mercoledì 21 settembre 2016

"KNOWLEDGE GRAPH"




COME UN LIBRO DELLA GENESI IN VERSIONE 3.0. IN QUESTO NUOVO PRINCIPIO, MENTRE CI STA CONOSCENDO SIN NELLE PIEGHE PIU' SEGRETE (E QUINDI FATTI SUOI), GOOGLE CI STA RICREANDO A SUA IMMAGINE (DI CHI?... SE NON E' IL DIO DI GESU', CHI PUO' ESSERE?) PLASMANDOCI CON L'ABITUDINE A CERCARE SUL WEB E CON LE ALTRE APPLICAZIONI QUELLO CHE LUI VUOLE. UNA VOLTA COMPLETATA L'OPERA CI METTERA' NEL SUO EDEN TECNOLOGICO. CHE TUTTO QUESTO ABBIA UN'ISPIRAZIONE SATANICA (AL NETTO DELLE UTILITA' E DELLE COMODITA', MA IL PRINICIPE DI QUESTO MONDO MICA TI PRESENTA L'ESITO TRAGICO DELLA SUA SCELTA...) CE LO DICE LA SCHIAVITU' CHE CI CARATTERIZZERA' UNA VOLTA DEPOSTI NEL GIARDINO DI GOOGLE. L'ESATTO CONTRARIO DELLA LIBERTA' NELLA QUALE CI HA CREATI L'UNICO VERO DIO. UNA COSA E' LA DIPENDENZA INDOTTA E SCHIAVIZZANTE, ED E' OPERA DEL DEMONIO, UNA COSA E' L'OBBEDIENZA CHE SCATURISCE DAL SENTIRSI AMATI, CHE SIGNIFICA LIBERTA' VERA, ED E' OPERA DI DIO... 


«Prima o poi arriveremo ad avere un dialogo profondo e articolato con le macchine. E in tutte le lingue del mondo», spiega. «Difficile dire quando ci arriveremo. Ma intanto il motore di ricerca è alla base del nostro nuovo assistente virtuale, le due cose si stanno fondendo. Oggi può sostenere uno scambio basilare: se gli si pongono domande semplici, correlate fra loro, risponde in modo altrettanto semplice. Il nostro obbiettivo è andare oltre. Abbiamo i giusti ingredienti, stiamo progredendo ad una velocità che due o tre anni fa non era pensabile». Nel futuro di tutti noi c’è quindi una versione di Google su misura. Con i suoi lati positivi e negativi. «Io sono cresciuto fra Africa e India. Non è facile avere accesso alle informazioni da quelle parti. E sono le informazioni che ci permettono di evolvere. La missione per noi è la stessa da anni: consentire a tutti di accedere al sapere necessario per migliorare la propria vita e la propria condizione». A proposito di origini, da dove siete partiti? «Dalle parole: addestrare le macchine a capire il parlato, dal mandarino all’italiano. Poi abbiamo iniziato ad insegnargli a comprendere il contesto e il senso di una frase. Ma la tecnica dell’apprendimento delle macchine ha bisogno di tantissimi dati per dare dei risultati. Milioni di fotografie di rane di ogni tipo, prima che un computer sappia riconoscerla e identificarla». Però ora ci riesce. E vale anche per parole, frasi, abitudini, foto e domani video. «Se vuoi avere una conversazione con qualcuno devi avere gli stessi riferimenti. Se chiedo da dove vieni e mi rispondi che vieni dall’Italia, sta avvenendo uno scambio di informazioni su una base comune: tutti e due siamo in grado di comprendere la domanda e tutti e due sappiamo collocare geograficamente la risposta. Abbiamo costruito una nozione del mondo che fosse di riferimento per le macchine. Si chiama Knowledge Graph, o “grafo della conoscenza”. Il nostro motore di ricerca lo ha adottato cinque anni fa. Alla parola Italia è associata quella della capitale Roma, il nome del primo ministro e via discorrendo. Una rete di fatti, luoghi, persone, collegati gli uni agli altri. Ne abbiamo 50 miliardi di connessioni del genere». Arricchite anche da quel che fanno miliardi di persone online ogni giorno. «Le risposte personalizzate restano personali. Se vuoi recuperare una mail, controllare gli impegni dell’agenda, se c’è traffico lungo il tragitto da casa al lavoro, dobbiamo per forza usare dei dati. Serve sapere cosa stai facendo e cosa hai fatto, per aiutarti in quel che probabilmente farai. Alla fine cos’è un’assistente virtuale? Un servizio attraverso il quale ottieni le informazioni che vuoi. È la nostra missione da sempre». Ma c’è chi sostiene che quella missione sia diventata fornire la risposta che voi preferite. «Le risposte variano perché le domande vengono fatte in lingue diverse e in luoghi diversi. Usiamo oltre cento diversi parametri per rispondere, per migliorare le informazioni che forniamo. Ma sempre tentando di dare la giusta risposta» (La Repubblica, 21 settembre 2016).


MA IN FONDO GOOGLE HA SOLO SCOPERTO COME FAR SOLDI CON L'INCREDULITA' CREDULONA. TIPO QUELLA DI AUGIAS, PER CUI LA VITA VA E VIENE SENZA ALCUN ALTRO SENSO (DIREZIONE E VALORE) CHE QUELLO ATTRIBUITO DAL SINGOLO INDIVIDUO, CERCANDO DI VIVERE NUOCENDO IL MENO POSSIBILE. IL CHE, GUARDA CASO, COINCIDE PROPRIO CON LA MISSIONE DI GOOGLE, OFFERTA E ACCOLTA DA CHI, DISORIENTATO (SENZA ORIENTE VERSO CUI TENDERE....) HA BISOGNO DI SAPERE COME E DOVE DIRIGERE LA PROPRIA VITA, E QUINDI CREDE A TUTTO CIO' CHE LA SCIENZA AFFERMA.  

La vita va e viene, semplicemente accade, come accade che un albero cresca sano e quello vicino si schianti, come il vitello che nasce con due teste e i siamesi uniti in modo indivisibile perché gli ovuli al concepimento non si sono separati del tutto. Il senso della vita, il solo possibile, è quello che ognuno di noi riesce a conquistare cercando, quando ci riesce, di comportarsi meglio possibile, di vivere nuocendo meno che possa agli altri e all’ambiente. Il resto è benvenuta consolazione, per chi ne ha bisogno. (Corrado Augias, La Repubblica 21 settembre 2016)

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