sabato 30 settembre 2017

Ecumenica per eccellenza



Nella memoria di san Girolamo la giornata della Bibbia in America latina. 

(Marcelo Figueroa) Settembre è un mese speciale per i cristiani di lingua spagnola, soprattutto in America latina, che vi celebrano il mese e la giornata dell’ecumenismo biblico. Un appuntamento divenuto ormai imprescindibile per cattolici, ortodossi e protestanti che storicamente guardano insieme alla data del 30 settembre, come a una tornata fondamentale per la riscoperta e la valorizzazione della sacra Scrittura. 
Proprio il 30 settembre, infatti, la Chiesa cattolica commemora san Girolamo, traduttore eccellente a cui risale la Vulgata latina. Allo stesso modo le Chiese ortodosse riconoscono la Settanta come testo base delle loro traduzioni al pari della Vulgata, e pertanto hanno come riferimento celebrativo la stessa data. Infine, i protestanti ricordano che alla fine di settembre del 1569 in Svizzera si concluse la stampa dei primi 260 esemplari della Bibbia in spagnolo nota come Biblia del oso, cioè “dell’orso” a cura di Casiodoro de Reina. Quella traduzione, con le successive revisioni, divenne la versione più diffusa nel mondo di lingua spagnola. com’è noto, tra cattolici, ortodossi e protestanti vi sono divergenze sul canone dei libri contenuti nell’Antico Testamento, ma piena concordanza sul Nuovo Testamento e naturalmente sui quattro vangeli canonici.
Le celebrazioni del mese e della giornata della Bibbia nei paesi di lingua spagnola sono pertanto da molti anni un appuntamento atteso nel calendario ecumenico; uno spazio di lettura congiunta, di ascolto attento e d’incontro profondo tra le confessioni cristiane. Di anno in anno si moltiplicano i cosiddetti incontri ecumenici della Parola, accanto a speciali momenti di preghiera comune. In Argentina l’arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, è stato il grande promotore di queste iniziative celebrative, alle quali ha anche partecipato attivamente.
In ogni tempo e in ogni luogo la Bibbia può essere considerata un punto d’incontro spirituale, anche dopo gli scismi che si sono verificati nei secoli passati. Del resto, la prima separazione in seno alla comunità cristiana, in merito all’autorità del testo sacro, fu evitato nel cosiddetto concilio di Gerusalemme. Negli Atti degli apostoli si legge che si creò una seria divisione riguardo al posto occupato dalla tradizione mosaica, specialmente rispetto alla circoncisione, per l’inclusione dei nuovi conversi nella Chiesa di Cristo. Fu Giacomo, dopo che Paolo, Pietro e Barnaba ebbero narrato le loro esperienze, a dire: «Con questo si accordano le parole dei profeti, come sta scritto» (Atti degli apostoli, 15, 15). Quell’unica citazione pose fine allo scontro e, insieme alle esperienze degli apostoli, fu la base del documento conciliare più antico della Chiesa.
La Bibbia è diventata il libro ecumenico per eccellenza e dalle sue pagine sembra ogni giorno invitarci sempre più all’unità visibile della diversità riconciliata in Cristo, come Parola incarnata. L’ecumenismo della Bibbia è forse il punto di partenza più sicuro e accettato del cammino che stanno percorrendo le diverse confessioni cristiane. E anche se intendessimo il termine ecumenismo in un senso pluriculturale e multietnico come accade in America latina, esso acquisirebbe un significato molto più ampio e profondo. Le centinaia di traduzioni dei Vangeli nelle lingue indigene del continente moreno non costituiscono solo una fonte idiomatica e culturale già di per sé importante, ma a partire dalle loro visioni del mondo e interpretazioni del testo, aiutano anche noi che parliamo la lingua della “conquista” ad approfondire in modo nuovo la nostra lettura biblica.
In questo 30 settembre, non solo in America latina e in Spagna, ma in tutto il mondo, celebriamo la Bibbia come fonte di unione indispensabile della Chiesa di Gesù Cristo. Che ogni confessione, sulla base delle proprie tradizioni, interpretazioni e autorità, come pure ogni popolo, a partire dalla propria lettura etnica e culturale, aiutino ognuno di noi ad ampliare e ad approfondire il suo a alla Parola di vita.

L'Osservatore Romano