venerdì 15 aprile 2016

Una scossa alla coscienza dell’Europa




Nuovo tweet del Papa: "I profughi non sono numeri, sono persone: sono volti, nomi, storie, e come tali vanno trattati." (16 aprile 2016)

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Papa Francesco a Lesbo insieme con Bartolomeo e Hieronymus.
 Programma


07:00 (a Lesbo - 08.00) - un ora in avanti rispetto a Roma
Partenza dall’aeroporto internazionale di Roma-Fiumicino per Mytilene

Ora della Grecia
10:20 
Arrivo all’aeroporto internazionale di Mytilene
CERIMONIA DI BENVENUTO
 
Il Santo Padre viene ricevuto dal Primo Ministro; riceve poi il benvenuto da parte di Sua Santità Bartolomeo, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, di Sua Beatitudine Ieronymos, Arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, e, subito dopo, di S.E. Mons. Fragkiskos Papamanolis, OFM Cap, Presidente della Conferenza Episcopale greca.
10:35 
INCONTRO PRIVATO CON IL PRIMO MINISTRO (in aeroporto)
10:55 

Trasferimento in minibus con Sua Santità Bartolomeo e Sua Beatitudine Ieronymos al Mòria refugee camp (16 Km).
11:15 

Arrivo al Mòria refugee camp (che ospita circa 2.500 profughi richiedenti asilo)
VISITA AI RIFUGIATI
Lungo le transenne sono riuniti circa 150 minorenni ospiti del centro.
I leader religiosi attraversano il cortile dedicato alla registrazione dei profughi e raggiungono la grande tenda dove salutano individualmente circa 250 richiedenti asilo.
12:25 

Discorsi dell’Arcivescovo Ieronymos; del Patriarca Bartolomeo e del Santo Padre Francesco dal podio nel cortile di registrazione dei profughi.
12:40 

Firma della dichiarazione congiunta.
12:45 

Pranzo dei tre leader religiosi con alcuni rifugiati nel container alle spalle del podio.
13:30

trasferimento in minibus al porto (8 Km)
13:45 
arrivo al Presidio della Guardia Costiera.
INCONTRO CON LA CITTADINANZA E CON LA COMUNITÀ CATTOLICA. MEMORIA DELLE VITTIME DELLE MIGRAZIONI.
Discorso del Santo Padre
Al termine, i tre leader religiosi recitano ciascuno una breve preghiera per le vittime delle migrazioni.
Chiamato un minuto di silenzio, i tre leader ricevono da tre bambini corone di alloro, che verranno lanciate in mare.
14:15  

trasferimento in minibus all’aeroporto (3 Km).
14:30 
In aeroporto:
INCONTRO PRIVATO CON L’ARCIVESCOVO DI ATENE E DI TUTTA LA GRECIA
INCONTRO PRIVATO CON IL PATRIARCA ECUMENICO
INCONTRO PRIVATO CON IL PRIMO MINISTRO
15:00

CERIMONIA DI CONGEDO
15:15 

Partenza in aereo dall’aeroporto internazionale di Mytilene per Roma.
16:30 

Arrivo all’aeroporto di Roma-Ciampino.

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Il Papa a Lesbo, una scossa alla coscienza dell’Europa 
 Vatican Insider 
(Andrea Tornielli) Oggi il viaggio lampo di Francesco nell’isola greca divenuta il primo approdo per tanti disperati in fuga dalla guerra, dalla violenza e dalla fame: cinque ore insieme al Patriarca Bartolomeo e all’arcivescovo ortodosso Ieronymos per ricordare che i rifugiati sono il nostro prossimo (...)

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La storia La prefazione di Francesco al libro su Bartolomeo «Il Patriarca, mio fratello»
Corriere della Sera
(Antonio Ferrari) Che Francesco sia un Pontefice straordinario è chiaro a tutti: credenti e non credenti. Che abbia nel cuore soprattutto gli ultimi è evidente. Oggi nell' isola greca di Lesbo, nel campo dove sono rinchiusi i profughi che dovranno essere riportati in Turchia, secondo l' accordo sottoscritto dall' Unione Europea, pranzerà con loro. Abbraccerà il patriarca ecumenico Bartolomeo I e l' arcivescovo di Atene Ieronimus, e si può star certi che fino all' ultimo cercherà di portare a Roma, sul suo aereo, alcuni dei migranti più bisognosi. Non so se sarà possibile, ma scommetterei che ci proverà. Però, la notizia che più colpisce, e che il Corriere della Sera , nella sua edizione digital, ha anticipato in esclusiva, ha un valore simbolico ed ecumenico davvero straordinario. Francesco ha infatti accettato di scrivere la prefazione della biografia di Bartolomeo, che uscirà negli Stati Uniti a novembre, in occasione del 25° anniversario dell' elezione del patriarca ecumenico, che ha avuto il coraggio di rompere con il passato, dopo secoli di divisioni e di rancori. Bartolomeo, che ha studiato in Italia, predica da sempre la necessità di arrivare, quanto prima, a chiudere il contenzioso millenario con la Chiesa cattolica. Aveva iniziato a parlare con Giovanni Paolo II, poi con Benedetto XVI, e infine con Francesco, con la convinzione, cementata da un nugolo di passi recenti, di dare una definitiva accelerazione al processo di riunificazione. Il Papa lo chiama «fratello Andrea», ricordando l' apostolo di cui il patriarca è successore, ed è un segnale davvero importante e con un profondo significato. Non è soltanto questo che li unisce, ma la comune convinzione di proteggere il creato. Bartolomeo è un antesignano della battaglia ecologica per assicurare la sopravvivenza del pianeta. Quando le forze glielo permettevano, non ha esitato a partecipare a missioni significative assieme agli «apostoli» che lottano in difesa dell' ambiente. In Francesco ha trovato un fratello estremamente ricettivo. Non solo. Per la sua biografia, «Bartolomew, Apostle and Visionary», scritta dal teologo australiano John Chryssavgis, ha ottenuto che anche il Papa emerito Benedetto XVI mandasse il suo contributo. È poi sicuro che il volume potrà avere un' edizione italiana. Svolta epocale, e non soltanto perché il giorno dell' insediamento di Francesco era presente, per la prima volta nella storia, il patriarca ecumenico degli ortodossi, appunto Bartolomeo I, ma perché quel gesto ha rappresentato la fine di un secolare rancore. Che ha ancora bisogno di tempo per essere ripulito da scorie millenarie. L' incontro di Francesco, a Cuba, con il patriarca russo, è una tappa fondamentale, «in vista, nel 2025, del primo Sinodo ecumenico che si svolgerà a Nicea. L' ultimo si svolse nell' 825. Quel giorno, tutti i cristiani dovrebbero ritrovarsi», dice Nicos Tzoitis, collaboratore del patriarca ecumenico di Costantinopoli (Istanbul). Soltanto un decennio fa, trionfavano gli insulti e le volgarità più insopportabili. Alla basilica di Betlemme, gli ortodossi (che custodiscono la grotta) e i cattolici si cambiavano accuse irriferibili. Al Santo Sepolcro di Gerusalemme, si fu costretti ad affidare le chiavi della Chiesa sul Golgota ad una grande famiglia musulmana. Ad Atene l' arcivescovo dell' epoca era intransigente. Tuttavia, tanti passi sono stati compiuti. E i profughi di Lesbo sono i testimoni di questa amicizia che sembra davvero il prologo alla riunificazione. Ben coscienti che tutte le difficoltà non sono state superate.