martedì 11 ottobre 2016

Catholic mindfulness


Come praticare la mindfulness cattolica


 aleteia

Immagino abbiate sentito tutti parlare della cosiddettamindfulness, no? È ovunque, spuntata quasi all’improvviso. Video, corsi, talk show, ritiri sul tema, programmi scolastici, persino piccoli accessori da indossare… tutto ciò si prefigge lo scopo di aiutare le persone ad essere più “consapevoli”.
Ma cosa vuol dire? È soltanto un’altra moda passeggera, oppure l’ennesimo tentacolo della New Age che cerca di diventare di massa?
In realtà è, più di ogni altra cosa, una pratica cattolica, benché ai giorni nostri l’abbia resa popolare un medico buddista.
La premessa su cui si basa la mindfulness è che siamo al sicuro nel momento presente. Ed è qui che può introdursi la spiritualità cristiana.
Possiamo davvero sapere di essere al sicuro soltanto se crediamo che esiste un Dio che ci ama e che si prende cura di noi. Questa verità è anche la premessa per una pratica spirituale chiamata “abbandono alla provvidenza divina”, spiegata nell’omonimo libro. L’abbandono è una costante della spiritualità cattolica,  e può essere ritrovata anche nel libro di Frate Lawrence “Practice of the Presence of God”. La consapevolezza del momento presente è un aspetto centrale della vita mistica, e molti santi hanno scritto qualcosa a riguardo.
Più approfondiamo la cosiddetta mindfulness, e più capiamo che non è una nuova moda. È semplicemente un altro nome della spiritualità cattolica classica, presente nel mondo da quando Gesù ha detto ai suoi discepoli: “Per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro?
Il modo cattolico di intendere la consapevolezza del presente è una maniera molto pratica di confidare più in Dio che nelle nostre vite. Invece di separare la fede dalla vita di ogni giorno, la mindfulness aiuta a colmare i divari e a far sentire in noi quella pace che ha soltanto chi ha un Padre in cui poter confidare.


La mindfulness ci aiuta ad essere più presenti, in qualsiasi aspetto della nostra vita: andare a fare la spesa, rilassarsi con gli amici, ascoltare con attenzione un’omelia o meditare sui misteri del rosario. È semplicemente un nuovo modo di comprendere una verità antica.
Ma allora di cosa stiamo parlando?
È capitato a tutti noi di non prestare attenzione alle parole di chi ci sta parlando. O di scoprire di essere arrivati alla nostra destinazione con un vago ricordo di come vi siamo arrivati. Tutti noi a volte ci allontaniamo dal momento presente, ma a qualcuno capita più frequentemente.
I ricercatori ci dicono che, a un livello molto profondo, il nostro cervello scandaglia costantemente la nostra realtà per scoprire dove si nascondono dei potenziali pericoli, in modo da prepararsi ad affrontarli. E può succedere che abusiamo di questa tendenza interpretando come “pericolo” fare tardi dal dentista o avere una stanza lavanderia in disordine. Oppure rivivendo delle situazioni vissute non in maniera ottimale per capire come avremmo potuto far andare le cose, in modo da evitarci altri “pericoli” in futuro.
Quando la nostra immaginazione elabora queste situazioni di “pericolo”, il nostro cervello può reagire – fino a un certo punto – con una risposta del sistema nervoso simpatico, altrimenti nota come “reazione di attacco o fuga”. Anche se la risposta dovesse essere leggera e a malapena percepibile, manifestiamo delle reazioni fisiologiche ben precise in base a dove si trovi la nostra mente. Il nostro cuore batte più velocemente, aumenta la pressione del sangue e i si tendono i muscoli. Sentiamo un formicolio e la mente diventa ultra concentrata per affrontare il problema che abbiamo di fronte.
La consapevolezza del presente è dunque una pratica che ci aiuta a prestare più attenzione a queste reazioni. Aiutandoci ad imparare come concentrare la mente su ciò che vogliamo noi. La concentrazione è come un muscolo, e lamindfulness è il modo adatto per esercitarla.
Irrobustire questo muscolo ha degli effetti portentosi. Molti disturbi sono legati alla mente. Non soltanto disturbi psicologici, ma anche fisici e spirituali. Esercitare il muscolo della concentrazione della mente può aiutare a guarire da ognuno di essi. Ecco il perché dell’impatto positivo e della popolarità della pratica della mindfulness.
Quindi, per farla breve, cos’è questa mindfulness?
Sostanzialmente può essere definito come “consapevolezza del momento presente e sua accettazione”. Ci spinge ad imparare come concentrarci meglio su ciò che sta realmente accadendo attorno a noi in ogni preciso istante.
In ogni momento i nostri cinque sensi comunicano la realtà che ci circonda al nostro cervello, ma sta a noi scegliere di prestare attenzione a questo oppure alle idee che vengono dalla nostra immaginazione (alcune delle quali potrebbero stimolare la risposta del sistema nervoso simpatico, anche se siamo totalmente al sicuro).
E come questa pratica è potuta diventare così popolare al giorno d’oggi?
La mindfulness iniziò con il programma “Mindfulness Based Stress Reduction” sviluppato nel 1979 dal ricercatore Jon Kabat-Zinn.
Studiando gli insegnamenti del buddismo, Kabat-Zinn si rese conto che alcuni aspetti della pratica spirituale da lui seguita costituivano una grande opportunità per i suoi pazienti che soffrivano di dolore cronico. Volendo però rendere questo programma disponibile a chiunque, senza alcuno stigma di pratica religiosa, lo plasmò in modo da rimuovere qualsiasi traccia filosofica derivante dagli insegnamenti buddisti.
Molte persone hanno tentato di riportare l’ideologia buddista nella pratica dell’attenta consapevolezza. Ma non è così che è nata, né può essere opportunamente seguita con queste premesse. In realtà molti buddisti mettono in discussione la pratica della mindfulness, perché ritengono che rimuova parte della loro spiritualità e distorca il significato spirituale dell’ideologia che seguono.
In realtà il concetto di mindfulness non solo non è buddista ma, come abbiamo visto, è in realtà intrinsecamente cristiano.
Sul sito www.catholicmindfulness.com potete trovare i miei insegnamenti su questa pratica.
Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista