martedì 6 febbraio 2018

Kiko Arguello: Il cieco di Gerico

Risultati immagini per iniziazione preghiera neocatecumenale

Il Mercoledì delle Ceneri segna, nella tradizione cristiana, l'inizio della Quaresima (1), il tempo di preparazione alla Pasqua.
Nella seguente tabella è indicata la data del Mercoledì delle Ceneri 2018 e delle successive Domeniche di Quaresima fino al Giovedì Santo (ultimo giorno di Quaresima).
RicorrenzaDataEvento
Mercoledi delle Ceneri14/02/2018Inizio della Quaresima 
I Domenica di Quaresima18/02/2018Invocavit (*)
II Domenica di Quaresima25/02/2018Reminiscere
III Domenica di Quaresima04/03/2018Oculi
IV Domenica di Quaresima11/03/2018Laetare
V Domenica di Quaresima18/03/2018Judica
Domenica delle Palme25/03/2018Palmarum
Giovedì Santo29/03/2018Fine della Quaresima

(*): Le domeniche di Quaresima sono indicate anche da un nome latino, derivato dall'introito del giorno: 
1. Invocavit 
2. Reminiscere 
3. Oculi 
4. Laetare 
5. Judica 
6. Palmarum

***

Opportuno sarebbe, in questo tempo,  riprendere i testi dei Vangeli sulla preghiera...


1. Lc. 18, 35-43, sul cieco di Gerico, per imparare a gridare "Signore Gesù, abbi pietà di me".

Il testo seguente è tratto da: Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale, (cfr. Statuto, art.2, 2°), Vol. 1: Fase di Conversione o Catechesi iniziali.

Alle porte della città di Gerico un cieco sta chiedendo l'elemosina quando sente il mormorio di tanta gente che si avvicina e chiede che succede. Gli dicono: "E' Gesù che viene". Appena udito ciò, il cieco comincia a gridare: "GESU' FIGLIO DI DAVIDE, ABBI PIETA' DI ME!". Grida così forte che i discepoli gli ordinano di tacere con quel chiasso tremendo. Gesù continua a camminare senza dargli retta, mentre il cieco grida ancora di più. All'improvviso, Gesù si ferma e dice: "Portatelo qui". Infatti era già passato oltre...
Allora i discepoli vanno dal cieco e gli dicono: "Coraggio, il Maestro ti chiama". Il cieco getta subito via il mantello e si lascia condurre da Gesù. Lo portano davanti a Gesù e Gesù gli dice: "Che vuoi che io ti faccia?". Il cieco risponde: "SIGNORE, CHE IO VEDA!". Gesù gli dice: "LA TUA FEDE TI HA SALVATO!". E così il cieco di Gerico recupera la vista.
Questo  Vangelo è una catechesi della Chiesa primitiva che vuol dirci fondamentalmente 4 cose.
Prima: dobbiamo scoprire che siamo ciechi, perchè anche noi chiediamo un pò di amore, di felicità, e spesso lo facciamo con la mano tesa. Cerchiamo qualcuno che possa curarci? Il cieco di Gerico lo aveva cercato senza trovarlo: era condannato a chiedere l'elemosina.
Seconda: questo cieco ha scoperto che non c'è nessuno capace di curare la sua cecità.
Terza: questo cieco ha riconosciuto in Gesù l'Inviato del Padre per guarire i ciechi. Quello che dobbiamo scoprire anche noi, perchè il Messia avrebbe curato tutti i ciechi e questi avrebbero recuperato la vista, diceva il profeta Isaia. A questo cieco la sua cecità pone un punto interrogativo circa l'esistenza di Dio. Perchè la cecità è un male. Come può esistere un Dio buono e permettere che io sia cieco? Dio deve inviare Qualcuno, fare qualcosa per curare e alleviare la sofferenza degli innocenti. In effetti DIO NON HA ABBANDONATO I CIECHI, HA INVIATO UN LIBERATORE, HA INVIATO GESU'. E mentre gli scribi e i farisei non hanno visto in Gesù altro che un pazzo, un eretico, un indemoniato da condannare a morte, questo cieco, che stava per la strada, ha riconosciuto in Gesù l'inviato di Dio, il Messia, il Figlio di Davide.
Quarta: cosa fa allora il cieco? GRIDA: "GESU', FIGLIO DI DAVIDE, ABBI PIETA' DI ME!". Gridare nel linguaggio della Scrittura significa PREGARE. Non una volta, ma due, tre, quante volte occorra.

