venerdì 25 dicembre 2015

Messaggio del Santo Padre e Benedizione “Urbi et Orbi” nella Solennità del Natale.

Nuovo tweet del Papa: "Quando hai Cristo come amico, hai gioia, serenità, felicità." (25 dicembre 2015)
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Messaggio del Santo Padre e Benedizione “Urbi et Orbi” nella Solennità del Natale. "Solo la Misericordia di Dio può liberare l’umanità da tante forme di male, a volte mostruose, che l’egoismo genera in essa. Dove nasce Dio, nasce la speranza. Dove nasce Dio, nasce la pace. Ai nostri fratelli, perseguitati in tante parti del mondo a causa della fede, il Bambino Gesù doni consolazione e forza.Non manchi il nostro conforto a quanti fuggono dalla miseria o dalla guerra"
Sala stampa della Santa Sede
[Text: Italiano, Français, English, Español, Português]
"Dove nasce Dio, fiorisce la misericordia"
Cari fratelli e sorelle, buon Natale!
Cristo è nato per noi, esultiamo nel giorno della nostra salvezza!
Apriamo i nostri cuori a ricevere la grazia di questo giorno, che è Lui stesso: Gesù è il “giorno” luminoso che è sorto all’orizzonte dell’umanità. Giorno di misericordia, nel quale Dio Padre ha rivelato all’umanità la sua immensa tenerezza. Giorno di luce che disperde le tenebre della paura e dell’angoscia. Giorno di pace, in cui diventa possibile incontrarsi, dialogare, soprattutto riconciliarsi. Giorno di gioia: una «gioia grande» per i piccoli e gli umili, e per tutto il popolo (cfr Lc 2,10).
In questo giorno, dalla Vergine Maria, è nato Gesù, il Salvatore. Il presepe ci fa vedere il «segno» che Dio ci ha dato: «un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2,12). Come i pastori di Betlemme, anche noi andiamo a vedere questo segno, questo avvenimento che ogni anno si rinnova nella Chiesa. Il Natale è un avvenimento che si rinnova in ogni famiglia, in ogni parrocchia, in ogni comunità che accoglie l’amore di Dio incarnato in Gesù Cristo. Come Maria, la Chiesa mostra a tutti il «segno» di Dio: il Bambino che Lei ha portato in grembo e ha dato alla luce, ma che è Figlio dell’Altissimo, perché «viene dallo Spirito Santo» (Mt 1,20). Per questo Lui è il Salvatore, perché è l’Agnello di Dio che prende su di sé il peccato del mondo (cfr Gv 1,29). Insieme ai pastori, prostriamoci davanti all’Agnello, adoriamo la Bontà di Dio fatta carne, e lasciamo che lacrime di pentimento riempiano i nostri occhi e lavino il nostro cuore. Tutti ne abbiamo bisogno.
Solo Lui, solo Lui ci può salvare. Solo la Misericordia di Dio può liberare l’umanità da tante forme di male, a volte mostruose, che l’egoismo genera in essa. La grazia di Dio può convertire i cuori e aprire vie di uscita da situazioni umanamente insolubili.
Dove nasce Dio, nasce la speranza. Luis porta la speranza. Dove nasce Dio, nasce la pace. E dove nasce la pace, non c’è più posto per l’odio e per la guerra. Eppure proprio là dove è venuto al mondo il Figlio di Dio fatto carne, continuano tensioni e violenze e la pace rimane un dono da invocare e da costruire. 
Possano Israeliani e Palestinesi riprendere un dialogo diretto e giungere ad un’intesa che permetta ai due Popoli di convivere in armonia, superando un conflitto che li ha lungamente contrapposti, con gravi ripercussioni sull’intera Regione.
