mercoledì 29 aprile 2015

«Impegno Cristiano. “Creati ad immagine di Dio, trattati come schiavi…”» (Testo integrale)

Il Vaticano: «Uniamoci contro la tratta» 
 Avvenire 
(Stefania Falasca) «Ho dichiarato più volte che queste nuove forme di schiavitù – traffico di esseri umani, lavoro forzato, prostituzione, commercio di organi – sono crimini gravissimi, una piaga nel corpo dell’umanità contemporanea». Con durissime parole il 18 aprile papa Francesco aveva espresso l’ennesima denuncia dell’«abominevole crimine» (...)



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Testo integrale del documento «Impegno Cristiano. “Creati ad immagine di Dio, trattati come schiavi…”»
Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti


[Text: Italiano, Français, English, Español]
“La persona umana non dovrebbe mai essere venduta o acquistata come se lei o lui fosse una merce. Chiunque utilizza persone umane in questo modo e li sfrutta, anche se indirettamente, diventa complice di questa ingiustizia”.  Papa Francesco
Introduzione
Ogni anno, migliaia di persone vengono ingannate e indotte alla schiavitù come lavoratrici/tori  forzati, prostitute o mendicanti, diventando in altre parole vittime della tratta di esseri umani.
La tratta di esseri umani è una forma moderna di schiavitù. Questo comporta il controllo di una persona con la forza, la frode o la coercizione per sottoporla al lavoro forzato e/o allo sfruttamento sessuale, la sottomissione per debiti o ad altre forme di servitù. La tratta di esseri umani spoglia le vittime della loro libertà e viola la dignità della persona umana, creata a immagine di Dio. E’ innanzitutto un crimine.Quando una  persona è vittima di tratta,  diventa molto difficile  e spesso pericoloso sfuggire da questa situazione. I superstiti di tratta decidendo di fuggire, si trovano inevitabilmente di fronte a moltissime difficoltà. Ad essi è negato l'accesso a diritti come la protezione medica e servizi di consulenza. Loro e le loro famiglie si trovano poi ad affrontare la criminalizzazione e la persecuzione, così come la stigmatizzazione e la discriminazione. Inoltre, qualsiasi forma di assistenza di cui necessitano, è spesso condizionata da una sorta di cooperazione con le autorità, a prescindere dal pericolo a cui  possa essere esposta la persona trafficata.
Secondo le stime dell'OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro), oggi ci sono almeno 2,4 milioni di persone vittime di tratta. Eppure ogni anno sono solo poche migliaia le condanne nei confronti dei trafficanti. La maggior parte delle vittime non sono identificate e, di conseguenza, non riceveranno mai giustizia per i danni subiti. Nonostante la crescente consapevolezza e risposte più efficaci delle forze dell'ordine, la tratta rimane un'impresa criminale a basso rischio con rendimenti elevati. L'OIL stima che i profitti annuali generati dalla tratta di esseri umani si aggirino intorno ad almeno 32 miliardi di dollari.
“Le cause profonde” della tratta di esseri umani nei paesi di origine è la privazione dei diritti umani fondamentali e la mancanza di accesso alle necessità primarie. Nei paesi di origine vi è spesso  un’estrema povertà che riguarda soprattutto le donne; c’è mancanza di stabilità politica, sociale ed economica; sono spesso presenti conflitti armati e oppressione e, per quel che riguarda le donne,  in alcune culture  c’è pochissima considerazione per loro e la violenza domestica è all’ordine del giorno.
Nei paesi di destinazione, la tratta si verifica per la crescente domanda di lavoratori a basso costo, soggetti da impiegare/sfruttare, nelle fattorie, nelle fabbriche, nel settore della pesca e delle costruzione, nel lavoro domestico. La mancanza di rispetto della dignità umana si verifica anche nella tratta forzata per matrimonio e per la rimozione di organi. La "cultura dell'indifferenza", come la definisce Papa Francesco, porta alla violenza e ad abusi. Non è sufficientemente contrastata dalle autorità, dall'opinione pubblica, dagli educatori e dalla Chiesa.
Altri motivi a cui è dovuta la tratta, possono comprendere: una mancanza di consapevolezza pubblica tra la gente in generale e tra i gruppi individuati più vulnerabili; l'alto potenziale profitto per le attività criminali della tratta di esseri umani; la mancanza di una legislazione anti-tratta, e laddove esista, la mancanza di una corretta ed efficace applicazione da parte delle autorità competenti. La tratta è spesso il risultato combinato di corruzione e ostacoli ai canali di migrazione legale nei paesi con economie più forti e / o in regioni con migliori prospettive.
Gli sforzi per combattere il traffico di esseri umani dovrebbero mirare a comprendere e affrontare tutte o la maggior parte delle cause di cui sopra. Una sfida particolare è posta dalla complessità di affrontare in modo efficace la “domanda” del fenomeno. In molti casi, la “domanda” non ha la consapevolezza del fatto che la persona è una vittima del reato di tratta. Questa sfida richiede quindi un vasto raggio di azioni atte alla sensibilizzazione della gente, attraverso i media, mediante programmi di educazione, con il dibattito pubblico e con la Chiesa.
La tratta di esseri umani è un business internazionale in rapida crescita e altamente redditizio che porta inevitabilmente alla distruzione della vita di centinaia di migliaia di persone. Il fenomeno è di dimensione internazionale e può essere adeguatamente affrontato solo con sforzi congiunti. 
La Chiesa, comprese le congregazioni religiose, le organizzazioni cattoliche e i fedeli, per combattere il traffico di esseri umani, ha un unico potenziale e, per definizione l'obbligo di impegnarsi coordinando gli sforzi globali.   
Cosa può fare la Chiesa
Prevenzione e sensibilizzazione: il sostegno e la realizzazione di attività di prevenzione, soprattutto mediante azioni di sensibilizzazione. Le attività di sensibilizzazione possono essere mirate verso gruppi a rischio (ad esempio, persone che intendono attivamente emigrare in cerca di un posto di lavoro lontano da casa, sia dentro che fuori il proprio paese; migranti irregolari, e tutti quei gruppi che a causa della loro situazione sono più a rischio di essere vittime del reato di tratta), insegnanti e professionisti (come medici, sacerdoti, infermieri, assistenti sociali non specializzati e funzionari di governo), o al pubblico in generale.
Assistenza alle persone trafficate: fornire rifugio sicuro per le persone trafficate nei paesi di destinazione, di transito e di origine (per le persone rimpatriate vittime di tratta); fornire assistenza sociale individuale, medica, psicologica e legale, nonché offrire formazione professionale per potenziare professionalmente le persone vittime di tratta. Un’assistenza efficace richiede una cooperazione transnazionale e l’utilizzo della rete: in questo senso, la rete e la collaborazione con gli ordini religiosi di suore sarà particolarmente preziosa ed efficace. Nel pieno rispetto della pluralità religiosa, quando possibile, un aiuto efficace deve anche prestare particolare attenzione alla guarigione spirituale delle persone trafficate e alla loro completa riabilitazione spirituale e mentale, per consentire loro di affrontare la sofferenza permanente che inevitabilmente è causata dalla tratta.
Advocacy: l’impegno dell’azione politica è importante quanto l’assistenza alle persone trafficate e dovrebbe in particolare affrontare le cause alle radici della tratta ed avere particolare attenzione a situazioni alternative per i gruppi vulnerabili. L’advocacy nei paesi di destinazione e nei confronti delle istituzioni internazionali dovrebbe specificatamente mirare a garantire, che la legislazione risulti appropriata e venga adeguatamente applicata a livello nazionale e internazionale per proteggere le persone vittime di tratta, per punire i trafficanti e per garantire i diritti delle vittime. Dovrebbe anche mirare verso politiche migratorie ed economiche che riducano la vulnerabilità delle persone soggette alla tratta. Infine, tale advocacy, dovrebbe evidenziare la necessità di sradicate il lavoro forzato e di promuovere condizioni di lavoro dignitose.
