mercoledì 24 febbraio 2016

L' amore prima del mondo.





Esce domani in libreria «L' amore prima del mondo» di Jorge Mario Bergoglio. Se potessi compiere un miracolo guarirei tutti i bambini che soffrono
Corriere della Sera
Le risposte del Papa ai più piccoli: «Ballate come facevo io, mette allegria» - Caro Papa Francesco, vorrei sapere di più su Gesù. Come ha camminato sull' acqua? Con affetto, Natasha (Kenya, 8 anni) Cara Natasha, devi immaginare Gesù che cammina naturalmente, normalmente. Non ha volato sull' acqua o fatto le capriole nuotando. Lui ha camminato come cammini tu, cioè come se l' acqua fosse terra, un piede dopo l' altro, anche vedendo i pesci sotto i suoi piedi far festa o nuotare veloci. Gesù è Dio e lui dunque può fare tutto. Può anche camminare tranquillamente sull' acqua. Dio non affonda, sai? Caro Papa Francesco, quando eri un bambino, ti piaceva ballare? Prajla (Albania, 6 anni) Tanto, cara Prajla! Ma proprio tanto tanto! Mi piaceva stare insieme con altri bambini, giocare, fare la ronda, ma anche ballare le nostre danze tipiche dell' Argentina. Mi divertivo molto. Poi da ragazzo mi piaceva ballare il tango. Mi piace tanto il tango. Vedi, ballare è esprimere la gioia, l' allegria. Quando uno è triste non può ballare. Generalmente i ragazzi hanno una grande risorsa: essere contenti. E per questo quando si è giovani si balla e così si esprime l' allegria del cuore. Persino il grande re Davide, quando prese Gerusalemme, facendone la Città Santa, vi fece trasportare solennemente l' Arca dell' Alleanza e si mise a ballare davanti ad essa. Non si preoccupò delle formalità, si dimenticò di doversi comportare come un re e si mise a ballare come un ragazzino! Ma Micol, sua moglie, vedendolo dalla finestra saltellare e ballare, lo derise e lo disprezzò nel suo cuore. Questa donna era malata di serietà, la «sindrome di Micol» io la chiamo. La gente che non può esprimere allegria sta sempre seria. Ballate, voi che siete bambini, così non sarete troppo seri quando sarete grandi! Caro Papa Francesco, la mia mamma è nel paradiso. Le cresceranno le ali d' angelo? Luca (Australia, 7 anni) Caro Luca, no, no, no! Tua mamma sta in cielo bella, splendida, piena di luce. Non le sono cresciute le ali. È proprio la mamma che tu conosci, ma più bella che mai. E lei ti guarda e sorride a te che sei suo figlio. Ogni volta che ti vede tua mamma è contenta, se ti comporti bene. Se non ti comporti bene, lei ti vuol bene lo stesso e chiede a Gesù di farti più buono. Pensa così la tua mamma: bella, sorridente e piena di affetto per te. Caro Papa Francesco, se tu potessi fare un miracolo, che cosa sarebbe? Con affetto, William (Usa, 7 anni) Caro William, io guarirei i bambini. Non sono riuscito ancora a capire perché i bambini soffrano. Per me è un mistero. Non so dare una spiegazione. Mi interrogo su questo. Prego su questa domanda: perché i bambini soffrono? È il mio cuore che si pone la domanda. Gesù ha pianto e piangendo ha capito i nostri drammi. Io cerco di capire. Se potessi fare un miracolo, guarirei tutti i bambini. Il tuo disegno mi fa riflettere: c' è una grande croce scura e dietro ci sono un arcobaleno e il sole che splende. Mi piace questo. La mia risposta al dolore dei bambini è il silenzio oppure una parola che nasce dalle mie lacrime. Non ho paura di piangere. Non devi averla neanche tu. Caro Papa Francesco, perché ti piace giocare a calcio? Ti auguro buona salute! Wing (Cina, 8 anni) Caro Wing, mi piace molto il calcio. Io non ho mai giocato partite serie perché non ho mai imparato bene la tecnica del gioco. Il mio piede non è agile. Ma mi piace tanto vedere giocare le squadre sul campo. Sai perché? Perché vedo che è un gioco di squadra, di solidarietà. Mi appassiono nel vedere una partita. Se un giocatore vuole giocare da solo perde, e poi non è amato dai suoi compagni di squadra. Si gioca bene al calcio quando si gioca insieme, quando si fa gioco di squadra e si cerca il bene di tutti senza pensare al bene personale o a mettersi in mostra. Così dovrebbe essere anche nella Chiesa. Caro Papa Francesco, sei mai stato accanto al sacerdote come chierichetto? Saluti da Alessio (Italia, 9 anni) Caro Alessio, sì che sono stato chierichetto. E tu? Quel chierichetto del disegno sei tu? Ma, senti, adesso è più facile. Devi sapere che quando ero bambino io la messa si celebrava in maniera differente da come si fa adesso. Il prete intanto guardava l' altare, che era accostato al muro, e non le persone. Poi il libro col quale diceva la messa, il messale, era messo sull' altare nella parte destra. Ma prima della lettura del Vangelo si spostava sempre sul lato sinistro. Questo era il mio compito: portarlo da destra a sinistra e da sinistra a destra. Ma che fatica! Era pesante! Io lo prendevo con tutta la mia energia, ma non ero robusto: lo sollevavo e mi cadeva, e così il prete mi doveva aiutare. Era un' impresa! Poi la messa non era in italiano. Il prete parlava ma io non capivo niente. E così anche i miei compagni. Allora poi per gioco imitavamo il prete storpiando un po' le parole per fare strane frasi in spagnolo. Ci divertivamo. E ci piaceva tanto servire la messa.

