martedì 4 aprile 2017

Paolo VI, Gesù Cristo



Una raccolta di testi di Paolo VI curata da Leonardo Sapienza. Cristo ci è necessario 

(Maurizio Gronchi) In un libro esile e prezioso è custodito il cuore di Papa Montini innamorato del Signore. In queste poche pagine (Paolo VI, Gesù Cristo, a cura di Leonardo Sapienza, Monopoli, Edizioni Viverein, 2017, pagine 57, euro 4) sono infatti raccolti i testi dell’udienza generale precedente il lungo viaggio in Estremo oriente e in Oceania (25 novembre 1970), l’omelia della messa al Quezon Circle di Manila (29 novembre 1970) e una scelta di testi estratti dai discorsi del Pontefice tra il 26 gennaio 1964 e il 19 marzo 1978.
Alla vigilia del viaggio, Papa Montini dichiarava il suo umile e alto proposito: di recarsi laggiù — lui, piccolo uomo e apostolo — come pescatore di uomini, «cioè ricercatore di popoli e di gente del nostro globo e del nostro tempo», per annunciare Gesù, «il personaggio che sovrasta la scena del mondo e la occupa tutta là dove gli è fatta accoglienza, per una via distinta, ma non insolita al sapere umano, per via di fede».
Parlare di Gesù, per Paolo VI, fu insopprimibile anelito, urgenza impellente, grido dolce e fermo in ogni occasione possibile. La passione per l’umanità, per la Chiesa e per Cristo furono inseparabili nel cuore di Montini. Il suo colloquio interiore con Gesù, nel respiro dell’anima, si fa dialogo pubblico e annuncio: «Sei qui? Sei con noi? In questo mondo così evoluto e così confuso? Così corrotto e crudele, quando vuol essere contento di sé, e così innocente e così caro, quand’è evangelicamente bambino. Questo mondo così intelligente, ma così profano e spesso volutamente cieco e sordo» ai segni di Cristo è il luogo della sua presenza; qui, dove la Chiesa è il suo segno e strumento.
Fedele all’apostolo di cui prende il nome, il Papa sente la necessità di annunciare Cristo (cfr. 1 Corinzi 9, 16) come testimonio inviato a confessarlo, al punto che non finirebbe più di parlare di Lui, perché «Cristo ci è necessario». Non la speculazione sul mistero, ma l’amore per esso muove Paolo VI a trovare parole, aggettivi, attributi, nell’inesausta ricerca del volto del Signore, quello più bello, attraente, significante. «Gesù è alla sorgente d’ogni nostra vera fortuna, è la luce per cui la stanza del mondo prende proporzioni, forma, bellezza ed ombra».
La sua presenza è in mezzo al mondo — amato, smarrito, sofferente — ed egli è capace di donare speranza a chiunque lo cerchi, nei meandri oscuri dell’esistenza, assetato di pace, di giustizia, d’amore. «Il Signore è reperibile; cercalo nella Chiesa; non ti scandalizzare, se ti offre il sentiero per arrivare a lui in chi è incaricato qui in terra di perpetuare la sua missione; e trovato il sentiero, osa percorrerlo fino a Cristo, fino a Dio!».
Questa è la Chiesa che ascolta la voce del suo Signore, e la sussurra, decisa e limpida, al cuore ansioso degli uomini di ogni tempo; egli «parla, con voce che sa di silenzio interiore e risuona poi chiara in un magistero, eco e interprete della sua parola, ferma e tremenda per la stessa dolcezza amorosa che tutta la ispira».
L’instancabile passione per Gesù che abita il cuore di Paolo VI esplode infine in un accorato appello che noi, uomini di oggi, mezzo secolo più tardi, abbiamo ancora bisogno di ascoltare: «O il mondo sarà pervaso dallo spirito di Cristo, o sarà tormentato dal suo stesso progresso fino alle peggiori conseguenze, di conflitti, di follie, di tirannie, di rovine. Cristo è più che mai, oggi, necessario». Al curatore va dunque la riconoscenza del lettore per aver raccolto la testimonianza ammirevole di Papa Montini — anche mediante la riproduzione di alcuni autografi — ove risplende l’umile grandezza di un uomo come noi, consapevole di portare al mondo il tesoro di Cristo in un fragile vaso di creta.

L'Osservatore Romano