mercoledì 23 settembre 2015

God bless America!



Visita di cortesia al Presidente degli Stati Uniti d’America. Cerimonia di benvenuto nel South Lawn della Casa Bianca di Washington, D.C. Discorso di Papa Francesco 
Sala stampa della Santa Sede 
Questa mattina il Santo Padre Francesco si è recato in auto alla Casa Bianca di Washington, D.C., dove, alle ore 9.15, ha avuto luogo la cerimonia di benvenuto. Il Papa è stato accolto davanti al portico sud della Casa Bianca dal Presidente degli Stati Uniti Barack H. Obama e dalla Consorte Michelle, che lo hanno accompagnato al podio allestito nel parco antistante (South Lawn), dove li attendevano circa 20mila ospiti. Erano presenti anche i Cardinali statunitensi, il Praesidium della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti e i Vescovi Ausiliari di Washington. Dopo gli onori militari e l’esecuzione degli inni, e dopo il discorso del Presidente Obama, il Santo Padre ha pronunciato il discorso che riportiamo di seguito:
Discorso del Santo Padre
 
Buongiorno! 
Signor Presidente,
sono grato per il benvenuto che Ella mi ha rivolto a nome di tutti gli Americani. Quale figlio di una famiglia di emigranti, sono lieto di essere ospite in questa Nazione, che in gran parte fu edificata da famiglie simili. Mi accingo con gioia a questi giorni di incontro e di dialogo, nei quali spero di ascoltare e di condividere molti dei sogni e delle speranze del popolo americano.
In questa mia visita avrò l’onore di rivolgermi al Congresso, dove spero, quale fratello di questo Paese, di dire una parola di incoraggiamento a quanti sono chiamati a guidare il futuro politico della Nazione nella fedeltà ai suoi principi fondativi. Mi recherò pure a Filadelfia, per l’VIII Incontro Mondiale delle Famiglie, il cui scopo è quello di celebrare e sostenere le istituzioni del matrimonio e della famiglia, in un momento critico della storia della nostra civiltà.

Signor Presidente, assieme ai loro concittadini, i cattolici americani sono impegnati a costruire una società che sia veramente tollerante ed inclusiva, a difendere i diritti degli individui e delle comunità, e a respingere qualsiasi forma di ingiusta discriminazione. Assieme a innumerevoli altre persone di buona volontà di questa grande democrazia, essi si attendono che gli sforzi per costruire una società giusta e sapientemente ordinata rispettino le loro preoccupazioni più profonde e i loro diritti inerenti alla libertà religiosa. Questa libertà rimane come una delle conquiste più preziose dell’America. E, come i miei fratelli Vescovi degli Stati Uniti ci hanno ricordato, tutti sono chiamati alla vigilanza, proprio in quanto buoni cittadini, per preservare e difendere tale libertà da qualsiasi cosa che la possa mettere in pericolo o compromettere.
Signor Presidente, trovo promettente che Lei abbia proposto un’iniziativa per la riduzione dell’inquinamento dell’aria. Considerata l’urgenza, mi sembra chiaro anche che il cambiamento climatico è un problema che non può più essere lasciato ad una generazione futura. La storia ci ha posto in un momento cruciale per la cura della nostra “casa comune”. Siamo, però, ancora in tempo per affrontare dei cambiamenti che assicurino «uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare» (Enc. Laudato si’, 13). Cambiamenti che esigono da parte nostra un riconoscimento serio e responsabile del tipo di mondo che possiamo lasciare non solo ai nostri figli, ma anche ai milioni di persone sottoposte ad un sistema che le ha trascurate. La nostra casa comune è stata parte di questo gruppo di esclusi che grida al cielo e che oggi bussa con forza alle nostre case, città, società. Riprendendo le sagge parole del Reverendo Martin Luther King, possiamo dire che siamo stati inadempienti in alcuni impegni, ed ora è giunto il momento di onorarli.
Per fede sappiamo che «il Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto di amore, non si pente di averci creato. L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune» (ibid., 13). Come cristiani animati da questa certezza, cerchiamo di impegnarci per la cura consapevole e responsabile della nostra casa comune.
Signor Presidente, gli sforzi compiuti di recente per riconciliare relazioni che erano state spezzate e per l’apertura di nuove vie di cooperazione all’interno della famiglia umana rappresentano positivi passi avanti sulla via della riconciliazione, della giustizia e della libertà. Auspico che tutti gli uomini e le donne di buona volontà di questa grande e prospera Nazione sostengano gli sforzi della comunità internazionale per proteggere i più deboli nel nostro mondo e di promuovere modelli integrali ed inclusivi di sviluppo, così che i nostri fratelli e sorelle ovunque possano conoscere le benedizioni della pace e della prosperità che Dio desidera per tutti i suoi figli.
