lunedì 13 novembre 2017

Lunedì della XXXII settimana del Tempo Ordinario


Pietre da mulino ritrovate vicino al Mare di Galilea

***

Gran Dio non lasciare giammai che alcuni spiriti, 
di cui alcuni si annoverano tra i dotti, altri tra gli spirituali, 
possano essere accusati al tuo terribile tribunale 
di aver contribuito in qualche modo a chiuderti l’accesso 
in non so quanti cuori, perché tu volevi entrarvi 
in un modo la cui sola semplicità li urtava, 
e attraverso una porta la quale, 
benché aperta dai santi fin dai primi secoli della Chiesa,
 non era, forse, ancora abbastanza loro nota; 
piuttosto fa’ in modo che, 
diventando tutti piccoli come fanciulli,
 come Gesù Cristo comanda, 
noi possiamo entrare una buona volta per questa piccola porta,
per poterla poi mostrare agli altri con più sicurezza e con più efficacia. 
Così sia.
 

Bossuet, fine del suo opuscolo sulla Manière courte et facile pour faire oraison.



***


Dal Vangelo secondo Luca 17, 1-6. 

Disse ancora ai suoi discepoli: «E’ inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono.
E’ meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. 
State attenti a voi stessi! Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli. 
E se pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte ti dice: Mi pento, tu gli perdonerai». 
Gli apostoli dissero al Signore: 
«Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.
***
La Chiesa è nel mondo come “un gelso trapiantato e gettato nel mare”, rivela l’impossibile che va al di là delle leggi della natura. Come può un albero mettere radici nell’acqua? Non si è mai visto. Così il mondo, incontrando i discepoli di Cristo, si trova dinanzi allo spettacolo inedito di persone normalissime che vivono in un amore soprannaturale. Come può una moglie perdonare “sempre” – così suggerisce il numero “sette”, simbolo della pienezza – un marito che la tradisce continuamente e, “pentito”, torna immancabilmente da lei? Come possiamo noi ogni giorno, dimenticare, scusare, credere, coprire tutto? “Perché Tu, Dio, getterai nel mare più profondo le nostre colpe” (Mic 7, 19), il nostro uomo vecchio che scandalizza chi ci è accanto nelle acque del battesimo rinnovate nella Chiesa che ci amministra i sacramenti. Il Padre, infatti, ha compiuto in noi l’impossibile, liberandoci dal potere delle tenebre e rinnovando il miracolo della “fede” che ci “trapianta” nel regno del suo Figlio diletto, il “gelso” che ha steso le sue radici nel mare della morte, per elevarsi sino al cielo della vita. Come Lui, “sette volte al giorno”, dalle radici piantate nella nostra storia, assorbiamo dolore, tentazioni e morte, mentre dal Cielo riceviamo la sua vita. Ma il pericolo di cadere è sempre dietro l’angolo, e non si tratta di “aumentare” la fede”, ma di averla ricevuta in dono nella Chiesa, e di difenderla, "stando attenti a noi stessi" con la preghiera e l'aiuto dei pastori e dei fratelli. Ne basta un pizzico, come un “granello di senapa”, il più piccolo tra tutti i semi, ma che, divenuta adulta, accoglie i “piccoli” tra i suoi rami. Per questo abbiamo bisogno di ascoltare “sette volte”, sempre e di nuovo, l’annuncio del Vangelo, perché la fede viene dalla “stoltezza della predicazione”. Gli apostoli, quando predicavano, prima dell’annuncio della morte e resurrezione di Cristo, denunciavano sempre i peccati; “correggevano” chi ascoltava “sgridando” i loro demoni, come aveva fatto Gesù. Ogni “correzione”, infatti, è sempre un esorcismo pieno di amore, perché se non si smaschera la schiavitù scacciando l’aguzzino, il fratello non sarà coinvolto dalla Buona Notizia e non si potrà aprire al dono della fede. Per questo, lo “scandalo” che impedisce ai “piccoli” di entrare nel Regno, è la rinuncia alla “stoltezza” dell’annuncio in favore della sapienza mondana: “Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa. Quanta superbia, quanta autosufficienza!” (J. Ratzinger). “Guai” a chi spegne lo zelo per la salvezza delle anime! “Guai” a chi strozza il “grido” che illumina il peccato rendendo così vana la croce di Cristo e il suo perdono; saranno “gettati in mare” con al collo la stessa “pietra” che ha fatto “inciampare” i “piccoli”. Dove si è smarrito il perdono tutto diviene possibile, come negli scandali gravissimi che purtroppo coinvolgono anche i ministri della Chiesa. Ma “è inevitabile che avvengano”, perché siamo liberi e possiamo sempre cedere agli inganni del demonio. Tutti noi abbiamo scandalizzato, perché tutti ci siamo scandalizzati di Cristo. Con Pietro e i discepoli siamo scappati e abbiamo trascinato tante persone nel nostro tradimento. Ma non esiste peccato che non possa essere perdonato! Possiamo incontrare nella Chiesa il volto misericordioso del Signore che ci viene a cercare sulla riva dei nostri fallimenti, ci "rimprovera" per sperimentare il suo "perdono" che ci spinge ad amarlo, nonostante tutto.