mercoledì 15 febbraio 2017

Neo catecumenato dell’amore...

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Dal cardinale Baldisseri un invito a puntare sulla formazione dei giovani al matrimonio. 

È necessario dar vita a «un nuovo catecumenato in preparazione al matrimonio» come antidoto al moltiplicarsi di celebrazioni del sacramento «nulle o inconsistenti». La proposta formulata lo scorso 21 gennaio da Papa Francesco durante l’udienza al tribunale della Rota romana è stata ripresa e rilanciata dal cardinale Lorenzo Baldisseri, ospite nei giorni scorsi a Terni per un incontro sull’Amoris laetitia promosso nell’ambito delle celebrazioni in onore di san Valentino, patrono dei fidanzati.
Per presentare i contenuti dell’esortazione apostolica il segretario generale del Sinodo dei vescovi ha scelto una chiave di lettura (sintetizzata nel tema della conferenza «Chiamati alla gioia dell’amore») particolarmente adatta all’esperienza delle coppie che si preparano a celebrare il matrimonio. Un’esperienza che — ha ricordato — conduce i giovani a comprendere meglio «la bellezza del progetto che sono chiamati a realizzare con gioia e umiltà, consapevoli della loro fragilità e fiduciosi nella potenza della grazia che li accompagna e li sostiene». Non a caso il porporato, dopo un esame sommario di alcune sezioni del documento, ha insistito in modo particolare sul capitolo sesto, nel quale si offrono ai fidanzati indicazioni utili per «avvicinarsi al mistero grande dell’amore coniugale e familiare».
Nello specifico, l’attenzione del cardinale si è rivolta ai percorsi di accompagnamento verso il matrimonio animati dalla comunità cristiana. Con la raccomandazione di non limitarsi a «una serie di incontri tematici dove la preoccupazione prevalente è di comunicare nozioni, dare suggerimenti, fornire indicazioni», ma piuttosto di realizzare «un cammino di autentica iniziazione al sacramento del matrimonio, la cui preparazione remota potrebbe consistere in incontri tra famiglie missionarie e giovani fidanzati, dove scambiarsi idee e vivere esperienze».
Dal confronto con altre coppie e con gli operatori pastorali scaturiscono sostegno e arricchimento reciproco ma — ha avvertito il porporato — possono emergere anche «divergenze che talvolta riguardano questioni di fondo: ad esempio, sul modo di intendere il progetto di vita comune, le prospettive di lavoro, l’educazione dei figli, il rapporto con i parenti del partner». Va messa in conto, perciò, la possibilità di «accorgersi che non è ragionevole puntare su quella relazione» ed «essere pronti anche a rimandare le nozze» qualora emergessero «punti non sufficientemente approfonditi all’interno della coppia».
In sostanza, è importante far comprendere ai fidanzati che «il sentimento amoroso e l’attrazione» non bastano a superare gli ostacoli. E «in questo compito delicato hanno un ruolo importante i sacerdoti, specialmente nel momento in cui incontrano insieme e singolarmente» le coppie. Da loro ci si attende «una pedagogia dell’amore» che «tenga effettivamente conto dei giovani di oggi» e offra anche «punti di riferimenti precisi e concreti cui ricorrere nei momenti più difficili, come luoghi, persone, consultori e case aperte».
Nasce proprio dall’esigenza di «rendere sempre più efficaci gli itinerari» formativi la proposta di farli diventare «parte integrante di tutta la procedura sacramentale matrimoniale», così come avviene per il battesimo degli adulti, nel quale «il catecumenato è parte del processo sacramentale». Un auspicio espresso dai padri sinodali e ribadito dal Pontefice nel recente discorso alla Rota romana, insieme all’invito ad «accompagnare i giovani sposi nei primi anni di vita coniugale» per evitare che abbandonino la vita comunitaria cristiana e affrontino da soli i primi importanti snodi dell’esperienza familiare, come la nascita dei figli.
In conclusione, il segretario generale del Sinodo dei vescovi ha confermato l’«accoglienza molto positiva» e l’«amplissimo consenso» suscitati nelle Chiese del mondo dall’Amoris laetitia, soprattutto per «la sua capacità di risposta alle attese presenti nel cuore dell’uomo». E ha messo in rilievo il legame tra l’esortazione apostolica e il prossimo Sinodo dei vescovi in programma nell’ottobre 2018 sul tema: «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale». Un legame costruito sulla stretta «correlazione tra giovani, scelte vocazionali e famiglia», che il porporato ha descritto ricorrendo a tre parole chiave contenute nel documento post-sinodale: «gioia, discernimento, accompagnamento».
L'Osservatore Romano