martedì 28 febbraio 2017

Basta un click!



A colloquio con il direttore internazionale Frédéric Fornos. Un click per pregare / Intenzioni dell’Apostolato della preghiera per il 2018 

(Nicola Gori) Più di quattrocentomila persone utilizzano l’app Click to pray, lasciandola aperta almeno cinque minuti. Ciò significa che le persone non si limitano a scaricarla, ma la usano per la preghiera. Questa nuova comunità digitale affianca già da un anno la Rete mondiale di preghiera del Papa (Apostolato della preghiera) e la rende ancora più conosciuta. A parlarne in questa intervista all’Osservatore Romano è il direttore internazionale della Rete, il gesuita Frédéric Fornos, che presenta anche le intenzioni di preghiera affidate da Papa Francesco al movimento per il 2018.
Quali sono le principali novità delle intenzioni del prossimo anno?
Le novità corrispondono alle preoccupazioni che il Papa ha riguardo alle sfide del mondo e alla missione della Chiesa, o sono legate a eventi importanti che si celebrano nel 2018. A febbraio, per esempio, Francesco chiede di pregare e di mobilitarsi contro la corruzione, un tema molto presente nel suo ministero. Credo sia la prima volta che un Pontefice chieda di pregare affinché chi detiene il potere non si lasci trascinare dalla corruzione. Non dimentichiamo poi che nel 2018 ricorrerà il venticinquesimo anniversario dell’assassinio di don Pino Puglisi, martire per mano della mafia. Un altro esempio è l’intenzione di novembre — «Perché il linguaggio del cuore e del dialogo prevalgano sempre sul linguaggio delle armi» — in occasione del centenario della fine della prima guerra mondiale. Sappiamo quanto il Papa, in un contesto mondiale di “guerra a pezzi”, continui a denunciare le conseguenze drammatiche dei conflitti umani. Metterei in relazione anche l’intenzione di preghiera sulla missione dei laici al trentesimo anniversario della Christifideles laici e l’intenzione sulle famiglie all’incontro mondiale che si svolgerà dal 22 al 26 agosto in Irlanda. In ogni caso, le intenzioni non sono sempre legate a eventi specifici: sono chiavi per la missione. 
Ci sono aspetti particolari sui quali concentrate il vostro impegno?
La nostra missione è di pregare per le intenzioni della Chiesa universale: ciò significa far sì che queste intenzioni orientino la nostra vita e la nostra missione. Per questo invitiamo tutti quelli che partecipano alla Rete mondiale di preghiera del Papa a offrire ogni mattina le loro vite al Signore, con una preghiera che indichi la disponibilità a essere al servizio della missione di Cristo nelle nostre attività, lavori, relazioni. Fin dall’inizio la nostra rete ha aiutato i cristiani ad alimentare una preghiera apostolica, ma a volte si è perso questo dinamismo missionario. Vogliamo tornare a questa dimensione con una preghiera “connessa” al mondo. Nei prossimi due anni ci orienteremo in questa direzione e perciò saremo sempre più al servizio delle parrocchie e approfondiremo la spiritualità del cuore di Gesù come fonte per la missione.
Il video mensile con l’intenzione del Papa, lanciato nel gennaio 2016, sta raggiungendo l’obiettivo?
Lo scopo era, durante il giubileo della misericordia, quello di far conoscere le intenzioni del Pontefice non soltanto alla maggioranza dei cattolici ma anche a tutte le persone di buona volontà, qualunque fosse la loro tradizione religiosa o convinzione filosofica. Dobbiamo ancora lavorare in questo senso, ma i risultati sorpassano ampiamente le aspettative. C’è da tener conto che solo nelle reti vaticane già ci sono più di 13 milioni di visualizzazioni, senza contare gli oltre 4200 mezzi di comunicazione sociale che lo fanno conoscere in 9 lingue. Il video del Papa ha un impatto mondiale, milioni di persone lo vedono e lo utilizzano nelle loro parrocchie, gruppi e movimenti. È attualmente un riferimento ecclesiale. La sua qualità e la sua presenza nelle reti sociali lo hanno reso adatto anche ai giovani, senza contare che viene utilizzato da molte conferenze episcopali. Con questo progetto Francesco può rivolgersi direttamente a una rete mondiale di cattolici di tutti i continenti, che tocca 98 paesi. Il Papa ha apprezzato questa modalità di invito alla preghiera, tanto che ci ha chiesto di continuare nel 2017.
Quanto all’uso dell’app Click to pray, ha qualche dato statistico?