Molto importante questa catechesi della Chiesa primitiva: Gesù al principio fa finta di niente e va avanti. Vuole sapere fino a che punto questo cieco crede. Tu griderai una notte, due...diciassette, finchè Gesù smetta di camminare e si fermi. Gesù sta passando ORA e forse non ripasserà mai più di là. Approfitta adesso che sta passando e grida. Gesù si fermerà e guarirà...chi? QUELLI CHE SI RICONOSCONO CIECHI. La verità è che noi non abbiamo fede. E' molto semplice. NON CREDIAMO CHE GESU' CRISTO ABBIA IL POTERE DI LIBERARCI NE' DI RISOLVERE UN BEL NULLA. Bisogna chiedere. Se tu avessi un cancro e sapessi che in Brasile c'è un medico che ti può curare, ti assicuro che saresti capace anche di rubare euro dopo euro per arrivar fin lì e pagare la cifra necessaria per poter guarire. Con Gesù è lo stesso. Ti assicuro che se tu avessi fede sufficiente per stare una notte intera a chiedere: "Gesù, abbi pietà di me", credendo che Gesù ha potere per curarti, quella notte stessa saresti guarito da qualsiasi cosa, da qualsiasi vizio... Il fatto è che non crediamo davvero che siamo ciechi. Questa preghiera: "Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me", è la preghiera del cuore, la preghiera che i monaci orientali ripetono senza interruzione. E' una preghiera che fa sgorgare le lacrime. All'improvviso dopo averla ripetuta quindicimila volte nasce dentro di te l'amore a Gesù, una grande illuminazione... GridaGli: "Signore Gesù, non Ti ha forse inviato il Padre per salvare i poveri? Non vedi come sono ridotto? Abbi pietà di me!". Grida! Fino a che Gesù non si fermi e ti domandi: che vuoi? Tante volte Gesù non ci aiuta perchè non chiediamo nulla. Che cosa succederebbe se Lui ci aiutasse senza che domandiamo nella preghiera? Succederebbe che crederemmo di essere stati bravi noi, faremmo come i farisei e giudicheremmo tutti. Non riconosceremmo più che tutto quello che ci viene dato, ci viene dato gratuitamente, per grazia, non per i nostri meriti. Dio è così, Dio è Colui che attraverso i nostri peccati, la nostra cecità, il nostro orgoglio, illuminerà la nostra storia. E' infatti esattamente attraverso i nostri peccati che scopriamo la misericordia di Dio che ci ama così come siamo: peccatori.

* * *



***

2. Lc. 18, 9-14, sul fariseo e il pubblicano, sulla ATTITUDINE con cui pregare, cioè non ritenendoci migliori degli altri, ma con umiltà, riconoscendoci peccatori.

3. Lc. 18, 1-8, sulla vedova insistente... Occorre pregare INSISTENTEMENTE, chiedendo al Signore che faccia giustizia contro il nostro avversario.

4. Mt. 6, 1-8. 14-18, sul digiuno e l'elemosina, che devono accompagnarsi alla preghiera e farsi nel segreto.

5. Lc. 11, 1.5-13, sull' amico importuno. Bisogna pregare non solo insistentemente, ma anche INOPPORTUNAMENTE, nel cuore della notte, per invocare lo Spirito Santo...

6. Mt. 14, 22-33, Gesù cammina sulle acque e Pietro con lui. La preghiera ci aiuta ad entrare nella storia quotidiana e, guardando a Gesù, a superare le difficoltà della nostra vita.

7. Mt. 26, 36-46, la preghiera di Gesù nel Getsemani. La preghiera porta un frutto fondamentale: fare la volontà di Dio come figli suoi...