Signor Presidente, ancora una volta La ringrazio per il Suo benvenuto e guardo con fiducia a queste giornate nel Suo Paese. Dio benedica l’America! 

Inglese
Goodmorning! 
Mr President,
I am deeply grateful for your welcome in the name of all Americans. As the son of an immigrant family, I am happy to be a guest in this country, which was largely built by such families. I look forward to these days of encounter and dialogue, in which I hope to listen to, and share, many of the hopes and dreams of the American people.
During my visit I will have the honor of addressing Congress, where I hope, as a brother of this country, to offer words of encouragement to those called to guide the nation’s political future in fidelity to its founding principles. I will also travel to Philadelphia for the Eighth World Meeting of Families, to celebrate and support the institutions of marriage and the family at this, a critical moment in the history of our civilization.
Mr. President, together with their fellow citizens, American Catholics are committed to building a society which is truly tolerant and inclusive, to safeguarding the rights of individuals and communities, and to rejecting every form of unjust discrimination. With countless other people of good will, they are likewise concerned that efforts to build a just and wisely ordered society respect their deepest concerns and their right to religious liberty. That freedom remains one of America’s most precious possessions. And, as my brothers, the United States Bishops, have reminded us, all are called to be vigilant, precisely as good citizens, to preserve and defend that freedom from everything that would threaten or compromise it.
Mr. President, I find it encouraging that you are proposing an initiative for reducing air pollution. Accepting the urgency, it seems clear to me also that climate change is a problem which can no longer be left to a future generation. When it comes to the care of our “common home”, we are living at a critical moment of history. We still have time to make the changes needed to bring about “a sustainable and integral development, for we know that things can change” (Laudato Si’, 13). Such change demands on our part a serious and responsible recognition not only of the kind of world we may be leaving to our children, but also to the millions of people living under a system which has overlooked them. Our common home has been part of this group of the excluded which cries out to heaven and which today powerfully strikes our homes, our cities and our societies. To use a telling phrase of the Reverend Martin Luther King, we can say that we have defaulted on a promissory note and now is the time to honor it.
We know by faith that “the Creator does not abandon us; he never forsakes his loving plan or repents of having created us. Humanity still has the ability to work together in building our common home” (Laudato Si’, 13). As Christians inspired by this certainty, we wish to commit ourselves to the conscious and responsible care of our common home.
The efforts which were recently made to mend broken relationships and to open new doors to cooperation within our human family represent positive steps along the path of reconciliation, justice and freedom. I would like all men and women of good will in this great nation to support the efforts of the international community to protect the vulnerable in our world and to stimulate integral and inclusive models of development, so that our brothers and sisters everywhere may know the blessings of peace and prosperity which God wills for all his children.
Mr President, once again I thank you for your welcome, and I look forward to these days in your country. God bless America!
Spagnolo
Señor Presidente:
Le agradezco mucho la bienvenida que me ha dispensado en nombre de todos los ciudadanos estadounidenses. Como hijo de una familia de inmigrantes, me alegra estar en este país, que ha sido construido en gran parte por tales familias. En estos días de encuentro y de diálogo, me gustaría escuchar y compartir muchas de las esperanzas y sueños del pueblo norteamericano.
Durante mi visita, voy a tener el honor de dirigirme al Congreso, donde espero, como un hermano de este País, transmitir palabras de aliento a los encargados de dirigir el futuro político de la Nación en fidelidad a sus principios fundacionales. También iré a Filadelfia con ocasión del Octavo Encuentro Mundial de las Familias, para celebrar y apoyar a la institución del matrimonio y de la familia en este momento crítico de la historia de nuestra civilización.
Señor Presidente, los católicos estadounidenses, junto con sus conciudadanos, están comprometidos con la construcción de una sociedad verdaderamente tolerante e incluyente, en la que se salvaguarden los derechos de las personas y las comunidades, y se rechaze toda forma de discriminación injusta. Como a muchas otras personas de buena voluntad, les preocupa también que los esfuerzos por construir una sociedad justa y sabiamente ordenada respeten sus más profundas inquietudes y su derecho a la libertad religiosa. Libertad, que sigue siendo una de las riquezas más preciadas de este País. Y, como han recordado mis hermanos Obispos de Estados Unidos, todos estamos llamados a estar vigilantes, como buenos ciudadanos, para preservar y defender esa libertad de todo lo que pudiera ponerla en peligro o comprometerla.
