venerdì 27 ottobre 2017

Giornata del dialogo cristiano-islamico in Italia. Vincere paure e diffidenze



È dedicata alle donne e al loro ruolo, riconosciuto sempre più come fondamentale in un contesto multiculturale e interreligioso, la giornata del 27 ottobre, in Italia ormai tradizionalmente rivolta al dialogo cristiano-islamico. Nata nel 2001 in seguito ai tragici eventi dell’11 settembre, la giornata ha rilanciato nel tempo la necessità di un dialogo sempre più approfondito in grado di dissipare paure e rimontanti sentimenti xenofobi come pure di prevenire violenze e radicalizzazioni. «A sedici anni dalla sua costituzione — spiegano i promotori — la giornata oggi è di fronte a una grande sfida culturale e sociale: quella di potenziare il dialogo rendendolo proattivo. E, affinché ciò possa avvenire, occorre un maggiore sforzo di tutti coloro che in questi anni hanno creduto e sostenuto questa esperienza di grande interesse, dalle istituzioni religiose alle realtà laiche, a quelle dei giovani e delle donne».
Soprattutto è oggi ritenuto fondamentale il contributo femminile che, in tale prospettiva, va incoraggiato. Del resto, il dialogo tra le religioni è diventato un aspetto irrinunciabile, che si situa nel cuore delle Chiese e dei credenti. «Infatti nel novembre del 2001 — ricorda sul sito Riforma.it il teologo cattolico Brunetto Salvarani, tra i primi ideatori dell’iniziativa — un gruppo di persone lanciò l’appello per una giornata del dialogo cristiano-islamico proprio per affermare che l’incontro fraterno tra donne e uomini di fede cristiana e di fede musulmana apre strade di libertà e di crescita per tutti». Com’è consuetudine, il comitato promotore della giornata ha lanciato un appello che è possibile sottoscrivere online. Partendo dalla constatazione di un rafforzamento delle correnti populiste e xenofobe, i promotori della giornata insistono sulla necessità di costruire ponti tra cristiani e musulmani proprio per evitare ulteriori pericolose radicalizzazioni.
«Le stragi compiute in questi ultimi anni in diverse città europee — si legge nell’appello — hanno incrementato la paura e la diffidenza nei confronti dei musulmani. Sommando l’islam all’immigrazione, i partiti e i movimenti ultranazionalisti e xenofobi sono riusciti a incrementare il proprio consenso popolare, focalizzando la loro propaganda politica sulla presunta minaccia che incomberebbe sull’identità culturale e religiosa dell’Europa». Eppure, constatano i promotori della giornata del 27 ottobre (data simbolica scelta per ricordare l’incontro delle religioni per la pace ad Assisi, fortemente voluto da Giovanni Paolo II nel 1986), «il vecchio continente oggi ha un tessuto sociale irreversibilmente multietnico, multiculturale e multireligioso, come dimostra chiaramente la presenza di cittadini europei di origine straniera all’interno delle istituzioni statali di molti stati europei e a tutti i livelli dei vari organismi istituzionali», comunale, nazionale, parlamentare europeo. Una prospettiva che, viene rimarcato, sicuramente «nella vita politica e istituzionale di molti paesi europei, compresa l’Italia, è destinata a crescere e a fungere sempre di più da ponte di dialogo sociale».
Tuttavia, «il problema del terrorismo, della sicurezza e della crisi socio-economica toccano oggi molti paesi europei e stanno rendendo molto difficile il dialogo». Così, di fronte al razzismo e alla discriminazione, crescono i sentimenti di paura e di insicurezza in seno alle minoranze culturali e religiose. Una dicotomia che «favorisce la tendenza alla ghettizzazione, che a sua volta diviene terreno fertile per forme di devianze sociali, tra le quali la radicalizzazione religiosa». La sfida attuale è dunque quella di potenziare il dialogo rendendolo proattivo. In questo senso, i promotori chiedono a tutte le comunità cristiane e musulmane uno sforzo comune per la pace e la salvezza dell’umanità.
L'Osservatore Romano