venerdì 26 ottobre 2018

Maria, 26 anni, astrofisica mestrina: «Lascio tutto per evangelizzare»





Fonte: Gente Veneta

Ha salutato gli amici della comunità neocatecumenale a settembre, durante la liturgia di invio celebrata dal parroco don Marino Gallina nella parrocchia del Sacro Cuore.
Ed è volata a Rivne, nel nordovest dell’Ucraina, per una missione di evangelizzazione. Maria Moressa, 26 anni e una laurea da 110 e lode in Astrofisica, non sa quando farà ritorno in Italia, perché l’evangelizzazione, carisma essenziale del Cammino neocatecumenale, è un impegno “a tempo indeterminato”.
La raggiungiamo al telefono di mattina, prima che esca dalla casa della famiglia spagnola che, in questi primi tempi, la sta ospitando.
«Le cose – spiega – sono andate così: a maggio ho ricevuto dalla mia comunità la proposta di partire, ma non sapevo per dove. Se dai la tua disponibilità, devi essere pronta ad andare ovunque, anche in Africa. È sicuramente un passo molto radicale, una specie di salto nel buio… Soprattutto per una come me, che era convinta non avrebbe mai lasciato Mestre! Però, la decisione non è stata improvvisa, ho fatto un percorso, un cammino che mi ha portata fino a qui».
Ma come è nata in te questa scelta?
Io sono sempre stata una persona curiosa, aperta al nuovo, attratta dalle grandi domande sul mistero della vita, sull’origine dell’universo… E’ per questo che ho scelto di studiare Astrofisica: in un certo senso era una sfida, volevo mettere alla prova anche la mia fede.
E com’è andata? Fede e scienza possono darsi la mano?
Certamente! Dio e la relatività generale possono benissimo stare assieme.
Ti sei laureata col massimo dei voti; non ti sarebbe piaciuto continuare a studiare, a fare ricerca?
All’inizio l’idea era quella, tant’è che in primavera avrei dovuto partecipare al bando di concorso per il Dottorato dell’Università di Padova, ma poi ho rinunciato: ho capito che non era la mia strada. Amo studiare, amo suonare (al Conservatorio ho studiato corno francese, una specie di tromba), sono interessata all’arte e alla pittura, ma negli ultimi due anni non facevo che interrogarmi su che cosa davvero desiderassi, su quale fosse esattamente la mia strada. E quando ho ricevuto la proposta di partire per evangelizzare, ho risposto alla chiamata e ho detto: sì.


Come funziona la tua vita lì? Ricevi uno stipendio dalla comunità?
No: io e l’altra ragazza che è partita insieme a me dovremo lavorare. Per ora siamo ospiti presso una famiglia spagnola, ma non vogliamo pesare troppo sul loro bilancio familiare e stiamo già cercando un lavoro per poter affittare un appartamento. Qui c’è una grandissima povertà: lo stipendio medio è di 150 euro al mese, ma i prezzi sono solo poco più bassi dell’Italia, sicché il costo della vita è altissimo. Però, devo dire che non si vedono mendicanti per le strade: sono poveri ma con una forte dignità. In generale, comunque, l’impressione è quella di trovarsi in un paese da ricostruire, un po’ come l’Italia del dopoguerra.
A proposito di guerra: del conflitto Ucraina-Russia non si parla più, ma tu che sei lì hai percepito qualche segnale di tensione, di conflitto armato?
No, nulla di tutto questo. Ieri ho visto sfilare lungo la strada alcuni autocarri militari, ma qui siamo lontani dal confine, e non si avverte alcuna tensione, nessun segno di un reale conflitto armato.
Torniamo alla tua missione di evangelizzazione: come si svolgerà, in pratica?
Noi saremo i ‘Testimoni dell’amore di Dio’. Compiremo la nostra opera di evangelizzazione un po’ ovunque: per la strada, al supermercato, alle fermate degli autobus… Un po’ come facciamo a casa, in Italia, nei periodi di festività. E aiuteremo le famiglie con i bambini, prestando servizio dove serve, con lezioni di catechismo, momenti di gioco e preghiera per i piccoli. Certo, dovrò imparare bene l’ucraino, che non è per niente facile, e il russo, che da queste parti è più parlato.
Anche se sei lì da poco, ti sei già fatta un’idea delle reazioni della gente rispetto alla vostra missione di evangelizzazione?
Beh, mi sembra che ci sia molto stupore e attenzione. Qui il comunismo ha sradicato profondamente la fede delle persone e, tra i cristiani presenti, la maggior parte è ortodossa, ma ho notato una disponibilità all’ascolto maggiore che in Italia. E poi, siamo molto emozionate perché qui a Rivne si sta costruendo la prima Chiesa cattolica della città, ed è bellissima!
Che cosa ti manca di più, ora che sei laggiù?
La mia famiglia non mi manca perché, grazie alle video chiamate, parlo e vedo i miei genitori e i miei fratelli tutti i giorni. E i miei amici… Molti sono partiti comunque per altri paesi, per lavoro o per studio. Perciò direi che, per il momento, non mi manca nulla.
Maria, se pensassi a te stessa tra dieci anni, come ti vedresti?
Oh, questa è una domandona, non ne ho davvero idea: non so che cosa farò domani, figuriamoci tra dieci anni! Ma una cosa è certa: sono pronta a fare quello che la vita mi metterà davanti. Come dicevo: sono aperta a tutto e le incognite del futuro non mi fanno paura.
Cristina Pagnin

lunedì 22 ottobre 2018

Sinodo dei Vescovi. Intervento di don Hilaire K. Kouhaho. (Integrale spagnolo)

Sínodo de los Obispos. D. Hilaire K. Kouaho: “Los jóvenes descubren cómo Dios está presente en su historia concreta”
Intervención del auditor del Camino Neocatecumenal
En el Sínodo de los Obispos que estos días se celebra en Roma bajo el tema Los jóvenes, la fe y el discernimiento vocacional, se encuentra participando como Auditor de parte del Camino Neocatecumenal D. Hilaire K. Kouaho, rector del seminario diocesano internacional Redemptoris Mater de Madagascar.
El sacerdote leyó un discurso ante la asamblea sinodal el pasado 16 de octubre de 2018, en el que señaló que el tema de la escucha es “crucial para entender a nuestros jóvenes” y añadió que también es “necesario” educarlos a “escuchar la voz de quien verdaderamente los ama tal y como son: Cristo”.
A continuación, publicamos la intervención que el sacerdote leyó ante el Papa Francisco y el resto de la asamblea sinodal en la tarde del martes 16 de octubre:
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Discurso de Hilaire K. Kouaho
1. Beatísimo Padre, reverendos Padres Sinodales, queridos amigos jóvenes. Me llamo Hilaire. Soy de Costa de Marfil.
2. Doy las gracias a Su Santidad, que es también mi obispo, de poder participar en este gran momento eclesial en representación de todas las comunidades del Camino Neocatecumenal.
3. Cuando tenía 18 años el Señor me hizo iniciar la experiencia del Camino Neocatecumenal. Provengo de una familia alejada de la Iglesia y junto a ellos he conocido la fe y la Iglesia a través de una pequeña comunidad. Hoy toda mi familia está viviendo esta experiencia de fe en Costa de Marfil. En 1992 entré en el Seminario Redemptoris Mater de Roma, y después de un tiempo de formación fui ordenado sacerdote para la diócesis de Roma. Desde hace 12 años soy rector del Seminario Redemptoris Mater de Madagascar.
4. El tema de la escucha es crucial para entender a nuestros jóvenes. En cada situación a lo largo de su crecimiento, sobre todo en los momentos de crisis, debemos escucharlos. También es necesario educarlos a escuchar la voz de quien verdaderamente los ama tal y como son: Cristo. En el centro de la Revelación está Dios mismo que llama a su pueblo a la escucha.
5. La experiencia que los jóvenes hacen en las comunidades neocatecumenales es la de la celebración semanal de la Palabra de Dios y de la posibilidad, en cada celebración, de ser escuchados dando su experiencia. Cada cristiano está llamado a poner su vida bajo la luz de la Palabra de Dios. Esta educación a escuchar y ser escuchados acontece en primer lugar en la familia a través de una “liturgia doméstica”, el domingo, donde los padres transmiten la fe a los hijos, según la costumbre del Camino Neocatecumenal.
6. La comunidad a la cual los jóvenes pertenecen, los ayuda a sentirse tomados en serio. Crecer en una comunidad compuesta de personas de todas las edades, sexo y condición social ayuda a destruir las barreras generacionales y a crecer juntos en la fe.
7. A través de la escucha de la Palabra, los jóvenes descubren cómo Dios está presente en su historia concreta, también en sus implicaciones más problemáticas y dolorosas. Descubren un Dios que es cercano y venda sus heridas, descubren el misterio de la cruz gloriosa que es la única que da un sentido a la existencia del hombre.
8. En el interior de las comunidades, jóvenes y adultos viven una educación gradual a la fe a través de una iniciación cristiana que no presupone la fe, sino que en varias etapas ayuda a redescubrir toda la riqueza contenida en el bautismo.
9. Este proceso se hace bajo la guía de un equipo de catequistas compuesto por laicos (hombres y mujeres) y sacerdotes que acompañan al joven a lo largo de su camino catecumenal. En esta fase del paso de la familia a la comunidad, el Camino ha descubierto la belleza de una pastoral de la post-confirmación que ayuda a los jóvenes a permanecer en el seno de la Iglesia y a experimentar sus riquezas en la edad crítica de la pubertad y de la adolescencia.
10. En la pequeña comunidad pueden experimentar el calor fraterno que tanto desean los chicos. Las Jornadas Mundiales de la Juventud son ocasiones de gran respiro para los jóvenes que viven momentos de evangelización y fraternidad con coetáneos de otras partes del mundo.
11. San Pablo VI, a través de la Humanae Vitae, ha ayudado a muchas familias en la Iglesia a estar abiertos a la vida. Esta apertura a la vida en el Camino ha dado como fruto vocaciones a la vida consagrada, al presbiterado y al matrimonio. Muchas familias jóvenes, después de un tiempo de gestación de la fe en el interior de su comunidad, llamados por los obispos y enviados por el Santo Padre, salen en misión a las zonas más secularizadas del mundo.
12. El Espíritu Santo está llamando a muchos jóvenes de las comunidades a la vida sacerdotal. Han sido erigidos por los obispos diocesanos 122 seminarios diocesanos misioneros internacionales. Esta internacionalidad, que he experimentado yo el primero durante mi formación, la estoy viviendo ahora de nuevo con los seminaristas y los sacerdotes formados en nuestro seminario que proceden de 15 naciones de Europa, África y América.
13. Un joven en el fondo busca sólo una cosa: sentirse amado y acogido. La Iglesia, que es maestra en humanidad y que posee la riqueza del Evangelio, es la única en poderles ofrecer esta belleza del amor.
14. Allí donde se encuentre un joven en la tierra, también para él Jesucristo ha dado la vida y ha derramado su Sangre, aunque no lo sepa. Todos los jóvenes tienen el derecho de escuchar la Buena Noticia de que es posible ser feliz no viviendo egoístamente para sí mismo, sino para los demás. Los jóvenes esperan que nosotros, en cuanto Iglesia, salgamos para ir a encontrarlos en lo profundo de su alma, donde residen sus interrogantes más profundos y donde anida la impronta de Dios.
Gracias, Santo Padre, por el bien que quiere para los jóvenes.
Camino Neocatecumenal
(ZENIT – 19 oct. 2018).

martedì 9 ottobre 2018

Camino Neocatecumenal: 50 años de la llegada a Roma


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El Camino Neocatecumenal  organizo' un gran encuentro para toda Europa y países del resto del mundo para celebrar los 50 años del Camino Neocatecumenal.
El evento se celebro' el  5 de mayo pasado, en la Universidad de la Sapienza (Campus de Tor Vergata), a las afueras de Roma, próximo a la fiesta de la Virgen de Pompeya, que es el día 8 de mayo.
El Papa Francisco ha aceptado estar en el encuentro, informa Alfonso Vicente Carrascosa Santiago, de la 2ª Comunidad Neocatecumenal de la parroquia Nuestra Señora del Tránsito, donde Kiko y Carmen comenzaron esta iniciación cristiana precisamente en 1968, también hace ahora 50 años.
Alfonso Vicente Carrascosa Santiago, quien recibe formación permanente en el Camino Neocatecumenal, ha escrito un artículo narrando la llegada del grupo católico a Roma, algo que “sin duda ocurrió, bajo los auspicios celestiales de Santa Teresa”, ya que fue en Ávila donde Kiko conoció a don Dino, y fue éste quien le llevó a Roma –apunta el científico del Camino Neocatecumenal–, y subraya que coincide con el Año Santo Teresiano.