Señor Presidente, me complace que usted haya propuesto una iniciativa para reducir la contaminación atmosférica. Reconociendo la urgencia, también a mí me parece evidente que el cambio climático es un problema que no se puede dejar a la próxima generación. Con respecto al cuidado de nuestra «casa común», estamos viviendo en un momento crítico de la historia. Todavía tenemos tiempo para hacer los cambios necesarios para lograr «un desarrollo sostenible e integral, pues sabemos que las cosas pueden cambiar» (Laudato si’, 13). Estos cambios exigen que tomemos conciencia seria y responsablemente, no sólo del tipo de mundo que podríamos estar dejando a nuestros hijos, sino también de los millones de personas que viven bajo un sistema que les ha ignorado. Nuestra casa común ha formado parte de este grupo de excluidos, que clama al cielo y afecta fuertemente a nuestros hogares, nuestras ciudades y nuestras sociedades. Usando una frase significativa del reverendo Martin Luther King, podríamos decir que hemos incumplido un pagaré y ahora es el momento de saldarlo.
La fe nos dice que «el Creador no nos abandona, nunca hizo marcha atrás en su proyecto de amor, no se arrepiente de habernos creado. La humanidad aún posee la capacidad de colaborar para construir nuestra casa común» (Laudato si', 13). Como cristianos movidos por esta certeza, queremos comprometernos con el cuidado consciente y responsable de nuestra casa común.
Los esfuerzos realizados recientemente para reparar relaciones rotas y abrir nuevas puertas a la cooperación dentro de nuestra familia humana constituyen pasos positivos en el camino de la reconciliación, la justicia y la libertad. Me gustaría que todos los hombres y mujeres de buena voluntad de esta gran Nación apoyaran las iniciativas de la comunidad internacional para proteger a los más vulnerables de nuestro mundo y para suscitar modelos integrales e inclusivos de desarrollo, para que nuestros hermanos y hermanas en todas partes gocen de la bendición de la paz y la prosperidad que Dios quiere para todos sus hijos.
Señor Presidente, una vez más, le agradezco su acogida, y tengo puestas grandes esperanzas en estos días en su País. ¡Que Dios bendiga a América!
Francese
Monsieur le Président,
Je suis profondément reconnaissant pour votre accueil au nom de tous les Américains. Comme fils d’une famille d’immigrés, je suis heureux d’être un hôte en ce pays, qui a été en grande partie bâti par de semblables familles. J’attends avec impatience ces jours de rencontre et de dialogue, où j’espère écouter et partager nombre des espérances et des rêves du peuple américain.
Durant ma visite, j’aurai l’honneur de m’adresser au Congrès, où j’espère, en tant que frère de ce pays, offrir des paroles d’encouragement à ceux qui sont appelés à guider l’avenir politique de cette nation dans la fidélité à ses principes fondateurs. Je me rendrai aussi à Philadelphie pour la Huitième Rencontre Mondiale des Familles, afin de célébrer et de soutenir les institutions du mariage et de la famille en ce moment critique dans l’histoire de notre civilisation.
Monsieur le Président, avec leurs concitoyens, les catholiques américains sont engagés dans la construction d’une société qui soit véritablement tolérante et inclusive, dans la sauvegarde des droits des individus et des communautés, et dans le rejet de toute forme d’injuste discrimination. Avec d’innombrables autres personnes de bonne volonté, ils nourrissent également le souci que les efforts pour bâtir une société juste et ordonnée avec sagesse respectent leurs plus profondes préoccupations et leur droit à la liberté religieuse. Cette liberté demeure l’un des plus précieux acquis de l’Amérique. Et, comme mes frères, les Evêques des Etats-Unis, nous l’ont rappelé, tous sont appelés à être vigilants, précisément en tant que bons citoyens, pour préserver et défendre cette liberté de tout ce qui la menacerait ou la compromettrait.
Monsieur le Président, je trouve encourageant que vous promouviez une initiative pour la réduction de la pollution de l’air. En acceptant cette urgence, à moi également il semble clair que le changement climatique est un problème qui ne peut plus être laissé à la future génération. En ce qui concerne la sauvegarde de notre ‘‘maison commune’’, nous vivons un moment critique de l’histoire. Il est encore temps d’opérer les changements qui s’imposent en vue « d’un dévelop-pement durable et intégral, car nous savons que les choses peuvent changer » (Laudato si’, n. 13). Un tel changement exige de notre part que, de manière sérieuse et responsable, nous prenions en considération, non seulement le genre de monde que nous pourrions léguer à nos enfants, mais aussi les millions de personnes vivant dans un système qui les a marginalisés. Notre maison commune fait partie de ce groupe d’exclus qui crient vers le ciel et qui aujourd’hui frappent avec force à la porte de nos maisons, de nos villes et de nos sociétés. Pour utiliser une expression imagée du Pasteur Martin Luther King, nous pouvons dire que nous avons manqué d’honorer un billet à ordre et le moment est arrivé de le faire.
Nous savons par la foi que le « Créateur ne nous abandonne pas, jamais il ne fait marche arrière dans son projet d’amour, il ne se repent pas de nous avoir créés. L’humanité possède encore la capacité de collaborer pour construire notre maison commune » (Laudato Si’, n. 13). En tant que chrétiens inspirés par cette certitude, nous voulons nous engager, de manière consciencieuse et responsable, pour la sauvegarde de notre maison commune.
