domenica 19 giugno 2016

Sotto il segno dell’etimasia



(da Chania Hyacinthe Destiville) Il logo del Santo e grande concilio della Chiesa ortodossa è l’icona dell’etimasia (dal greco hetoimasìa), la “preparazione” del trono. L’immagine raffigura un trono vuoto che simboleggia l’attesa da parte della Chiesa del ritorno di Cristo alla fine dei tempi, un tema escatologico molto antico, particolarmente caro all’iconografia bizantina. Questa celebre icona può anche essere letta come un simbolo della santa Trinità: il trono si riferisce al padre, il libro dei vangeli posto sul trono rappresenta il Figlio, al di sopra c’è una colomba, simbolo dello Spirito santo. Nella cornice circolare che racchiude l’immagine sono raffigurate quattordici croci bianche, che indicano le quattordici Chiese ortodosse autocefale.
Non si poteva trovare un’immagine più adatta per simboleggiare il concilio che si aprirà a Creta il 20 giugno, dopo la celebrazione della solennità ortodossa della Pentecoste: un concilio di “preparazione”, appunto, che dovrebbe porre le prime basi di una sinodalità rafforzata delle Chiese ortodosse, nell’attesa che, con l’aiuto dello Spirito santo, tutte possano prendervi parte.
Gli ultimi preparativi del concilio si sono tenuti il 17 giugno con la “piccola sinassi” dei dieci primati giunti in questi ultimi giorni nel paesino cretese di Kolymbari, divenuto per alcune giornate il centro dell’ortodossia mondiale. Dopo essersi riuniti per una preghiera di dossologia nel monastero di Gonia, i primati, accompagnati ognuno da due vescovi, hanno raggiunto la vicina Accademia ortodossa. L’incontro, che era stato programmato durante l’ultima sinassi lo scorso gennaio a Chambésy, ha avuto come obiettivo principale quello di esaminare l’agenda del prossimo concilio, come pure la bozza del messaggio finale, preparata dal 9 al 16 giugno da un comitato speciale.
Questo comitato speciale, nel suo comunicato dell’11 giugno, ha affermato che «il messaggio non solo avrà un impatto sulla Chiesa ortodossa nel suo insieme, ma segnerà anche una tappa storica nella storia del cristianesimo». Tenuto conto delle incertezze che gravano sull’adozione di diversi documenti preconciliari — in particolare dei più controversi, quelli sui rapporti con gli altri cristiani e sul matrimonio — è probabile che questo messaggio finale sia effettivamente uno dei frutti importanti del concilio.
La sinassi è stata anche un’occasione per ricordare l’assenza di diverse Chiese ortodosse. Secondo il comunicato dell’ufficio stampa del concilio i primati, nei loro dibattiti, hanno dichiarato «che sono dispiaciuti per l’assenza del patriarcato di Antiochia e delle Chiese di Russia, di Bulgaria e di Georgia» e «hanno formulato preghiere affinché lo Spirito santo le ispiri a partecipare al concilio». In base alle informazioni del sito internet ufficiale della Chiesa ortodossa serba, il patriarca serbo Ireneo, in particolare, ha espresso il desiderio che i rappresentanti delle Chiese assenti possano unirsi alla celebrazione della Pentecoste domenica nella cattedrale di San Mena a Heraklion. La sinassi ha quindi chiesto al patriarca ecumenico di contattare i primati di queste Chiese per rinnovare loro l’invito.
Nel corso della sinassi è stato anche letto il messaggio del patriarca di Mosca, Cirillo, rivolto quello stesso giorno «ai primati e ai rappresentanti delle Chiese ortodosse locali riuniti nell’isola di Creta». Scrive Cirillo: «Non dobbiamo farci turbare dal fatto che i pareri delle Chiese sorelle sulla convocazione del Santo e grande concilio siano stati discordanti» e, citando le parole dell’apostolo Paolo, aggiunge: «È necessario infatti che avvengano divisioni tra voi, perché si manifestino quelli che sono i veri credenti in mezzo a voi» (1 Corinzi, 11, 19). In effetti, «le Chiese, sia quelle che hanno deciso di venire a Creta, sia quelle che si sono astenute, hanno preso la decisione in coscienza, pertanto è bene considerare la loro posizione con rispetto».
Da parte sua — spiega il patriarca Cirillo — la Chiesa ortodossa russa «si è sempre fondata sulla convinzione che la voce di ogni Chiesa ortodossa locale, piccola o grande, antica o recente, non debba essere trascurata». Ebbene, «il mancato accordo della Chiesa di Antiochia alla convocazione del concilio significa che non siamo giunti a un consenso panortodosso». Inoltre, «non possiamo ignorare le voci delle Chiese di Georgia, di Serbia e di Bulgaria, che si sono pronunciate a favore di un rinvio della data del concilio».
Tuttavia — prosegue il patriarca di Mosca — «con un po’ di buona volontà, l’incontro di Creta può costituire un passo importante verso la risoluzione delle controversie esistenti». In effetti, «può apportare il suo contributo alla preparazione di questo Santo e grande concilio che unirà tutte le Chiese ortodosse autocefale locali senza alcuna eccezione e sarà il riflesso dell’unità della santa Chiesa ortodossa di Cristo», conclude Cirillo prima di assicurare i primati della sua preghiera durante le prossime «giornate di lavoro».
È interessante notare che nel messaggio il patriarca di Mosca non utilizza la parola “concilio” per designare la prossima assemblea e non sembra dunque ritenere che il Santo e grande concilio si possa riunire senza la totalità delle Chiese ortodosse. Ci si deve comunque rallegrare del fatto che, nonostante le difficoltà, i contatti tra le Chiese sorelle ortodosse proseguono attivamente. Dopo tutto, anche gli scambi di messaggi tra i primati delle Chiese fanno parte della conciliarità.
Questa conciliarità è vissuta ed espressa prima di tutto dalla liturgia eucaristica celebrata quotidianamente. I primati delle Chiese autocefale hanno concelebrato la Divina liturgia il 18 giugno attorno al patriarca Teodoro II di Alessandria, secondo per rango nei dittici, nella chiesa dell’Annunciazione di Kissamos, non lontano da Chania. Domenica 19 concelebreranno la liturgia di Pentecoste nella cattedrale di San Mena di Heraklion, chiesa primaziale di Creta, sotto la presidenza del patriarca ecumenico Bartolomeo. L’ufficio sarà seguito da un pranzo offerto dal presidente della Repubblica ellenica, Prokòpis Pavlòpoulos. Finalmente, il 20 giugno all’Accademia ortodossa di Creta, si aprirà il concilio, preparato e atteso da lungo tempo.
Un dettaglio del logo del Santo e grande concilio richiama l’attenzione: sul trono dell’etimasia è deposto un mantello. È il mantello della giustizia, di cui Cristo si rivestirà per pronunciare il suo giudizio, in greco krìsis. Il 20 giugno certamente per la Chiesa ortodossa, nel senso etimologico del termine, sarà un momento critico.
L'Osservatore Romano