Al Signore domandiamo che l’intesa raggiunta in seno alle Nazioni Unite riesca quanto prima a far tacere il fragore delle armi in Siriae a rimediare alla gravissima situazione umanitaria della popolazione stremata. È altrettanto urgente che l’accordo sullaLibia trovi il sostegno di tutti, affinché si superino le gravi divisioni e violenze che affliggono il Paese. L’attenzione della Comunità internazionale sia unanimemente rivolta a far cessare le atrocità che, sia in quei Paesi come pure in Iraq, Yemen e nell’Africa subsahariana, tuttora mietono numerose vittime, causano immani sofferenze e non risparmiano neppure il patrimonio storico e culturale di interi popoli. Il mio pensiero va pure a quanti sono stati colpiti da efferate azioni terroristiche, particolarmente dalle recenti stragi avvenute sui cieli d’Egitto, a Beirut, Parigi, Bamako e Tunisi.
Ai nostri fratelli, perseguitati in tante parti del mondo a causa della fede, il Bambino Gesù doni consolazione e forza. Sono i nostri martiri di oggi.
Pace e concordia chiediamo per le care popolazioni dellaRepubblica Democratica del Congo, del Burundi e del Sud Sudan affinché, mediante il dialogo, si rafforzi l’impegno comune per l’edificazione di società civili animate da un sincero spirito di riconciliazione e di comprensione reciproca.
Il Natale porti vera pace anche all’Ucraina, offra sollievo a chi subisce le conseguenze del conflitto e ispiri la volontà di portare a compimento gli accordi presi, per ristabilire la concordia nell’intero Paese.
La gioia di questo giorno illumini gli sforzi del popolo colombiano perché, animato dalla speranza, continui con impegno a perseguire la desiderata pace.
Dove nasce Dio, nasce la speranza; e dove nasce la speranza, le persone ritrovano la dignità. Eppure, ancor oggi schiere di uomini e donne sono private della loro dignità umana e, come il Bambino Gesù, soffrono il freddo, la povertà e il rifiuto degli uomini. Giunga oggi la nostra vicinanza ai più indifesi, soprattutto ai bambini soldato, alle donne che subiscono violenza, alle vittime della tratta delle persone e del narcotraffico.
Non manchi il nostro conforto a quanti fuggono dalla miseria o dalla guerra, viaggiando in condizioni troppo spesso disumane e non di rado rischiando la vita
Siano ricompensati con abbondanti benedizioni quanti, singoli e Stati, si adoperano con generosità per soccorrere e accogliere i numerosi migranti e rifugiati, aiutandoli a costruire un futuro dignitoso per sé e per i propri cari e ad integrarsi all’interno delle società che li ricevono.
In questo giorno di festa, il Signore ridoni speranza a quanti non hanno lavoro - e sono tanti - e sostenga l’impegno di quanti hanno responsabilità pubbliche in campo politico ed economico affinché si adoperino per perseguire il bene comune e a tutelare la dignità di ogni vita umana.
Dove nasce Dio, fiorisce la misericordia. Essa è il dono più prezioso che Dio ci fa, particolarmente in questo anno giubilare, in cui siamo chiamati a scoprire la tenerezza che il nostro Padre celeste ha nei confronti di ciascuno di noi. Il Signore doni particolarmente ai carcerati di sperimentare il suo amore misericordioso che sana le ferite e vince il male.
E così oggi insieme esultiamo nel giorno della nostra salvezza. Contemplando il presepe, fissiamo lo sguardo sulle braccia aperte di Gesù che ci mostrano l’abbraccio misericordioso di Dio, mentre ascoltiamo il vagito del Bambino che ci sussurra: «Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: “Su te sia pace!”» (Sal 121 [122],8).
Francese
Chers frères et soeurs, joyeux Noël !
Christ est né pour nous, exultons en ce jour de notre salut !