***

(1): La Quaresima è il periodo di quaranta giorni che prepara alla celebrazione della Pasqua.
Il numero quaranta è carico di significato simbolico. Designa principalmente gli anni di una generazione. Di qui l'idea di un periodo piuttosto lungo di cui non si conosce la durata esatta.
Inizia, nel Rito Romano, con il Mercoledì delle Ceneri, e, nel Rito Ambrosiano, con la domenica successiva.
Nel rito ambrosiano la quaresima viene intesa come periodo di penitenza in preparazione al triduo pasquale e non di digiuno, quindi i 40 giorni di penitenza che conducono alla Pasqua sono conteggiati andando a ritroso dal Giovedì Santo fino ad arrivare alla I Domenica di Quaresima.
Invece, nel Rito Romano, nel medioevo, si sostituì al periodo di penitenza usato nel calcolo della Quaresima fino a quell'epoca, il periodo di 40 giorni effettivi di digiuno ecclesiastico in preparazione alla Domenica di Pasqua. Infatti, partendo dal Sabato Santo e andando a ritroso nel tempo si giunse, escludendo le domeniche in cui non era obbligatorio il digiuno (unico giorno in cui era consentito mangiare carne durante la quaresima) al Mercoledì delle ceneri.
I primi accenni diretti a un periodo pre-pasquale risalgono al principio del IV secolo in Oriente e alla fine dello stesso in Occidente.
Una prassi penitenziale preparatoria alla Pasqua col digiuno, però, aveva cominciato ad affermarsi fin dalla metà del II secolo.
In ogni caso alla fine del IV secolo la struttura della Quaresima è quella dei quaranta giorni; visti alla luce del simbolismo biblico essi acquisiscono un valore salvifico-redentivo, per cui vengono chiamati Sacramenti.
Allo sviluppo della Quaresima contribuì la disciplina penitenziale, con la riconciliazione dei peccatori che avveniva nella mattina del Giovedì Santo, nonché le esigenze del catecumenato, con la preparazione immediata al Battesimo, a celebrarsi nella solenne Vigilia Pasquale. Per i catecumeni quindi la Quaresima era un'opportunità di speciale catechesi oltre che di preghiera e rinnovamento spirituale. Per i penitenti era invece un periodo di lotta contro il male che doveva precedere l'assoluzione sacramentale.
La riforma liturgica del Vaticano II ha reimpostato la Quaresima in questi termini:
  • ne ha ripristinato l'orientamento pasquale-battesimale;
  • ne ha fissato il tempo con la decorrenza dal Mercoledì delle Ceneri fino alla Messa in Coena Domini esclusa;
  • ha ridotto il tempo di passione, che, nel Messale di San Pio V, iniziava con la V Domenica di Quaresima, giorno in cui si velavano le croci; ora tale tempo inizia con la Domenica delle Palme de Passione Domini ("dalla Passione del Signore"): la Settimana Santa (nel Rito Ambrosiano è detta Settimana Autentica) conclude così la Quaresima;
  • inoltre è stata resa più abbondante la selezione dei testi biblici. Il lezionario delle domeniche offre la possibilità dei tre itinerari: 1) una Quaresima battesimale (Anno A); 2) una Quaresima cristologica (Anno B); 3) una Quaresima penitenziale (Anno C).
I testi dell'Antico Testamento presentano ora in modo particolare la Storia della Salvezza.
Il senso autentico della Quaresima
Si coglie nella luce del Mistero Pasquale, che viene celebrato nel solenne Triduo Pasquale, e dei Sacramenti dell'Iniziazione Cristiana che in esso hanno la loro più propria collocazione.
La Quaresima è quindi l'opportunità di una più viva partecipazione al Mistero di Cristo morto e risorto: "Partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria" (Rm 8,17).
L'accento non va posto quindi sulle pratiche ascetiche (digiuno e astinenza dalle carni, preghiera e opere di carità), ma sull'azione purificatrice e santificatrice del Signore, che si traduce nel fedele nell'impegno della conversione e del ritorno a Dio.
Le opere tipiche della penitenza quaresimale sono:
  • Il digiuno: anche se limitato al Mercoledì delle ceneri (al primo venerdì di Quaresima per il Rito Ambrosiano) e al Venerdì santo, esprime la partecipazione del corpo nel cammino della conversione, e propizia l'astensione dal peccato. Il digiuno obbliga a fare un solo pasto durante la giornata. Al digiuno sono tenuti tutti i maggiorenni fino al 60° anno iniziato.
  • L'astinenza dalle carni (magro) il venerdì: era al principio segno di povertà, essendo nell'antichità il pesce più economico che la carne. È segno dell'abbandono del lusso per vivere una vita più essenziale. Sono tenuti all'astinenza coloro che hanno compiuto il 14° anno d'età.
  • La preghiera: la Quaresima è tempo di più assidua e intensa preghiera, individuale e comunitaria, legata molto strettamente alla conversione, per lasciare sempre più spazio a Dio.
  • La carità: la Quaresima è tempo di più forte impegno di carità verso i fratelli. Non c'è vera conversione a Dio senza conversione all'amore fraterno.
La chiesa insegna che queste opere devono essere compiute nella consapevolezza del loro valore di segno in vista della conversione, e non fine a sé stesse.