Fare rete: E' molto importante lavorare sia a livello nazionale che internazionale, in reti interdisciplinari in cui la cooperazione tra le autorità, le ONG e le organizzazioni internazionali possa migliorare. Nello stesso tempo, vi è la necessità di fare rete all'interno delle organizzazioni legate alla Chiesa e della Chiesa stessa, al fine di rafforzare la collaborazione e il coordinamento delle diverse iniziative, come pure con i partner ecumenici di altre chiese. Fare rete dovrebbe mirare a migliorare l'assistenza transnazionale e la protezione alle persone trafficate. La rete è anche uno strumento di sostegno per un lavoro congiunto nella ricerca di un miglioramento, nonché nella applicazione della legislazione a livello internazionale e nazionale.
A tal fine, le organizzazioni cristiane tra cui i membri della Caritas, che sono impegnati o che intendano impegnarsi nella lotta contro la tratta degli esseri umani, possano utilizzare strumenti e mezzi già esistenti all'interno della rete Caritas Internationalis - Organizzazioni Cristiani Contro la Tratta di esseri umani NETwork (COATNET). La rete è un luogo di discussione e di scambio di buone pratiche, di formazione, che, a livello globale e a nome dei membri, dà supporto e facilita la cooperazione tra i membri e  le parti interessate (www.coatnet.org).
Come iniziare
•    Aiutare a prevenire e sensibilizzare le comunità di base cristiane, le scuole, le parrocchie e i centri sociali sulla tratta con omelie, discussioni e altri momenti importanti. Informarli sui rischi della tratta, sul pericolo di diventare preda di agenzie di reclutamento senza scrupoli; sulla necessità di conservare i documenti e su tutti gli altri possibili pericoli (consultare il sito di COATNET www.coatnet.org per maggiori informazioni).
•    Organizzare preghiere e eventi informativi in occasione della Giornata internazionale di preghiera e di sensibilizzazione contro la tratta di esseri umani (Giornata internazionale della tratta, l'8 febbraio, giorno di San Bakhita), promosso dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, dal Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace e dall'Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG e USG). Materiali di preghiera possono essere consultate su www.coatnet.org
•    Sviluppare progetti volti a offrire assistenza alle vittime, in particolare sostegno legale, psico-sociale e spirituale.
•    Stabilire la collaborazione con altre organizzazioni locali che assistono le vittime e le organizzazioni delle forze dell'ordine, costruire alleanze. Iscrivetevi a COATNET per un migliore coordinamento della strategia basata sulla fede e la voce comune a livello internazionale.
•    Sostegno alle leggi anti-tratta e alla loro applicazione nel vostro paese.
•    Sviluppare le proprie linee guida in base al vostro contesto locale.
Le buone pratiche che possono essere replicate nel vostro contesto
Il progetto Caritas Sri Lanka,  Caritas  Libano e la Caritas  Nepal: fare rete tra paese di invio e  Paese di ricezione del lavoro  per prevenire lo sfruttamento del lavoro e assistere le vittime.
Caritas Sri Lanka in programmi di sensibilizzazione pre-partenza, dispensa agli aspiranti migranti, informazioni sui servizi forniti da Caritas Libano e Caritas Giordania ai migranti e alle vittime di tratta nei loro Paesi. Assiste inoltre le famiglie di coloro che sono diventate vittime della tratta di esseri umani in Libano e in Giordania. Una volta informati di possibili violazioni invece, Caritas Libano e Caritas Giordania individuano la vittima e condividono le informazioni della loro visita nei centri di detenzione e nelle case del datore di lavoro. Caritas Sri Lanka fornisce assistenza a tali vittime al loro arrivo all'aeroporto. 
Advocacy Internazionale 
Caritas Internationalis, insieme alle organizzazioni internazionali della società civile, ha partecipato al processo di lobbying per un convegno sul lavoro dignitoso per i lavoratori domestici, tra cui i migranti e i minori. Questa Convenzione (Convenzione OIL 189/2011) è stata adottata nel corso del “Conferenza Internazionale del Lavoro 2011” e quindi pronta per la ratifica. Caritas Internationalis ha preparato una guida per le sue organizzazioni membro, spiegando la convenzione in modo che possano raccogliere la sfida di fare un lavoro di sostegno a livello nazionale e richiedere ai rispettivi governi la revisione della normativa, facendola diventare più favorevole nei riguardi dei lavoratori domestici allineandola alla Convenzione per essere così pronta per la ratifica. Nella stessa guida Caritas Internationalis analizza alcuni degli articoli della Convenzione che sono molto rilevanti per i lavoratori minori domestici e per i lavoratori domestici migranti. Per i lavoratori domestici migranti ci sono disposizioni importanti come il contratto che dovrebbe essere firmato già prima della partenza dal paese di origine ed essere valido poi nel paese di destinazione. Ci sono anche disposizioni per il monitoraggio di agenzie di reclutamento internazionali e sanzioni per chi non rispetta le regole del gioco. Vi è anche analizzato il principio di accesso ai meccanismi di ricorso. Per tutti questi motivi, che tutelano i diritti di tutti i lavoratori domestici, compresi i migranti, è molto importante promuovere la ratifica di questa convenzione, che potrebbe risultare molto utile nel prevenire la tratta. 
Caritas Internationalis ha organizzato /trattato vari eventi per promuovere la ratifica della convenzione alla presenza di testimoni di Caritas nazionali. Alcuni di loro, insieme ai funzionari per l’advocacy  di Caritas Internationalis , hanno raccontato le loro storie ad un pubblico internazionale per far capire meglio la gravità del problema e l'importanza di garantire che il lavoro domestico diventi lavoro formale regolato dalla legge e da accordi nazionali.
Advocacy nazionale
Secours Catholique - Caritas Francia ha cercato di mettere in comune le  conoscenze e la competenza della società civile mediante la creazione di un'ampia rete nazionale della società civile per seguire l'attuazione del "Piano d'Azione Nazionale Francese per la Lotta alla Tratta di esseri umani 2014-2016". Il Collettivo di 23 organizzazioni francesi chiamato "Insieme Contro la Tratta di Esseri Umani", coordinato da Secours Catholique ha incontrato diversi funzionari pubblici per ricordare al Governo che l'attuazione del Piano d'Azione Nazionale è di fondamentale importanza.
Il Piano d'Azione Nazionale è ormai stato emanato e resta in attesa della sua esecuzione, un passo importante per misure di migliore prevenzione e protezione per le vittime della tratta di esseri umani. Secours Catholique e i suoi partner saranno vigili in merito all'attuazione del piano: fondi sufficienti dovrebbero essere assegnati, e tutte le forme di tratta di esseri umani dovrebbero essere combattute, nel rispetto di tutte le vittime, in particolar modo di quelli più vulnerabili, come i bambini.
