giovedì 26 gennaio 2017

Sul mistero della Chiesa




(Andrzej Choromanski, Assistente per la Sezione occidentale del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani) Istituita nel 1948 come commissione teologica del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) appena fondato, Fede e costituzione porta avanti la tradizione dell’omonimo movimento, avviato all’inizio del XX secolo, agli albori del movimento ecumenico moderno, e si occupa di questioni relative alla fede apostolica e alla struttura della Chiesa, come pure di questioni sociali ed etiche che sono state fonte di divisione tra i cristiani.
Riorganizzata nel 2013 dopo l’assemblea generale del Cec a Busan, in Corea del Sud, la commissione è ora composta da circa cinquantacinque membri e consulenti, tra cui quattro teologi cattolici nominati dal Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. La commissione, che rappresenta quasi tutte le tradizioni cristiane, è uno straordinario think tank mondiale di teologia ecumenica. La sua natura multilaterale riflette la sua importanza ecumenica. Durante quasi settant’anni di esistenza, ha studiato un numero eccezionale di tematiche, fra le quali la sacra Scrittura e la tradizione, la fede apostolica, l’antropologia, l’ermeneutica, la riconciliazione, la violenza e la pace, la salvaguardia del creato, l’unità visibile. Dal 1966, la commissione teologica collabora con il Pontificio consiglio per la preparazione dei sussidi della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, un’iniziativa, questa, che mette in evidenza il ruolo della preghiera comune quale pratica ecumenica tra le più tangibili e diffuse in tutto il mondo.
Fede e costituzione ha prodotto numerosi documenti e dichiarazioni di grande rilievo che testimoniano la crescente convergenza ecumenica tra le varie tradizioni nel campo della dottrina cristiana. Incontestabilmente, il documento che ha avuto il più forte impatto sulla vita delle Chiese e sulle conversazioni ecumeniche è Battesimo, eucaristia, ministero (Bem), detto anche Dichiarazione di Lima, pubblicato nel 1982. Il testo, risultato di uno studio condotto dalla commissione Fede e costituzione durante una cinquantina di anni, presenta un’importante convergenza sui temi centrali del dibattito ecumenico. Ampiamente diffuso, Battesimo, eucaristia, ministero è diventato un testo ecumenico di riferimento; esso ha favorito l’intesa reciproca tra i cristiani separati e ha spesso contribuito all’approfondimento e al rafforzamento delle loro relazioni. Negli anni successivi alla sua pubblicazione, il testo ha ricevuto circa duecento risposte ufficiali da Chiese membro del Cec e da altre Chiese, fra cui quella cattolica (1987). Queste risposte sono state raccolte e successivamente pubblicate in sei volumi da Max Thurian (Wcc Publications, 1986-1988), il che ha facilitato la diffusione e lo studio del documento. Un’attenta analisi di queste risposte ha evidenziato il fatto che gran parte di ciò che è stato detto in Bem su battesimo, eucaristia e ministero potrebbe essere condiviso oggi dalla maggior parte delle tradizioni cristiane. Allo stesso tempo, molte voci, tra cui quella cattolica, hanno sottolineato che per progredire oltre la convergenza già raggiunta e per risolvere alcune delle divergenze che permangono — in particolare quelle relative alle conseguenze ecclesiali del battesimo e al ruolo di eucaristia e ministero nella vita della Chiesa — è indispensabile rivolgere una maggiore e più approfondita attenzione all’ecclesiologia. Difatti, dopo la pubblicazione di Bem, l’ecclesiologia è diventata il principale tema di studio della commissione Fede e costituzione.
Molti dialoghi bilaterali della Chiesa cattolica — per esempio con gli anglicani, i luterani e i pentecostali — riflettevano già da tempo sul potenziale ecumenico del concetto di comunione (koinonia) applicato alla Chiesa, sulla base di fonti comuni, tra cui soprattutto la Scrittura, i padri e la liturgia. Iscrivendosi in questo processo, Fede e costituzione ha elaborato una dichiarazione sull’unità basata sul concetto di comunione, successivamente adottata nel corso dell’assemblea del Consiglio ecumenico delle Chiese riunitasi nel 1991 a Canberra. Due anni più tardi, la commissione ha tenuto una conferenza mondiale sul tema a Santiago de Compostela, in Spagna. Alla conferenza è seguita una serie di studi importanti su alcuni temi controversi come l’autorità, il primato e la cattolicità. Dopo diverse sessioni di lavoro e conversazioni, nel 1998 la commissione ha pubblicato un documento intitolato La natura e lo scopo della Chiesa, considerato come una tappa essenziale sulla via verso una dichiarazione comune. Esso presentava il mistero della Chiesa alla luce del mistero della Trinità e sviluppava una visione della natura e dello scopo della Chiesa partendo dal concetto di comunione. L’idea di comunione veniva adottata anche come modello di quell’unità visibile che si vuole raggiungere, insieme a elementi chiave quale la fede apostolica, la vita sacramentale, la testimonianza comune, il ministero e la conciliarità.
