mercoledì 28 febbraio 2018
5 anni fa...
(LB) Il 28 febbraio del 2013, cinque anni fa, fu l'ultimo giorno del pontificato di Joseph Ratzinger, Papa Benedetto XVI, che era cominciato il 19 aprile 2005, 17 giorni dopo la morte di s. Giovanni Paolo II. Allora, il cardinale Ratzinger aveva compiuto, due giorni prima, 78 anni. In quel momento il nuovo Papa aveva 54 anni di sacerdozio. Lui stesso, subito dopo la rinuncia al papato, l'11 febbraio 2005, aveva stabilito che il suo ultimo giorno come Vescovo di Roma e Successore di Pietro nonché Vicario di Cristo sarebbe stato il 28 febbraio. In concreto, stabilì che avrebbe smesso di essere il Papa alle ore 20, momento in cui la chiusura delle porte del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo indicò materialmente che era incominciata la Sede vacante, che come è ben noto si prolungò fino al pomeriggio del 13 marzo, giorno dell'elezione di Papa Francesco.
Tra l'altro Papa Francesco proprio oggi celebra il ventesimo anniversario del giorno in cui divenne Arcivescovo di Buenos Aires al momento del decesso del cardinale Antonio Quarracino avvenuta appunto il 28 febbraio 1998.
Una foto speciale. La foto qui riportata è una inquadratura molto speciale perhé si tratta dell'ultima di Joseh Ratzinger ancora Vescovo di Roma. Da qualche secondo aveva finito di salutare revemente i fedeli radunati sotto il balcone del palazzo apostolico di Gastelgandolfo e stava rientrando nella stanza.
Ecco il Saluto:
Cari amici, sono felice di essere con voi, circondato dalla bellezza del creato e dalla vostra simpatia che mi fa molto bene. Grazie per la vostra amicizia, il vostro affetto. Voi sapete che questo mio giorno è diverso da quelli precedenti; non sono più Sommo Pontefice della Chiesa cattolica: fino alle otto di sera lo sarò ancora, poi non più. Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra. Ma vorrei ancora, con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità. E mi sento molto appoggiato dalla vostra simpatia. Andiamo avanti insieme con il Signore per il bene della Chiesa e del mondo. Grazie, vi imparto adesso con tutto il cuore la mia Benedizione.
Ci benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Grazie, buona notte! Grazie a voi tutti!
La Chiesa è una realtà vivente
Nella mattinata del 28 febbraio, nella Sala Clementina, rivolgendosi ai cardinali Papa Benedetto aveva detto: "Vorrei lasciarvi un pensiero semplice, che mi sta molto a cuore: un pensiero sulla Chiesa, sul suo mistero, che costituisce per tutti noi - possiamo dire - la ragione e la passione della vita. Mi lascio aiutare da un’espressione di Romano Guardini, scritta proprio nell’anno in cui i Padri del Concilio Vaticano II approvavano la Costituzione Lumen Gentium, nel suo ultimo libro, con una dedica personale anche per me; perciò le parole di questo libro mi sono particolarmente care. Dice Guardini: La Chiesa “non è un’istituzione escogitata e costruita a tavolino…, ma una realtà vivente… Essa vive lungo il corso del tempo, in divenire, come ogni essere vivente, trasformandosi… Eppure nella sua natura rimane sempre la stessa, e il suo cuore è Cristo”." Poi, il Papa si congedò visibilmente emozionato dicendo ai presenti: "Prima di salutarvi personalmente, desidero dirvi che continuerò ad esservi vicino con la preghiera, specialmente nei prossimi giorni, affinché siate pienamente docili all’azione dello Spirito Santo nell’elezione del nuovo Papa. Che il Signore vi mostri quello che è voluto da Lui. E tra voi, tra il Collegio Cardinalizio, c’è anche il futuro Papa al quale già oggi prometto la mia incondizionata reverenza ed obbedienza. Per questo, con affetto e riconoscenza, vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica."
Il Sismografo