo si celebra la Divina liturgia di san Basilio, dove si contemplano i misteri di Cristo che lava i piedi ai discepoli, che si dà come pane di vita, che è tradito e portato alla passione. Il venerdì santo raduna la Chiesa attorno alla croce di Cristo, luogo di sofferenza, di sconfitta, ma anche di vittoria di colui che vi è appeso.
Il sabato santo invece raccoglie la comunità dei fedeli attorno alla tomba di Cristo, una tomba bella, adorna di fiori, vero luogo della celebrazione di questo sabato benedetto; nel mattutino, celebrato la sera di venerdì, si cantano gli enkòmia, canto sì di lamento, ma soprattutto di speranza attorno al sepolcro di colui che è la vita. Nel mattino del sabato viene celebrata di nuovo la Divina liturgia di san Basilio, con le letture veterotestamentarie che introducono i fedeli alla celebrazione di colui che risorge per giudicare la terra.
A notte fonda inizia l’ufficiatura del mattutino di Pasqua, con la proclamazione del vangelo della risurrezione, il canto delle bellissime odi di san Giovanni Damasceno e la Divina liturgia di san Giovanni Crisostomo. Al vespro della domenica di Pasqua si proclama la pericope evangelica in diverse lingue, quelle dei fedeli presenti nella celebrazione.
Le celebrazioni nella tradizione bizantina si tengono a Roma in alcune chiese che seguono questa liturgia, come in quella di Sant’Atanasio a via del Babuino, dove viene celebrata dalla comunità del Pontificio collegio greco. Fondato da Gregorio XIII il 13 gennaio 1576, il collegio è il più antico tra quelli orientali di Roma e nel 1591 venne affidato ai gesuiti. Dal 1586 Sisto v riservò agli alunni del collegio il privilegio di cantare l’epistola e il vangelo in greco nelle messe papali solenni. Nel 1897 Leone XIII decise di affidare ai monaci benedettini, nella persona dell’abate primate di Sant’Anselmo, la responsabilità del Pontificio collegio greco, esercitata oggi in piena collaborazione con la Congregazione per le Chiese orientali.
Nella chiesa di Sant’Atanasio quest’anno la liturgia dei Presantificati si tiene lunedì, martedì e mercoledì santo alle 18.45. Giovedì il vespro e la liturgia di san Basilio iniziano alle 10.30, mentre l’ufficio della Passione, con la lettura dei Dodici vangeli è alle 18. Venerdì santo alle 10 si celebrano l’ora nona, il vespro e la deposizione dalla croce, mentre alle 18 si tiene l’Epitàphios thrìnos, seguito dal canto degli enkòmia e dalla suggestiva processione che esce dalla chiesa, arriva al Collegio greco percorrendo un brevissimo tratto di via del Babuino per rientrare a San’Atanasio. Sabato alle 10 vengono celebrati il vespro e la liturgia di san Basilio e alle 23 inizia la celebrazione delMesonyktikòn, seguita dall’Anàstasis, dal mattutino e dalla liturgia di san Giovanni Crisostomo. Questa viene celebrata anche la mattina di Pasqua alle 10.30, mentre alle 19 iniziano il vespro e la proclamazione del vangelo in diverse lingue.  
L'Osservatore Romano