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La llegada del Camino Neocatecumenal a Roma

En 2018 se celebra el 50 aniversario del comienzo del Camino Neocatecumenal en Roma, realidad eclesial que echó a andar en las barracas de Palomeras Altas de Madrid en 1964, hace ahora 54 años. Gracias a la información publicada en la que se hace mención a dicho acontecimiento, a “Neocatechumenale Iter Statuta” (2002), y a multitud de detalles adicionales disponibles en internet, se pueden reconstruir más o menos los hechos históricos que se sucedieron, algo que, como el propio nacimiento del Camino Neocatecumenal en Madrid, ocurrió sin planificación previa alguna. He decidido hacer esta narración por iniciativa propia, para mayor Gloria de Dios y de su santa Iglesia -con el paso del tiempo los Papas han reconocido que el Camino ha sido suscitado por el Espíritu Santo y es un bien para toda la Iglesia- conmovido por el amor que la Virgen María, la Humilde de Nazaret, ha tenido con todos nosotros, al decirle una vez más a su Hijo “No tienen vino”. ¡Cuántos bienes nos ha dado el Señor! ¡Si no hubiera pasado el Santo, a liberarnos de Egipto, nosotros y nuestros hijos seguiríamos aún en la esclavitud!. Asomándonos a sus orígenes, todos podemos unirnos a esta efeméride, que coincide además –y tal vez no por casualidad- con los 50 años de la publicación de la Humanae Vitae.
El Instituto Pontificio Juan Pablo II para Estudios sobre el Matrimonio y la Familia invistió doctor Honoris Causa en la persona de Kiko Argüello al Camino Neocatecumenal, co-iniciador junto con Carmen Hernández de dicha realidad eclesial. En la Laudatio de dicho doctorado se decía entre otras cosas “En un momento de crisis y desorden por parte de muchos, la acogida sin reservas de la encíclica profética de Pablo VI Humanae vitae por parte de las familias de camino ha sido un auténtico testimonio para toda la Iglesia, mostrando que, más allá de nuestros miedos o de nuestras dificultades, es posible vivir como la Iglesia señala, como camino especifico de santidad de la pareja, si hay una comunidad viva que les acompaña”.
El instrumento providencial del que el Señor se valió para que el Camino Neocatecumenal llegase a Roma fue Monseñor Dino Torreggiani, fundador del Instituto de los Siervos de la Iglesia, congregación de sacerdotes que está en algunas parroquias de Roma e Italia dedicados a la pastoral de los marginados, gitanos y emigrantes, y de la gente ambulante, como hippies, o personas relacionadas con el mundo del circo, etc. Mons. Dino Torreggiani conoció a Kiko y a Carmen en Ávila, asistiendo a unas catequesis que impartieron en la Parroquia de Santiago, ubicada en la plaza del mismo nombre, siendo entonces párroco D. Francisco López Fernández, durante los años 66-67.
En alguna ocasión Kiko ha comentado que la primera catequesis que don Dino escuchó fue la de Abraham… y tras escucharla ¡partieron juntos para Roma!. Celebrándose este 2018 el Año Teresiano no puedo por menos que añadir que seguramente santa Teresa desde el Cielo tuvo algo que ver. Para anunciar las catequesis Kiko pintó a Jesucristo con la leyenda “Venid a mi todos los agobiados y fatigados, que yo os aliviaré”, sobre un fondo sobrio de mortero de cemento gris de una de las paredes maestras que componen el porche de entrada de los salones de la parroquia. Todavía hoy se puede ver prácticamente intacto con la firma “Kiko 67”.
Mons. Dino Torreggiani vió en la experiencia de Kiko y Carmen una respuesta a la necesidad de evangelización de los más alejados, e invitó a Kiko y Carmen a ir a Roma, algo que hicieron acompañados por un sacerdote de Sevilla. La predicación, el Kerigma, los cantos, la guitarra, las propias pintas de Kiko, todo le encajó. Kiko le advirtió de que iba a Roma a abrir una iniciación cristiana y que no sabía hablar italiano, a lo que don Dino respondió que él le haría de intérprete.
Antes de partir fueron con él a visitar al arzobispo de Madrid, monseñor Casimiro Morcillo, que ya conocía lo iniciado en las barracas de Palomeras Altas y lo había apoyado, incluso admitiendo ad experimentum la celebración de la Eucaristía bajo las dos especies. Morcillo les dio una carta de recomendación para el vicario del Papa en Roma, el cardenal Angelo Dell’Acqua, y otra para el Cardenal de Florencia, Cardenal Florite, que era amigo de don Casimiro, porque de los cuatro Secretarios Generales del Concilio Vaticano II, uno de los Secretarios Generales era Don Casimiro y otro era el Cardenal Florite, que entonces era Arzobispo de Florencia. Con estas dos cartas partieron con don Dino a Roma en julio del año 1968.
Al llegar a Italia, antes de comenzar a visitar las parroquias de Roma, don Dino llevó a Kiko, y Carmen a visitar para poner a sus pies la misión a la Virgen de Pompei ( de Pompeya, en español), una advocación representada en una pintura en la cual Sta. Catalina de Siena y Sto. Domingo de Guzmán reciben el Santo Rosario de manos de la propia Virgen María y del Niño Jesús. Don Dino les comentó que santo Domingo y santa Catalina eran como Kiko y Carmen. La presencia de la Virgen María y su empeño por sacar adelante esta realidad eclesial ha sido una constante a lo largo del tiempo. El propio Kiko ha contado cómo el día de la Inmaculada de 1959 fue cuando recibió de ella el encargo “Hay que hacer comunidades cristianas como la Sagrada Familia de Nazaret, que vivan en humildad, sencillez y alabanza. El otro es Cristo”.
El Concilio Vaticano II y el Catecismo de san Juan Pablo II han expresado bien a las claras la importancia de la revitalización del catecumenado de adultos, que conduce precisamente a eso, formar comunidades cristianas. Estas palabras de la Virgen son, además, una novedad en cuanto a las dichas por la propia Virgen en sus apariciones de Fátima o Lourdes, dado que señalan el camino futuro a seguir, el de continuar la evangelización con la ayuda del catecumenado, que es un eco de la auténtica devoción, la que la Virgen María tiene por todos nosotros.
Porque es a través de la evangelización, de la predicación, del Kerigma, como san Pablo nos dice que Dios ha querido salvarnos: Cristo, que es el totalmente otro, la originalidad radical que no es otra cosa que el amor con que Dios nos ama, nos alcanza desde el otro, desde el hermano que nos anuncia el evangelio, si es que le escuchamos y damos crédito a lo que nos anuncia. Y es ese Otro, esa novedad que es Buena Nueva, la que la humanidad busca de contínuo a través del arte, de la ciencia: cuando el artista plasma la originalidad a través de la belleza, el que lo ve experimenta la emoción estética, cuando el científico es capaz de alumbrar nuevo conocimiento, experimenta también emoción intelectual, la misma que experimenta alguien cuando aprende algo nuevo. ¿Hay algo permanente capaz de hacernos experimentar esa emoción? SÍ. Más que algo, ALGUIEN, Cristo, el eternamente Otro, que está clavado en la Cruz gloriosa, en eterna donación.
Después don Dino los llevó a a visitar con él a algunos párrocos, a los que se les decía lo que era el Camino, y los párrocos decían que todo eso estaba muy bien, muy bonito, pero para España, ya que en Roma las parroquias estaban muy bien y no necesitaban nada de eso. A Carmen le buscó un sitio en un monasterio cercano de las monjas de Sta. Brígida, y a Kiko un trastero de la parroquia de San Judas Tadeo, donde estaban los Siervos de la Iglesia de don Dino. Al poco tiempo, ante el fracaso inicial, Kiko planteó a don Dino que sentía de Dios irse a vivir entre los pobres del Borghetto Latino a la espera de que el Señor les manifestase su voluntad abriéndoles una puerta, y fue otra vez en este ambiente de pobreza, igual que en las barracas de Palomeras de Madrid en el año 1964, donde todo comenzó de nuevo. No hubo un plan preconcebido, sólo el apremio del Amor de Cristo por evangelizar. Fue Dios quien organizó todo.
Una monja que asistía socialmente a los pobres del Borghetto Latino, habló con una familia que tenía un gallinero y le dijeron que le dejaban la mitad del gallinero. Trajeron unas uralitas y unas puertas que encontraron en la basura, consiguieron una cocina eléctrica, etc. La estancia era muy estrechita, tenía 3 metros por dos. Allí pusieron unas literas. También fueron dos seminaristas con ellos, Jesús Blázquez fue uno de ellos. Les acompañó al principio un sacerdote de Sevilla que estuvo un tiempo con él. Entonces un grupo de jóvenes fueron por Borghetto Latino, estuvieron en la barraca de Kiko, se quedaron impresionados y le invitaron a un congreso en Nemi, donde había jóvenes de comunidades de base.
En un aula magna llena de jóvenes -grupos de ideología de izquierdas entonces de moda- le pidieron que diera su testimonio. Les llamó a un pequeño grupo la atención el testimonio dado, sus pintas con barba larga, anorak verde, etc., y le invitaron a una experiencia que estaban haciendo de una Misa con guitarras, en una cripta de una parroquia que se llamaba Mártires Canadienses. Con ellos celebraba un presbítero sacramentino, don Guillermo Amadei, y un grupo de chicos todos con guitarras; habían hecho un canto sobre Pentecostés y otros. Le invitaron a esa Misa; todo lleno de chicos sentados alrededor del altar, un desbarajuste, pero enormemente viva. Le preguntaron qué le parecía y les dijo que no se renovaba la Iglesia con las guitarras, sino con el anuncio del kerigma y el Misterio Pascual. Le dijeron que qué era eso, y entonces invitó al grupo que dirigía a todos estos jóvenes a una convivencia en una casa en la montaña, tras la cual le plantearon empezar en la parroquia, eso sí, invitando a algunos adultos para que aquello no pareciese un grupo de jóvenes; adultos como Franco, Margarita, Giampiero, etc.
Con ellos se empezaron las catequesis y el 2 de noviembre de 1968 nació la 1ª comunidad de Mártires Canadienses con 70 hermanos, de los cuales viven cerca de 60, están todos, ninguno se ha marchado, una cosa sorprendente después de 50 años. Esta comunidad tuvo 100 hijos y otros tantos nietos. En Roma hay hoy más de 100 parroquias en las que está abierto el Camino Neocatecumenal, y cerca de 500 comunidades, todas llenas de jóvenes, y más de 80 de las cuales han terminado ya la iniciación cristiana según el carisma del Camino Neocatecumenal.
Antes de empezar las catequesis se presentaron al cardenal Dell’Acqua para pedirle el permiso de predicar en su diócesis, como siempre hacían. Les acompañaba ya un sacerdote de Bolonia, don Francesco Cuppini, que se les había unido con el permiso de su obispo. El cardenal vicario les escuchó con atención y les autorizó a empezar las catequesis, siempre que el párroco estuviera de acuerdo. Les mandó ir a hablar con el entonces vicegerente, Monseñor Ugo Poletti, que pronto llegaría a ser el cardenal vicario, y que después de un modo providencial, durante tantos años, ayudaría y defendería al Camino. Al final de todo este proceso, nació la primera comunidad neocatecumenal de Roma, con cincuenta hermanos, en la parroquia de Mártires Canadienses. Al año siguiente dieron catequesis en las parroquias de Santa Francesca Cabrini, la Natividad y San Luis Gonzaga, en Parioli.
En ésta época y en Roma comenzó también las catequesis en la Parroquia de la Nativitá el actual presidente de la Conferencia Episcopal Española, el Cardenal Ricardo Blázquez, que había conocido el Camino con anterioridad en Ávila. El Cardenal Blázquez refiriéndose a esta época ha escrito recientemente en “Diarios” de Carmen Hernández: “Yo conocí a Kiko y a Carmen hace aproximadamente cincuenta años, en los primeros balbuceos del Camino Neocatecumenal, sobre todo en Roma y Ávila. Seguí las catequesis en la parroquia de la Natività, donde caminé el tiempo en que se prolongaron mis estudios en Roma. Tuve la convicción de que algo nuevo, de gran vigor y alcance, en sintonía con el Concilio, estaba naciendo; me impresionó particularmente la actualización de la teología de san Pablo a la existencia del hombre actual. Kiko y Carmen, junto con un presbítero, formaban el equipo de los iniciadores del Camino, una palabra en que resuena el eco de los Hechos de los Apóstoles”.
Sería precisamente en Roma cuando, poco después, el Espíritu Santo haría posible la incorporación al Equipo Internacional Responsable del Camino Neocatecumenal como presbítero itinerante al Padre Mario Pezzi, entonces Misionero Comboniano. Su vocación misionera, su experiencia personal de fe, y su sólida formación teológica, aportaron al Camino el dinamismo necesario para llegar a conectar con el Concilio Vaticano II. Daniel Comboni desde el cielo se sumó así a la tarea, “nos echó un capote”, propiciando de este modo que, con el paso del tiempo, llegase a su amada África esta iniciación cristiana postbautismal: “Desde los cielos, lucharon las estrellas, contra Sísara…”(Jue 5,20). El padre Mario dejó su tesis doctoral en marcha y se lanzó adelante confiado en el Señor. Don Dino falleció el 27 de setiembre de 1983 en Palencia. El 5 de noviembre de 2004 se inició su proceso de beatificación.
Pronto empezó la persecución. Si en las barracas de Palomeras Altas Dios se había servido de la amenaza de derribo por parte de las autoridades civiles para que Kiko llamase a Mons. Casimiro Morcillo, Obispo de Madrid , a quien conocía de Cursillos de Cristiandad, y así don Casimiro conociera el Camino y lo apoyara, en Roma, las quejas contra el Camino fueron desde la propia Iglesia, ocasionaron que Kiko y Carmen fuesen convocados por la Sagrada Congregación para el Culto Divino y los Sacramentos, compareciendo finalmente en 1972 ante el secretario de la Congregación acompañado de los expertos que habían trabajado en el Ordo Initiationis Christianae Adultorum (OICA). El entonces Secretario de la Congregación, Mons. Annibale Bugnini, y el grupo de expertos que estaban con él, quedaron impresionados [1] al ver que lo que estaban elaborando desde hacía algunos años sobre el catecumenado para los adultos, el Espíritu Santo, partiendo de los pobres, lo estaba ya llevando a la práctica. Después de dos años de estudio de la praxis litúrgico-catequética del Camino Neocatecumenal, publicaron en Notitiae [2], la revista oficial de la Congregación, una nota laudatoria de la obra que estaba desarrollando el Camino Neocatecumenal en las parroquias, reconociendo en éste un don del Espíritu Santo para llevar a la práctica el Concilio. Con la Congregación se acordó el nombre: Neocatecumenado o CaminoNeocatecumenal.
Gracias a este hecho originado por la persecución, se estableció con la congregación del Culto Divino y de los Sacramentos un diálogo fecundo, que resultó más tarde muy importante para la relación de Pablo VI con el Camino Neocatecumenal, y a la larga, con los siguientes Papas, hasta llegar a san Juan Pablo II y la aprobación del Estatuto del Camino Neocatecumenal en 2002.


