martedì 1 settembre 2015

Generato, non comprato

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Mario Adinolfi*, le conferenze previste al Meeting di Rimini, gestito da Comunione e Liberazione, sono state, per dei motivi chiari e precisi, censurate. Si tratta nelle migliori ipotesi di una sospensione di opportunità, oppure è frutto di un disegno molto più pericoloso e destabilizzante per la democrazia, la libertà di pensiero e il futuro dei nostri figli?
Dobbiamo avere chiaro che esiste una violenta offensiva dei grandi giornali, dei media mainstream, di alcuni poteri forti che puntano a intimidire chiunque si opponga all'ideologia gender. Nel caso specifico il quotidiano La Repubblica ha costruito una campagna video pesante, accompagnata da articoli menzogneri che hanno avuto per oggetto quelle conferenze e il meeting di Rimini. A mio avviso è stato un errore cedere all'intimidazione, ma devo dire la verità: resistere a quel tipo di pressioni è difficile. Io lo faccio e pago ogni giorno a caro prezzo, quindi conosco il problema perché lo vivo sulla pelle.
Nei giorni scorsi si è parlato di “baratto” sul ddl Cirinnà, “benedetto” dal giornale della CEI “Avvenire”, in merito ad una nuova formulazione delle unioni civili. Cosa sta avvenendo realmente “dietro le quinte del potere”, all’insaputa dei cittadini e del popolo gioioso di piazza san Giovanni?
Sul quotidiano La Croce denunciamo praticamente ogni giorno la tentazione del baratto: un via libera al ddl Cirinnà parzialmente riscritto su meri aspetti formali, in cambio magari di qualche spicco alla famiglia con figli e della promessa di non toccare otto per mille e situazione dell'Imu per le scuole cattoliche. Cedere significherà compiere un errore madornale, anche perché le promesse non saranno mantenute. Dopo il ddl Cirinnà arriverà l'attacco all'otto per mille e alla libertà della Chiesa. Basta seguire il dibattito negli Stati Uniti post sentenza della Corte Suprema sul matrimonio gay per rendersene conto. Viene ora messa in discussione la libertà religiosa. In più, dal punto di vista della visione antropologica, il ddl Cirinnà è inaccettabile: legittima la pratica dell'utero in affitto che trasforma le persone in cose, i bambini in oggetti di compravendita, umilia le donne rendendo oggetto commerciale il loro dono più intimo: la maternità.
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Il DDl Cirinnà è stato definito più volte un cavallo di troia. Nasconde al suo interno la pratica “violenta e vile” dell’utero in affitto, e l’adozione dei bambini per le coppie dello stesso sesso. Puoi illustrare le insidie nascoste nella legge?
Il ddl Cirinnà è una proposta di legge composta da 19 articoli. L'articolo 5, scritto in una lingua incomprensibile e incomprensibilmente titolato a differenza degli altri diciotto articoli, istituisce la cosiddetta "stepchild adoption" per le coppie omosessuali. Siamo stati noi sul quotidiano La Croce a svelare l'imbroglio dell'articolo 5, a lungo i proponenti hanno persino negato che legittimasse l'utero in affitto. In realtà un senatore che ha speso decine di migliaia di euro per comprarsi un bambino e affittare un utero negli Stati Uniti è l'ideologo dell'articolo 5, è stato presidente dell'Arcigay e tuttora ne è il presidente onorario. Se passa l'articolo 5 del ddl Cirinnà le coppie gay potranno andare all'estero e fare una pratica di utero in affitto, tornare in Italia e dichiarare che il bambino ha due papà: all'anagrafe risulterà figlio biologico di un uomo e figlio adottivo del partner. La mamma sarà cancellata e il bambino non avrà diritto a conoscerla. Una violenza davvero vile nei confronti del soggetto più debole: il neonato strappato al seno della mamma che lo ha partorito in forza di un contratto di compravendita. Il bambino diventa una cosa, un oggetto commerciabile. Come si può far passare qualcosa di così disumano?
La signora Pardi (in queste ore al centro del dibattito mediatico per la menzogna, raccontata ai giornali di regime, sul presunto e poi smentito incoraggiamento di Papa Francesco alla sua attività a favore del gender) ha dichiarato con un certo sconcerto di essere attaccata da te, dal comitato “difendiamo i nostri figli” e dalla Manif Pour Tous, e quindi dalle centinaia di migliaia di persone che non la pensano come lei, per la pubblicazione delle fiabe che - a suo dire - non alimenterebbero l’ideologia gender. Vuoi spiegare cosa trattano nelle parole e nelle immagini i libri in questione?
