venerdì 8 aprile 2016

Conferenza Stampa per la presentazione dell’Esortazione Apostolica post-sinodale del Santo Padre Francesco “Amoris laetitia”, sull’amore nella famiglia

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Conferenza Stampa per la presentazione dell’Esortazione Apostolica post-sinodale del Santo Padre Francesco “Amoris laetitia”, sull’amore nella famiglia
Sala stampa della Santa Sede
Intervento del Card. Lorenzo Baldisseri
Intervento del Card. Christoph Schönborn, O.P.
Intervento dei coniugi Prof. Francesco Miano e Prof.ssa Giuseppina De Simone

Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si tiene la Conferenza Stampa di presentazione dell’Esortazione Apostolica post-sinodale del Santo Padre Francesco “Amoris laetitia”, sull’amore nella famiglia.
Intervengono l’Em.mo Card. Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi; l’Em.mo Card. Christoph Schönborn, O.P., Arcivescovo di Wien; i coniugi Prof. Francesco Miano, Docente di Filosofia Morale presso l'Università degli Studi di Roma Tor Vergata e Prof.ssa Giuseppina De Simone in Miano, Docente di Filosofia presso la Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale di Napoli; S.E. Mons. Fabio Fabene, Sotto-Segretario del Sinodo dei Vescovi.
Riportiamo di seguito i testi degli interventi del Cardinale Baldisseri, del Cardinale Schönborn e dei coniugi Milano: 
 Testo in lingua italiana
Traduzione in lingua inglese
Traduzione in lingua francese

Testo in lingua italiana
Nel Giubileo della Misericordia
Sono lieto e onorato di presentare oggi l’Esortazione Apostolica Post-sinodale Amoris laetitia che Papa Francesco ha firmato il 19 marzo scorso, Solennità di San Giuseppe, e che oggi si rende pubblica. Anzitutto mi è gradito esprimere viva riconoscenza al Santo Padre, per aver donato alla Chiesa il prezioso documento sull’amore nella famiglia. Ringrazio inoltre tutti coloro che a vario titolo hanno offerto il loro
contributo; in particolare i Padri sinodali delle due Assemblee, il Relatore Generale e al Segretario Speciale, il Pontificio Consiglio per la famiglia e il suo Presidente.
È significativo che Amoris laetitia esca in pieno Giubileo della Misericordia: il testo vi fa riferimento tre volte e cita direttamente la Bolla di Indizione sei volte. Il documento corona il lavoro biennale del Sinodo, la cui grande riflessione ha investito tutte le dimensioni dell’istituto familiare, che oggi risente di una forte crisi nel mondo intero. Le società umane, segnate da conflitti e violenze, hanno bisogno di riconciliazione e di perdono a cominciare dal loro nucleo vitale: la famiglia. Il Giubileo della misericordia è davvero una buona notizia per le famiglie di ogni continente, specialmente per quelle ferite e umiliate.
Il titolo
Il titolo Amoris laetitia è in piena continuità con l’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium: dalla gioia del Vangelo alla gioia dell’amore nella famiglia. Il cammino sinodale ha presentato la bellezza della famiglia parlando dell’amore: esso costituisce il fondamento dell’istituto familiare, perché Dio è amore tra Persone, è Trinità e non solitudine. In questo documento il Santo Padre approfondisce il «Vangelo del matrimonio e della famiglia» (AL, 89) e offre concreti orientamenti pastorali che, nella continuità, acquistano un valore e una dinamica nuova.
«L’insieme degli interventi dei Padri, che ho ascoltato con costante attenzione, mi è parso un prezioso poliedro» (AL, 4) – scrive il Santo Padre, riprendendo la figura geometrica già impiegata in Evangelii gaudium (cf. 236). Infatti, il risultato del lavoro sinodale dei Padri raccoglie la pluralità delle esperienze e dei punti di vista delle Chiese particolari. Il confronto tra opinioni diverse è avvenuto con libertà e franchezza, che ha permesso di pervenire ad un risultato quasi unanimemente condiviso.