Por otra parte el cardenal Poletti les había puesto en contacto con el entonces director del centro catequístico de la diócesis de Roma, Monseñor Julio Salimei, quien, impresionado por las conversiones y la acción del Señor en las parroquias, fue también de gran ayuda ante algunas dificultades surgidas, enviándoles a hablar con el secretario de la Sagrada Congregación para el Clero, que era la congregación responsable de la catequesis en la Iglesia. En aquella ocasión se encontraron con monseñor Maximino Romero, a quien habían conocido cuando era obispo de Ávila, y les había sostenido y ayudado. Lo primero que hizo fue pedirles los esquemas que usaban en las catequesis, para que las examinaran expertos en catequética. Le explicaron que se trataba de páginas en ciclostilo que ni siquiera habían sido corregidas porque no le daban mucha importancia y por tanto no tenían escritos oficiales, si no tan solo indicaciones, esbozos, transcripción de una predicación oral adaptada a la gente que escuchaba, para ayudarla a descubrir la vida práctica y la liturgia de la Iglesia dentro de un camino de conversión.
Uno de los consultores de la Sagrada Congregación para el Clero que estudió el Camino escribió: “Pretendo ahora subrayar otro aspecto de estas catequesis, o mejor de este Camino neocatecumenal. Como estudioso de la Historia de la catequesis antigua he de decir que el intento de Kiko y Carmen de actualizar el catecumenado es un intento logrado. La experiencia personal les ha llevado a intuir lo que de profundamente válido contenía esta Institución de la Iglesia de los tres primeros siglos, y les ha permitido traducirla en una estructura. Estructura que, aunque no calca la antigua, asume sus elementos más importantes y los inserta en un contexto nuevo: el de la conversión de bautizados que, a pesar de serlo, no han hecho jamás una opción personal de Fe. En este proceso, que requiere su tiempo, a estos bautizados de las Comunidades Neocatecumenales se les ayuda a hacer su opción global de Fe en un clima de comunidad. Se les ayuda a hacerse disponibles a la acción del Espíritu Santo que les introduce en la comprensión y aceptación del radicalismo evangélico, iniciándoles gradualmente y de forma experimental, bien sea en la palabra de Dios, bien en los sacramentos de la conversión cristiana -penitencia- o en la Eucaristía. Yo encuentro muy positivo todo esto. Por ello concluyo este mi juicio invitando a los responsables de la Sagrada Congregación del Clero a que den ánimos a este movimiento, ayudándolo con compresión y con paterna indulgencia a que permanezca siempre en la línea ya emprendida de servicio a las comunidades parroquiales para su auténtica renovación”.
Otras persecuciones en Roma les llegaron porque algunos decían que esta comunidad no tenía ningún compromiso social – el Camino nació en Roma coincidiendo con Mayo del 68 y todo estaba lleno de comunidades de base politizadas -, y que se pretendía repetir el bautismo. Un testimonio interesante al respecto del ambiente que se respiraba en Roma en este momento es el de Giusseppe Gennarini, actual responsable junto a su esposa del Camino Neocatecumenal en USA, que se puede leer en su libro “Gnosis y teología política” (http://www.buenanueva.es/tienda/lectio/gnosis-y-teologia-politica/) o en la dirección https://www.religionenlibertad.com/del-mayo-del-marx-cristo-mision-61582.htm. Toda esta persecución que llevó a la intervención de las distintas congregaciones que ya hemos comentado, al final hicieron que Camino Neocatecumenal fuera conocido por el Papa Pablo VI, que fue el primer Papa que habló sobre el Camino Neocatecumenal, y lo hizo precisamente el 8 de mayo de 1974, fiesta de la Virgen de Pompeya, o Virgen del Rosario, aquella a la que don Dino les había llevado a visitar nada más llegar a Roma. Pablo VI les dijo entre otras cosas:
“Cuánta alegría y cuánta esperanza nos dais con vuestra presencia y con vuestra actividad! … Este propósito, que para vosotros es un modo consciente y auténtico de vivir la vocación cristiana, se traduce en un testimonio eficaz para los otros: hacéis apostolado porque sois lo que sois!… Vivir y promover este despertar es considerado por vosotros como una forma de ‘después del bautismo’, que podrá renovar en las comunidades cristianas de hoy aquellos efectos de madurez y profundización que en la Iglesia primitiva eran realizados en el período de preparación al bautismo. Vosotros lo hacéis después. El antes o después yo diría, es secundario. Lo importante es que vosotros buscáis la autenticidad, la plenitud, la coherencia, la sinceridad de la vida cristiana. Y esto tiene un mérito grandísimo, repito, que nos consuela enormemente…”
De esta forma el Papa respondía sin saberlo a todas aquellas acusaciones: “Hacéis apostolado sólo porque sois lo que sois!” y “el antes o después del bautismo, yo diría es secundario”. La fecha del 8 de mayo fue para Kiko y Carmen un signo de que la Virgen les apoyaba. De hecho nunca más les volvieron a acusar de repetir el bautismo. Al término de la audiencia se acercaron a saludar a Pablo VI Kiko, Carmen, el padre Amadei, Gregorio… El Papa preguntó “¿Quién es Kiko?”, le puso las manos sobre los hombros y le dijo “Sé humilde y fiel a la Iglesia, y la Iglesia te será fiel”. También le dio una medalla. Carmen le dijo que en vez de una medalla prefería que le impusiese las manos, y así lo hizo.
A Juan Pablo I le encontraron cuando era Patriarca de Venecia, de 1.972, y que les dió permiso para abrir el Camino en su Diócesis. En los siguientes lo animó y lo siguió, presidiendo personalmente todas las etapas y los escrutinios. Además erigió un Centro Neocatecumenal Diocesano, poniendo a disposición del Camino la bellísima Iglesia de Santo Tomás. Pero, sobre todo, permitió celebrar la Vigilia Pascual durante toda la noche, confirmó en todo la práctica del Camino frente a párrocos que habían suscitado ciertas dificultades. Kiko siempre recuerda con alegría sus palabras en la homilía pronunciada a los hermanos de la Primera Comunidad Neocatecumenal de la Parroquia de Santa María Formosa, que habían llegado a la Iniciación a la Oración. Les animaba citando a los Padres: “Voy a rezar, voy a luchar”.
Más tarde san Juan Pablo II, el 3 de setiembre de 1.979, en una misa en Castelgandolfo, recibiría por primera vez a Kiko, Carmen, al Padre Mario tras la cual habló con ellos personalmente. Más tarde el Papa comenzó a visitar las parroquias de Roma, visitas en las que siempre tenía lugar un encuentro particular con las Comunidades Neocatecumenales, en las que le hablaron del Camino, sobre todo Carmen, que aquí jugó un papel fundamental. En noviembre de 1980 san Juan Pablo II tuvo el primer encuentro público con el Camino Neocatecumenal, en la parroquia de Mártires Canadienses, donde doce años antes se había comenzado el Camino. Este es el famoso encuentro en el que al referirse el Papa varias veces al Camino como un movimiento, Carmen le puntualizó en voz alta que no era un movimiento si no un camino, concluyendo san Juan Pablo II finalmente: “Al ser camino, es también movimiento”. Carmen recuerda este encuentro con alegría en sus “Diarios” (D420): “El Papa en Martiri. De madrugada, maravillosa con estrellas, Alocén – Barajas – Roma. Tú eres más potente que nadie, Santo, Bendito, y has sentado al Papa durante una hora con nosotros, y has hecho hablar a Kiko con santidad, humildemente. Jesús, yo un poco locatis, pero libre. Le he dicho al Papa al oído: «Le queremos tanto». Y él ha empezado su discurso así: «Os quiero». Aplausos. Jesús mío, Tú eres vencedor y te amo. Ayúdame. Papa, ¿puedo decir una palabra? Le queremos tanto. Estamos, Padre, en profunda comunión con Usted. El que le da potencia y gracia a Usted para llevar su Iglesia, y que sostuvo a Pablo VI en su difícil tiempo, y que ha llevado el Concilio Vaticano II, da potencia y dinamismo para llevar todo esto, que no es otra cosa que el Concilio Vaticano II en acto en el pueblo: un catecumenado nuevo, «neocatecumenado», vigorizando la fe —con vistas a un mundo ateo que nos circunda—, que no es otra cosa que zambullirse la Iglesia en su bautismo, en la Muerte y Resurrección de Jesucristo, y abriendo un Éxodo, camino de vida eterna. Estamos en profunda comunión. Nosotros no somos más que siervos inútiles, espectadores de la obra del Señor. Pablo VI decía: «Me dicen… Pero dicen tantas cosas…». Padre, existe el Acusador, Satanás, que pasa los muros vaticanos, que intenta separarnos con estas acusaciones. Pero el Espíritu Santo es el Abogado, el Defensor. Esperamos que su ángel de la guarda le diga: «No tengas miedo de tomar contigo “el catecumenado”, a María, que lo engendrado en ella es fruto del Espíritu Santo». No somos una Iglesia paralela”. (Roma, 2 de noviembre de 1980)
Todo este proceso de conocimiento de los Papas del Camino Neocatecumenal de primera mano fue propiciado por el Espíritu Santo de un modo providencial, y provocó la emisión del primer reconocimiento oficial del Camino por parte de un Papa, en la persona de san Juan Pablo II, a través de la famosa Carta “Ogni qualvolta” de 30 de agosto de 1990 dirigida a Paul Josef Cordes, encargado ad personam por el Papa para la relación con el Camino Neocatecumenal, en la que escribió “…reconozco el Camino Neocatecumenal como un itinerario de formación católica, válido para la sociedad y para los tiempos de hoy…”. A lo largo del resto del texto indicaba que a tal afirmación le llevaba el estudio de la documentación de la que había dispuesto que corroboraba la experimentación en el tiempo (“después de más de 20 años de vida de las comunidades”) y la universalidad del lugar (“extendidas en los cinco continentes”), así como la confirmación implícita de tantos pastores y por último del Santo Padre mismo (“también yo en los numerosos encuentros que he tenido como obispo de Roma en las parroquias romanas … he constatado copiosos frutos de conversión personal y fecundo impulso misionero” –algo que fue consecuencia directa de que el Camino llegase a Roma y arraigase allí- y la existencia de líneas programáticas capaces de producir esos frutos, como la praxis catequético-litúrgica instaurada y convalidada en varias diócesis de todo el mundo por sus respectivos Pastores, que consiste en las “líneas propuestas por los iniciadores” que el Santo Padre afirma haber examinado, “habiendo visto la documentación”, y que, por tanto, confirma explícitamente con una palabra clave, “reconozco”, “como fruto del Espíritu Santo, de ese mismo Espíritu que hace germinar en la Iglesia impulsos de una mayor fidelidad al Evangelio, florecer nuevos carismas que manifiestan tales realidades y nuevas instituciones que las ponen en práctica”.
En 2002 fue aprobado ad experimentum el Estatuto del Camino Neocatecumenal, siendo Papa san Juan Pablo II, y en 2008 recibieron la aprobación definitiva siendo papa Benedicto XVI. Carmen Hernández (1930-2016) cofundó con Kiko Argüello el Camino Neocatecumenal, nacido en Madrid en 1964. En la Misa de Corpore insepulto celebrada en la Catedral de la Almudena el 21 de julio de 2016, el propio Kiko dijo “Sin ella el Camino no existiría. Ella nos ha traído la riqueza del Concilio, la Vigilia Pascual. Me ha soportado con paciencia…”, situando de este modo a Carmen en una posición relevante en la Historia de la Iglesia Católica Española y Universal, al vincularla a la puesta en marcha de esta nueva realidad eclesial que, en palabras del propio Kiko, disfrutan hoy aproximadamente millón y medio de personas, distribuidas en unas 30.000 comunidades repartidas en 6.800 parroquias de 128 naciones, habiéndose fundado ya entonces 107 Seminarios Redemptoris Mater. Cifras aparte, el Camino Neocatecumenal es el primer catecumenado post-bautismal de validez universal aprobado por la Santa Sede. No es un movimiento, sino una iniciación cristiana. Confirma su naturaleza particular – naturaleza por cierto que Carmen peleó desde el principio incluso ante los Papas en el sentido de dejar claro que no se trataba de un movimiento más- el hecho de que para elaborar sus estatutos hubieron de intervenir cinco dicasterios, a saber: Pontificio Consejo para los Laicos, Congregación para la Doctrina de la Fe, Congregación para el Culto Divino, Congregación para el Clero y la Catequesis y Congregación para la Educación Católica. A esta singularidad hay que añadir la subrayada por el padre Mario Pezzi al finalizar el funeral, al decir que hasta dónde él tenía conocimiento, era la primera vez en la Historia de la Iglesia que un carisma era llevado adelante por Dios a través de un hombre y una mujer laicos y célibes.
Y para terminar, Obispos de la Republica dominicana dieron conocer las declaraciones del Papa Francisco sobre el Camino expresadas durante la visita ad limina de los obispos dominicanos el 28 de mayo de 2015 y dadas a conocer por Mons. Ramón Benito de la Rosa y Carpio, arzobispo emérito de Santiago de los Caballeros, que pidió la autorización al presidente de la Conferencia Episcopal de la República Dominicana para divulgar dichas declaraciones del Papa sobre el Camino Neocatecumenal http://www.camminoneocatecumenale.it/new/evento.asp?lang=es&id=237. También el Santo Padre, en una carta personal a Pilar Antelo, responsable del Camino in Argentina, autorizó la divulgación de sus afirmaciones. Dijo entre otras cosas:
“El Camino Neocatecumenal es cosa del Espíritu Santo en su Iglesia. Por tanto, les exhorto vivamente que sostengan, alienten y den seguimiento a esta iniciación cristiana. Valoro muy positivamente la dimensión misionera de las Comunidades. Este año acabo de enviar más de cien familias a países donde no existe o es escasa la presencia de la Iglesia. Sobre los Seminarios Redemptoris Mater, digo lo siguiente: ¿Qué sería de la diócesis de Roma –aquella a la que de manera fortuita llegó el Camino en 1968- sin él? Acabo de ordenar 16 sacerdotes y 13 eran del Camino Neocatecumenal. Saquen ustedes las conclusiones. El Camino Neocatecumenal ha restaurado en la Iglesia la Noche Pascual, que es el centro de la vida cristiana. El Camino Neocatecumenal es el que más sabe sobre la Iniciación Cristiana. Consulten y, si es preciso, corrijan a los catequistas, a las comunidades (porque corregir es amar), pero corrijan con los Estatutos en la mano.”
El reciente nombramiento de María Ascensión Romero como miembro del Equipo Responsable Internacional del Camino Neocatecumenal supone el resultado de la aplicación del Estatuto de dicha realidad eclesial, lo que demuestra que dicho documento no es letra muerta. Otro motivo más a celebrar en el gran encuentro que el Camino Neocatecumenal prepara para celebrar junto con el Papa Francisco los 50 años del Camino Neocatecumenal en Roma, a realizar en Tor Vergata, a las afueras de Roma, el 5 de mayo de 2018, lo más próximo que se ha podido a la fiesta de la Virgen de Pompeya, que se celebra al 8 de mayo. A buen seguro que será un Nuevo Pentecostés para la Nueva Evangelización.