Ouvrons nos coeurs pour recevoir la grâce de ce jour, qu’il est lui-même : Jésus est le “ jour ” lumineux qui est apparu à l’horizon de l’humanité. Jour de miséricorde, dans lequel Dieu le Père a révélé à l’humanité son immense tendresse. Jour de lumière qui dissipe les ténèbres de la peur et de l’angoisse. Jour de paix, où il devient possible de se rencontrer, de dialoguer, de se réconcilier. Jour de joie : une « grande joie » pour les petits et les humbles, et pour tout le peuple (cf. Lc 2, 10).
En ce jour, de la Vierge Marie, est né Jésus, le Sauveur. La crèche nous fait voir le « signe » que Dieu nous a donné : « un nouveau-né emmailloté et couché dans une mangeoire » (Lc 2, 12). Comme les bergers de Bethléem, nous aussi allons voir ce signe, cet événement qui se renouvelle dans l’Église chaque année. Noël est un événement qui se renouvelle dans chaque famille, dans chaque paroisse, dans chaque communauté qui accueille l’amour de Dieu incarné en Jésus Christ. Comme Marie, l’Église montre à tous le « signe » de Dieu : l’Enfant qu’elle a porté dans son sein et a enfanté, mais qui est le Fils du Très-Haut, parce que « il vient de l’Esprit Saint » (Mt 1, 20). C’est pourquoi il est le Sauveur, parce qu’il est l’Agneau de Dieu qui prend sur lui le péché du monde (cf. Jn 1, 29). Avec les bergers, prosternons-nous devant l’Agneau, adorons la Bonté de Dieu faite chair, et laissons des larmes de repentir remplir nos yeux et laver notre coeur.
Lui seul, Lui seul peut nous sauver. Seule la Miséricorde de Dieu peut libérer l’humanité de nombreuses de formes de mal, aux visages monstrueux, que l’égoïsme engendre en elle. La grâce de Dieu peut convertir les coeurs et ouvrir des voies de sortie de situations humainement insolubles.
Là où naît Dieu, naît l’espérance. Là où naît Dieu, naît la paix. Et là où naît la paix, il n’y a plus de place pour la haine et pour la guerre. Pourtant même là où est venu au monde le Fils de Dieu fait chair, des tensions et des violences continuent et la paix reste à don à invoquer et à construire. Qu’Israéliens et Palestiniens puissent reprendre un dialogue direct et arriver à une entente qui permette aux deux peuples de vivre en harmonie, dépassant un conflit qui les a longuement opposés, avec de graves répercussions sur toute la région.
Au Seigneur, nous demandons que l’entente intervenue au sein des Nations Unies parvienne le plus tôt possible à faire taire le vacarme des armes en Syrie et à remédier à la très grave situation
humanitaire de la population épuisée. Il est aussi urgent que l’accord sur la Libye obtienne le soutien de tous, afin que soient dépassées les graves divisions et les violences qui affligent le pays. Que l’attention de la Communauté internationale soit unanimement dirigée à faire cesser les atrocités qui, aussi bien dans ces pays qu’en Irak, au Yémen et dans l’Afrique subsaharienne, fauchent encore de nombreuses victimes, causent d’effroyables souffrances et n’épargnent pas non plus le patrimoine historique et culturel de peuples entiers. Ma pensée va aussi à tous ceux qui ont été touchés par d’atroces actions terroristes, particulièrement par les récents attentats survenus sous les cieux d’Égypte, à Beyrouth, Paris, Bamako et Tunis.
À nos frères, persécutés dans de nombreuses parties du monde à cause de la foi, que l’Enfant-Jésus donne consolation et force.
Nous demandons paix et concorde pour les chères populations de la République démocratique du Congo, du Burundi et du Sud Soudan afin que, par le dialogue, se renforce l’engagement commun pour l’édification de sociétés civiles animées d’un esprit sincère de réconciliation et de compréhension réciproque.
Que Noël apporte aussi une paix véritable à l’Ukraine, offre soulagement à ceux qui subissent les conséquences du conflit et inspire la volonté de porter à leur achèvement les accords pris, pour rétablir la concorde dans le pays tout entier.