Oltre cinquanta risposte al documento sono pervenute, dopo la sua pubblicazione, da parte di Chiese, istituti teologici e gruppi di studio ecumenici. Esaminando tali risposte, l’organismo teologico ha rilevato che le questioni più controverse tra le Chiese riguardavano la natura sacramentale della Chiesa, l’autorità e l’insegnamento autorevole, il ministero e l’ordinazione, la comunità di uomini e donne nella Chiesa. Alla luce delle risposte, il testo è stato riformulato e pubblicato nel 2005 con il titolo La natura e la missione della Chiesa. Il numero dei capitoli è stato ridotto da sei a quattro: il primo affronta la Chiesa del Dio uno e trino, il secondo il suo ruolo nella storia della salvezza, il terzo gli elementi necessari all’unità visibile e l’ultimo la missione della Chiesa per il mondo e nel mondo.
Come per la versione precedente, la commissione ha ricevuto quasi cinquanta risposte di varia natura e di varia consistenza. Queste sono state analizzate da un apposito gruppo di lavoro di esperti e poi discusse durante la plenaria di Fede e costituzione nel 2009. Un’ulteriore consultazione sul testo, tenutasi a Cipro nel marzo 2011, ha preso in considerazione la risposta inter-ortodossa inviata dopo la plenaria. Venti interventi presentati durante questo incontro hanno affrontato praticamente tutti gli aspetti. Dal 2010 il testo ha conosciuto oltre dieci versioni provvisorie prima di trovare la sua forma definitiva nel documento intitolato La Chiesa: verso una visione comune, più breve e alquanto diverso dalle due precedenti dichiarazioni a livello di contenuto. Il documento è stato approvato all’unanimità dal comitato permanente di Fede e costituzione nel 2012 e pubblicato nel 2013. Nel novembre dello stesso anno, è stato formalmente approvato anche dalla decima assemblea generale del Cec a Busan. 
Il testo è il risultato di quasi tre decenni di intenso dialogo teologico che ha coinvolto centinaia di teologi e responsabili ecclesiali. Dalla sua pubblicazione, è stato tradotto in più di quindici lingue, studiato da individui e gruppi di discussione, presentato nel quadro di corsi universitari e di seminari. È inoltre servito da spunto per testi di riferimento e commentato in articoli, libri e siti in rete. Fino a oggi, l’ufficio di Ginevra della commissione Fede e costituzione ha ricevuto una sessantina di risposte da parte di studiosi, gruppi ecumenici, consigli nazionali di Chiese e singole Chiese. Anche la Chiesa cattolica sta preparando una risposta ufficiale. Numerose conferenze episcopali di tutto il mondo, così come teologi e facoltà teologiche, hanno già inviato le loro osservazioni al Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Queste saranno analizzate da un’apposita commissione di esperti, che redigerà una bozza di testo, che dovrà essere approvata dalla Congregazione per la dottrina della fede, prima di essere inviata alla commissione Fede e costituzione come risposta cattolica ufficiale. 
Il testo di La Chiesa: verso una visione comune si compone di quattro capitoli preceduti da un’introduzione che spiega la natura e le finalità del documento, seguiti da una nota sul processo che ha condotto alla sua redazione. Il primo capitolo, intitolato «Missione di Dio e unità della Chiesa», situa la Chiesa all’interno del disegno salvifico di Dio. Il secondo capitolo, «La Chiesa del Dio uno e trino», partendo da basi bibliche presenta la Chiesa come popolo di Dio, corpo di Cristo e tempio dello Spirito santo. Il terzo capitolo, intitolato «La Chiesa: crescere nella comunione», si sofferma su alcune questioni teologiche che hanno diviso le Chiese nel passato, come la fede, i sacramenti e il ministero. Facendo riferimento ai documenti dei dialoghi ecumenici, esso evidenzia le convergenze che sono state progressivamente realizzate e presenta, al contempo, il persistente disaccordo su tematiche che devono ancora essere risolte. Il quarto capitolo, «La Chiesa nel mondo e per il mondo», affronta il tema della missione della Chiesa, suggerendo quelle che sono le implicazioni sociali del vangelo ed esortando i cristiani a un’azione comune a favore della giustizia, della pace e della tutela del creato.
La Chiesa: verso una visione comune si presenta come un «testo di convergenza» che riunisce una serie di interpretazioni ecclesiologiche, anche molto diverse tra loro. Come afferma l’introduzione, il documento, senza avanzare la pretesa di esprimere un pieno consenso su tutte le questioni affrontate, vuole essere «più di uno strumento per stimolare ulteriori studi. Esso tenta piuttosto di illustrare il punto al quale sono arrivate le comunità cristiane nella loro comprensione comune di Chiesa, mostrando i progressi realizzati e indicando il lavoro che rimane da fare». E testimonia i notevoli passi avanti compiuti dalle Chiese sulla via del superamento del disaccordo relativo alla natura, alla missione e all’unità della Chiesa.
Per tutte le comunioni cristiane che partecipano al dialogo ecumenico, è chiaro che l’unità piena e visibile non può essere conseguita senza arrivare prima a una visione comune di Chiesa. Pertanto, l’interpretazione della Chiesa e della sua unità è una questione ecumenica di fondamentale importanza. Senz’alcun dubbio, il documento La Chiesa: verso una visione comune offre un prezioso strumento teologico per mettere a punto un’ecclesiologia più inclusiva che permetta di andare al di là di interpretazioni parziali e di dissipare false controversie. Possiamo solo sperare che la ricezione del documento nelle Chiese di tutto il mondo le aiuti a progredire insieme verso il superamento della divisione, in un più fedele ascolto della volontà di Gesù, che ha pregato il Padre affinché tutti siano una cosa sola (cfr. Giovanni, 17, 21).
L'Osservatore Romano