[1] Cfr. A.Bugnini, La Riforma Liturgica, pág. 579, nota 26: Un grupo seriamente comprometido, el de las comunidades neocatecumenales, había ya iniciado por obra de sus fundadores la puesta en práctica de una formación cristiana de los bautizados … El mérito de este grupo está en haber entendido la importancia del espíritu del catecumenado para formar verdaderos cristiano.
[2] Cfr. Notitiae, n. 95-96 Julio-Agosto 1974.

È PAZIENTE (INNO ALLO SPIRITO SANTO) - Kiko Arguello (Nuovo Canto 2018)

lunedì 8 ottobre 2018

Convivencia de Inicio de Curso 2018-2019. Integrale in spagnolo.


Maria Ascención Romero nominata dal Papa al Dicastero per la Famiglia

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Nomina di Membri e Consultori del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita
Sala stampa della Santa Sede, 6 ottobre 2018
Il Santo Padre Francesco ha nominato Membri del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita gli Em.mi Cardinali: Gérald Cyprien LACROIX, Arcivescovo di Québec (Canada); Mario Aurelio POLI, Arcivescovo di Buenos Aires e Ordinario per i fedeli di rito orientale residenti in Argentina e sprovvisti di Ordinario del proprio rito (Argentina); João Braz de AVIZ, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica; gli Ecc.mi Monsignori: Wilton Daniel GREGORY, Arcivescovo di Atlanta (Stati Uniti d'America); Joel PORTELLA AMADO, Vescovo tit. di Carmeiano, Ausiliare di São Sebastião do Rio de Janeiro (Brasile); il Rev.do Padre Gianfranco GHIRLANDA, S.I., Professore emerito della Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università Gregoriana (Italia); gli Ill.mi Coniugi: Piotr e Aleksandra Brzemia BONAREK (Polonia), Docenti in Cracovia rispettivamente di Biologia presso l'Università Jagellonica e di Diritto Canonico presso la Pontificia Università Giovanni Paolo II; Daniel e Shelley EE (Singapore), Responsabili dell'International Ecclesial Team del Movimento Worldwide Marriage Encounter; Luis JENSEN e Pilar ESCUDERO de JENSEN, Membri dell'Istituto delle Famiglie di Schoenstatt; gli Ill.mi Signori: Dott. Roberto FONTOLAN, Direttore del Centro Internazionale di Comunione e Liberazione (Italia); Dott. Moysés Louro de AZEVEDO FILHO, Fondatore e Moderatore Generale della Comunità Cattolica Shalom (Brasile); Dott. Laurent LANDETE, della Communauté de l'Emmanuel (Francia); Prof. Marco IMPAGLIAZZO, Presidente della Comunità di Sant'Egidio (Italia); Dott.ssa Geneviève Amélie Mathilde SANZE (Rep. Centroafricana), Membro del Consiglio Generale del Movimento dei Focolari - Opera di Maria; Dott. Manfred LÜTZ, Primario di Psichiatria presso l'Ospedale Alexanier Infirmary di Colonia (Rep. Federale di Germania); Prof. Robert CHEAIB (Libano), Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e la Pontificia Facoltà Teologica Teresianum; Prof.ssa Laura PALAZZANI, Docente di Filosofia del Diritto presso la Libera Università Maria Santissima Assunta - LUMSA di Roma (Italia); Prof.ssa Helen M. ALVARÉ, Docente di Diritto presso la Scalia Law School della George Mason University School of Law (Stati Uniti d'America); Prof. Franco NEMBRINI, Pedagogista e autore di programmi educativi per i giovani (Italia); Dott. Javier BORREGO BORREGO, Avvocato di Stato presso la Corte dei Conti di Madrid (Spagna).

Sua Santità ha inoltre nominato Consultori del medesimo Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, i Rev.di Signori: Mons. Matteo VISIOLI, Sotto-Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede (Italia); Mons. Pierangelo SEQUERI, Preside del Pontificio Istituto Teologico "Giovanni Paolo II" per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia (Italia); Mons. Jacques SUAUDEAU (Francia), Assistente Spirituale della Federazione Internazionale di Associazioni Mediche Cattoliche; Mons. Robert W. OLIVER (Stati Uniti d'America), Segretario della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori; Luis Felipe NAVARRO MARFÁ (Spagna), Rettore Magnifico della Pontificia Università della Santa Croce; Jan BALIK, Fondatore del Servizio di Pastorale Giovanile nella Repubblica Ceca (Repubblica Ceca); Roberto COLOMBO, Professore di Neurobiologia e Genetica Umana presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma (Italia); i Rev.di Padri: Ulrich RHODE, S.I. (Rep. Federale di Germania), Docente presso la Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università Gregoriana; José GRANADOS, dei Discepoli dei Cuori di Gesù e Maria (Spagna), Vice Preside e Professore presso il Pontificio Istituto Teologico "Giovanni Paolo II" per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia; il Rev.do Sac. Fabio ATTARD, S.D.B. (Malta), Membro del Consiglio Generale dei Salesiani con responsabilità per la Pastorale Giovanile; la Rev.da Suor Giovanna Maria COLOMBO, Comunità Loyola (Italia), Docente di Diritto Canonico presso il Seminario Maggiore St. Augustin e Giudice del Tribunale Interdiocesano di Prima Istanza di Bamako (Mali); gli Ill.mi Coniugi: Léon BOTOLO MAGOZA e Marie-Valentine KISANGA SOSAWE, Fondatori e Responsabili della Communauté Famille Chrétienne (Rep. Democratica del Congo): Emmanuel e Marie Gabrielle MÉNAGER, Fondatori e Presidenti del Theology of the Body European Center (Francia); gli Ill.mi Signori: Guilherme VAZ, Membro del Comitato Esecutivo del Catholic Council of India (India); Prof. Luigino BRUNI, Docente di Economia Politica presso la Libera Università Maria Santissima Assunta di Roma (Italia); Dott.ssa Maria Emmaus VOCE, Presidente del Movimento dei Focolari - Opera di Maria (Italia); Sig.na María Ascensión ROMERO ANTÓN, Membro dell'Equipe Responsabile del Cammino Neocatecumenale (Spagna); Prof. Giuseppe NOIA, Presidente dell'Associazione Italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici e Direttore dell' Hospice Perinatale presso il Policlinico Gemelli (Italia); Prof. Thomas W. HILGERS, Fondatore e Direttore del Pope Paul VI Institute for the Study of Human Reproduction (Stati Uniti d'America); Paul METZLAFF, Responsabile per la Catechesi, la Giornata Mondiale della Gioventù e i nuovi Movimenti nell'Ufficio di Pastorale Giovanile della Conferenza Episcopale Tedesca (Rep. Federale di Germania); Malcom HART, Direttore dell'Ufficio di Pastorale Giovanile della Conferenza Episcopale Australiana (Australia); Dott.ssa Clare JIAYANN YEH, Fondatrice e Direttrice dell'Ufficio di Pastorale per il Matrimonio e la Famiglia della Conferenza Episcopale Regionale Cinese (Taiwan); Prof.ssa Carmen PEÑA GARCÍA, Docente di Diritto Matrimoniale presso la Facoltà di Diritto Canonico dell'Università Pontificia Comillas di Madrid (Spagna); Prof.ssa Ana María CELIS BRUNET, Docente presso la Facoltà di Diritto dell'Università Cattolica del Cile (Cile).