Progetto di sensibilizzazione tra le comunità dei leader religiosi
Caritas Albania coordina le iniziative congiunte intraprese insieme alla Chiesa ortodossa e alle Chiese evangeliche in Albania, per la sensibilizzazione sulla tratta. Un gruppo ecumenico, tra cui ortodossi, cattolici e leader della chiesa protestante, è stato creato per unire le forze contro la tratta. Alle riunioni del gruppo partecipa anche il Coordinatore Nazionale sulla Tratta e il Ministero degli Affari Interni. Caritas Albania organizza programmi di formazione per i giovani che sono coinvolti in attività sociali nelle loro parrocchie e per  gruppi di donne. Incontra i responsabili di enti pubblici per la lotta contro la tratta come la polizia (per le vittime fanno riferimento ai servizi forniti dalle chiese) e visita le carceri (che offrono servizi sociali e di formazione per le donne vittime). Per la sensibilizzazione, il gruppo organizza in ogni comunità, campagne comuni a livello nazionale. Le attività del gruppo includono anche la partecipazione delle comunità musulmane. Il gruppo ha inoltre stabilito una cooperazione con il clero e i religiosi, in particolare con i sacerdoti, religiose e imam, dei paesi vicini come Macedonia e Kosovo.
Il Progetto di cui sopra potrebbe essere preso come esempio per essere replicato nel proprio contesto. I membri COATNET possono condividere maggiori dettagli dalla loro esperienza e, in alcuni casi, possono anche fornire assistenza tecnica. Si possono trovare maggiori informazioni sul lavoro della rete sul nostro sito web: www.coatnet.org     
Inglese
Christian Commitment - “Created in the image of God, treated like slaves….”

“The human person ought never to be sold or bought as if he or she were a commodity. Whoever uses human persons in this way and exploits them, even if indirectly, becomes an accomplice of this injustice”. Pope Francis
Introduction
Each year, thousands of people are deceived and sold into slavery as forced laborers, prostitutes or beggars, in other words become victims of human trafficking. 
Human trafficking is a modern form of slavery. It involves controlling a person through force, fraud, or coercion for the purpose of subjection to forced labour and sexual exploitation, debt bondage or other forms of servitude. Human trafficking strips victims of their freedom and violates the dignity as the human person created in the image of God. It is also first and foremost a crime.
Once a person is trafficked, escaping from that situation is always very difficult and often dangerous. Survivors of trafficking if they manage to flee almost invariably face a multitude of challenges. They are denied of access to legal rights, medical protection and counseling services. They may face criminalization and persecution, as well as stigmatization and discrimination and this regards not only of the trafficked person but also his or her family and environment. Moreover, any assistance for them is often conditional upon cooperation with authorities, regardless of the danger that this may expose the trafficked person to.
According to ILO estimates, there are at least 2.4 million trafficked persons at any given point in time. Yet there are only a few thousand convictions of traffickers every year . Most of the victims are not identified and consequently never receive justice for the damage inflicted upon them . Despite growing awareness and more effective law enforcement responses, trafficking remains a low-risk criminal enterprise with high returns. The ILO estimates that annual profits generated from trafficking in human beings are as high as US$32 billion.
 ‘Root causes’ of trafficking in human beings in countries of origin include deprival of basic human rights and access to basic needs, thus extreme poverty, especially affecting women, lack of political, social and economical stability, situations of armed conflict and oppression, low status of women in some cultures and domestic violence.
In countries of destination, trafficking occurs due to increasing demand for cheap and exploitable laborers, amongst others on farms, in factories, in fisheries, in construction zones, and in domestic work. A lack of respect for human dignity results in trafficking for forced marriage and removal of organs. The “culture of indifference” as Pope Francis calls it, leads to violence and abuse. It is not sufficiently challenged by authorities, public opinion, educators and the Church.  
Other ‘drivers’ may include: a lack of public awareness of trafficking among the public at large and among the vulnerable target groups in particular; the high profit potential for those engaged in the criminal activity of human trafficking; a lack of effective anti-trafficking legislation, and even if such legislation exists, a lack of proper and effective enforcement of such legislation by the responsible authorities. This is often a result of corruption, obstacles to legal migration channels to countries with stronger economies and/or regions with better prospects.
The efforts to combat trafficking in human beings should aim to encompass and address all or most of the above causes. A particular challenge is posed by the complexity of effectively addressing the ‘demand’ side of the phenomenon. In many cases “demand” may even be unaware that the person is a victim of the crime of trafficking. This challenge therefore requires a broad scope of efforts in public awareness raising, through the media, through education programs, through public debate and through the Churches.
Human trafficking is a rapidly growing and highly lucrative “international business” which inevitably leads to the destruction of the lives of hundreds of thousands of persons. The phenomenon is of international dimension and can only be adequately addressed by combined efforts. 
The Church, including religious congregations, Catholic organizations and the faithful have a unique potential and – by default – the obligation to engage in a coordinated global effort to combat trafficking in human beings. 
What the Church can do
Prevention and awareness raising: supporting and undertaking prevention activities, predominantly through awareness raising. The raising awareness activities can be targeted at risk groups, (e.g. to people who actively intend to migrate in search of a job away from home, within or outside one’s own country, to migrants in an irregular situation, or to groups who due to their circumstances are more at risk of falling victim to the crime of trafficking), educators and professionals (such as doctors, priests, nurses, non specialised social workers and government officials), or to the general public.
Assistance to trafficked persons: providing secure shelter for trafficked persons in the countries of destination, transit and origin (for repatriated trafficked persons); providing individual social, medical, psychological and legal assistance, as well as vocational training to empower trafficked persons professionally. Effective assistance requires trans-national cooperation and networking; in this respect networking and cooperation with religious orders of sisters will be particularly valuable and effective. Fully respecting the religious plurality of trafficked persons and if it is possible, effective assistance should also pay particular attention to the spiritual healing of the trafficked persons and to their full spiritual and mental rehabilitation, in order to enable them to deal with the lifelong suffering that invariably is caused by trafficking.
Advocacy: Political advocacy work is as important as the assistance for trafficked persons, and should particularly address the root causes of trafficking, with a focus on advocating for alternatives for vulnerable groups. Advocacy in countries of destination and towards international institutions should specifically aim at ensuring that appropriate legislation is in place and is being properly enforced at national and international level to protect trafficked persons, to punish traffickers and to guarantee the rights of trafficked persons but also towards migration policies and economic policies that reduce vulnerability of people to trafficking. Finally, advocacy should highlight the need for eradication of forced labour and promotion of decent working conditions.
Networking: It is very important to work, both nationally and internationally, in interdisciplinary networks, where the cooperation between authorities, NGOs and international organizations improves. At the same time there is a need to network within the Church and Church-related organizations, in order to strengthen collaboration and coordination of different efforts, as well as with ecumenical partners in other churches. Networking should aim at  improving the trans-national assistance and protection to trafficked persons. Networking is also a tool for joint advocacy work in seeking the improvement of legislation at international and national levels and their enforcement.
For this purpose, Christian organizations including Caritas members that are engaged or wish to become engaged in combating trafficking in humans may use already existing instrument and tool within the Caritas Internationalis network – Christian Organizations Against Trafficking in humans NETwork (COATNET). The Network offers forums for discussions and exchange of practices, capacity building, it advocates at the global level on behalf of the members, as well as facilitates cooperation between members and with stakeholders (www.coatnet.org). 
In March 2014, an interreligious network against trafficking was established (Global Freedom Network - GFN) by the Pope Francis, the Grand Imam of Al Azhar, the Archbishop of Canterbury and the Walk Free Foundation. COATNET as a network of practitioners collaborates with the GFN and contributes with its professional knowledge to realization of the GFN’s strategy.