Que la joie de ce jour illumine les efforts du peuple colombien pour que, animé par l’espérance, il continue avec ardeur à poursuivre la paix désirée.
Là où naît Dieu, naît l’espérance ; et là où naît l’espérance, les personnes retrouvent la dignité. Pourtant, encore aujourd’hui de nombreux hommes et femmes sont privés de leur dignité humaine et, comme l’Enfant-Jésus, souffrent du froid, de la pauvreté et du refus des hommes. Que notre proximité rejoigne aujourd’hui ceux qui sont le plus sans défense, surtout les enfants-soldats, les femmes qui subissent des violences, les victimes de la traite des personnes et du narcotrafic.
Que notre réconfort ne manque pas à tous ceux qui fuient la misère ou la guerre, voyageant dans des conditions trop souvent inhumaines et risquant souvent leur vie. Que soient récompensés avec d’abondantes bénédictions tous ceux qui, simples personnes et États, s’emploient avec générosité à secourir et à accueillir les nombreux migrants et réfugiés, les aidant à construire un avenir digne pour eux et pour leurs proches et à s’intégrer à l’intérieur des sociétés qui les reçoivent.
En ce jour de fête, que le Seigneur redonne espérance à tous ceux qui n’ont pas de travail et soutienne l’engagement de tous ceux qui ont des responsabilités publiques dans le domaine politique et économique pour qu’ils mettent tout en oeuvre afin de poursuivre le bien commun et protéger la dignité de toute vie humaine.
Là où naît Dieu, fleurit la miséricorde. Elle est le don le plus précieux que Dieu nous fait, particulièrement en cette année jubilaire, durant laquelle nous sommes appelés à découvrir la tendresse que Notre Père céleste a envers chacun de nous. Que le Seigneur donne particulièrement aux détenus d’expérimenter son amour miséricordieux qui soigne les blessures et vainc le mal.
Et ainsi aujourd’hui ensemble, exultons dans le jour de notre salut. En contemplant la crèche, fixons notre regard sur les bras ouverts de Jésus qui nous montrent l’étreinte miséricordieuse de Dieu, tandis que nous écoutons les vagissements de l’Enfant qui nous susurre : « À cause de mes frères et de mes proches, je dirai : “ Paix sur toi ! ” » (Ps 121 [122], 8).
Inglese
Dear brothers and sisters, Happy Christmas!
Christ is born for us, let us rejoice in the day of our salvation!
Let us open our hearts to receive the grace of this day, which is Christ himself. Jesus is the radiant “day” which has dawned on the horizon of humanity. A day of mercy, in which God our Father has revealed his great tenderness to the entire world. A day of light, which dispels the darkness of fear and anxiety. A day of peace, which makes for encounter, dialogue and reconciliation. A day of joy: a “great joy” for the poor, the lowly and for all the people (cf. Lk 2:10).
On this day, Jesus, the Saviour is born of the Virgin Mary. The Crib makes us see the “sign” which God has given us: “a baby wrapped in swaddling cloths and lying in a manger” (Lk 2:12). Like the shepherds of Bethlehem, may we too set out to see this sign, this event which is renewed yearly in the Church. Christmas is an event which is renewed in every family, parish and community which receives the love of God made incarnate in Jesus Christ. Like Mary, the Church shows to everyone the “sign” of God: the Child whom she bore in her womb and to whom she gave birth, yet who is the Son of the Most High, since he “is of the Holy Spirit” (Mt 1:20). He is truly the Saviour, for he is the Lamb of God who takes upon himself the sin of the world (cf. Jn 1:29). With the shepherds, let us bow down before the Lamb, let us worship God’s goodness made flesh, and let us allow tears of repentance to fill our eyes and cleanse our hearts.
He alone, he alone can save us. Only God’s mercy can free humanity from the many forms of evil, at times monstrous evil, which selfishness spawns in our midst. The grace of God can convert hearts and offer mankind a way out of humanly insoluble situations.