***

El Papa Francisco nombra a Maria Ascención Romero como consultora del Dicasterio para la Familia, los Laicos y la Vida.
https://www.revistaecclesia.com/el-papa-nombra-consultora-…/
Según ha comunicado la Oficina de Prensa del Vaticano este sábado 6 de octubre, el Papa Francisco ha nombrado consultora del Dicasterio para los Laicos la Familia y la Vida a María Ascensión Romero Antón, miembro del equipo internacional responsable del Camino Neocatecumenal.

María Ascensión Romero Antón se incorporó al equipo internacional del Camino Neocatecumenal en enero de 2018, tras la muerte de la co-iniciadora del Camino, Carmen Hernández, y después de que lo solicitase el Dicasterio para los Laicos, la Familia y la Vida de la Santa Sede, como establecen los Estatutos del Camino
El iniciador y responsable del equipo, Kiko Argüello, el presbítero del mismo, el P. Mario Pezzi, y María Ascensión Romero, agradecen al Santo Padre este honor y le manifiestan una vez más su cercanía y comunión.
12Mª Ascensión Romero
Nació el 27 de mayo de 1960 en Tudela, Navarra (España). Es la tercera de cuatro hermanos y estudió en el colegio de la Compañía de María (el mismo en el que se formó Carmen Hernández).
Más adelante se trasladó a Soria para estudiar Magisterio y allí, a los 19 años, conoció el Camino Neocatecumenal. Al concluir la universidad regresó a Tudela y se incorporó a la primera comunidad neocatecumenal en la parroquia de San Jorge.
En 1983 aprobó las oposiciones de Magisterio en Madrid y se trasladó allí para trabajar como maestra en varios colegios de la capital durante nueve años, incorporándose a una comunidad de la parroquia madrileña de Santa Catalina de Siena. En 1987 sintió la llamada a la evangelización, algo que confirma en agosto de 1989 al término de la Jornada Mundial de la Juventud en Santiago de Compostela, con san Juan Pablo II, en el encuentro vocacional que el Camino Neocatecumenal celebró en Zaragoza.
En 1992 fue enviada como itinerante a la ex Unión Soviética, donde ha permanecido 25 años en lugares como Bielorrusia, Kazajistán y Rusia. En 2002, junto al resto de su comunidad, concluyó el itinerario neocatecumenal y renovó solemnemente las promesas bautismales durante la Vigilia Pascual en la Catedral de La Almudena, presidida por el entonces Arzobispo de Madrid, el Cardenal Rouco Varela.
Roma, 06/10/2018.-
***

21 ore fa - Maria Emmaus VOCE, Presidenta del Movimiento de los Focolares – Obra de María (Italia); Sra. María Ascensión ROMERO ANTÓN, miembro del Equipo ...

sabato 6 ottobre 2018

Convivencia de inicio de curso 2018-2019.

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(I)


Porto San Giorgio
27-30 de septiembre de 2018

JUEVES, 27 de septiembre
Aviso de que la convivencia comienza a la mañana siguiente

VIERNES, 28 de septiembre
(Día de conversión y ayuno)

10 h – NOTICIARIO DEL CAMINO
«KIKO:
Veremos lo que el Señor quiere en esta convivencia. Estoy cansado, pero el primer pensamiento que me ha venido esta mañana ha sido que debo dar mi sangre, hasta la última gota, por esta convivencia. Para mi físicamente son cansadas, pero debo hacer la voluntad de Dios.»

«Como siempre comenzamos con las presentaciones. Las presentaciones son muy importantes porque es el único momento que tenemos para vernos. No nos vemos nunca, no sabemos lo que sucede, cómo estáis, qué hacéis. En el momento de las presentaciones puedo pedir a un matrimonio que se levanta de dónde viene y por qué está aquí. Es el momento de presentarnos, conocernos, por eso es muy importante.



Esta es la convivencia de inicio de curso y están invitadas nuestras comunidades.



Yo soy Kiko, en equipo con el P. Mario, y con nosotros está María Ascensión Romero que ha sustituido a Carmen. Ha sido ya aceptada oficialmente por la Santa Sede con una carta del Cardenal Farrell, donde escribe que espera que pueda llevar a cumplimiento todas las semillas de evangelización, de espiritualidad nueva que Carmen había dado al Camino. ¡Esperemos que el Señor la ayude a hacer esto! Es de un pueblo español: en España se dice que en el mundo hay ¡brutos, mas brutos y de Tudela! “Bruto” no en el sentido de feo(italiano), bruto significa cabezón, cabeza dura. En el mundo hay brutos, gente muy cabezona, después los más brutos, y finalmente los de Tudela. Ella es de Tudela, como Carmen, ¡debe de ser un regalo que nos ha hecho Carmen!»




«Bien, comenzamos con las presentaciones con calma, así nos vemos, nos decís cuántos han muerto, veamos cuanto habéis envejecido...»





«Es el único momento en que nos vemos porque, ya, para nosotros es imposible visitar las comunidades, aunque lo intentaremos. Si Dios nos da fuerza y salud haremos su voluntad respecto a vosotros. Dios nos ha unido desde hace tantos años, nos ha ligado y continúa a ligarnos (sic) gracias al Espíritu Santo, no por voluntad nuestra, y está haciendo una obra.

Vosotros sois las primeras comunidades del mundo; aquí están las primeras comunidades de España, de Madrid, de Barcelona, Zamora, las primeras comunidades de Italia, de Paris, las que Dios ha querido que hiciésemos nosotros. En Roma llevamos solo cuatro parroquias. Comenzamos presentando las comunidades de España.

Sabéis que el Señor ha llamado al cielo a Danielle, la mujer de Giuliano Bonomi[i]. ¿Cómo vas, querido viudo? Dios se preocupa de las viudas y de los viudos.»



GIULIANO:

«Hemos visto señales muy fuertes. El 30 de agosto le habían dado un mes de vida. Cuando ha pedido ir a morir a casa hemos acondicionado un hospital en casa. El martes, vigilia del 8 de septiembre, de modo inexplicable desde el punto de vista médico, todo se ha precipitado, con un breve momento de calma.»




«Después, el sábado, se ha precipitado todo de nuevo. La Virgen ha venido a buscarla el 8 de septiembre.»



«Hemos visto que el Señor le ha ahorrado muchos sufrimientos. Hemos visto, como un signo, el hecho de que el Señor la haya tomado el día de la Virgen. Danielle era muy devota de Ella, siempre rezaba el rosario, se dormía rezando el rosario. Después el día del Santísimo Nombre de María hemos celebrado los funerales. Yo estoy siendo sostenido internamente, aunque el dolor es muy grande, después de 42 años de matrimonio.»


KIKO:

«¡Existe la comunión de los santos! Aquí no muere nadie Cristo ha vencido la muerte para nosotros. Nosotros somos testigos para el mundo entero, para el universo, de la victoria de Cristo sobre la muerte.»







«El Padre ha tenido piedad de una humanidad que se había separado de Dios, que le había pedido la autonomía moral absoluta y el hombre se hacía Dios de sí mismo, rompiendo toda relación con su creador, con Dios. Esto ha precipitado a la humanidad en todos los males que cuenta la Escritura, muy horribles, de violencia, tanto que Dios, dice la Escritura, se arrepintió de haber creado al hombre y pensó en destruirlo (cf. Gen 6,6). Ha mandado el diluvio universal, pero gracias a Noé y a 8 personas, imagen del bautismo cristiano que salvará la Iglesia en el futuro, Dios promete que no destruirá más a la humanidad y da como signo el arcoíris: lo que indica que la lluvia ha cesado y la luz ilumina las gotas de lluvia, que todavía quedan suspendidas y se transforma en los siete colores en que la luz se descompone.»




[i] Itinerante, responsable del norte de Francia y Bélgica, de la 1ª comunidad de la Bonne Nouvelle, Paris


***

(II)


KIKO:
«Hoy debemos dedicar dos horas a la oración con la Palabra, preparándonos a un examen de conciencia, a una confesión general.»



«El Señor está dispuesto, está contentísimo de darnos el perdón de todas nuestras faltas.»



«Como decía Carmen, una cosa es la misericordia que hace referencia al corazón y otra cosa es la palabra hebrea «rahamim», que hace referencia a la matriz de la mujer. Por eso la conversión para Israel es como un nuevo nacimiento, una regeneración. Esto ha pasado en el Iglesia Católica. Convertirse hoy, significa entrar en el útero de nuestra madre, la Iglesia, y ser transformados por la gracia del Bautismo.»




«Ahora hacemos media hora de descanso. Son las 11:30, sabéis que hoy hacemos una mañana de conversión. Debéis venir a las 12 con la Escritura. Os daremos un tiempo para escrutar, en el campo, en preparación a la penitencial, hoy hacemos ayuno, no se come; si alguno tiene necesidad de comer podéis ir al Bellavista.



Tiempo de descanso, 15 minutos»


LAUDES 12,30 h




Monición al II salmo:

ASCENSIÓN:

«Kiko me ha invitado a deciros algo a vosotros que sois los catequistas de la primera hora. Estoy asustada y me pregunto: ¿quién soy yo?»

«Verdaderamente hoy Dios nos ha llamado a una cosa muy grande. Hoy Dios nos quiere dar su resurrección, como decía Carmen, quiere llevarnos a la resurrección. No existe ninguna teología que pueda «explicar» esto: no hay explicación. El Señor nos ama así y quiere darnos hoy la vida eterna. Ahora proclamamos un cántico de Isaías. S. Pablo, en el Himno de la Kenosis, dice: «En el Nombre de Jesús se doble toda rodilla». Y es a esto a lo que nos llama el Señor: a reconocerlo como nuestro Señor. En este salmo se ve la situación del pueblo en el exilio, pero con una esperanza y es lo que el Señor nos quiere dar hoy. El Señor nos ha elegido para algo grande: ser testigos de su resurrección y anunciar el perdón de los pecados en esta generación, que se ha perdido en el relativismo, en tantas utopías. No sé si habéis leído la noticia que viene de Gran Bretaña —me ha impresionado mucho— que decía que en los últimos ocho años han aumentado el 2400% los niños adolescentes que han pedido el cambio de sexo, que están sufriendo la disforia de género, conexa a la ideología de género. Viendo esto, estas utopías de nuestra sociedad, el Señor nos ha elegido para mostrar la luz, la verdadera luz. En este salmo se dice muchas veces: «Yo Soy»; lo que necesita nuestra sociedad, y también nosotros, es retornar al decálogo.»

«Yo Soy»: es lo que tenemos necesidad de ver hoy. Esperemos que el Señor en este día, con el sello del sacramento, nos lleve a ver, a tocar con la mano, que Él está en nuestra vida, con nuestras crisis, con nuestros sufrimientos, como el pueblo de Israel.»

«Pueblo elegido en el que Dios ha realizado tantos milagros, les ha preparado un futuro e Israel ha respondido siempre con la traición. Es impresionante ver que, hoy, este pueblo es como Pedro que en el inicio tiene tanto entusiasmo —como nosotros, quizás, que teníamos tanto entusiasmo, y a lo mejor hoy tenemos un poco menos— pero el Señor ha tomado a Pedro con todo su entusiasmo y Pedro lo ha abandonado, lo ha traicionado, como nosotros. Ha sido el mismo Señor el que ha ido a buscar a Pedro, como ha sido el mismo Dios el que ha abierto una puerta para liberar al pueblo de Israel de la esclavitud. Hoy nos viene a buscar a cada uno de  nosotros. Lo que no podemos darnos —Carmen lo repetía tantas veces y me impresionaba siempre— con nuestras fuerzas es la resurrección: esto es un don de Dios y es lo que el Señor nos quiere dar hoy. Experimentar la  resurrección pasando a través de la muerte, viendo nuestros pecados.




Este Cántico, donde se repite tantas veces: «Yo Soy», nos invita a volver al Decálogo. Tantas veces Carmen nos hablaba del Decálogo para hacernos ver nuestros pecados, para ayudarnos a hacer el examen de conciencia. En la entrada de la Domus está escrito: «Yo Soy» y al lado está escrito: «No matarás». Matar al otro con nuestros juicios, con nuestro desprecio, con tantos pecados que habíamos hecho y hacemos. «Yo Soy», Dios es aquel que ha dado la vida al otro y cuando destruimos al otro, en cierto modo destruimos a Dios



«Es muy fácil hacer nuestra justicia, como hacen los terroristas que se justifican, matan porque tienen su justicia, también nosotros podemos matar al otro para hacer nuestra justicia y este sacramento, todo este día nos invita a entrar en la verdad de nosotros mismos, sin miedo, y ver que Él es Dios, experimentar el perdón para poder amar a Dios llevar en nuestra carne el perdón de Dios para poderlo anunciar. No podemos anunciar lo que no vivimos

«Carmen hablaba siempre del viaje maravilloso que es entrar en las Escrituras. Hoy tendremos un tiempo en el que el Señor nos dará tanta luz, siempre nos ha conducido en este viaje maravilloso, regalo que han descubierto Kiko y Carmen para nosotros. Esperamos que hoy el Señor nos lleve a la verdad, a volver al «YO SOY» —Dios Es—, para poder entrar en la muerte sin miedo. En este sacramento que realiza lo que dice, con estos signos, el Señor nos lleva a la vida y a la resurrección.»