Il principio secondo il quale «il tempo è superiore allo spazio» (EG, 222-225; AL, 3, 261) indica che occorre tempo ed esistono modalità diverse mediante le quali trovare soluzioni più adatte alle differenti situazioni. Al riguardo, l’Esortazione dice: «Nella Chiesa è necessaria una unità di dottrina e di prassi, ma ciò non impedisce che esistano diversi modi di interpretare alcuni aspetti della dottrina o alcune conseguenze che da essa derivano» (AL, 3). Ad esempio, il testo fa riferimento a tre situazioni emblematiche in cui il trascorrere del tempo è necessario: nella preparazione al matrimonio (cf. AL, 205-216); nell’educazione dei figli (cf. AL, 261); nel superamento del lutto in famiglia (cf. AL, 255).
La chiave di lettura
In pieno accordo con il tempo giubilare che la Chiesa sta vivendo, l’adeguata chiave di lettura del documento è «la logica della misericordia pastorale» (AL, 307-312). Il Santo Padre afferma chiaramente la dottrina sul matrimonio e la famiglia, specialmente nel cap. III, e la propone come ideale irrinunciabile. Riferendosi ai giovani, egli afferma: «Per evitare qualsiasi interpretazione deviata, ricordo che in nessun modo la Chiesa deve rinunciare a proporre l’ideale pieno del matrimonio, il progetto di Dio in tutta la sua grandezza. […] Oggi, più importante di una pastorale dei fallimenti è lo sforzo pastorale per consolidare i matrimoni e così prevenire le rotture» (AL, 307). D’altra parte, il papa non dimentica di rivolgere la sua attenzione alle fragilità delle famiglie e persino al loro fallimento, e riprende un passo di Evangelii gaudium (n. 44): «“senza sminuire il valore dell’ideale evangelico, bisogna accompagnare con misericordia e pazienza le possibili tappe di crescita delle persone che si vanno costruendo giorno per giorno”, lasciando spazio alla “misericordia del Signore che ci stimola a fare il bene possibile”» (AL, 308).
La struttura
L’Esortazione è composta di nove capitoli, suddivisi in 325 numeri, con 391 note, e la preghiera finale alla Santa Famiglia. Il Santo Padre spiega lo sviluppo del documento (cf. AL, 6): l’ouverture, ispirata alla Sacra Scrittura (cap. I), dà il tono adeguato al documento, per passare poi a considerare la situazione attuale delle famiglie (cap. II), alla luce dell’insegnamento della Chiesa sul matrimonio e la famiglia (cap. III). All’amore nel matrimonio (cap. IV), che diventa fecondo nella famiglia (cap. V), spetta il posto centrale nel documento. Seguono alcuni orientamenti pastorali per costruire famiglie solide e feconde, secondo il piano di Dio (cap. VI), e per fortificare l’educazione dei figli (cap. VII). Il capitolo VIII è un invito alla misericordia e al discernimento pastorale di fronte a situazioni che non rispondono pienamente all’ideale che il Signore propone. L’Esortazione si conclude con alcune linee di spiritualità familiare (cap. IX).
Nell’introduzione, Papa Francesco stesso spiega la ragione della inevitabile estensione del testo. La riflessione del cammino sinodale ha fatto sì che l’Esortazione Apostolica post-sinodale comprendesse non solo le questioni strettamente inerenti alla famiglia, ma anche molti e diversi temi. La lunghezza e
l’articolazione del testo richiede una lettura non affrettata, non necessariamente continua, anche a seconda dell’interesse dei diversi lettori (cf. AL, 7).
Le fonti
Amoris laetitia è una ulteriore eminente espressione del pontificato di papa Francesco; rappresenta una splendida sintesi e proiezione verso ulteriori orizzonti. La base fondamentale dell’Esortazione è costituita dai documenti conclusivi delle due Assemblee sinodali sulla famiglia: 52 citazioni della Relatio Synodi 2014 e 84 della Relatio finalis 2015, per un totale di 136. In tal modo il Santo Padre attribuisce una grande importanza al lavoro collegiale e sinodale, accogliendolo e integrandolo.