How to start
    Help prevent and raise awareness in basic Christian communities, schools, parishes and social centers about trafficking through homilies, discussions and in other relevant moments. Inform them about dangers to be trafficked, to become a prey to unscrupulous recruitment agencies, necessity of keeping documents and other dangers (consult website of COATNET www.coatnet.org for more information)
 Organize prayers and information events on the International Day of Prayer and Awareness against Human Trafficking  (International Day of Trafficking, 8 February, St. Bakhita Day), promoted by the Pontifical Council of Pastoral Care of Migrants and Itinerant People, the Pontifical Council for Justice and Peace and the International Union of Superiors General (UISG and USG). Prayer materials can be consulted at www.coatnet.org 
 Develop projects aimed at offering assistance to victims, in particular legal and psycho-social and spiritual support
Establish collaboration with other local organizations assisting victims (for referral and hotlines) and law enforcement organizations, build alliances. Join COATNET for better coordination of faith-based strategy and joint voice at the international arena
 Advocate for anti-trafficking laws and their enforcement in your country
 Develop your own guidelines according to your local context
Good Practices that can be replicated in your context
Project Caritas Sri Lanka, Caritas Lebanon and Caritas Nepal: Networking between labour sending and receiving countries to prevent labour exploitation and assist victims. 
Caritas Sri Lanka disseminates information about the services provided by Caritas Lebanon and Caritas Jordan to migrants and victims of trafficking and their shelters among aspirant migrants during the pre-departure awareness programmes. Caritas Sri Lanka assists families of those who became victims of human trafficking in Lebanon and Jordan. When informed, Caritas Lebanon and Caritas Jordan locate the victim and shares the information by visiting them at detention centres and employer’s houses. Caritas Sri Lanka provides airport assistance to such victims on their arrival.
International Advocacy
Caritas Internationalis, together with international civil society organizations, participated in the process of lobbying for a convention on decent work for domestic workers including migrants and minors of age. This convention (ILO Convention 189/2011) was adopted during ILC 2011 and then opened for ratification. CI prepared a guide for its MOs explaining the Convention so that they could take up the challenge to do advocacy work at national level and request their respective national governments to amend legislation, make it more favorable for domestic workers and align it with the Convention to become ready to ratify it. In the same guide CI analyses some of the articles in the convention that are very relevant for minor domestic workers and for migrant domestic workers. For migrant domestic workers there are important provisions such as a contract that should be signed prior to departure from country of origin and should be valid in country of destination. There are also provisions for monitoring international recruitment agencies and sanctions for those not playing by the rules. There is also the principle of access to redress mechanisms. For all these reasons it is very important to promote the ratification of this convention to protect the rights of all domestic workers including migrants that would also prevent trafficking.
CI has organized/attended various events to promote the convention ratification and witnesses from national Caritas attended some of them or CI advocacy officers told their stories to international audiences to make them understand better the seriousness of the issue and the importance of ensuring that domestic work becomes formal work and is regulated by law and national agreements. 
National Advocacy
Secours Catholique – Caritas France has sought to pool knowledge and civil society expertise by means of creating large civil society national network to follow the implementation of “French National Action Plan to Combat Human Trafficking 2014 – 2016”. The Collective of 23 French organisations called “Together Against Human Trafficking” (Ensemble contre la traite des êtres humains) coordinated by Secours Catholique met several Government officials to remind the Government that the implementation of the National Action Plan is of paramount importance.
The National Action Plan is now enacted and pending implementation which is a major step towards better prevention and protection measures for victims of human trafficking. Secours Catholique and its partners will be vigilant about the implementation of the plan: sufficient funds should be allocated, and all forms of human trafficking should be fought, with due regard to all victims, especially most vulnerable such as children.
Project on awareness raising among community religious leaders 
Caritas Albania coordinates joint initiatives taken together with the Orthodox Church and the Evangelical Churches in Albania to raise awareness against trafficking. An ecumenical group, including Orthodox, Catholic and Protestant church leaders, was created to join forces against trafficking. The National Coordinator on Trafficking and Ministry of Internal Affairs also participates in the meetings of the group. It organizes training programmes for youth that are involved in social activities in their parishes and for women groups, meets public institutions responsible for combating trafficking such as police (for referring victims to the services provided by the Churches), prisons (offering social and training services for women victims). The group also organizes joint awareness raising campaigns at national level for each community.
Activities of the group include also participation of Muslim communities. The group also established cooperation with clergy and religious, in particular with priests, religious sisters and imams, from neighboring countries such Macedonia and Kosovo. 
Projects above might be taken as examples for replication in one’s context. COATNET members may share more details from their experience and in certain cases may provide technical assistance. You may find more information about the network’s work on our website: www.coatnet.org 
Spagnolo
Compromiso cristiano  “Creados a imagen de Dios, tratados como esclavos…”

 “La persona humana nunca debe ser comprada y vendida como si fuera una mercancía; quién la utiliza y la explota, aunque sea indirectamente, se convierte en cómplice de este abuso” - Papa Francisco
Introducción
Cada año, miles de personas son engañadas y vendidas al mercado de la esclavitud como trabajadores forzados, prostitutas o mendigos, en otras palabras, se convierten en víctimas del tráfico humano.
El tráfico humano es una forma moderna de esclavitud. Esto implica controlar a una persona a través de la fuerza, el fraude o la coacción con el propósito del sometimiento a trabajos forzados y a la explotación sexual, a la servidumbre por endeudamiento u otras formas de sumisión. El tráfico humano les arranca la libertad a las víctimas y viola la dignidad de la persona humana, creada a imagen de Dios. Esto es también, y ante todo, un crimen.
Una vez que una persona cae en el tráfico humano, escapar de esa situación es siempre muy difícil y a menudo peligroso. Los supervivientes del tráfico humano, si consiguen huir, casi siempre se enfrentan a una multitud de desafíos. Se les niega el acceso a derechos legales, protección médica y servicios de asesoramiento. Puede que deban enfrentarse a la criminalización y la persecución, así como a la estigmatización y la discriminación, y esto no solo concierne a la persona sometida al tráfico humano sino también a su familia y entorno. Además, cualquier asistencia que puedan recibir está a menudo condicionada por la cooperación con las autoridades, sin que se tenga en cuenta el peligro que esto pueda causar a la víctima.
Según las estimaciones de la OIT, al menos 2,4 millones de personas han sido sometidas al tráfico humano en un determinado momento. Aun así, solo hay unos pocos de miles de condenas de traficantes cada año . La mayoría de las víctimas no son identificadas y consecuentemente nunca reciben justicia por el daño que se les ha infligido . A pesar de la existencia de una mayor concienciación y de respuestas de aplicación de la ley más eficaces, el tráfico humano sigue siendo una actividad delictiva de bajo riesgo y alta rentabilidad. La OIT estima que los beneficios anuales generados por el tráfico de seres humanos alcanzan los 32 billones de dólares americanos.
Entre las “causas fundamentales” del tráfico de seres humanos en los países de origen están la privación de los derechos humanos básicos y del acceso a necesidades básicas y por lo tanto, la pobreza extrema, que afecta especialmente a las mujeres, la falta de estabilidad política, social y económica, las situaciones de conflictos armados y opresión, el bajo estatus de las mujeres en algunas culturas y la violencia doméstica.
En los países de destino, el tráfico de personas se produce debido al aumento de la demanda de trabajadores baratos a los que se pueda explotar, en el campo, fábricas, mercados de pescado, zonas de construcción y en el trabajo doméstico.  La falta de respeto por la dignidad humana origina el tráfico de personas para el sometimiento a matrimonios forzosos y a la  extracción de órganos. La “cultura de la indiferencia”, como la llama el papa Francisco, conduce a la violencia y al abuso. No es suficientemente combatida por las autoridades, la opinión pública, los educadores y la Iglesia.