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Disegni e parole. «La tua mamma ti guarda dal cielo ma non ha le ali». I bambini scrivono al Papa
Corriere della Sera
(Vivian Lamarque) Meno male che i bambini non scrivono solo a Babbo Natale. Scrivono anche al Papa. Quello che a dicembre chiedono nelle lettere con indirizzo Lapponia possiamo immaginarlo senza difficoltà. Ma al Papa che cosa domandano? E il Papa risponde? È uscito L' amore prima del mondo. Papa Francesco scrive ai bambini di Jorge Mario Bergoglio (Rizzoli), dunque sì, il Papa risponde. E Antonio Spadaro trascrive: «Perché ti piace il calcio?» «Perché è un gioco di squadra; se un giocatore vuole giocare da solo perde; così dovrebbe essere anche nella Chiesa». 
«Mio nonno non è cattolico, andrà lo stesso in paradiso quando morirà?» «La volontà di Dio è che tutti si salvino». «Perché non ci sono più i miracoli?» «I miracoli ci sono! Il miracolo della gente che soffre e non perde la fede, per esempio». E domande sulla fame del mondo, e se il Papa da bambino ballava, se faceva il chierichetto, una trentina di lettere riportate nelle lingue originali e accompagnate da straordinari disegni che solo dalle mani dei bambini possono uscire (miracolo anche questo), e con le fotografie dei piccoli mittenti, tutti sorridenti meno uno, Luca, australiano, 7 anni, faccino pallido, occhi che più tristi non si può: «Dear Pope Francis, my Mum is in heaven. Will she grow angel wings?» «No, no, no! Tua mamma sta in cielo bella, splendida, piena di luce. Non le sono cresciute le ali. È proprio la mamma che tu conosci ma più bella che mai e ti guarda sempre e sorride, è piena di affetto per te». Natasha, dal Kenya, 8 anni, disegna un mare con dentro pesci che nuotano allineati come soldatini e sopra Gesù con una pesante corona in testa e chiede come fa a camminare sull' acqua, papa Francesco risponde «Gesù è Dio e Dio non affonda mai, sai?». Tom, Regno Unito, 8 anni, disegna un punto interrogativo e un Papa molto pensieroso, buio: «Qual è stata la tua scelta più difficile caro Papa?» «Mandar via qualcuno da un compito di responsabilità. Io amo fidarmi della gente, ma a volte bisogna farlo». William dagli Usa chiede quale miracolo farebbe se potesse farne uno: «Guarirei tutti i bambini. Non sono ancora riuscito a capire perché i bambini soffrono. Per me è un mistero». Possibile che anche altri Papi abbiano scritto lettere a bambini, magari cercando di usarne il lessico, ma papa Francesco possiede un' unica lingua, universale, chiara, luminosa, buona.