Inoltre, il testo è corredato di numerosi riferimenti ai Padri della Chiesa (San Leone Magno e Sant’Agostino), ai teologi medioevali e moderni (San Tommaso, citato 19 volte; San Domenico; Beato Giordano di Sassonia; Alessandro di Hales; Sant’Ignazio di Loyola, 3 volte; San Roberto Bellarmino; San Giovanni della Croce); agli autori contemporanei (Joseph Pieper, Antonin Sertillanges, Gabriel Marcel, Erich Fromm, Santa Teresa di Lisieux, Dietrich Bonhoeffer, Jorge Luis Borges, Octavio Paz, Mario Benedetti, Martin Luther King). Tra i documenti pontifici dei predecessori vengono citati, ad esempio: Casti connubii di Pio XI; Mystici Corpori Christi di Pio XII; Humanae vitae del Beato Paolo VI (2 volte + 4 volte in altri documenti citati nel testo); le Catechesi sull’amore umano (23 volte) e Familiaris consortio (21 volte + 6) di San Giovanni Paolo II; Deus Caritas Est di Benedetto XVI (9 volte + 1). Il Concilio Vaticano II viene citato ben 22 volte + 6; il Catechismo della Chiesa Cattolica 13 volte + 2. Inoltre, oltre a 16 + 1 citazioni di Evangelii gaudium, spiccano le Catechesi sulla famiglia di papa Francesco pronunciate in occasione delle udienze generali, che vengono citate 50 volte. Infine, vengono citati 12 volte altri Documenti della Santa Sede e 10 volte Documenti di Conferenze Episcopali.
Degne di nota sono le espressioni che il Santo Padre usa per attribuire rilevanza al lavoro condotto per due anni dai Vescovi di tutto il mondo con le loro Chiese, quando dice: «sostengo» (AL, 297), «accolgo» (AL, 299), «considero molto appropriato» (AL, 302). Sono una ventina le volte in cui nel testo l’Autore si riferisce esplicitamente al Sinodo o ai Padri sinodali.
Alcuni punti salienti
1) Il documento porge uno sguardo positivo sulla bellezza dell’amore coniugale e sulla famiglia, in un’epoca di crisi globale di cui soffrono principalmente le famiglie. Lo spazio dedicato all’amore e alla sua fecondità, in particolare nei capitoli IV-V, rappresenta un contributo originale, sia per il contenuto generale sia per il modo di esporlo. Ogni espressione dell’amore nell’inno alla carità di San Paolo (cf. 1Cor 13,4-7) è una meditazione spirituale ed esistenziale per la vita degli sposi, tratteggiata con sapiente introspezione, propria di un’esperta guida spirituale, che conduce alla crescita nella carità coniugale.
2) Al Vescovo è affidato il compito di condurre il Popolo di Dio, sull’esempio di Gesù buon Pastore che «chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori» (Gv 10,3). Il servizio pastorale del Vescovo comporta anche l’esercizio del potere giudiziale che, attraverso i due Motu Proprio Mitis iudex Dominus Iesus e Mitis et misericors Iesus, il Santo Padre ha così definito: «Attraverso di essi ho anche voluto “rendere evidente che lo stesso Vescovo nella sua Chiesa, di cui è costituito pastore e capo, è per ciò stesso giudice tra i fedeli a lui affidati”» (AL, 244). Ne consegue che il Vescovo, attraverso presbiteri e operatori pastorali adeguatamente preparati, disponga servizi appropriati per coloro che sono in condizioni di disagio familiare, di crisi e di fallimento.
3) Come ogni pastore, Papa Francesco rivolge la sua sollecitudine paterna alla «innumerevole varietà di situazioni concrete» (AL, 300). Pertanto, egli afferma: «è comprensibile che non ci si dovesse aspettare dal Sinodo o da questa Esortazione una nuova normativa generale di tipo canonico, applicabile a tutti i casi» (ib.). Dal momento che – come il Sinodo ha affermato – «il grado di responsabilità non è uguale in tutti i casi», occorre procedere con «un responsabile discernimento personale e pastorale dei casi particolari» (ib.).
I battezzati che vivono in una seconda unione devono essere integrati e non esclusi. L’Esortazione al riguardo è molto chiara: «La loro partecipazione può esprimersi in diversi servizi ecclesiali: occorre perciò discernere quali delle diverse forme di esclusione attualmente praticate […] possano essere superate» (AL, 299).