Otros “desencadenantes” pueden ser: una falta de concienciación pública sobre el tráfico de personas, entre el público en general y entre los grupos vulnerables en particular, el potencial de alto beneficio para aquellos implicados en la actividad delictiva del tráfico de seres humanos, la falta de una legislación anti tráfico de personas que sea efectiva y, aunque esa legislación exista, la ausencia de una aplicación adecuada y efectiva de tal legislación por parte de las autoridades responsables. Esto es a menudo resultado de la corrupción, los obstáculos de los canales de migración legal a países con economías más fuertes y/o regiones con mejores perspectivas.
Los esfuerzos para combatir el tráfico de personas deben proponerse abarcar y abordar todas o la mayoría de las causas anteriormente mencionadas. Se plantea un desafío particular por la complejidad de tratar de forma eficaz  el lado de la “demanda” del fenómeno. En muchos casos puede que el lado de la “demanda”  ni siquiera sea consciente de que la persona es víctima del crimen del tráfico de seres humanos. Este desafío requiere por tanto un amplio alcance de los esfuerzos realizados para el aumento de la concienciación pública, a través de los medios, de programas de educación, del debate público y a través de las Iglesias.  
El tráfico humano es un “negocio internacional” que crece rápido y que es altamente lucrativo, el cual conduce inevitablemente a la destrucción de las vidas de cientos de miles de personas. El fenómeno tiene una dimensión internacional y solo puede ser abordado de forma adecuada mediante esfuerzos conjuntos. 
La Iglesia, incluidas las congregaciones religiosas, las organizaciones católicas y los fieles, tiene un potencial único y, por defecto, la obligación de participar en un esfuerzo mundial coordinado para combatir el tráfico de seres humanos.
Lo que puede hacer la Iglesia
Prevención y aumento de concienciación: apoyar y llevar a cabo actividades de prevención, principalmente a través del aumento de la concienciación. Las actividades de aumento de la concienciación pueden estar dirigidas a grupos de riesgo, (p.ej. a personas que intentan activamente migrar en busca de un trabajo lejos de casa, dentro o fuera del propio país, a migrantes en una situación irregular o a grupos que, debido a sus circunstancias, están más expuestos al riesgo de convertirse en víctimas del crimen del tráfico de personas), a educadores y profesionales (como médicos, sacerdotes, enfermeros/as, trabajadores sociales no especializados y funcionarios del gobierno) o al público en general.
Asistencia a víctimas del tráfico de personas: proporcionar alojamiento seguro a las víctimas del tráfico de personas en los países de destino, tránsito y origen (para víctimas repatriadas), proporcionar asistencia social, médica, psicológica y legal de forma individual, así como formación profesional para fortalecer profesionalmente a las víctimas del tráfico de seres humanos. La asistencia eficaz requiere cooperación transnacional y trabajo en red. A este respecto, el trabajo en red y la cooperación con órdenes de religiosas serán particularmente valiosos y eficaces. Es necesario respetar completamente la pluralidad religiosa de las víctimas y, si es posible, ofrecer una asistencia efectiva que también preste particular atención a su curación espiritual y a su completa rehabilitación espiritual y mental, de modo que puedan afrontar el sufrimiento de por vida que el tráfico de personas ocasiona. 
Incidencia política: La labor de incidencia política es tan importante como la asistencia a las víctimas del tráfico de personas y debe abordar en particular las causas fundamentales de este, centrándose en defender alternativas para los grupos vulnerables. La incidencia política en los países de destino y hacia instituciones internacionales debería apuntar específicamente a asegurar que haya en vigor una legislación adecuada y que esta sea adecuadamente ejecutada a nivel nacional e internacional para proteger a las víctimas del tráfico de personas, para castigar a los traficantes y para garantizar los derechos de las víctimas, pero también debe mirar hacia políticas de migración y políticas económicas que reduzcan la vulnerabilidad de las personas al tráfico de seres humano. Por último, la incidencia política debe destacar la necesidad de la erradicación del trabajo forzado y la promoción de condiciones de trabajo decentes.
Networking: Es muy importante trabajar, tanto nacional como internacionalmente, en redes de trabajo interdisciplinares, donde mejore la cooperación entre autoridades, ONG y organizaciones internacionales. Al mismo tiempo, existe la necesidad de trabajar en red dentro de la Iglesia y de organizaciones eclesiales para reforzar la colaboración y la coordinación de los diferentes esfuerzos, y también con compañeros ecuménicos de otras Iglesias. El networking debe proponerse mejorar la asistencia transnacional y la protección de las víctimas del tráfico de personas. El networking es además una herramienta en la labor de incidencia política conjunta para buscar la mejora de la legislación a nivel internacional y nacional y su aplicación.
Para ello, las organizaciones cristianas, entre ellas miembros de Cáritas que participan o desean participar en la lucha contra el tráfico de personas, pueden emplear instrumentos y herramientas ya existentes en la red de Caritas Internationalis – La red de Organizaciones Cristianas Contra la Trata de personas (COATNET). La red ofrece fórums de discusión e intercambio de prácticas, fomento de capacidades, aboga a nivel mundial en representación de los miembros y también facilita la cooperación entre los miembros y con las partes interesadas (www.coatnet.org).
Cómo empezar
 Ayudar a prevenir y aumentar la concienciación sobre el tráfico de personas en comunidades cristianas de base, escuelas, parroquias y centros sociales a través de homilías, discusiones y en otros momentos importantes. Informar sobre los peligros que conlleva el tráfico de personas, sobre el hecho de llegar a ser presa de agencias de reclutamiento sin escrúpulos, sobre la necesidad de guardar los documentos y sobre otros peligros (consultar la página web de COATNET www.coatnet.org para más información).
 Organizar sesiones de oración y actos informativos el Día internacional de la Oración y la Sensibilización sobre la Trata de personas (Día internacional de la Trata de personas, 8 de febrero, Día de Santa Bakhita), promovidos por el Consejo Pontificio de Atención Pastoral a Migrantes y Personas Itinerantes, el Consejo Pontificio para la Justicia y la Paz y la Unión Internacional de Superioras Generales (UISG y USG). Los materiales para la oración pueden consultarse en www.coatnet.org.
 Desarrollar proyectos que apunten a ofrecer asistencia a las víctimas; apoyo legal, psicosocial y espiritual, en particular.
 Establecer colaboración con otras organizaciones locales que asisten a las víctimas (para derivación y líneas directas) y con organizaciones encargadas de la aplicación de la ley, construir alianzas. Unirse a COATNET para una mejor coordinación de estrategias de base confesional y unir las voces en el campo internacional.
Abogar por leyes anti tráfico de personas y por su aplicación en nuestros respectivos países.
 Desarrollar las propias directrices de acuerdo con el propio contexto local.
Buenas Prácticas que pueden ser reproducidas en el propio contexto
El proyecto Cáritas Sri Lanka, Cáritas Líbano y Cáritas Nepal: Networking entre países emisores y receptores de fuerza de trabajo para prevenir la explotación laboral y asistir a las víctimas.
Cáritas Sri Lanka difunde información sobre los servicios y los refugios proporcionados por Cáritas Líbano y Cáritas Jordania entre los migrantes y las víctimas del tráfico y también entre los futuros migrantes durante los programas de concienciación previos a la salida. Cáritas Sri Lanka asiste a las familias de aquellos que se convirtieron en víctimas del tráfico humano en Líbano y Jordania. Cuando son informadas, Cáritas Líbano y Cáritas Jordania localizan a las víctimas e informan de su situación tras haberlas visitado en los centros de detención y en las casas de los patronos. Cáritas Sri Lanka ofrece a las víctimas asistencia en el aeropuerto a su llegada. 