Where God is born, hope is born. Where God is born, peace is born. And where peace is born, there is no longer room for hatred and for war. Yet precisely where the incarnate Son of God came into the world, tensions and violence persist, and peace remains a gift to be implored and built. May Israelis and Palestinians resume direct dialogue and reach an agreement which will enable the two peoples to live together in harmony, ending a conflict which has long set them at odds, with grave repercussions for the entire region.
We pray to the Lord that the agreement reached in the United Nations may succeed in halting as quickly as possible the clash of arms in Syria and in remedying the extremely grave humanitarian situation of its suffering people. It is likewise urgent that the agreement on Libya be supported by all, so as to overcome the grave divisions and violence afflicting the country. May the attention of the international community be unanimously directed to ending the atrocities which in those countries, as well as in Iraq, Libya, Yemen and sub-Saharan Africa, even now reap numerous victims, cause immense suffering and do not even spare the historical and cultural patrimony of entire peoples. My thoughts also turn to those affected by brutal acts of terrorism, particularly the recent massacres which took place in Egyptian airspace, in Beirut, Paris, Bamako and Tunis.
To our brothers and sisters who in many parts of the world are being persecuted for their faith, may the Child Jesus grant consolation and strength.
We also pray for peace and concord among the peoples of the Democratic Republic of Congo, Burundi and South Sudan, that dialogue may lead to a strengthened common commitment to the building of civil societies animated by a sincere spirit of reconciliation and of mutual understanding.
May Christmas also bring true peace to Ukraine, offer comfort to those suffering from the effects of the conflict, and inspire willingess to carry out the agreements made to restore concord in the entire country.
May the joy of this day illumine the efforts of the Colombian people so that, inspired by hope, they may continue their commitment to working for the desired peace.
Where God is born, hope is born; and where hope is born, persons regain their dignity. Yet even today great numbers of men and woman are deprived of their human dignity and, like the child Jesus, suffer cold, poverty, and rejection. May our closeness today be felt by those who are most vulnerable, especially child soldiers, women who suffer violence, and the victims of human trafficking and the drug trade.
Nor may our encouragement be lacking to all those fleeing extreme poverty or war, travelling all too often in inhumane conditions and not infrequently at the risk of their lives. May God repay all those, both individuals and states, who generously work to provide assistance and welcome to the numerous migrants and refugees, helping them to build a dignified future for themselves and for their dear ones, and to be integrated in the societies which receive them.
On this festal day may the Lord grant renewed hope to all those who lack employment; may he sustain the commitment of those with public responsibilities in political and economic life, that they may work to pursue the common good and to protect the dignity of every human life.
Where God is born, mercy flourishes. Mercy is the most precious gift which God gives us, especially during this Jubilee year in which we are called to discover that tender love of our heavenly Father for each of us. May the Lord enable prisoners in particular to experience his merciful love, which heals wounds and triumphs over evil.
Today, then, let us together rejoice in the day of our salvation. As we contemplate the Crib, let us gaze on the open arms of Jesus, which show us the merciful embrace of God, as we hear the cries of the Child who whispers to us: “for my brethren and companions’ sake, I will say: Peace be within you” (Ps 121[122]:8).
Spagnolo
Queridos hermanos y hermanas, feliz Navidad.
Cristo nos ha nacido, exultemos en el día de nuestra salvación.
Abramos nuestros corazones para recibir la gracia de este día, que es Él mismo: Jesús es el «día» luminoso que surgió en el horizonte de la humanidad. El día de la misericordia, en el cual Dios Padre ha revelado a la humanidad su inmensa ternura. Día de luz que disipa las tinieblas del miedo y de la angustia. Día de paz, en el que es posible encontrarse, dialogar, reconciliarse. Día de alegría: una «gran alegría» para los pequeños y los humildes, para todo el pueblo (cf. Lc 2,10).