La piattaforma di preghiera del Papa, Click to pray, animata dalla Rete mondiale di preghiera e dal nostro ramo che coinvolge le nuove generazioni, il Movimento eucaristico giovanile (Mej), si sta sviluppando rapidamente. Abbiamo superato le 420.000 persone nella comunità Click to pray (app e reti sociali diverse, come Facebook, Twitter, Youtube, blog, website, newsletter) in lingua spagnola, portoghese, inglese e francese. L’app è stata scaricata più di 110.000 volte e il tempo di utilizzo per sessione ha raggiunto cinque minuti, un dato per noi impensabile. Ciò indica quando qualcuno apre l’app lo fa realmente per pregare. Stiamo ora preparando la versione Click to pray in tedesco e in cinese. Ci sono in progetto anche altre lingue, come l’italiano. La usano molti giovani, non solo per scandire la propria giornata con la preghiera di offerta, la riflessione sulla Parola e l’esame di coscienza, ma anche per condividere le loro intenzioni e ricevere l’appoggio orante di altri fratelli e sorelle. 
Quali novità ci sono state dopo che il Papa l’ha nominato direttore internazionale della Rete e del Mej nel luglio 2016?
Siamo appena all’inizio di un cambiamento. Questo servizio ecclesiale della Santa Sede resta affidato alla Compagnia di Gesù. Siamo presenti in 98 paesi del mondo a livello parrocchiale e popolare, e la maggioranza dei responsabili locali — sacerdoti diocesani, religiose, religiosi, laici — hanno diversi stili ecclesiali e spiritualità differenti. Quello che cambia per me è l’essere nominato direttamente dal Papa: ciò mi aiuta molto chiaramente nel rapporto con i vescovi e le conferenze episcopali o con le realtà diocesane per promuovere questo servizio. L’ho visto chiaramente negli ultimi viaggi che ho fatto in Corea del Sud, Giappone, Vietnam, Australia, Uganda, Repubblica democratica del Congo e Rwanda. Penso che a poco a poco le conferenze episcopali, dovendo approvare la nomina dei vari direttori nazionali, scopriranno anche con un nuovo sguardo questa missione che ha già 172 anni — 100 anni per il Mej — ma che sta incontrando, nel suo processo di ri-creazione, un nuovo dinamismo al servizio della missione della Chiesa.
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Intenzioni dell’Apostolato della preghiera
Per il 2018
Pubblichiamo il testo italiano delle intenzioni che il Papa ha affidato alla sua rete mondiale di preghiera (Apostolato della preghiera) per il 2018. Nel corso dell’anno, ogni mese è dedicato a un’intenzione per l’evangelizzazione o a un’intenzione universale.
GENNAIO
Per l’evangelizzazione: Perché, nei paesi asiatici, i cristiani, come pure le altre minoranze religiose, possano vivere la loro fede con tutta libertà.
FEBBRAIO
Universale: Perché coloro che hanno un potere materiale, politico o spirituale non si lascino dominare dalla corruzione.
MARZO
Per l’evangelizzazione: Perché tutta la Chiesa riconosca l’urgenza della formazione al discernimento spirituale, sul piano personale e comunitario.
APRILE
Universale: Perché i responsabili del pensiero e della gestione dell’economia abbiano il coraggio di rifiutare un’economia dell’esclusione e sappiano aprire nuove strade.
MAGGIO
Per l’evangelizzazione: Perché i fedeli laici compiano la loro specifica missione mettendo la loro creatività al servizio delle sfide del mondo attuale.
GIUGNO
Universale: Perché le reti sociali favoriscano la solidarietà e il rispetto dell’altro nella sua differenza.
LUGLIO
Per l’evangelizzazione: Perché i sacerdoti che vivono con fatica e nella solitudine il loro lavoro pastorale si sentano aiutati e confortati dall’amicizia con il Signore e con i fratelli.
AGOSTO
Universale: Perché le grandi scelte economiche e politiche proteggano le famiglie come un tesoro dell’umanità.
SETTEMBRE
Universale: Perché i giovani del continente africano abbiano accesso all’educazione e al lavoro nel proprio paese.
OTTOBRE
Per l’evangelizzazione: Perché i consacrati e le consacrate risveglino il loro fervore missionario e siano presenti fra i poveri, gli emarginati e coloro che non hanno voce.
NOVEMBRE
Universale: Perché il linguaggio del cuore e del dialogo prevalgano sempre sul linguaggio delle armi.
DICEMBRE
Per l’evangelizzazione: Perché le persone impegnate nel servizio della trasmissione della fede trovino un linguaggio adatto all’oggi, nel dialogo con le culture.
Dal Vaticano, 13 febbraio 2017
Franciscus 

L'Osservatore Romano