Io la signora Pardi non la conoscevo fino a quando ha aizzato questa polemica. La cosa grave è che ha scritto al Papa parole totalmente false su presunti attacchi ricevuti da me, rincarando la dose poi in una serie di interviste. Io, lo ripeto, non sapevo proprio chi fosse e quella lettera che ha scritto è gravemente diffamatoria. Certo, mi oppongo alla diffusione di libretti che nelle scuole vogliono fare il lavaggio del cervello di bambini anche di tre o quattro anni (mia figlia ne ha cinque) spiegando loro che si può nascere da due mamme o da due papà. Sono libri che indottrinano scrivendo il falso e che devono essere banditi dalle scuole. L'ideologia gender è esattamente questo e ancora una volta ha come vittime i più deboli: i bambini. Noi difenderemo i nostri figli.
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Brugnaro, sindaco di Venezia, ha ritirato i famosi libri-gender dalle scuole, subendo le critiche abiette di Elton John. Puoi spiegare perché questi poteri forti, quando vengono interpellati e messi di fronte alla Verità, reagiscono attaccando e accusando i loro “oppositori” di violenza e odio?
Lo dicevo all'inizio, questi signori hanno in mano tutti i mezzi di comunicazione, tutto il mainstream culturale è con loro, il clima è da pensiero unico. Ma è un pensiero debole. Quando qualcuno, anche solo per amore della libertà, si alza a proclamare la più banale delle verità, tipo che un figlio nasce sempre e solo da una mamma e un papà, viene immediatamente assalito con estrema violenza. Elton John è un campione di questo metodo, utilizzato contro Brugnaro e contro Dolce&Gabbana. Ma non dimentichiamo il trattamento subito dai Barilla o anche un recentissimo episodio passato quasi sotto silenzio di un "blitz" (così l'ha definito Repubblica) dell'Arcigay di Rimini sempre al meeting per "verificare" i contenuti di un convegno sulla famiglia. L'obiettivo è la costante intimidazione di chi si oppone al pensiero unico, con un atteggiamento che ricorda le peggiori profezie di George Orwell. Resistere è diventato faticosissimo, ma è drammaticamente necessario. Il nostro luogo di resistenza ed elaborazione è il quotidiano La Croce, l'obiettivo è ritornare dal web al cartaceo in edicola. Una sfida onerosissima, abbiamo bisogno di essere sostenuti, ma ci affidiamo alla Provvidenza. Lasciatemi ricordare però che abbiamo aperto una campagna abbonamenti straordinaria alla nostra versione digitale, proprio finalizzata al ritorno in edicola. Questo il link: (clicca qui). 
Il popolo di San Giovanni, si riunirà ancora per sostenere la famiglia naturale e i bambini?
Se sarà necessario, sì. E credo proprio che sarà necessario: quindi siate pronti.
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L'intervista è stata curata da: Don Salvatore Lazzara
* Mario Adinolfi, nato a Roma, 15 agosto 1971 è un giornalista, politico, e blogger italiano. Dalla fine degli anni ottanta, firma articoli e servizi per i quotidiani Avvenire, Europa, Il Popolo, e La Discussione, e per la Radio Vaticana. Approda poi alla Rai dove lavorerà per il TG1. Nel marzo 2014 Adinolfi pubblica con l'editore youcanprint.it il libro Voglio la mamma, in cui contesta quelli che egli definisce i "falsi miti di progresso" (aborto, eutanasia, matrimonio omosessuale, utero in affitto), invitando la sinistra a stare dalla parte dei più deboli: il bambino non ancora nato, l'anziano e il malato grave, il neonato che vuole la mamma. Il 21 ottobre 2014 fonda il quotidiano La Croce, di cui è direttore responsabile, che viene pubblicato sul web e distribuito in edicola dal 13 gennaio 2015 al 16 maggio 2015. Dal febbraio 2015 tiene una rubrica settimanale intitolata Il mormorio di un vento leggero dai microfoni di Radio Maria.
http://www.allaquerciadimamre.it/