martedì 28 luglio 2015

Un magistrato con le palle




di Emanuele Boffi

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)
Fra i tanti e i vari motivi per cui vale la pena leggere Io non posso tacere, il libro del magistrato «certificato e autocertificato di sinistra» Piero Tony, ve ne è uno contenuto in un paio di paginette solitamente dimenticate dalle recensioni dei giornali.
E sono quelle in cui Tony, che nella sua lunga carriera è stato presidente del Tribunale per minorenni di Firenze, parla della sentenza con cui la Corte costituzionale nel 2014 ha dichiarato illegittimo il divieto di fecondazione eterologa contenuto nella legge 40/2004.
Tony usa parole sferzanti nei confronti dei giudici della Consulta e, in particolare, per le motivazioni della sentenza, che lo hanno colpito per la loro «disarmante superficialità». I giudici «hanno presupposto come sussistente il diritto di avere un figlio a tutti i costi, mai neanche immaginato dalla vigente normativa, da sempre concentrata sul sacrosanto e opposto diritto di ogni bambino di avere a tutti i costi genitori e famiglia, di fatto introducendolo nel sistema con una sorta di sillogismo tautologico, cioè uno sgorbio dell’impossibile logico».
L’unica motivazione fornita è stata che «tanto se no vanno all’estero». Ma così «con gli stessi motivi si potranno un giorno liberalizzare (finalmente!) la clonazione degli scimpanzé, le matrici tecnologiche animali o vegetali, i tre genitori per un Dna modificato (due mamme e un papà in vitro) e, infine, i mitocondri-batteri, esempio estremo di manipolazione della vita al pari di Prometeo».


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