Les efforts réalisés récemment afin d’amender les relations rompues et afin d’ouvrir de nouvelles portes à la coopération au sein de notre famille humaine sont des étapes positives sur le chemin de la réconciliation, de la justice et de la liberté. Je voudrais que tous les hommes et toutes les femmes de bonne volonté de cette grande nation soutiennent les efforts de la communauté internationale pour protéger les personnes vulnérables dans notre monde et pour encourager les modèles de développement intégral et inclusif, en sorte que nos frères et soeurs partout puissent connaître les bénédictions de paix et de prospérité que Dieu veut pour tous ses enfants.
Monsieur le Président, une fois encore, je vous remercie de votre accueil, et j’attends impatiemment ces jours à passer dans votre pays. Dieu bénisse l’Amérique !
Portoghese
Senhor Presidente! Obrigado pela saudação de boas-vindas que me dirigiu em nome de todos os americanos. Como filho duma família de emigrantes, sinto-me feliz por ser hóspede nesta nação, que foi construída em grande parte por famílias semelhantes. Olho com alegria para estes dias de encontro e diálogo, em que espero perscrutar e compartilhar muitos dos sonhos e esperanças do povo americano.
Na minha visita, terei a honra de me dirigir ao Congresso, onde espero, como irmão deste país, dizer uma palavra de encorajamento a todos aqueles que são chamados a guiar o futuro político da nação na fidelidade aos seus princípios fundadores. Irei também a Filadélfia, para o VIII Encontro Mundial das Famílias, cuja finalidade é celebrar e apoiar as instituições do matrimónio e da família, num momento crítico da história da nossa civilização.
Senhor Presidente, os católicos americanos, juntamente com seus concidadãos, estão comprometidos na construção duma sociedade que seja verdadeiramente tolerante e inclusiva, na defesa dos direitos dos indivíduos e das comunidades, e na rejeição de qualquer forma de discriminação injusta. Juntamente com muitas outras pessoas de boa vontade desta grande democracia, eles esperam que os esforços por construir uma sociedade justa e sabiamente ordenada respeitem as suas preocupações mais profundas e os seus direitos inerentes à liberdade religiosa. Esta liberdade permanece como uma das conquistas mais valiosas da América. E, como os meus irmãos bispos dos Estados Unidos nos lembraram, todos somos chamados a vigiar, precisamente como bons cidadãos, por preservar e defender tal liberdade de tudo o que a possa pôr em perigo ou comprometer.
Senhor Presidente, considero prometedor o facto de Vossa Excelência ter vindo a propor uma iniciativa para a redução da poluição do ar. Vista a sua urgência, parece-me claro que a mudança climática já não pode ser um problema deixado à geração futura. A história colocou-nos num momento crucial quanto ao cuidado da nossa «casa comum». Mas estamos ainda a tempo de empreender mudanças que assegurem «um desenvolvimento sustentável e integral, pois sabemos que as coisas podem mudar» (Enc. Laudato si’, 13). São mudanças que exigem de nós um reconhecimento sério e responsável do tipo de mundo que podemos deixar não só aos nossos filhos, mas também aos milhões de pessoas sujeitas a um sistema que as tem transcurado. A nossa casa comum foi parte deste grupo de excluídos que brada ao céu e que hoje bate com força às portas de nossas casas, cidades, sociedade. Retomando as sábias palavras do Reverendo Martin Luther King, podemos dizer que estivemos em falta quanto a alguns compromissos e, agora, chegou o momento de os honrar.
Pela fé, sabemos que «o Criador não nos abandona, nunca recua no seu projecto de amor, nem Se arrepende de nos ter criado. A humanidade possui ainda a capacidade de colaborar na construção da nossa casa comum» (ibid., 13). Como cristãos animados por esta certeza, procuramos comprometer-nos neste cuidado consciente e responsável da nossa casa comum.
Os esforços feitos recentemente para reconciliar relações que haviam sido rompidas e para a abertura de novas vias de cooperação dentro da família humana constituem passos em frente no caminho da reconciliação, da justiça e da liberdade. Almejo que todos os homens e mulheres de boa vontade desta grande e próspera nação apoiem os esforços da comunidade internacional para proteger os mais vulneráveis no nosso mundo e promover modelos integrais e inclusivos de desenvolvimento, de modo que, em todo o lado, possam os nossos irmãos e irmãs conhecer as bênçãos da paz e da prosperidade que Deus deseja para todos os seus filhos.
Senhor Presidente, uma vez mais lhe agradeço a sua recepção e olho com confiança para estes dias no seu país. Deus abençoe a América!