***


(III)


Monición al III salmo:
KIKO

«Me venía a la mente que el Señor ha dicho: donde hay dos o tres reunidos en mi Nombre, allí estoy yo en medio de ellos. Aquí somos más de dos o tres. Donde hay dos o tres hermanos que se reúnen en mi Nombre allí estoy Yo. Y aquí somos más de dos o tres reunidos en el Nombre del Señor. Esta convivencia no es una rutina, el que la vive así está ya excluido del Señor y de nosotros

«Se escucha si el Señor te hace escuchar, nos convertimos si el Señor nos convierte. Por eso debemos ser humildes: nosotros no deberíamos estar aquí, sino en la cárcel, o fuera, como tanta gente, como millones y millones de hombres que no conocen una palabra del Señor. Está claro que el Señor ha preparado esta convivencia para algo, para ti, pero podemos volver vana la gracia y salir de aquí como hemos entrado; por eso debemos ser humildes y pedir al Señor: ¡ayúdame Señor, que yo haga tu voluntad! Me has traído aquí para algo y me quieres dar algo, prepárame, para que pueda trabajar en tu viña. ¿Qué quieres que haga?»

«Es una gracia grande que el Señor te invite a una asamblea donde Él está en medio porque quiere que tú te encuentres con El, quiere que yo me encuentre con El. El, que es nuestra salvación, nuestra consolación, nuestra alegría, nuestra resurrección. El, que nos da la vida inmortal: ¡Ah! Si viviésemos la fe participando de la vida inmortal, siendo hombres ya salvados, resucitados, co-resucitados con Cristo.»

«Nos queda aún un poco de tiempo, pero después nos espera una gloria inmensa porque Dios, en su naturaleza, en su esencia es difusivo de sí. Por eso te ha creado, para que tu participes totalmente de Él y sepamos que ama dándose totalmente, hasta el extremo, haciéndose uno con la persona que ama. Por eso los cristianos dicen: “no soy yo el que vive, es Cristo quien vive en mi” (cf. Gal 2,20). Porque Cristo está en nosotros totalmente entregado, absolutamente entregado. “Sed perfectamente uno y el mundo creerá” (cf. Jn 17,23). ¡Se uno! No es fácil, estamos distraídos, llenos de pecados, somos estúpidos, tontos, somos pecadores.»

«Dios entiende que somos débiles, por eso nos trae aquí, para ayudarnos, para exhortarnos, para ayudarnos en el proceso de conversión que es la vida del cristiano.»


«Como dicen los Padres de la Iglesia: de nuestro bautismo mana un agua purísima que dice así: ¡hoy conviértete! ¡Hoy! Hasta ahora ¿te has convertido? ¡Para nada!»





«¿Qué es convertirse? ¿Darle la vuelta a tu vida? ¿Qué es la conversión verdaderamente? Por eso tenemos necesidad de ser ayudados. ¡Dios nos ha dejado a Cristo y con El los signos de su presencia, en el sacramento de la reconciliación, sacramento del perdón de nuestros pecados! El querría concedérnoslo para curarnos profundamente. Está claro que los sacramentos van más allá del sentimiento.
No siento a Cristo… esto no importa nada, va más allá de esto. Los sacramentos actúan en lo profundo del alma humana   si estamos aquí después de tantos años es gracias a los sacramentos, a tantas Eucaristías, tantas penitenciales, tantas celebraciones de la palabra, porque el Camino es todo celebrativo, ni hay conferencias, no hay lavado de cerebro, sino solo celebraciones, celebraciones, celebraciones…»


«Porque el autor del Camino es el Espíritu Santo y cuando se le invoca, el viene a nosotros y obra en nuestro espíritu y después de 50 años todavía estamos aquí: ¿por qué?»

«¿Por qué estamos aquí todavía? Debemos estar atentos a la acción del Espíritu Santo en nosotros para entender lo que quiere el Señor de mí, qué debo hacer. ¿Tengo todavía ocho años de vida? ¿Diez, quince, doce, cuatro? En estos cuatro años que me quedan: ¿qué debo hacer? Se vive solo una vez, una sola, se apaga la luz y nos vamos de aquí y no se vuelve: lo que has vivido, has vivido. Por eso debéis estar muy atentos a la historia que Dios hace con cada uno de nosotros.»

«Hemos dicho que nuestra historia es santa y que solo el tonto piensa vivir la vida pasándoselo bien.»

«La historia tiene un significado, todo lo que sucede en nuestra historia, en positivo, pero sobre todo en negativo, no sucede por casualidad


«Ante aquello que nos humilla, debemos preguntarnos: ¿por qué el Señor me pone en esta situación? ¿Qué quiere de mí? ¡Conviértete y el mundo será redimido! Esto quiere el Señor: tu conversión. ¿Qué significa conversión? Total abandono a la voluntad de Cristo, porque eres uno con Cristo, tu vida no es tuya, le pertenece a Él. Cualquier cosa que suceda en tu vida, es santa, profunda y tiene un significado escatológico. Esto dice la Fe. La verdadera interpretación de la realidad 
histórica de tu vida es escatológica. ¿No lo sabíais? Tiene relación con tu vida futura, con el cielo. Por eso debemos estar muy atentos a cómo respondemos a los hechos pequeños y a los grandes de nuestra historia.




Estemos atentos a lo que Dios permite, lo que Dios ha preparado para nosotros. Dios entiende que somos muy débiles y prepara esta convivencia para exhortaros, para que escuchéis una palabra, para que se nueva tu alma, de otra forma eres como un asno que no entiende nada. Dar gracias al Señor de que alguien os exhorta, también eso es una gracia. Que algún hermano, yo en este caso, os exhorte, os ayude, mueva tu espíritu, te ponga en movimiento. Te trae fuera de tu burguesía, de tu instalación, sentado en tu yo, inmóvil, mientras todo el universo está marchando a toda velocidad, impresionante.»


«Ciertamente somos una realidad que nos transciende, pero más importante que esto es saber que Dios, conociendo nuestra debilidad, nos da esta convivencia para curar nuestras heridas, derramar el óleo de su amor sobre nuestras heridas y el vino de su sangre derramado por nuestros pecados. Quiere darse a nosotros, porque esta es su misma naturaleza. ¿Qué es Dios? Amor a ti, total, total hasta la muerte, aunque seas el más malvado de los hombres y lo odies y lo detestes, lo mates, Él se ofrece por ti.»



(IV)


KIKO:
«Me gusta cantar esta mañana el canto de Zaqueo ya que nos ayuda mucho porque Jesús dice algo que subrayamos profundamente: “Conviene que yo entre en tu casa, es necesario”.»


«¿Por qué es necesario? Porque pienso invitarte a Patagonia, donde hay tribus aisladas, que no conocen a Jesucristo: pienso enviarte a ti. Pero para eso tengo necesidad de entrar en tu casa, de vivir en ti, de modo que te abandones totalmente a mi voluntad y puedas ir a Patagonia, de otro modo tú no te mueves. O sea, conviene que Yo entre en vuestra casa para poder evangelizar el mundo de hoy; si no entro en vuestra casa no hacéis nada, id a la comunidad así…
Por eso es muy importante este canto. Lo cantamos.»

«Todos viven para sí mismos, todos: en la universidad todos los jóvenes están estudiando Derecho, tienen una novia, están buscando trabajo, todos viven para sí mismos, en todo buscan su propia felicidad, a sí mismos. Esto es lo normal, vivir para sí mismo; pero esta es la herida del pecado original que invade el mundo.»

«Somos siempre muy tontos, no nos damos cuenta del milagro que es vivir y existir. Que otra cosa podemos hacer sino ponernos de rodillas y decir: «Heme aquí, Señor, haz de mí lo que quieras. Tu eres el Único, el Único que amas verdaderamente a toda la humanidad. Te doy gracias porque me has dado la vida y ahora me llamas a colaborar con tu Hijo en la salvación de los hombres. Heme aquí: ¿dónde quieres que vaya? ¿Qué quieres que haga? ¿Que me case, que no me case, que me haga cura, que vaya itinerante? ¡Lo que tú quieras, no vivo ya para mí! Eres Tú, a Ti pertenece mi vida. Dime lo que debo hacer, cómo puedo vivir en Ti, totalmente en Ti, de modo que no seas más yo el que vive, sino Tú que vives en mí».



SCRUTATIO DE LA PALABRA

KIKO:
«Bien, hermanos, ahora tenéis que ir todos con vuestra Biblia a escrutar el texto de Romanos 7,24.

Esta es una convivencia de formación de catequistas, y las notas de la Biblia de Jerusalén han sido hechas por los mejores teólogos, como Lyonnet, Benoit y tantos otros; las notas son una obra de arte.»

«Estudiar bien las notas te da una formación bíblica que debes de tener, una formación profunda, te da la clave porque tú eres un catequista. Deberías conocer la Escritura, vivir la Palabra de Dios, la Palabra de Dios debe ser para ti todo, la Presencia de Cristo en ti, el contenido.»

«A no ser que quieras ser echado de aquí, porque eres como un trozo de madera en medio de nosotros, que ni sientes ni padeces. Pero no, pienso que no, el Señor todavía no te ha descartado. Si te ha descartado dentro de pocas convivencias no estarás más aquí, harás tu vida, tus cosas. ¡Pero no, esperamos que no!»

«Entonces, ahora id a escrutar: son las 14 h. Y estaremos dos horas escrutando la Escritura; id al «bosque mítico» que hemos hecho, a la Yeshivá, o aquí, o bajo una palmera.»

«Ya os hemos enseñado que partiendo de este texto se buscan los paralelos; tomáis un paralelo y de ahí encontráis otros tres paralelos, y los escribís. De estos tres paralelos tomáis quizás uno que, a su vez, tiene otros dos, y de estos dos tomáis uno que tiene otros cinco paralelos. Con una sola rama que habéis abierto, tenéis ya veinticinco paralelos. Después podéis volver a la rama principal y leer otro texto y otros paralelos. Y así podéis pasar horas. Pero os hemos dicho que, si hacéis esto, en cierto momento, mientras estáis en una de estas ramas, sentís una Palabra que os habla dentro, directa para ti, que te sorprende: «¡Vaya, nunca he pensado esto!». Y hemos dicho también a los jóvenes que escrutan la Palabra el domingo, que cuando se llega a este momento hay que pararse y escribir lo que te está diciendo el Señor a través de ese texto.»

«Entonces, comenzaréis a escrutar a las 14,30. Tenéis dos horas para escrutar, para rezar. Mientras vais y volvéis serán las 17:30; los presbíteros vayan a revestirse y comenzaremos la Penitencial. Tenemos cerca de 120 presbíteros. Podéis ir a tomar un café, pero después debéis ir a escrutar. Nos encontramos aquí a las 17:30.»

«Si estuviese aquí el Papa Francisco diría: «Cada uno responda de lo profundo de su corazón: ¿quién es Jesucristo para mí, hoy?».

«Como siempre, aunque los presbíteros son muchos —nos tocan a diez a cada uno—, estamos dispensados de confesar los pecados de los otros. Confesemos solo los nuestros






 (V)




SÁBADO, 29 de septiembre
10,30 h
LAUDES
Fiesta de los Santos arcángeles Miguel, Gabriel y Rafael


ASCENSIÓN:
«Hacemos los salmos de las Laudes del domingo de la primera semana.
Quisiera decir que este salmo cuando dice: «Oh Dios, tú eres mi Dios, por ti madrugo, mi alma está sedienta de ti» me recuerda a Carmen. En todos sus escritos se ve el amor de Carmen a Jesucristo, repite cada día: «¡Te amo, te amo, Señor mío!». Al comienzo del salmo dice: «Por ti madrugo…». Leyendo sus cartas del periodo en el que estaba en Israel, las cartas de cuando todavía estaba en el instituto misionero, se ve este amor, este entusiasmo, este celo misionero que tenía, este amor a Cristo lleno de entusiasmo en su juventud. Ella cuenta que cuando estaba en la universidad se despertaba a las 6 de la mañana y hacía una hora de oración, después iba a misa, y después a la universidad. Siempre decía que no se levantaba de la cama sin haber rezado el Oficio de Lecturas, era para ella como cargar las pilas para comenzar el día. Tenía un grandísimo amor a Cristo, y es bellísimo leer sus escritos. Este amor grande a Cristo era sin duda desde su juventud.»