Incidencia política internacional
Caritas Internationalis, junto con organizaciones internacionales de la sociedad civil, participó en el proceso de lobbying para un convenio sobre el trabajo decente para las trabajadoras y los trabajadores domésticos, incluidos aquí los migrantes y los menores de edad. Este convenio (Convenio 189/2011 de la OIT) fue adoptado durante la CIT 2011 y fue luego abierto para ratificación.CI preparó una guía para sus Organizaciones Miembro en la cual explicaba el Convenio de modo que estas pudieran afrontar el desafío de realizar una labor de incidencia política a nivel nacional y solicitar a sus respectivos gobiernos nacionales que modificaran la legislación, que la hicieran más favorable para las trabajadoras y trabajadores domésticos y que la adaptaran al Convenio para prepararse para ratificarla.  En la misma guía, CI analiza algunos de los artículos del Convenio que son de gran importancia para los menores trabajadores domésticos y para los trabajadores domésticos migrantes. Para los trabajadores domésticos migrantes existen importantes previsiones tales como un contrato que debería ser firmado antes de la salida del país de origen y que debería ser válido en el país de destino. Hay también disposiciones para supervisar a las agencias de contratación internacionales y sanciones para aquellas que no actúen según las normas. Existe también el principio de acceso a mecanismos de reparación. Por todas estas razones, es muy importante promover la ratificación de este convenio para proteger los derechos de todos los trabajadores domésticos, incluidos los migrantes, lo cual prevendría también el tráfico de personas.
CI ha organizado/asistido a varios actos para promover la ratificación del convenio y varios testigos de las Cáritas nacionales han asistido a algunos de ellos. Además, algunos responsables de incidencia política de CI han contado sus historias ante audiencias internacionales para que estas entiendan mejor la gravedad del asunto y la importancia de asegurar que el trabajo doméstico llegue a ser un empleo formal y esté regulado por la ley y acuerdos nacionales.
Incidencia política nacional
Secours Catholique – Cáritas Francia ha tratado de poner en común el conocimiento y la experiencia de la sociedad civil por medio de la creación de una amplia red nacional de la sociedad civil para vigilar la implementación del “Plan de acción nacional francés para combatir el tráfico humano en 2014-2016”. El colectivo de 23 organizaciones francesas llamado “Juntos contra el tráfico de seres humanos” (Ensemble contre la traite des êtres humains), coordinado por Secours Catholique, se reunió con varios funcionarios gubernamentales para recordarle al Gobierno que la implementación del Plan de acción nacional es de suma importancia.
El Plan de acción nacional está ya promulgado y pendiente de implementación, lo cual constituye un gran paso hacia mejores medidas de prevención y protección para las víctimas del tráfico de seres humanos. Secours Catholique y sus colaboradores vigilarán la implantación del Plan: deberían destinarse suficientes fondos y combatirse todas las formas de tráfico de seres humanos, prestando la debida atención a todas las víctimas, especialmente a las más vulnerables, como son los niños.
Proyecto sobre el aumento de la concienciación entre los líderes religiosos de las comunidades
Cáritas Albania coordina iniciativas conjuntas con la Iglesia Ortodoxa y las Iglesias Evangélicas de Albania para aumentar la concienciación sobre el tráfico de personas. Un grupo ecuménico de líderes de la Iglesia ortodoxa, católica y protestante fue creado para aunar fuerzas contra el tráfico de personas. El coordinador nacional de tráfico de personas y el Ministerio del Interior también participan en las reuniones del grupo. Este organiza programas de formación para jóvenes implicados en actividades sociales en sus parroquias y también para grupos de mujeres, se reúne con las instituciones públicas responsables de combatir el tráfico de personas, tales como la policía (para derivar a las víctimas a los servicios ofrecidos por las Iglesias) o las prisiones (ofreciendo servicios sociales y de formación para las mujeres que son víctimas). El grupo también organiza campañas conjuntas de aumento de la concienciación a nivel nacional para cada comunidad.
Las actividades del grupo incluyen también la participación de comunidades musulmanas. El grupo ha establecido además cooperación con el clero de países vecinos como Macedonia y Kósovo, en particular con sacerdotes, religiosas e imanes.
Pueden tomar como ejemplos los proyectos expuestos anteriormente para  reproducirlos en sus propios contextos. Los miembros de COATNET pueden compartir más detalles de sus experiencias y en ciertos casos pueden proporcionar asistencia técnica. Pueden encontrar más información sobre la labor realizada por la Red en nuestra página web: www.coatnet.org
Francese
Engagement chrétien “Crées à l’image de Dieu, traités comme des esclaves…”

« La personne humaine ne devrait jamais se vendre ou s’acheter comme une marchandise. Celui qui l’utilise et l’exploite, même indirectement, se rend complice de ce mépris. » Pape François
Introduction
Chaque année, des milliers de personnes sont trompées et vendues comme esclaves pour le travail forcé, la prostitution ou la mendicité. En d’autres mots, elles deviennent victimes de la traite humaine.
La traite humaine est une forme moderne d’esclavage. Elle comprend le fait de contrôler une personne par la force ou la coercition dans le but de la soumettre au travail forcé ou à l’exploitation sexuelle, les liens d’endettement ou toute autre forme de servitude. La traite humaine dépouille ses victimes de leur liberté et viole leur dignité de personne humaine créée à l’image de Dieu. C’est aussi, avant tout et surtout, un crime.
Une fois qu’une personne tombe victime de la traite, s’échapper de cette situation est toujours très difficile et souvent dangereux. Les survivants de la traite, s’ils réussissent à fuir, sont presque inévitablement confrontés à une multitude de difficultés. Ils n’ont aucun accès aux droits légaux, à la couverture médicale et aux services de conseil. Ils peuvent se retrouver confrontés à la criminalisation et à la persécution, ainsi qu’à la stigmatisation et à la discrimination, et cela ne concerne pas que la personne victime de la traite, mais aussi sa famille et son environnement. En outre, toute assistance est souvent pour eux dépendante de leur collaboration avec les autorités, sans qu’il soit fait cas du danger auquel cela pourrait les exposer.
Selon les estimations de l’OIT, il y a au moins 2,4 millions de personnes victimes de la traite à tout moment. Cependant, il n’y a que quelques milliers de condamnations pour traite humaine chaque année . La plupart des victimes ne sont pas identifiées et de ce fait il ne leur est jamais fait justice pour le tort infligé . Malgré la prise de conscience croissante et des mesures de détection et de répression, la traite reste une entreprise à faible risque et très rentable. L’OIT estime que les profits annuels réalisés à travers la traite des êtres humains s’élèvent à pas moins de 32 milliards de $US.
« Les causes fondamentales » de la traite humaine dans les pays d’origine comprennent la spoliation des droits humains élémentaires et de l’accès aux besoins de base, donc la pauvreté extrême, dont sont en particulier victimes les femmes, le manque de stabilité politique, sociale et économique, les situations de conflit armé et d’oppression, le statut inférieur des femmes dans certaines cultures et la violence domestique.
Dans les pays de destination, la traite se produit à cause de la demande d’ouvriers peu chers et exploitables, entre autres à la ferme, dans les poissonneries, sur les chantiers, pour le travail domestique. Le manque de respect pour la dignité humaine aboutit aussi à la traite pour mariage forcé ou pour le prélèvement d’organes. La « culture de l’indifférence » comme l’a appelée le pape François, porte à la violence et aux mauvais traitements. Elle n’est pas suffisamment contrastée par les autorités, l’opinion publique, les éducateurs et l’Église.
Les autres « facteurs » sont : le manque de conscience publique sur la traite dans le large public et parmi les groupes cibles vulnérables en particulier ; le potentiel de profit élevé pour ceux qui se lancent dans l’activité criminelle de la traite humaine ; l’absence d’une législation anti-traite efficace, et même si une telle législation existe, l’inefficacité de l’application de cette législation par les autorités responsables. C’est souvent le résultat de la corruption, d’obstacles aux canaux de migration légale vers les pays ayant une économie plus forte et/ou vers les régions ayant de meilleures perspectives.
