mercoledì 16 agosto 2017

Che cosa è il canone biblico? Indice ed estratto.

Che cosa è il canone biblico? - Pasquale Basta


 


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da www.settimananews.it
di Roberto Mela

L’autore, sacerdote della diocesi di Melfi, si è addottorato lo in Scienze bibliche al Pontificio Istituto Biblico con una tesi su Abramo in Rm 4 ed è docente di teologia biblica all’Urbaniana e, come invitato, di ermeneutica biblica allo stesso PIB.
Il tema del canone biblico (che non è solo il problema dell’elenco dei libri normativi per l’ebraismo e per il cristianesimo) è affrontato solo nei corsi universitari appositi e poco conosciuto al grande pubblico. Questo libro, quindi, potrà apportare conoscenze teologiche importanti a una vasta platea di operatori pastorali alle prese con la spiegazione da offrire circa dei libri appartenenti a religioni diverse da quella cristiana.
L’autore presenta dapprima alcune chiarificazioni terminologiche, facendo la storia del problema tra Muratori e Dan Brown (!). I termini di riferimento per la comprensione del canone sono la comunità di fede (Chiesa-Israele), lo Spirito Santo e la tradizione vivente. Al canone nulla si aggiunge e nulla si toglie, perché esso dev’essere preciso nell’elenco e nella forma.
I criteri seguiti per stabilire la canonicità di un testo sono uno interno (lo Spirito Santo) e cinque esterni: l’autorevolezza, l’antichità, l’ortodossia, l’utilizzo liturgico e la diffusione nell’oikoumene, cioè – al di là dei confini localistici – la presenza consistente in tutto il mondo allora conosciuto.
Lo studioso tratta quindi il problema dell’elenco canonico, esaminando la storia della formazione del canone cattolico e discutendo circa la diversità dei canoni dell’AT e del NT fra ebrei e cristiani (e all’interno del cristianesimo stesso).
L’ultimo capitolo è dedicato alla teologia del canone. Si risponde dapprima ad alcune domande di fondo.
La fissazione del canone emerse gradualmente fino alla sua stabilizzazione a metà del sec. III d.C. La storia della formazione dipese sia dalle circostanze storico-culturali, sociali ed ecclesiali. Vari erano gli intenti, le preoccupazioni e le idee di coloro che guidarono il processo formativo del canone.
Si analizzano, quindi, i criteri di canonicità nella loro intersezione. Il criterio dell’autorevolezza dello scrivente è indiscutibile (ad esempio, uno scritto apostolico), gli altri concorrono a corroborare la scelta canonica.
Avere un canone è un criterio fondamentale di intelligenza delle Scritture, che vengono lette in altro modo se non c’è una lista normativa di libri. La forma canonica fornisce un criterio di intelligenza fondamentale, perché colloca il singolo elemento all’interno di una struttura più generale che gli dona elementi interpretativi supplementari decisivi.
Lo Spirito Santo illumina gradualmente la comunità credente a cogliere la normatività di uno scritto. Anche in questo processo, come nel caso dell’ispirazione biblica, va tenuto presente l’elemento umano, che non è azzerato dall’azione ispirante o «canonizzante» dello Spirito.
I criteri esterni sono importantissimi per non pensare semplicisticamente che l’azione umana di gruppi di pressione abbia manipolato per interessi particolari culturali e di potere la trasmissione dei contenuti orali della predicazione di Gesù e riguardante Gesù nel momento del passaggio dall’orale allo scritto (cf. Dan Brown…).
Si riflette, infine, sulle ragioni di un collegamento continuo tra canone e numero. I testi scelti come canonici dalla comunità cristiana dovevano essere in grado di creare comunione e fede tra tutti i credenti cristiani dell’oikoumene ed essere i più attendibili e rappresentativi dell’evento e della fede cristiani. La loro diffusione universale («cattolicità», da «kath’holon/secondo il tutto») rispecchiava la diffusione sempre più vasta della Chiesa delle origini. Si può affermare quindi che, fissando il canone dei libri normativi, la Grande Chiesa fissava ed esprimeva la sua stessa identità. Il canone non è un semplice problema di elenco di libri, ma un fattore teologico fondamentale del vissuto ecclesiale.
Il libro è scritto con ammirevole chiarezza didattica e sarà utile a far chiarezza nel popolo di Dio. Una bibliografia ragionata (pp. 101-107) arricchisce il volume e favorisce l’approfondimento personale della ricerca.