KIKO:
He hecho algunos cuadros de los Arcángeles. Ahora traen el original del arcángel San Gabriel y la reproducción del Arcángel Miguel que está en la habitación del P. Mario; el original lo tiene Mons. Cordes.

He hecho un himno al Espíritu Santo para esta convivencia. Lo hice hace algunos años, y alguno lo conservó, me lo ha enseñado y le he puesto música.

Este himno lo hice en el año 1989. En una convivencia lo regalé a todos, y uno lo conservó en la Biblia desde el 89.»

[Indicando la pintura] «Este es el Arcángel San Miguel. Aquí está escrito: «Caritas, Umilitas». Sobre el escudo del Arcángel San Miguel, con la espada, está escrito «Caritas, Umilitas».
Sobre este otro no hay escrito nada. Guardadlo porque este es el original y pronto irá a un museo. Están preparando un museo con todas mis obras, porque moriré pronto


«Falta San Rafael que lo regalé a un médico que me ha curado y que se llama Rafael. Le he pedido una carta para indique que tras su muerte el icono sea dado al museo.»


«Este museo será importante porque hoy no hay casi Arte Sacro en las iglesias, nada o poquísimo



«Estaba presentando el himno que hice en el 89 y de este himno he hecho un canto que dice así, aunque ya lo habéis oído, pues lo canté con los jóvenes en el Circo Máximo.

Canto: “Es paciente - Himno al Espíritu Santo”

El Espíritu Santo es el autor, el autor de estas convivencias, su presencia en medio de nosotros en la convivencia me inspira a hablaros, y es Él el que os abre el oído para escuchar, el que hace que podáis recibir una palabra que os ilumine.»


«El soberbio no acepta los pecados, no acepta ser un sinvergüenza, un falso. Somos pecadores, verdaderamente!
«Considérate el último y el peor de todos» dice un padre del desierto. Los padres del desierto son muy cercanos a los apóstoles y las cosas que dicen son muy profundas y muy cristianas: Considérate el último, el último de todos los de aquí, y di las maldades que has hecho, los pecados de lascivia que has hecho. ¡Dímelos! Eres el peor de todos.

Digo a una mujer: «¿Pero tú quién eres? ¿Te consideras mejor que las prostitutas que están en medio de la calle? Tú no has comprendido nada del cristianismo, ni te ha llegado nada del Camino ni de la Fe. El Espíritu Santo descendiendo sobre tu espíritu debería iluminar quién eres tú y de qué eres capaz».


«Quien ve sus propios pecados y se arrepiente y sufre por las traiciones, los pecados, por lo que es, no ve los pecados de los demás, ve sus pecados. Aquellos que se consideran mejores que los demás, por el orgullo, la soberbia, por lo que sea, Dios los hace caer en la miseria de la lujuria, una verdadera miseria, para que aprendan a no considerarse mejores que los demás.»




(VI)




Epístola a los gálatas 5,1-6,10

KIKO:
«¿Habéis comprendido? Aquí dice así, esta frase debo aprendérmela: «¡Que el discípulo haga partícipe en toda suerte de bienes al que le instruye en la Palabra!».
Es Palabra de Dios: «¡Haga partícipe en toda suerte de bienes al que le instruye en la Palabra!». ¡No sé cuánto me habéis dado! Sí, me habéis dado un sobre con algún euro de los hermanos. ¿Qué importa? No quiero vuestro dinero. Dice S. Pablo: no he tomado nunca vuestro dinero. ¿Qué hago yo con el dinero en el bolsillo? ¡Lo doy a los pobres! No necesito dinero para nada. ¿Qué tengo que hacer con el dinero?

Continúo con un fragmento de la Carta a los efesios

Epístola a los efesios 1,3-14



KIKO:
«Así que yo, en vez de estar en un estudio en París con una chica, estoy aquí con vosotros: ¡obra del Espíritu Santo! No hago en mi vida lo que me gusta, sino que estoy de convivencia en convivencia… Y cuando no puedo más, el Espíritu Santo me dice: «Debes dar hasta la última gota de sangre. ¿No puedes bajar a la Tienda? Acuérdate que debes dar hasta la última gota». Bien, tú me ayudarás. Mi vida es así: convivencias, convivencias, convivencias… ¡Qué horror! ¡No! No es ningún horror, es una consolación veros, guapos y maravillosos. ¡Mejor perderos que encontraros! ¿Quién me ha unido a vosotros? ¿Quién me ha encadenado para estar con vosotros? ¿Qué habré hecho para tener que soportaros el Padre Mario y yo, y ahora también Ascensión?»





CUESTIONARIO

Convivencia de catequistas de Inicio de curso
Porto San Giorgio, del 27 al 30 de septiembre de 2018

1) ¿De dónde vienes?
2) ¿Dónde estás en relación a la Iglesia y al mundo?
3) ¿Dónde piensas que estamos yendo, como Iglesia y como carisma?

P. MARIO:
«Después está la Iglesia purgante, aquella que se está purificando; siento de decir: ¡aquellos que hacen mal al Camino Neocatecumenal tendrán que terminarlo en el Purgatorio!»

«En este punto alguno me ha preguntado cómo el Señor me ha llevado a mí, indigno y pobre, a colaborar con estos dos colosos, Kiko y Carmen, y os digo brevemente, porque pienso escribir el libro después que me muera y podréis leerlo…»

«Por eso en las convivencias periódicas de itinerantes, escuchaban personalmente la experiencia de cada itinerante, con toda sinceridad, iluminando con escrutinios profundos —digamos de primer, segundo y tercer grado—, a fondo, y hablando de la sexualidad, de la afectividad en la relación entre hombres y mujeres. Nos animaban, corregían errores, y si había habido algún problema afectivo por ejemplo, se cambiaba de equipo.»


KIKO:
«La primera convivencia que hemos hecho con estas familias enviadas en las zonas más miserables de la tierra —como los palafitos de Guayaquil. Allí el mar era muy bajo y el pueblo hacía casas sobre el mar, en zonas malolientes, allí mandamos una familia y hemos ido a visitarlos, a ver sus casas, cómo estaban—, después, en la primera convivencia con todas estas familias, ha sido sorprendente porque todos han descubierto que no tenían fe en aquella situación extrema.»




P. MARIO:
«La inspiración de Kiko y Carmen de unir la formación específica al presbiterado con el itinerario de formación cristiana del Camino Neocatecumenal fue la verdadera genialidad. Participando del Camino se daba una madurez humana en las relaciones con los hermanos y las hermanas de la comunidad, jóvenes y ancianos, de diversas condiciones, el crecimiento en la fe, la consecución de las principales virtudes cristianas, a través de las celebraciones semanales de la Palabra de Dios, de la Eucaristía, la convivencia y los pasos de las diversas etapas del Camino, en obediencia a sus catequistas.»




KIKO:

«Podíamos contar tantos otros eventos que Dios está haciendo con nosotros, sobre todo estas “communitates in missionem” que logran convencer a los vecinos y hacen catequesis en las casas. Todas han hecho ya una o dos comunidades de paganos dentro de sus casas. A una familia vienen cinco paganos, a otra ocho, a otra siete y después se reúnen para la convivencia y ¡son todos paganos! Dios con nosotros está haciendo una nueva evangelización, seriamente, donde el punto central es el testimonio. Solamente se puede anunciar el Evangelio si hay testimonio.»










 (VII)






















KIKO:
Ayer hemos visto un poco, en el cuestionario, dónde estamos, hacia dónde estamos yendo, en qué problemas nos encontramos, en qué situación estamos y hacia dónde estamos yendo. Sin duda yo veo que el mundo está yendo hacia la segunda venida de Cristo, que estará precedida por un enorme cataclismo y las estrellas del cielo caerán y todo será pasado por el fuego; todo será incendiado —dice S.
Pedro— porque esperamos nuevos cielos y nueva tierra donde habitará la justicia. ¿Lo creemos esto, que todo este mundo será consumido por el fuego, que no quedará nada y habrá una nueva creación? Seremos invitados a esta nueva creación de acuerdo con lo que nos ha sido revelado. No somos una secta que piensa cosas extrañas, no, esto ha sido revelado, es palabra de Dios, y la Segunda carta de S. Pedro dice que todo será pasado por el fuego (cf 2 Pe 3,1-16). Mientras llegan estos días, algo que no es muy difícil que suceda —pensad que hace apenas setenta años ha habido millones y millones de muertos con las dos bombas atómicas, las dos guerras mundiales— no sabemos lo que sucederá, si habrá una tercera guerra mundial con miles de muertos; no sabemos lo que sucederá, y somos invitados a vivir el instante, a vivir el hoy.

Y en este momento de hoy el Señor nos invita a la Pascua de la semana, a su Pascua. Nos invita porque quiere pasar en medio de nosotros ahogando al faraón, aquel que nos esclaviza, aquel que de alguna manera nos tiene esclavos de nuestros deseos, de nuestras concupiscencias, que potencian el pecado que habita en nuestra carne. Nuestra carne ha heredado de nuestros padres un pecado, el pecado de orgullo que, como hemos escuchado en el salmo responsorial, es el gran pecado. Por el pecado de orgullo el hombre tiene dentro un principio de autoafirmación, de autodeterminación, de autonomía moral, de independencia, que le lleva buscar en todo a sí mismo, en todo en todo busca estar bien y su propia felicidad. Esto es una esclavitud enorme. S. Pablo ha dicho que Cristo ha venido para que el hombre no viva más para sí mismo, sino que viva para Aquel que ha muerto y resucitado por Él. Cristo ha muerto y ha resucitado por cada uno de nosotros, y su resurrección es garantía del perdón de los pecados por medio del Espíritu Santo que habita en nosotros. Con esto Jesucristo está reconstruyendo y creando una nueva humanidad, Él es el primogénito de muchos hermanos, de una nueva humanidad que participa de la misma naturaleza divina. Por eso nosotros podemos atravesar la muerte, subir a la cruz. La muerte ya no tiene poder sobre nosotros, no estamos desesperados, no estamos obligados a separarnos en el matrimonio, ni hacer la guerra ni a odiar; ni todas estas cosas que hace la gente del mundo. La gente tiene dentro la muerte, dentro de todo hombre habita la muerte. Por eso, lo primero que recibimos como una liberación en el Bautismo, que perdona los pecados, es la vida eterna. ¿Y qué nos da la fe? La vida eterna dentro de nosotros. Ya no tenemos más la muerte dentro, de forma que ya no tengamos miedo a la muerte. Y cuando se acerca a nosotros un acontecimiento de muerte que nos hace sufrir, el miedo a la muerte nos obliga a escapar. Por eso dice la Carta a los hebreos que todos los hombres, por el miedo que tienen a la muerte, durante toda su vida son esclavos del demonio, porque siempre hacen la voluntad del demonio que les invita a escapar del sufrimiento como sea. Pero nosotros hemos sido liberados de esta esclavitud de buscar en todo el estar bien, estar bien, estar bien, de esta infelicidad, de este egoísmo. Y este pecado que habita en nosotros, que hace que en todo busquemos nuestro ser, el estar bien, buscando en todo nuestra felicidad, nos impide vivir en la verdad.
  
