giovedì 31 dicembre 2015

Il confine largo

roberto-benigni-i-10-comandamenti
di Tonino Cantelmi
Roberto Benigni, il comico irriverente, Costanza Miriano, la cattolica col tacco 12, e Mario Adinolfi, il devoto anticlericale: ecco a voi il cattolicesimo di “contaminazione” ai tempi di Papa Francesco. E sì, perché Papa Francesco, colui che insegna con la profezia, ha cambiato il concetto di confine: non più una linea, che separa il di qua e il di la, il dentro e il fuori, ma un territorio, un luogo di mezzo, largo, sempre più largo che attira gli abitanti del centro e quelli dell’extraperiferia, contaminandoli inesorabilmente. Insomma il confine non è più una sottile linea di separazione, ma un grande territorio, espanso ed inclusivo, una nuova agorà.
Cosicchè abbiamo coloro che abitano al di là, fuori, ma che fanno incredibili incursioni in questo largo territorio (Benigni), coloro che abitano al di qua, dentro, che pure non rinunciano a percorrere il confine (Miriano) e i tanti nuovi abitanti di questo territorio border, che non possono abitare al di qua e non vogliono più abitare al di là (Adinolfi). Roberto Benigni, colui che strapazzò con irriverenza San Giovanni Paolo II, che è stato  l’indimenticabile interprete di un diavoletto simpatico, ma anche del Pap’Occhio, che abita ancora al di là del confine, ebbene proprio lui non rinuncia a metter su uno straordinario spettacolo che ha per protagonista Dio Creatore, i 10 Comandamenti e il Comandamento dell’amore di Gesù. E lo fa molto, ma davvero molto meglio di un mucchio di teologi, di preti e di catechisti. Se ci fossero 1000 Benigni a spezzare così la Parola, avremmo le chiese strapiene in Italia e le omelie sarebbero finalmente comprensibili e interessanti.
Eppure Benigni abita al di là del confine, ma evidentemente non può non frequentarlo, generando una contaminazione avvincente e entusiasmante. Costanza Miriano, invece, abita per sua dichiarazione al di qua del confine, dentro insomma. Ma anche lei non può non fare incursioni in questo affascinante territorio inventato da Papa Francesco. Scusate l’irriverenza, ma la Miriano ha sdoganato per le donne cattoliche tacchi a spillo, trucchi, decoltè, smalti e, udite udite, calze autoreggenti! Insomma il rosario al polso (lo indossa davvero, l’ho visto) e il rossetto in mano: contaminazioni di rara efficacia. Se ci fossero 1000 Miriano il messaggio evangelico sarebbe alla moda, allegro e frizzante. E che dire dei nuovi abitanti del confine, di coloro che non vogliono stare fuori e che non si sentono pronti per stare dentro, ma che finalmente hanno un territorio da abitare? Gli abitanti di questo territorio border sono davvero tanti.
Come Mario Adinolfi: politico dichiaratamente non baciapile, smodato giocatore di poker, divorziato eppure antidivorzista, antiabortista, contrario all’utero in affitto e ai falsi (e disumani) miti del progresso e direttore di un giornale che si chiama “La Croce”, facendo riferimento proprio a quella di Cristo. Con 1000 Adinolfi, il Vangelo sarebbe notizia da prima pagina ogni giorno. Si, i cattolici statici e parrocchiosi come me, rimangono un po’ perplessi di fronte alle contaminazioni, eppure a ben vedere ha ragione Papa Francesco: è questo territorio di confine il nuovo centro, per la sua forza dinamica e per la sua capacità inclusiva. Il cattolicesimo “di contaminazione” è la via: quando Papa Francesco cita Benigni in una omelia o telefona ad Emma Bonino (di cui ho un ricordo personale: mi attaccò pubblicamente e in modo strumentale in una polemica del passato in cui sperimentai, credetemi sulla parola, i suoi pregiudizi anticattolici di allora), ebbene in queste circostanze come in tante altre, Papa Francesco ci indica, in modo profetico e non istituzionale, la strada maestra. Perciò ben vengano Benigni, Miriano, Adinolfi e i tanti altri protagonisti di questa straordinaria invenzione di Papa Francesco: il confine largo!