En este día, ha nacido de la Virgen María Jesús, el Salvador. El pesebre nos muestra la «señal» que Dios nos ha dado: «un niño recién nacido envuelto en pañales y acostado en un pesebre» (Lc 2,12). Como los pastores de Belén, también nosotros vamos a ver esta señal, este acontecimiento que cada año se renueva en la Iglesia. La Navidad es un acontecimiento que se renueva en cada familia, en cada parroquia, en cada comunidad que acoge el amor de Dios encarnado en Jesucristo. Como María, la Iglesia muestra a todos la «señal» de Dios: el niño que ella ha llevado en su seno y ha dado a luz, pero que es el Hijo del Altísimo, porque «proviene del Espíritu Santo» (Mt 1,20). Por eso es el Salvador, porque es el Cordero de Dios que toma sobre sí el pecado del mundo (cf. Jn 1,29). Junto a los pastores, postrémonos ante el Cordero, adoremos la Bondad de Dios hecha carne, y dejemos que las lágrimas del arrepentimiento llenen nuestros ojos y laven nuestro corazón.
Sólo él, sólo él nos puede salvar. Sólo la misericordia de Dios puede liberar a la humanidad de tantas formas de mal, a veces monstruosas, que el egoísmo genera en ella. La gracia de Dios puede convertir los corazones y abrir nuevas perspectivas para realidades humanamente insuperables.
Donde nace Dios, nace la esperanza. Donde nace Dios, nace la paz. Y donde nace la paz, no hay lugar para el odio ni para la guerra. Sin embargo, precisamente allí donde el Hijo de Dios vino al mundo, continúan las tensiones y las violencias y la paz queda como un don que se debe pedir y construir. Que los israelíes y palestinos puedan retomar el diálogo directo y alcanzar un entendimiento que permita a los dos pueblos convivir en armonía, superando un conflicto que les enfrenta desde hace tanto tiempo, con graves consecuencias para toda la región.
Pidamos al Señor que el acuerdo alcanzado en el seno de las Naciones Unidas logre cuanto antes acallar el fragor de las armas en Siria y remediar la gravísima situación humanitaria de la población extenuada. Es igualmente urgente que el acuerdo sobre Libia encuentre el apoyo de todos, para que se superen las graves divisiones y violencias que afligen el país. Que toda la Comunidad internacional ponga su atención de manera unánime en que cesen las atrocidades que, tanto en estos países como también en Irak, Yemen y en el África subsahariana, causan todavía numerosas víctimas, provocan enormes sufrimientos y no respetan ni siquiera el patrimonio histórico y cultural de pueblos enteros. Quiero recordar también a cuantos han sido golpeados por los atroces actos terroristas, particularmente en las recientes masacres sucedidas en los cielos de Egipto, en Beirut, París, Bamako y Túnez.
Que el Niño Jesús les dé consuelo y fuerza a nuestros hermanos, perseguidos por causa de su fe en distintas partes del mundo.
Pidamos Paz y concordia para las queridas poblaciones de la República Democrática del Congo, de Burundi y del Sudán del Sur para que, mediante el diálogo, se refuerce el compromiso
común en vista de la edificación de sociedades civiles animadas por un sincero espíritu de reconciliación y de comprensión recíproca.
Que la Navidad lleve la verdadera paz también a Ucrania, ofrezca alivio a quienes padecen las consecuencias del conflicto e inspire la voluntad de llevar a término los acuerdos tomados, para restablecer la concordia en todo el país.
Que la alegría de este día ilumine los esfuerzos del pueblo colombiano para que, animado por la esperanza, continúe buscando con tesón la anhelada paz.
Donde nace Dios, nace la esperanza¸ y donde nace la esperanza, las personas encuentran la dignidad. Sin embargo, todavía hoy muchos hombres y mujeres son privados de su dignidad humana y, como el Niño Jesús, sufren el frío, la pobreza y el rechazo de los hombres. Que hoy llegue nuestra cercanía a los más indefensos, sobre todo a los niños soldado, a las mujeres que padecen violencia, a las víctimas de la trata de personas y del narcotráfico.