Dios ha mostrado en Cristo la verdad, su naturaleza. Dios ha hecho este universo, la belleza de las plantas, el cielo, las nubes, todo lo ha hecho con ese espíritu que veis en el Crucifijo: Dios se ha donado totalmente a nosotros. Esta es la verdad, y nosotros estamos invitados a participar de su esencia, de su naturaleza, de su substancia, de forma que los cristianos viven cristificados. Pero vivir cristificados no es una condena, no es una maldición, un horror, un sufrimiento, sino que es una liberación: ¡poder amar es una liberación! Hay tanta gente que se pega un tiro porque no ama ya a nadie: se le secó el alma, se le secó el corazón y nada le satisface dentro. Está seco, muerto, y entonces prefieren quitarse la vida. Cada minuto, en el mundo, se suicida un hombre según dice la estadística mundial. ¿Estaremos aquí una hora más o menos? Pues sesenta hombres se habrán quitado la vida: son estadísticas. Cada minuto un hombre se pega un tiro y se quita la vida: para ellos esta vida es una porquería y ya no quieren vivir más. Nosotros, gracias a Dios, hemos sido arrancados de esta maldición, de esta depresión, de vivir en esta vida como muertos buscándonos en todo a nosotros mismos.
El verdadero pecado, la verdadera enfermedad, el verdadero sufrimiento, es que no podamos pasar al otro, no poder amar, no amar a nadie, no ser capaz de sufrir por los defectos de tu mujer; no te dejas crucificar, te debes defender, haces tácticas, detestas la cruz, detestas el sufrimiento que Dios ha hecho sagrado cuando Cristo ha tomado sobre sí el sufrimiento. Por eso debemos tener cuidado, si queremos ser cristianos, porque Cristo nos llama a participar con Él en la salvación de esta humanidad. Para esta misión que nos confía, en un Carisma nuevo de la Iglesia, somos invitados a dar testimonio del amor divino en nosotros de forma comunitaria. ¡Una verdadera novedad! Ya desde los primeros tiempos de la Iglesia, los monjes lo han intentado haciendo comunidades monásticas, para mostrar el amor y la unidad en medio del mundo. Pero nosotros estamos llamados, y no como religiosos, a mostrar en nosotros la acción del Espíritu Santo que nos concede participar de la victoria sobre la muerte. Entonces, si tú eres cristiano y tienes dentro la victoria sobre la muerte: ¡Demuéstralo! Demuestra que te dejas matar por tu marido, por tu mujer, por los otros; por la vida, por no tener dinero; por la gente que te odia. ¡Demuéstralo! Demuestra que te dejas matar por tu mujer, por tu marido, por el otro, por la vida, no teniendo dinero… ¡Demuéstralo! ¡Demuéstralo! Y si no, pues eres un traidor, no puedes estar aquí. Aquí estás para dar testimonio de Cristo resucitado, victorioso de la muerte. Por eso Cristo nos da este mandamiento: amaos en la dimensión del enemigo, atravesando la muerte por el otro. Amaos como yo os he amado, he dado la vida por vosotros cuando erais unos asesinos y me odiabais. Amaos como yo os he amado. 
Y esta es una consecuencia de su victoria sobre la muerte, que nos invita a un banquete, a estos manjares deliciosos que son la victoria sobre la muerte. En esta Eucaristía se va a hacer presente la muerte a través del signo del pan que se rompe, la donación de Cristo que se entrega a la muerte por cada uno de nosotros. Dirá el presbítero: «Este pan es mi Cuerpo que se ofrece en sacrificio por vosotros; este es el cáliz de mi Sangre para el perdón de todos vuestros pecados». Él nos da a participar de esta victoria sobre la muerte y querría que después de la Eucaristía, como consecuencia —y no como un sentimiento, que el sentimiento vale muy poco—, sino como una realidad profunda, que pudiéramos amarnos. Y viendo también los defectos de la gente que te odia, que te detesta, viéramos en eso una gracia, una gracia. Porque Cristo fue detestado, odiado, cuando era el Hijo de Dios, buenísimo; Nosotros no somos tan buenos como Él, por esto tienen razón quienes de alguna manera nos soporta mal.
Pero el Señor comprende que la misión que nos encomienda en medio del mundo pagano, ateo, es dificilísima. Aquí estáis un pequeño rebaño que Él mandar como corderos en medio de lobos. Por eso necesitamos, absolutamente, que nuestra alma sea fortificada, iluminada, y se haga diáfana, en plena unión con Cristo para cumplir la misión que nos encomienda, porque no hay cristiano que no evangelice. Si un cristiano no evangeliza no es cristiano. El Papa Francisco ha dicho que el ADN de nuestro Bautismo es que todos hemos sido enviados a anunciar el Evangelio al mundo. Y los que estáis aquí sentaditos sin anunciar el Evangelio a nadie, sin decir nada, tenéis que saber que esta no es nuestra vocación; nuestra vocación es anunciar el Evangelio. Yo me he pasado toda mi vida anunciado el Evangelio. Cuando fui a hacer el servicio militar en África, iba en el tren con otros tres militares como yo y me pasé todo el viaje anunciando a Jesucristo. Y uno me dice: «¿Tú? ¡Ah, todo son mentiras! ¿Por qué no vienes conmigo al prostíbulo? Si vienes conmigo al prostíbulo yo voy contigo a Misa». Pero es curioso como Dios me ha dado celo. Y no he visto otra persona en mi vida que haya anunciado constantemente a Jesucristo, que haya dado su experiencia y no haya preguntado a la gente si creen en Cristo, si van a Misa.
  
Y todo el tiempo, bum bum bum, anunciando a Jesucristo.
  
¡Cómo no anunciar la buena noticia de que Cristo ha muerto por todos los hombres, por todos! Y tantísima gente no sabe que tiene una herencia de millones.
Un pariente de Nazaret, una ciudad de Israel, les ha dejado en herencia la vida inmortal; y él no lo sabe mientras vive esta vida mortal y se pasa la vida defendiéndose de la muerte, siendo un egoísta, buscando su propia felicidad en las vacaciones, en las mujeres, los amigos, en todo buscándose a sí mismo. No sabe, nadie le ha dicho que es millonario, no sabe nada, nada de nada, y hasta detesta a la Iglesia, piensa que la Iglesia es opresora y todas esas cosas.
Bien, hermanos, espero que en esta Eucaristía el Señor se haga presente para todos nosotros y nos conceda participar de su victoria sobre la muerte y fortifique en nosotros la vida inmortal, la vida eterna, y salgamos de aquí, al  finalizar esta convivencia, para vivir en Él. «Ya no soy yo quien vive, es Cristo que vive en mí». Y acabada la convivencia cogeréis el coche y regresaréis a Roma, y otros cogerán el avión para ir a Madrid. Y ¿qué haréis allí? «No sé, no vivo ya mi vida, vivo la vida de otro y Él me dirá lo que tengo que hacer en cada instante, en cada momento». «Ya no soy yo quien vive, es Cristo quien vive en mí. Esta vida que vivo —dice S. Pablo— la vivo en la fe en Cristo», porque Él me hace participar de su victoria sobre la muerte y me ha enviado para que le ayude en esta generación a anunciar la buena noticia, porque Dios ha querido salvar el mundo a través de la estupidez del anuncio, de la necedad del Kerigma. Dios ha querido salvar el mundo —dice S. Pablo— a través de la necedad del kerigma». Y lo llama necedad porque parece una cosa estúpida que de una noticia tan breve dependa la salvación del mundo; de una noticia, la noticia de un hecho. ¿Y por qué una noticia tiene tanta importancia que salva al mundo? ¿Por qué? Pues porque anuncia un hecho que está en acto, una onda gravitacional que ha explosionado en el universo entero, que está en expansión, y nosotros nos encontramos dentro de una galaxia caminando a miles de millones de kilómetros por segundo y no sabemos cuándo se detendrá, donde estamos, qué está sucediendo. Pues hay otro acontecimiento más importante todavía que este big bang que ha sido cuando Dios ha entrado en la muerte para destruirla. Esto ha sido un acontecimiento trascendental: Dios ha enviado a su Hijo para entrar en la muerte y liberarnos a todos del poder de la muerte.
Ánimo, hermanos, en esta convivencia, en este domingo, bendecimos al Señor y esperamos que sea haga presente en medio de nosotros gracias a este sacramento pascual, la Pascua de la semana. Esperemos que Él se haga presente, cure nuestras heridas, le quite el poder al faraón, del demonio en nosotros, de modo que liberados de su poder, de su influencia en nosotros, podamos hacer la voluntad de Dios para la salvación de esta generación. Entonces, estemos todos atentos para que esta Eucaristía sea verdaderamente participada, para que pueda realizarse en nosotros aquello que significa y realiza

(VIII)




KIKO:
«Hemos escuchado la Palabra de Dios que habla constantemente de la Gehenna donde habita un fuego inextinguible, que es un fuego que no se apaga nunca, donde está un infierno para los hombres. Nuestro Señor Jesucristo ha dicho: «No juzguéis», una palabra imperativa para todos. No juzgar. Entonces veamos:¿Tienes algún juicio sobre alguien, de la comunidad o de tu familia? Di, tú, tú y tú. Todos juzgamos. ¿Pero por qué no obedecéis al Señor? ¿No ha dicho el Señor que «no juzguéis»? Y entonces, ¿por qué juzgamos? Porque pensamos que somos más importantes que el Señor, pensamos que tenemos derecho de convertirnos en jueces de aquel hecho que sucedió y desobedecemos a Cristo. Después no os escandalicéis si no os da más gracias, porque no nos merecemos ninguno estar aquí. Pero esta es una palabra muy muy importante: son los paganos los que se pasan la vida juzgando a todos, la familia, la mujer, los hijos, el trabajo, el dinero. ¡El juicio! «No juzguéis», dice el Señor. Si tu mano te escandaliza, córtatela; si tu pie te escandaliza, córtatelo: es mejor que entres manco en el cielo que con los dos pies en la Gehenna donde está el fuego es inextinguible, el fuego eterno.»

P. MARIO
«La primera palabra es del Libro de los Números. Me parece muy actual para el Camino, porque sabéis que Moisés, en un cierto momento, como el pueblo crecía mientras estaban todavía en el desierto, no sabía cómo hacer para responder a todos los que se dirigían a él. Y sabéis que su suegro Jetró le había sugerido —sabiduría humana— elegir a setenta y dos hombres ancianos para que colaboraran con él: «Los problemas más normales que los resuelvan ellos. Y cuando haya problemas más graves que recurran a ti».No quiero hacer ningún paralelismo. Entendéis vosotros mismos


«Esto lo veo muy importante porque hoy, como decía ayer, es muy importante que los equipos responsables de las naciones se ocupen de los problemas habituales: las convivencias de catequistas, de familias, de jóvenes, en las naciones donde trabajan, y solo para las cosas más graves se dirijan a«nuestro Moisés»; esta es una interpretación mía, pero de todas formas lo he querido decir.»

KIKO:
«Todavía quiero decir una cosa. Me dicen que hay algún hermano que está instrumentalizando el Camino en la política. Debo deciros que el Camino Neocatecumenal no está representado ni involucrado en ninguna organización o partido político. El Camino no se mete en Política. También porque el Camino es para todos: para los comunistas, para los paganos, para los fascistas, para todos, y no podemos identificarnos porque significa cerrar la puerta a Cristo a miles de hermanos.»

«Hemos traído los folletos para los itinerantes que piensan invitar a los obispos de su zona a la convivencia que haremos en el Monte de las Bienaventuranzas, desde el martes siguiente al domingo de Pascua (23 al 30 de abril de 2019). Hay una carta de invitación en el folleto con las fotos de la Domus.»
— — —
«El P. Rino quiere que os de la noticia de que tenemos un terreno, de nuestra propiedad, en el Monte de los Olivos para hacer la Domus Jerusalem. Ha sido gracias a un donativo de parte de un hermano, pues el Camino no tiene dinero para comprar nada. Ha sido un donativo. El terreno se encuentra en la parte alta del Monte de los Olivos, con una vista bellísima. Se ve todo Jerusalén, un regalo de Dios a nuestra infidelidad.»

— — —

«El Encuentro mundial de la Juventud en Panamá será del 22 al 27 de enero de 2019. El encuentro con nosotros será el día 28 de enero, después del encuentro con el Papa. Yo no sé si tendré salud. Si estoy bien iremos. Las comunidades de Centroamérica: Honduras, Nicaragua, etc., donde hay tantísimas comunidades están invitadas a este encuentro.»


CHARLIE:
«Como sabéis, estamos recopilando todos los documentos que son obligatorios para comenzar la fase diocesana, después de tres años, en Madrid. Debemos reunir todo lo que ha dicho y escrito Carmen. Es muchísimo: catequesis, cartas, agendas y diarios. Una cosa muy importante es reunir los favores y las gracias que Carmen está haciendo con nosotros. Que tenemos ya muchísimas. No se puede hablar todavía de milagros, pero sí de grandes favores. Hemos tenido un primer encuentro con tres médicos y hay, al menos, dieciséis o diecisiete, entre comillas “milagros”.
Debemos reunir toda la documentación médica.

Con esto no es suficiente. Ahora lo que es más importante es recoger la fama de santidad que Carmen tiene en el pueblo. ¿Qué quiere decir esto? Muchas personas, en muchos países, piden la intercesión de Carmen para curar no solo enfermedades, sino también cosas cotidianas, de la vida. Muchos de vosotros me habéis contado que habéis pedido a Carmen alguna gracia, alguna cosa, por un examen, para una hija, etc. Todo esto debemos escribirlo.

Han ido ya a visitar la tumba de Carmen cerca de 30.000 hermanos.

Cada semana los hermanos pasan por allí. Hemos puesto un libro para escribir un pensamiento, lo estamos transcribiendo. Hay cosas bellísimas. Estamos contentos.
¡Escribid!»