mercoledì 25 gennaio 2017

Nel segno di Maria

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(Gianluca Biccini) Sarà nel segno di Maria la prossima giornata mondiale della gioventù, in programma a Panamá dal 22 al 27 gennaio 2019. Lo spiega il cardinale Kevin Farrell, prefetto del dicastero per i laici, la famiglia e la vita, commentando per il nostro giornale la scelta delle date dell’appuntamento, annunciate nei giorni scorsi durante una conferenza stampa nella capitale dello stato centroamericano. «Per la prima volta — spiega il porporato — il percorso triennale delle giornate mondiali della gioventù, che culminerà nella celebrazione internazionale dell’evento, ha un tema mariano, per sottolineare la presenza della madre di Dio nella vita dei giovani e soprattutto nella fede e nella devozione dei popoli dell’America centrale».
E qui risalta un’altra delle caratteristiche del prossimo raduno internazionale delle nuove generazioni, tra quelle individuate dal cardinale Farrell, che dal 5 all’8 dicembre scorsi è stato a Panamá per alcune riunioni preparatorie: «Bisogna pensare che la candidatura di Panamá, quale sede della gmg 2019, era stata sostenuta dalle Conferenze episcopali dell’America centrale, quindi il cammino di preparazione coinvolge anche le forze ecclesiali di quella parte del mondo». 
C’è poi un ulteriore aspetto da considerare, secondo il prefetto del nuovo dicastero: «Panamá è particolarmente importante perché da qui ha avuto inizio la penetrazione del Vangelo nel continente americano». Infatti la diocesi panamense di La Antigua, creata nel 1513, è stata la prima sulla terraferma dell’America.
Eppure la gmg 2019 non sarà solo un’occasione per fare memoria, ma anche per guardare all’attualità, attraverso l’ottica privilegiata di un luogo che è al centro delle rotte migratorie da sud a nord. «In questi giorni in cui si parla tanto di migranti e di immigrati — afferma Farrell — l’appuntamento di Panamá si propone come momento di riflessione su uno dei fenomeni con i risvolti sociali più significativi per le donne e gli uomini del nostro tempo».
Infine il porporato riferisce di aver accolto positivamente anche l’idea di invitare giovani di altre confessioni per un ulteriore allargamento del significato e del messaggio della gmg. «È una cosa che si è sempre fatta, visto che alle gmg sono invitati tutti i giovani cristiani, ma in una realtà come l’America centrale ciò assume un significato ancora maggiore, perché può essere una risposta della Chiesa cattolica alle sfide poste in particolare dal proselitismo delle sétte».
Quanto alla data della celebrazioni nel mese di gennaio, il cardinale si dice consapevole «delle difficoltà che possono incontrare i giovani europei impegnati con le scuole, così come gli stessi studenti statunitensi, soprattutto quelli che frequentano l’università, perché quello è un periodo di intensa attività accademica». Ma, precisa subito, «è anche vero che non è la prima volta che la gmg si fa a gennaio. È già successo nel 1995 a Manila — fa notare — e la decima gmg è rimasta nella storia come quella col maggior numero di partecipanti». In questo caso, conclude, «sono state prese in considerazione soprattutto motivazioni legate al clima, visto che gennaio è il mese con meno pioggia». 
Sulla stessa lunghezza d’onda l’arcivescovo di Panamá. «Sappiamo bene che in alcuni paesi questo non è periodo di vacanze, ma siamo convinti che ciò non sarà un ostacolo per tante migliaia di giovani» ha detto alla stampa monsignor José Domingo Ulloa Mendieta. Voi, ha aggiunto rivolgendosi direttamente a questi ultimi «siete i veri protagonisti di queste giornate. Panamá — ha concluso il presule agostiniano — vi attende con il cuore e le braccia aperte per condividere la fede, per sentirsi Chiesa!». 

L'Osservatore Romano