Que no falte nuestro consuelo a cuantos huyen de la miseria y de la guerra, viajando en condiciones muchas veces inhumanas y con serio peligro de su vida. Que sean recompensados con abundantes bendiciones todos aquellos, personas privadas o Estados, que trabajan con generosidad para socorrer y acoger a los numerosos emigrantes y refugiados, ayudándoles a construir un futuro digno para ellos y para sus seres queridos, y a integrarse dentro de las sociedades que los reciben.
Que en este día de fiesta, el Señor vuelva a dar esperanza a cuantos no tienen trabajo y sostenga el compromiso de quienes tienen responsabilidad públicas en el campo político y económico para que se empeñen en buscar el bien común y tutelar la dignidad toda vida humana.
Donde nace Dios, florece la misericordia. Este es el don más precioso que Dios nos da, particularmente en este año jubilar, en el que estamos llamados a descubrir la ternura que nuestro Padre celestial tiene con cada uno de nosotros. Que el Señor conceda, especialmente a los presos, la experiencia de su amor misericordioso que sana las heridas y vence el mal.
Y de este modo, hoy todos juntos exultemos en el día de nuestra salvación. Contemplando el portal de Belén, fijemos la mirada en los brazos de Jesús que nos muestran el abrazo misericordioso de Dios, mientras escuchamos el gemido del Niño que nos susurra: «Por mis hermanos y compañeros voy a decir: “La paz contigo”» (Sal 121 [122], 8).
Portoghese
Queridos irmãos e irmãs, feliz Natal!
Cristo nasceu para nós, exultemos no dia da nossa salvação!
Abramos os nossos corações para receber a graça deste dia, que é Ele próprio: Jesus é o «dia» luminoso que surgiu no horizonte da humanidade. Dia de misericórdia, em que Deus Pai revelou à humanidade a sua imensa ternura. Dia de luz que dissipa as trevas do medo e da angústia. Dia de paz, em que se torna possível encontrar-se, dialogar, reconciliar-se. Dia de alegria: uma «grande alegria» para os pequenos e os humildes, e para todo o povo (cf. Lc 2, 10).
Neste dia, nasceu da Virgem Maria Jesus, o Salvador. O presépio mostra-nos o «sinal» que Deus nos deu: «um menino envolto em panos e deitado numa manjedoura» (Lc 2, 12). Como fizeram os pastores de Belém, vamos também nós ver este sinal, este acontecimento que, em cada ano, se renova na Igreja. O Natal é um acontecimento que se renova em cada família, em cada paróquia, em cada comunidade que acolhe o amor de Deus encarnado em Jesus Cristo. Como Maria, a Igreja mostra a todos o «sinal» de Deus: o Menino que Ela trouxe no seu ventre e deu à luz, mas que é Filho do Altíssimo, porque «é obra do Espírito Santo» (Mt 1, 20). Ele é o Salvador, porque é o Cordeiro de Deus que toma sobre Si o pecado do mundo (cf. Jo 1, 29). Juntamente com
os pastores, prostremo-nos diante do Cordeiro, adoremos a Bondade de Deus feita carne e deixemos que lágrimas de arrependimento inundem os nossos olhos e lavem o nosso coração.
Ele, só Ele, nos pode salvar. Só a Misericórdia de Deus pode libertar a humanidade de tantas formas de mal – por vezes monstruosas – que o egoísmo gera nela. A graça de Deus pode converter os corações e suscitar vias de saída em situações humanamente irresolúveis.