Les efforts pour combattre la traite des êtres humains devraient chercher à cerner et affronter toutes ou du moins la plupart des causes ci-dessus. Une difficulté particulière est posée par la complexité de l’approche au côté « demande » du phénomène. Dans beaucoup de cas, le « demandeur » peut même ne pas être conscient que la personne est victime du crime de traite. Cette difficulté requiert donc un large spectre d’efforts dans la sensibilisation des masses, à travers les médias, à travers des programmes d’éducation, à travers le débat public et à travers les Églises.
La traite humaine est un « business international » à croissance rapide et très lucratif, qui inexorablement porte à la destruction de la vie de centaines de milliers de personnes. Le phénomène est de dimension internationale et ne peut être traité dûment qu’à travers des efforts combinés.
L’Église, y compris les congrégations religieuses, les organisations catholiques et les fidèles, ont un potentiel unique et – par défaut – l’obligation de s’impliquer dans un effort coordonné au niveau mondial pour combattre la traite des êtres humains.
Ce que l’Église peut faire
Prévention et sensibilisation : soutenir et entreprendre des activités de prévention, principalement à travers la sensibilisation. Les activités de sensibilisation peuvent viser les groupes à risque, (p. ex. les personnes qui ont l’intention de migrer en quête d’un travail loin de chez elles, au sein ou en-dehors de leur propre pays, les migrants en situation irrégulière, ou les groupes qui, à cause de leurs circonstances, courent davantage le risque de tomber victimes du crime de traite), les éducateurs et professionnels (comme les médecins, les prêtres, les infirmières, les travailleurs sociaux non spécialisés et les fonctionnaires gouvernementaux), ou le grand public.
Assistance aux victimes de la traite : fournir un abri sûr aux victimes de la traite dans les pays de destination, de transit et d’origine (pour les victimes de la traite rapatriées) ; fournir une assistance sociale, médicale, psychologique et juridique individuelle, ainsi que des formations professionnelles pour permettre aux victimes de trouver du travail. Pour être efficace, l’assistance devrait aussi faire particulièrement attention à la guérison spirituelle de la victime de la traite et à sa pleine réhabilitation spirituelle et mentale, afin de lui permettre de gérer la souffrance à vie que la traite ne manque jamais de provoquer.
Plaidoyer : le travail de plaidoyer politique est aussi important que l’assistance aux victimes de la traite, et devrait en particulier affronter les causes profondes de la traite, en cherchant à plaider en faveur d’alternatives pour les groupes vulnérables. Le plaidoyer dans les pays de destination et envers les institutions internationales devrait viser spécifiquement à assurer qu’une législation appropriée est en place et qu’elle est dûment appliquée au niveau national et international pour protéger les victimes de trafic, pour punir les trafiquants et pour garantir les droits des victimes de la traite, mais aussi être dirigé envers les politiques migratoires et économiques qui réduisent la vulnérabilité des personnes à la traite. Enfin, le plaidoyer devrait mettre en lumière le besoin d’éradiquer le travail forcé et favoriser la promotion de conditions de travail décentes.
Réseautage : Il est très important de travailler, à la fois nationalement et internationalement, dans des réseaux interdisciplinaires, où la collaboration entre autorités, ONG et organisations internationales s’améliore. En même temps, il faut aussi établir des réseaux au sein de l’Église et des organisations confessionnelles, afin de renforcer la collaboration et la coordination des différents efforts, ainsi qu’avec les partenaires œcuméniques d’autres églises. Le réseautage devrait viser à améliorer l’assistance transfrontalière et la protection des victimes de la traite. Le réseautage est aussi un outil pour le plaidoyer commun en quête d’une amélioration de la législation au niveau international et national et à sa mise en pratique.
À cette fin, les organisations chrétiennes, y compris les membres de Caritas qui sont impliqués ou pensent s’impliquer dans le combat contre la traite humaine peuvent utiliser un instrument et outil déjà existant dans le réseau Caritas Internationalis – Christian Organisations Against Trafficking in humans NETwork (COATNET). Ce réseau comprend des forums de discussion et d’échange de bonnes pratiques, un renforcement des capacités, il plaide au niveau mondial au nom de ses membres, et favorise aussi la coopération entre membres et avec les parties prenantes (www.coatnet.org). 
Par où commencer
    Aider à la prévention et à la sensibilisation sur la traite dans les communautés chrétiennes de base, les écoles, les paroisses et les centres sociaux à travers des homélies, des discussions et d’autres moments importants. Les informer des dangers de la traite, des risques de tomber en proie à des agences de recrutement peu scrupuleuses, de la nécessité de garder ses documents et d’autres dangers encore (consulter le site web de COATNET www.coatnet.org pour plus de renseignements)
 Organiser des événements de prière et d’information pour la Journée internationale de prière et de prise de conscience contre la traite humaine (Journée internationales de la traite, le 8 février, jour de la Saint Bakhita), promue par le Conseil Pontifical pour la Pastorale des Migrants et des Personnes en DéplacementConseil Pontifical de soin pastoral des personnes migrantes et itinérantes, le Conseil Ppontifical ̏Jpour la justice et Pla paix ̋  et l’Union internationale des Supérieurs généraux (UISG et USG). Du matériel de prière peut être consulté sur www.coatnet.org 
Développer des projets visant à offrir une aide aux victimes, en particulier juridique et psychosociale, et un soutient spirituel
 Établir une collaboration avec les organisations locales aidant les victimes (pour l’aiguillage et la hotline) et les organisations d’application des lois, construire des alliances. Rejoindre COATNET pour une meilleure coordination de la stratégie confessionnelle et une voix unie sur la scène internationale
 Plaider pour des lois contre la traire et leur application dans votre pays
 Développer vos propres lignes guides en fonction de votre contexte local
Les bonnes pratiques qui peuvent être répliquées dans votre contexte
Projet de Caritas Sri Lanka, Caritas Liban et Caritas Népal : Réseautage entre les pays émetteurs et récepteurs de travail pour prévenir l’exploitation du travail et aider les victimes.
Caritas Sri Lanka diffuse l’information sur les services fournis par Caritas Liban et Caritas Jordanie aux migrants et aux victimes de la traite et sur leurs abris pour les aspirants migrants durant leurs programmes de sensibilisation d’avant départ. Caritas Sri Lanka aide les familles des victimes de la traite humaine au Liban et en Jordanie. Une fois informées, Caritas Liban et Caritas Jordanie localisent les victimes et partagent l’information en leur rendant visite dans les centres de détention et dans les maisons de leurs employeurs. Caritas Sri Lanka fournit une aide à l’aéroport à ces victimes, à leur arrivée.
Plaidoyer international
Caritas Internationalis, en collaboration avec les organisations internationales de la société civile, ont participé au processus de pression pour une convention sur le travail décent pour les travailleurs domestiques, ce qui comprend les migrants et les mineurs de moins de 18 ans. Cette convention (convention OIT 189/2011) a été adoptée durant la CIT 2011, puis ouverte à la ratification. CI a préparé un guide pour ses OM expliquant la Convention et afin qu’ils puissent relever le défi de faire un travail de plaidoyer au niveau national et d’exiger de leurs gouvernements nationaux respectifs qu’ils modifient leurs lois, pour les rendre plus favorables aux travailleurs domestiques et qu’ils les alignent à la Convention, pour se préparer à sa ratification. Dans le même guide, CI analyse certains des articles de la convention qui sont très pertinents pour les travailleurs domestiques mineurs et pour les travailleurs domestiques migrants. Pour les travailleurs domestiques migrants, il y a des dispositions importantes telles qu’un contrat qui devrait être signé avant le départ du pays d’origine et être valide dans le pays de destination. Il y a aussi des dispositions pour le suivi des agences de recrutement internationales et des sanctions pour celles qui ne respectent pas les règles. Il y a aussi le principe de l’accès aux mécanismes de redressement. Pour toutes ces raisons, il est très important de promouvoir la ratification de cette convention pour protéger les droits de tous les travailleurs domestiques, y compris des migrants, ce qui préviendrait aussi la traite.
