martedì 29 settembre 2015

Le donne di don Ciotti



Mafia, Don Ciotti: “Nascondiamo decine di donne con figli che scappano da cultura mafiosa”
Tv2000

Il presidente di Libera chiede alla politica un “nuovo meccanismo legislativo”. “Lo affermo pubblicamente per la prima volta: stiamo aiutando e nascondendo decine di donne che ci hanno chiesto una mano” per scappare e “lasciare la loro terra perché non vogliono che i loro figli crescano nella cultura mafiosa”. Lo ha detto don Luigi Ciotti, presidente di Libera, a ‘Bel tempo si spera’ su Tv2000, ricordando che moltissime donne hanno scelto di ribellarsi alla logica mafiosa e a quella della loro famiglia.
“Le grandi protagoniste di queste storie – ha aggiunto don Ciotti - sono le donne, le mamme di questi bambini. Sono tante le donne che per amore dei loro figli stanno dicendo basta e stanno chiedendo aiuto, molte non sono né collaboratrici né testimoni ma stanno chiedendo una mano”.
L’associazione di don Ciotti che da anni lotta con forza contro le mafie sta “aiutando e nascondendo tante donne: abbiamo chiesto alla politica di avviare un nuovo meccanismo legislativo per aprire una terza strada perché molte donne non sono in grado di collaborare. Abbiamo trovato consenso ma bisogna accelerare i tempi”.
Don Ciotti chiede inoltre “un cambiamento d’identità anagrafico” per i bambini delle donne che hanno voltato le spalle alle proprie famiglie legate alla cultura mafiosa e che “devono poter andare a scuola” in sicurezza. “Stiamo facendo miracoli – ha sottolineato don Ciotti - grazie alla collaborazione dei presidi delle scuole e alcuni sindaci. Chiediamo un sistema legislativo per aprire una strada. Queste donne che vogliono rompere con la mafia sono le grandi protagoniste, sono mamme che si ribellano. La lotta alla mafia significa lavoro e scuola prima di tutto”.
“Il 17 ottobre in tutta Italia – ha ricordato don Ciotti – scende in piazza la nostra campagna ‘Miseria ladra’ per il reddito di dignità che l’Europa chiede da anni. Non vogliamo dei tamponi come viene fatto spesso in Italia ma un grande progetto per la dignità delle persone. Che bello sentire il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, pronunciare ai ragazzi la frase ‘la scuola è vostra’”.
Il presidente di Libera alla politica: “Nessuno ci tiri per la giacchetta, usi e strumentalizzi”
“C’è qualcuno che ha scritto che si è rotto l’idillio tra Libera e Movimento 5 Stelle: non c’è stato mai un idillio ma forme di collaborazione su dei temi che devono coinvolgere tutti. La mia ferita e sofferenza è vedere che subentrano altri giochi e interessi”. Lo ha detto don Luigi Ciotti, presidente di Libera, a ‘Bel tempo si spera’ su Tv2000, in merito alle accuse rivolte a Libera dal Movimento 5 Stelle sul caso Ostia e Mafia Capitale. 
“Ho sempre cercato di collaborare con chiunque – ha aggiunto don Ciotti - per raggiunge l’obiettivo di giustizia e verità. Ho sempre lasciato la porta aperta a tutti nella chiarezza dei ruoli, delle competenze e professionalità. Collaborazione anche con le varie forze politiche a cui tocca elaborare i sistemi legislativi. Disponibilità con tutti ma nessuno ci prenda per la giacchetta, ci usi e strumentalizzi. Nel Movimento 5 Stelle ci sono delle persone eccezionali, ragazzi svegli, intelligenti, appassionati ma c’è anche qualcuno che per altri giochi e interessi sta dall’altra parte. Questi non devono andare ad umiliare una battaglia per il reddito di dignità che ha bisogno che tutte le forze si mettano insieme per raggiungere l’obiettivo di uguaglianza, diritti e dignità di tutte le persone”. 
“Il reddito di dignità  - ha concluso don Ciotti - non è l’invenzione di qualcuno ma parte dalla fatica delle persone, c’è gente disperata che non sa dove sbattere la testa: i tempi devono accorciarsi, non si possono avere sempre tempi lunghi e burocratici. La politica è al servizio del bene comune, mi auguro che ci sia uno scatto di tutte le forze politiche. Non prendiamo in giro tanti ragazzi che sono orfani di un territorio perché non trovano spazi ed opportunità”.
“Padre Pellegrino aiutò nonni Bergoglio”
“Quando ho incontrato per la prima volta Papa Francesco, mi ha chiesto chi mi avesse ordinato, sapendo in realtà già la risposta. Quando gli ho detto che mi aveva ordinato padre Michele Pellegrino, il Papa si è illuminato” perché “abbiamo scoperto che quando i suoi nonni si sono trovati in un momento di grave difficoltà ad aiutarli è stato un giovane prete di nome Michele Pellegrino”. Lo ha rivelato don Luigi Ciotti, presidente di Libera, a ‘Bel tempo si spera’ su Tv2000. Padre Pellegrino, nato in provincia di Cuneo nel 1903, venne nominato arcivescovo di Torino, il 18 settembre 1965, da Papa Paolo VI che lo elevò successivamente cardinale nel Concistoro del 26 giugno 1967.