Per accompagnare e integrare le persone che vivono in situazioni cosiddette “irregolari” è necessario che i pastori le guardino in faccia una per una. Il documento dice: «I presbiteri hanno il compito di “accompagnare le persone interessate sulla via del discernimento secondo l’insegnamento della Chiesa e gli orientamenti del Vescovo”» (AL, 300). In questo processo di discernimento «sarà utile fare un esame di coscienza, tramite momenti di riflessione e di pentimento. I divorziati risposati dovrebbero chiedersi come si sono comportati verso i loro figli quando l’unione coniugale è entrata in crisi; se ci sono stati tentativi di riconciliazione; come è la situazione del partner abbandonato; quali conseguenze ha la nuova relazione sul resto della famiglia e la comunità dei fedeli; quale esempio essa offre ai giovani che si devono preparare al matrimonio» (ib.).
Il discernimento avviene attraverso il «colloquio col sacerdote, in foro interno, [che] concorre alla formazione di un giudizio corretto su ciò che ostacola la possibilità di una più piena partecipazione alla vita della Chiesa e sui passi che possono favorirla e farla crescere» (ib.).
4) Nella prospettiva del compimento dell’ideale del matrimonio, l’Esortazione ha innanzitutto messo in grande rilievo la preparazione dei fidanzati al sacramento, al fine di fornire «loro gli elementi necessari per poterlo ricevere con le migliori disposizioni e iniziare con una certa solidità la vita familiare» (AL, 207). Il Papa afferma che, in questa preparazione, occorre attingere alle «convinzioni dottrinali» e alle «preziose risorse spirituali» della Chiesa, come anche ricorrere a «percorsi pratici, consigli ben incarnati, strategie prese dall’esperienza, orientamenti psicologici» (AL, 211).
L’Esortazione indica, inoltre, la necessità che questo cammino prosegua anche dopo la celebrazione, specialmente nei primi anni di vita coniugale. Ai giovani sposi il Papa ricorda che «il matrimonio non può intendersi come qualcosa di concluso. […] Lo sguardo si rivolge al futuro che bisogna costruire giorno per giorno con la grazia di Dio» (AL, 218).
5) Il documento ricorda che «i Padri hanno anche considerato la situazione particolare di un matrimonio solo civile o, fatte salve le differenze, persino di una semplice convivenza in cui, “quando l’unione raggiunge una notevole stabilità attraverso un vincolo pubblico, è connotata da affetto profondo, da responsabilità nei confronti della prole, da capacità di superare le prove, può essere vista come un’occasione da accompagnare nello sviluppo verso il sacramento del matrimonio”» (AL, 293).
6) Nell’accompagnare le fragilità e curare le ferite, il principio della gradualità nella pastorale riflette la pedagogia divina: come Dio si prende cura di tutti i suoi figli, a cominciare dai più deboli e lontani, così «la Chiesa si volge con amore a coloro che partecipano alla sua vita in modo imperfetto» (AL, 78), poiché tutti devono essere integrati nella vita della comunità ecclesiale (cf. AL, 297). Il Papa afferma, infatti, che «nessuno può essere condannato per sempre, perché questa non è la logica del Vangelo!» (ib.).
Non limitandosi alle situazioni cosiddette “irregolari”, l’Esortazione, quindi, dischiude l’ampio orizzonte della grazia immeritata e della misericordia incondizionata per «tutti, in qualunque situazione si trovino» (ib.).
Di fronte ai grandi avvenimenti che sconvolgono il mondo odierno, si scopre la grandezza di Dio e il suo amore per l’uomo che, ferito costantemente, ha bisogno di essere accolto e curato da Cristo, buon samaritano dell’umanità. Dalla consapevolezza che Dio offre e regala misericordia e che «la città dell’uomo non è promossa solo da rapporti di diritti e di doveri, ma ancor più e ancor prima da relazioni di gratuità, di misericordia e di comunione» (CV, 6), emerge la necessità di oltrepassare l’orizzonte umano della giustizia con uno scatto, un salto in avanti. Questo viene soltanto dall’amore, che diventa misericordioso dinanzi alle fragilità umane, ed è capace di infondere coraggio e speranza. In tale contesto si colloca l’Esortazione Apostolica, che con questa espressione tocca il cuore del Vangelo e risana quello dell’uomo ferito: «la misericordia è la pienezza della giustizia e la manifestazione più luminosa della verità di Dio» (AL, 311).