venerdì 18 novembre 2016

Lettera apostolica di Papa Francesco per la chiusura dell'Anno santo straordinario della Divina Misericordia



Lettera apostolica di Papa Francesco per la chiusura dell'Anno santo straordinario: "Rimasero in due, la misera e la misericordia"

Il Sismografo
(LB-FG) La Sala stampa della Santa Sede ha annunciato oggi che lunedì 21 novembre sarà pubblicata una Lettera apostolica di Papa Francesco in occasione della chiusura dell'Anno santo straordinario della misericordia; lettera che porterà il titolo "Misericordia et misera" e sarà presenta da mons. Rino Fisichella.
Queste parole del titolo della Lettera evocano subito un pensiero di sant'Agostino:  "Rimasero in due, la misera e la misericordia" (Relicti sunt duo, misera et misericordia - In Ioh. Ev. tr. 33,5). 
Diversi autori fanno ricorso a questo pensiero quando commentano Gv 8,1-11:
"1 Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2 Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3 Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4 gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5 Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6 Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7 Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8 E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9 Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10 Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11 Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Solo chi si riconosce in questa donna può sentire rivolte a sé le parole del Signore: "Io, il solo che ha il diritto di condannarti, non ti condanno". Certo, la misericordia e il perdono non minimizzano la serietà del peccato: l'esortazione a non peccare più vale per noi tutti. Forti di questo perdono riprendiamo il cammino verso il Signore e la sua Pasqua.(Qumran)