Onde nasce Deus, nasce a esperança. Onde nasce Deus, nasce a paz. E, onde nasce a paz, já não há lugar para o ódio e a guerra. E no entanto, precisamente lá onde veio ao mundo o Filho de Deus feito carne, continuam tensões e violências, e a paz continua um dom que deve ser invocado e construído. Oxalá israelitas e palestinenses retomem um diálogo directo e cheguem a um acordo que permita a ambos os povos conviverem em harmonia, superando um conflito que há muito os mantém contrapostos, com graves repercussões na região inteira.
Ao Senhor, pedimos que o entendimento alcançado nas Nações Unidas consiga quanto antes silenciar o fragor das armas na Síria e pôr remédio à gravíssima situação humanitária da população exausta. É igualmente urgente que o acordo sobre a Líbia encontre o apoio de todos, para se superarem as graves divisões e violências que afligem o país. Que a atenção da Comunidade Internacional se concentre unanimemente em fazer cessar as atrocidades que, tanto nos referidos países, como no Iraque, Líbia, Iémen e na África subsaariana, ainda ceifam inúmeras vítimas, causam imensos sofrimentos e não poupam sequer o património histórico e cultural de povos inteiros. Penso ainda em quantos foram atingidos por hediondos actos terroristas, em particular pelos massacres recentes ocorridos nos céus do Egipto, em Beirute, Paris, Bamaco e Túnis.
Aos nossos irmãos, perseguidos em muitas partes do mundo por causa da sua fé, o Menino Jesus dê consolação e força.
Paz e concórdia, pedimos para as queridas populações da República Democrática do Congo, do Burundi e do Sudão do Sul, a fim de se reforçar, através do diálogo, o compromisso comum em prol da edificação de sociedades civis animadas por sincero espírito de reconciliação e compreensão mútua.
Que o Natal traga verdadeira paz também à Ucrânia, proporcione alívio a quem sofre as consequências do conflito e inspire a vontade de cumprir os acordos assumidos para se restabelecer a concórdia no país inteiro.
Que a alegria deste dia ilumine os esforços do povo colombiano, para que, animado pela esperança, continue empenhado na busca da desejada paz.
Onde nasce Deus, nasce a esperança; e, onde nasce a esperança, as pessoas reencontram a dignidade. E, todavia, ainda hoje há multidões de homens e mulheres que estão privados da sua dignidade humana e, como o Menino Jesus, sofrem o frio, a pobreza e a rejeição dos homens. Chegue hoje a nossa solidariedade aos mais inermes, sobretudo às crianças-soldado, às mulheres que sofrem violência, às vítimas do tráfico de seres humanos e do narcotráfico.
Não falte o nosso conforto às pessoas que fogem da miséria ou da guerra, viajando em condições tantas vezes desumanas e, não raro, arriscando a vida. Sejam recompensados com abundantes bênçãos quantos, indivíduos e Estados, generosamente se esforçam por socorrer e acolher os numerosos migrantes e refugiados, ajudando-os a construir um futuro digno para si e seus entes queridos e a integrar-se nas sociedades que os recebem.
Neste dia de festa, o Senhor dê esperança àqueles que não têm trabalho e sustente o compromisso de quantos possuem responsabilidades públicas em campo político e económico a fim de darem o seu melhor na busca do bem comum e na protecção da dignidade de cada vida humana.
Onde nasce Deus, floresce a misericórdia. Esta é o presente mais precioso que Deus nos dá, especialmente neste ano jubilar em que somos chamados a descobrir a ternura que o nosso Pai celeste tem por cada um de nós. O Senhor conceda, particularmente aos encarcerados, experimentar o seu amor misericordioso que cura as feridas e vence o mal.
E assim hoje, juntos, exultemos no dia da nossa salvação. Ao contemplar o presépio, fixemos o olhar nos braços abertos de Jesus, que nos mostram o abraço misericordioso de Deus,
enquanto ouvimos as primeiras expressões do Menino que nos sussurra: «Por amor dos meus irmãos e amigos, proclamarei: “A paz esteja contigo”»! (Sal 122/121, 8).