CI a organisé/participé à divers événements pour promouvoir la ratification de la convention et des témoins de Caritas nationales ont suivi certains d’entre eux, ou encore des responsables du plaidoyer de CI ont raconté leurs histoires à des publics internationaux pour leur faire mieux comprendre la gravité de la question et l’importance d’assurer que le travail domestique devienne un travail formalisé et régulé par la loi et par des accords nationaux.
Plaidoyer national
Secours Catholique – Caritas France a cherché à mettre ensemble la connaissance et l’expertise de la société civile en créant un grand réseau national de la société civile pour suivre la mise en œuvre du « Plan d’action nationale de lutte contre la traite 2014 – 2016 ». Ce collectif de 23 organisations françaises appelé « Ensemble contre la traite des êtres humains », coordonné par Secours Catholique, a rencontré différents fonctionnaires gouvernementaux pour rappeler au Gouvernement que la mise en œuvre du Plan d’action nationale et d’une importance capitale.
Le Plan d’action nationale est à présent décrété et est sur le point d’être mise en œuvre, ce qui est une étape majeure vers de meilleures mesures de prévention et de protection pour les victimes de la traite humaine. Secours Catholique et ses partenaires seront vigilants sur la mise en œuvre du plan : des fonds suffisants devraient y être dédiés, et toutes les formes de traite humaine devraient être combattues, avec le respect qui se doit aux victimes, en particulier les plus vulnérables telles que les enfants.
Projet sur la sensibilisation parmi les chefs religieux communautaires
Caritas Albanie coordonne des initiatives communes entreprises avec l’Église orthodoxe et les Églises évangéliques en Albanie pour sensibiliser les consciences contre la traite humaine. Un groupe œcuménique, qui comprend des chefs d’églises orthodoxes, catholiques et protestantes, a été créé pour unir les forces contre la traite. Le Coordinateur national sur la traite et le Ministère des affaires intérieures ont aussi participé aux réunions du groupe. Il organise des programmes de formation pour les jeunes, qui sont impliqués dans les activités sociales dans leurs paroisses, et pour les groupes de femmes, rencontre les institutions publiques responsables de la lutte contre la traite, telles que la police (pour aiguiller les victimes vers les services fournis par les Églises), les prisons (en offrant des services sociaux et formatifs aux femmes victimes). Le groupe organise aussi des campagnes de sensibilisation communes au niveau national pour chaque communauté.
Les activités du groupe comptent aussi la participation de communautés musulmanes. Le groupe a aussi établi une coopération avec le clergé et les religieux, et en particulier avec les prêtres, les sœurs religieuses et les imams, de pays voisins comme la Macédoine et le Kosovo.
Les projets ci-dessus peuvent être pris comme exemples à reproduire dans son propre contexte. Les membres de COATNET peuvent diffuser plus d’informations issues de leur expérience et dans certains cas, pourraient fournir une assistance technique. Vous trouverez plus de renseignements sur le travail du réseau sur notre site web: www.coatnet.org

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Cardinale Antonio Maria Vegliò: Presentazione del Documento contro la tratta di esseri umani
Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti e Caritas Internationalis

Il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti e Caritas Internationalis presentano il documento congiunto studiato e redatto per richiamare a un rafforzato impegno cristiano per combattere la tratta di esseri umani.
Il documento sarà presentato oggi, mercoledì 29 aprile, dalle ore 11.00 alle ore 12.30 nella sala conferenze del Pontificio Consiglio per i Laici, presso Palazzo San Calisto 16, Scala 1.

Obiettivo dell’incontro è riflettere sull’importanza della collaborazione tra le differenti organizzazioni e le istituzioni ecclesiali per far fronte alla dilagante piaga della tratta.  In anteprima sarà presentato un breve video realizzato da Caritas Internationalis, con il contributo dell’Ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede, ideato per sensibilizzare sul delicato fenomeno della tratta e per informare sul lavoro svolto da COATNET (rete delle organizzazioni cristiane contro la tratta).
Alla presentazione del Documento interverranno S.Em.za Antonio Maria Card. Vegliò (Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti), Michel Roy (Segretario Generale Caritas Internationalis), Oliviero Forti (Ufficio Immigrazione Caritas Italiana), P. Bruno Ciceri (Apostolato del Mare), Sr. Gabriela Botani (Coordinatrice di Talitha Kum). Moderatore sarà Anna Pozzi (Slaves No More).


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Intervento del card. A. M. Vegliò. Impegno Cristiano. “Creati ad immagine di Dio, trattati come schiavi…”  contro la tratta di esseri umani
Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti
Palazzo San Calisto, Città del Vaticano, 29 aprile 2015
Introduzione e parola di benvenuto
Ho l’onore di darvi il benvenuto a questo evento, e assieme al Segretario generale della Caritas Internationalis, Michel Roy, siamo lieti della vostra presenza che è segno della sollecitudine al problema del fenomeno della tratta di persone ed è segno di varie realtà che all’interno della Chiesa si impegnano, per sensibilizzare e proporre vie concrete di azione contro la tratta di persone. 
In sintonia con gli urgenti appelli del Santo Padre che denunciano questa “vergognosa piaga, indegna di una società civile” abbiamo sentito la necessità di fare collaborare le competenze del PCPMI in materia di tratta di persone, il quale da più di dieci anni continua un lavoro di partecipazione a conferenze internazionali e di sensibilizzazione alla lotta contro la tratta di esseri umani, con il lavoro di Caritas Internationalis in campo internazionale e attraverso la rete delle Caritas impegnate a sensibilizzare e a promuovere iniziative contro la tratta, che il Segretario Generale vi illustrerà.
Oggi, desideriamo presentare il documento “Impegno Cristiano” sulla lotta alla tratta di persone, che è frutto di una iniziativa congiunta del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, di cui sono Presidente, con la Caritas Internationalis e la rete di COATNET (la rete ecumenica di organizzazioni cristiane che combattono la tratta di esseri umani), gestita da Caritas Internationalis. Questo documento è volto a sensibilizzare le Conferenze episcopali e le Caritas nazionali al fenomeno della tratta e le possibili attività da intraprendere per contrastarla. È un documento di riflessione e di proposte per le Diocesi e le parrocchie, con informazioni sulla tratta di esseri umani nelle sue varie forme ed esempi di buone pratiche, che possono essere replicate in diversi contesti. 
È nostro auspicio perciò rendere visibile il lavoro contro la tratta che già viene svolto dalle organizzazioni ecclesiali, con l’auspicio di rendere partecipi altre istituzioni ecclesiali a questa iniziativa.
Ascolteremo alcune realtà di impegno cristiano e attivo all’interno della Chiesa e siamo convinti che la collaborazione con gli enti ecclesiali sia il punto di forza da sviluppare per una risposta forte da parte della Chiesa che assieme alle congregazioni religiose, le organizzazioni cattoliche e i fedeli, ha il dovere di impegnarsi coordinando gli sforzi globali, per combattere il traffico di esseri umani. 
S.E. Antonio Maria Card. Vegliò
Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti