mercoledì 29 marzo 2017

Il castigo di Dio

Autore Giovanni Cavalcoli OP
Giovanni Cavalcoli, OP


Castigando il suo peccato tu correggi l’uomo [Sal 38,12]
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui [Is 3,5]

Il timore del Signore è l’inizio della sapienza [Sal 110, 10]

Cosa dice il Catechismo della Chiesa Cattolica ai numeri 399-401?

399 La Scrittura mostra le conseguenze drammatiche di questa prima disobbedienza. Adamo ed Eva perdono immediatamente la grazia della santità originale [Cf  Rm 3,23 ]. Hanno paura di quel Dio [Cf  Gen 3,9-10 ] di cui si son fatti una falsa immagine, quella cioè di un Dio geloso delle proprie prerogative [Cf  Gen 3,5 ].
400 L’armonia nella quale essi erano posti, grazie alla giustizia originale, è distruttala padronanza delle facoltà spirituali dell’anima sul corpo è infranta; [Cf  Gen 3,7 ] l’unione dell’uomo e della donna è sottoposta a tensioni; [Cf  Gen 3,11-13 ] i loro rapporti saranno segnati dalla concupiscenza e dalla tendenza all’asservimento [Cf  Gen 3,16 ]. L’armonia con la creazione è spezzata: la creazione visibile è diventata aliena e ostile all’uomo [Cf  Gen 3,17;  Gen 3,19 ]. A causa dell’uomo, la creazione è “sottomessa alla caducità” ( Rm 8,20). Infine, la conseguenza esplicitamente annunziata nell’ipotesi della disobbedienza [Cf  Gen 2,17 ] si realizzerà: l’uomo tornerà in polvere, quella polvere dalla quale è stato tratto [Cf  Gen 3,19 ]. La morte entra nella storia dell’umanità [Cf  Rm 5,12 ].
401 Dopo questo primo peccato, il mondo è inondato da una vera “invasione” del peccato: il fratricidio commesso da Caino contro Abele; [Cf  Gen 4,3-15 ] la corruzione universale quale conseguenza del peccato; [Cf  Gen 6,5;  Gen 6,12;  Rm 1,18-32 ] nella storia d’Israele, il peccato si manifesta frequentemente soprattutto come infedeltà al Dio dell’Alleanza e come trasgressione della Legge di Mosè; anche dopo la Redenzione di Cristo, fra i cristiani, il peccato si manifesta in svariati modi [Cf  1Cor 1-6;  Ap 2-3 ]. La Scrittura e la Tradizione della Chiesa richiamano continuamente la presenza e l’universalità del peccato nella storia dell’uomo:
Quel che ci viene manifestato dalla Rivelazione divina concorda con la stessa esperienza. Infatti, se l’uomo guarda dentro al suo cuore, si scopre anche inclinato al male e immerso in tante miserie che non possono certo derivare dal Creatore che è buono. Spesso, rifiutando di riconoscere Dio quale suo principio, l’uomo ha infranto il debito ordine in rapporto al suo ultimo fine, e al tempo stesso tutto il suo orientamento sia verso se stesso, sia verso gli altri uomini e verso tutte le cose create [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 13].

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IL CONCETTO DEL CASTIGO DIVINO NEL CRISTIANESIMO E NEL PAGANESIMO GRECO-ROMANO

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Il ricordo del castigo subìto o il timore del castigo minacciato, mentre non coarta la volontà del peccatore, è un utile stimolo per il peccatore ad abbandonare il peccato e a convertirsi a Dio. Dio ci attira con i premi, con i suoi doni, i suoi benefìci e la sua misericordia, ma per distoglierci dal peccato e indurci a penitenza, ci affligge, ci intimorisce con i castighi e con le sventure.

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