lunedì 29 febbraio 2016

Riconciliazione al centro



Nel palazzo della CancelleriaCon una «lectio magistralis» sul sacramento della riconciliazione» — di cui pubblichiamo in questa pagina la parte introduttiva — il cardinale penitenziere maggiore apre nel pomeriggio di oggi, 29 febbraio, nel Palazzo della Cancelleria, il ventisettesimo corso sul foro interno, organizzato dalla Penitenzieria apostolica, che si concluderà il 4 marzo. 
L’intervento del porporato è seguito da quello del vescovo reggente Krzysztof Nykiel, che tratta della struttura, delle competenze e della prassi della Penitenzieria. Diversi i temi che saranno affrontati nelle giornate dell’incontro: tra questi, i doveri e i diritti dei penitenti; il rapporto tra misericordia, verità e giustizia; la formazione della coscienza morale; la figura del confessore come testimone privilegiato dell’amore misericordioso di Dio; la direzione spirituale; la sfida antropologica ed etica della teoria del gender. Nella giornata conclusiva è prevista, in mattinata, l’udienza del Pontefice e, nel pomeriggio, la celebrazione penitenziale che sarà presieduta dal Papa nella basilica vaticana

(Mauro Piacenza) Il nostro percorso si colloca all’interno del grande anno giubilare della misericordia, indetto da Papa Francesco, un anno tutto incentrato sul mistero di Dio che dischiude a noi la propria intimità divina, per mezzo del suo Figlio fatto uomo, morto, risorto e asceso al cielo, che vive e opera nella sua Chiesa, salvando l’uomo per mezzo dei sacramenti: radicalmente per mezzo del battesimo e, in modo particolare, attraverso il Sacramento della riconciliazione.
Desidero introdurre questo corso, anzitutto riascoltando con voi l’invito accorato, che il Santo Padre ha rivolto a tutta la Chiesa — in particolare a noi ministri — al n. 17 della bolla di indizione dell’anno giubilare Misericordiae vultus: «Poniamo al centro con convinzione il sacramento della riconciliazione». Questo “grido” — del Papa, che porta nel cuore la sollecitudine per tutta la Chiesa, è rivelatore di un pensiero, di un giudizio su questo mondo e sulla missione della Chiesa, la quale guarda permanentemente a Cristo nell’esercizio del proprio ministero. Vorrei condividere con voi alcune considerazioni sui pericoli e le prospettive di questo momento storico, su come la Chiesa, in comunione effettiva ed affettiva con Pietro, sia chiamata a rispondervi e sulla centralità del sacramento della riconciliazione nella vita della Chiesa e di ciascun sacerdote. Anzitutto vi è una considerazione “primordiale”, dalla quale ogni altra considerazione della Chiesa riceve continuamente luce e forza, ed è tutta contenuta nelle parole del Battista, che riecheggiano in ogni celebrazione eucaristica: «Ecco l’Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo» (Giovanni, 1, 29). È questo l’annuncio che la Chiesa ripete davanti al mondo, invitandolo a convertirsi; è questo l’annuncio che, ogni giorno, attesta a noi stessi la novità, continua ed assoluta, che da duemila anni abita la storia e che ha conquistato, per sempre, le nostre vite: Dio è divenuto per noi l’Agnello immolato, ha portato su di sè il nostro peccato e, morto, regna ora vivo per sempre. Questo annuncio della Chiesa, che indica presente nel mondo l’Agnello di Dio, costituisce il più potente “antidoto” al veleno del serpente antico, il menzognero. Ben sappiamo come questa azione demoniaca, che Papa Francesco non ha tralasciato di segnalare apertamente, fin dal principio del pontificato, si compie però nell’orizzonte, per il demonio, di una inesorabile disfatta. Come il demonio esercita oggi questo potere? Dove maggiormente si è concentrata e si concentra questa azione? Su cosa egli principalmente insinua il falso? Il potere della menzogna non agisce mai, anzitutto, al livello dell’agire, a un livello cioè immediatamente etico, o morale. La menzogna tenta la sua azione, prima di tutto, al livello della conoscenza. Nel giardino dell’Eden si sviluppa, prima, l’ottenebramento dell’intelletto e della volontà, che presentano come buono ciò che buono non è e, quindi, il peccato della disobbedienza: «prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò» (Genesi, 3, 6b). Oggi come si concentra questa menzogna, che Cristo ha smascherato e sconfitto? La menzogna del principe di questo mondo tenta di rovesciare questo annuncio in ogni sua parte: l’Agnello, il mondo ed il peccato.
L'Osservatore Romano