martedì 21 giugno 2016

Imparare a pregare 1




Oggi inizia l'estate, finalmente.... Un tempo per riposare, per pensare di più a noi stessi, alla vita, a chi siamo, a dove andiamo, ai grandi perchè. A tal proposito, ho pensato di mettere giù qualche breve pensiero sulla preghiera cristiana, a partire dalla esperienza maturata ormai in più di 30 anni, soprattutto nel Cammino Neocatecumenale, ma attingendo anche a testi della Sacra Scrittura e della Tradizione. Comincio oggi e spero che qualcuno ne tragga giovamento per il proprio progresso spirituale... Buona estate a tutti i lettori di questo blog!
P.bro Vito Valente

***

Capitolo 1: Le poste in gioco della preghiera

"La nostra vita varrà quello che varrà la nostra orazione"
MARTHE ROBIN

1. La preghiera come risposta a una chiamata.

La prima cosa che deve motivarci e incoraggiarci per entrare in una vita di preghiera è che Dio stesso ci invita ad essa. L'uomo cerca Dio, ma Dio lo cerca molto di più. Dio ci chiama a pregarlo perchè da sempre, e molto più di quanto immaginiamo, desidera ardentemente entrare in comunione con noi.
Il fondamento più solido della vita di preghiera non è la nostra ricerca, la nostra iniziativa personale, il nostro desiderio, ma la chiamata di Dio.
Non preghiamo per prima cosa perchè desideriamo Dio o perchè ci aspettiamo dalla vita di preghiera dei benefici preziosi, ma innanzitutto perchè è Dio a chiedercelo.

2. Il primato di Dio nella nostra vita.

L'esistenza umana trova la sua pienezza di equilibrio e la sua bellezza solo se Dio è il centro di essa. La fedeltà alla preghiera permette di garantire, in maniera concreta ed effettiva, questo primato di Dio. Senza di essa, la priorità data a Dio rischia di essere solo una buona intenzione, o addirittura un'illusione. Colui che non prega, in modo sottile ma certo, metterà il suo "ego" al centro della sua vita, e non la persona viva di Dio. Sarà disperso dalla moltitudine dei desideri, delle sollecitazioni e delle paure. Invece colui che prega sarà in un movimento di decentramento da se stesso e di ricentramento su Dio che permette a poco a poco a quest'ultimo di prendere (o di ri-prendere) il suo giusto posto nella sua vita: il primo.
Dare a Dio un primato assoluto rispetto ad ogni altra realtà (lavoro, relazioni umane....) è il solo mezzo per instaurare un rapporto giusto con le cose, in una sana distanza che permette di salvaguardare una libertà interiore e l'unità della propria vita. Altrimenti si cade in un'indifferenza, in una negligenza o, al contrario, in un attaccamento, in un'invasione, in una dispersione e in inquietudini inutili.
Il legame con Dio che si stringe nella preghiera è anche un elemento fondamentale di stabilità nella nostra vita. Dio è la Roccia, il suo amore è incrollabile. E in un mondo così instabile come il nostro, in cui lo smartphone scade 6 mesi dopo essere stato immesso sul mercato, è importantissimo trovare in Dio il nostro appoggio interiore.
Aggiungiamo che Dio è la sola fonte di energia inesauribile. Mediante la preghiera, "se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno" (2Cor. 4,16). 
"Anche i giovani faticano e si stancano, 
gli adulti inciampano e cadono; 
ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, 
mettono ali come aquile, 
corrono senza affannarsi, 
camminano senza stancarsi" (Is. 40, 30-31). 




***
Per chi legge lo spagnolo...
Jacques Philippe Obras Completas