mercoledì 25 ottobre 2017

L'altro Francesco


Arriva in libreria la raccolta di interviste curata da Deborah Castellano Lubov (Cantagalli): collaboratori e conoscenti raccontano Papa Bergoglio. Pubblichiamo la prefazione firmata dal cardinale Segretario di Stato.


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di Pietro Parolin *
(Pubblicato su Vatican Insider)

La familiarità con cui Papa Francesco si è presentato al mondo intero all’inizio del suo pontificato non è soltanto un fatto nuovo, almeno in parte, ma è anche qualcosa che da dentro sta plasmando la Chiesa. Quest’amicizia che il pontefice ha per il popolo cristiano – che in definitiva è desiderio di camminare insieme – è la stessa che manifesta per chi ha scelto di seguire Cristo nella missione del sacerdozio e che ha bisogno, quotidianamente, di essere ricondotto all’origine del suo servizio. Non sorprenderà, pertanto, di sentire nelle interviste che seguono la voce di chi, persino in cariche di alta responsabilità nell’organizzazione ecclesiale, racconta il grande stupore col quale ha vissuto e vive il suo personale incontro col papa, sentendosi accolto da uno sguardo – quello di Francesco – carico di affetto e di misericordia, sentimenti che fondano e costituiscono l’esperienza che l’uomo fa della sua dignità.  
  
Francesco sta compiendo questo grande servizio: nell’era del massimo trionfo della tecnica e del denaro, sta indicando all’uomo di oggi ferito dalla crisi – ancor prima spirituale che economica – la sola via per riacquistare il proprio valore di essere umano: la via è Gesù, come Lui stesso ci dice nel Vangelo di Giovanni: «Io sono la via, la verità e la vita» (14,6). Tutti i giorni il papa – con la sua umiltà ma anche con la sua instancabile perseveranza – riporta al Vangelo anche noi che abbiamo scelto di servire Dio nel ministero sacerdotale, sia con le sue parole e con i suoi gesti, sia con l’attenzione che mostra verso i poveri, verso gli ultimi. 8 Perché è vero che non di solo pane vive l’uomo, ma è vero anche il contrario: l’uomo vive anche di pane. E, oggi, dentro questa grande crisi, sono in molti a esserne privi. Del resto, la sua sensibilità per la povertà ha caratterizzato tutto il suo cammino di pastore della Chiesa e di testimone di Cristo.  
  
Credo che una delle immagini più rappresentative di questo pontificato sia quando a Firenze – alla mensa di San Francesco Poverino – il papa versa dell’acqua nel bicchiere di plastica ad un’anziana signora sollevando una brocca anch’essa di plastica. Tuttavia, l’attenzione di Francesco per i poveri non va confusa col pauperismo o con un buonismo fine a se stesso: nell’attenzione per gli ultimi, l’uomo fa esperienza della caritas. E quindi, di Cristo. Così è infatti nel Vangelo di Matteo: «Ogni volta che l’avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo avete fatto a me» (25,40). E in Giovanni è ancora più chiaro, quando Gesù ammonisce: «I poveri li avete sempre con voi, ma non sempre avete me» (12,8).  
  
Per questo, papa Francesco ci invita costantemente a capire il povero e ad essere attenti a lui in quanto uomo: non alla sua condizione di mendicante, piuttosto al suo cuore mendicante. E il suo cuore mendicante è il nostro cuore bisognoso di Cristo. Il grande e palpabile attaccamento di Francesco al Figlio di Dio ha ferito persino chi non crede. Sono moltissimi, infatti, i non credenti che hanno espresso la loro sorpresa e la loro curiosità verso il papa e, in qualche modo, verso la Parola di Dio. Questo è il segno che lo Spirito Santo è più che mai vivo nella sua Chiesa.

* Cardinale Segretario di Stato vaticano