mercoledì 19 dicembre 2018

Kiko Arguello: Catechesi su Sansone

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Rubens, "Sansone e Dalila"

La prima lettura di oggi, 19 novembre, ci parla di Sansone...

Sansone era un nazireo, consacrato a Dio fin dal seno materno. Sua madre è sterile e riceve la visita di un angelo che le profetizza: 

«Ecco, tu sei sterile e non hai avuto figli, ma concepirai e partorirai un figlio. Ora guardati dal bere vino o bevanda inebriante e non mangiare nulla d’impuro. Poiché, ecco, tu concepirai e partorirai un figlio sulla cui testa non passerà rasoio, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio fin dal seno materno; egli comincerà a salvare Israele dalle mani dei Filistei». 

Sansone nasce ed ha una forza sovrumana, che gli viene dalla sua unione con Dio, dalla sua consacrazione a Dio. Tale unione è rappresentata dai lunghi capelli, il voto di nazireato comportava il non tagliarsi i capelli. Sansone portava i capelli lunghi; la sua testa non aveva mai conosciuto il rasoio; portava i capelli legati in sette grosse trecce. I Padri della Chiesa dicono che quelle sette trecce sono immagine dei 7 sacramenti attraverso i quali viene al cristiano la consacrazione divina.


Sansone distrugge i nemici di Israele, i filistei; ma ha un grosso difetto: gli piacciono le donne e si lascia trascinare dalla lussuria. Frequenta le prostitute, poi si innamora di una donna filistea chiamata Dalila. Questa è usata dai filistei per scoprire da dove viene a Sansone quella forza che nessuno può contenere. Sansone confessa a Dalila che la sua forza gli viene dalla sua consacrazione a Dio, della quale sono segno le sue trecce; e che basterebbe tagliargli i capelli e resterebbe senza forza, cioè che basterebbe staccarlo da Dio, tagliare il suo rapporto con Dio e resterebbe un uomo qualunque. Questo è un'immagine del peccato.

Allora vengono i filistei e tagliano i capelli a Sansone, che resta senza forza. E la prima cosa che fanno i filistei (immagine dei demoni) con Sansone è cavargli gli occhi. Dicono i Padri: "Perchè i due occhi? Perchè non uno soltanto? Perchè un occhio è per vedere l'amore di Dio e l'altro è per vedere l'amore agli uomini". Quando l'uomo uccide la comunione con Dio, la vita divina in sè, il peccato di morte lo lascia cieco dei due occhi: quello per vedere l'amore di Dio e quello per vedere l'amore agli uomini. Chi è in peccato di morte, è in crisi e non vede più da nessuna parte nella sua vita nè l'amore di Dio nè l'amore degli uomini.

Questa è la conseguenza del peccato, secondo la catechesi dei Padri della Chiesa. Sansone, dopo essere stato accecato, viene incatenato con catene di rame ed è obbligato a girare la macina del mulino della prigione. Colui che pecca mortalmente, che si separa da Dio, che uccide la vita divina in sè, non solo resta cieco, ma è incatenato al peccato e resta viziato, resta come condannato a peccare ancora, a girare e girare nel peccato, a peccare e tornare a peccare. Non può uscire da questa situazione da se stesso.

Mentre Sansone si trova in quella situazione di miseria terribile, cieco e condannato a far girare la macina (simbolo del vizio), cominciano a crescergli di nuovo i capelli (simbolo della conversione) e comincia a tornargli di nuovo la forza del Signore. DIO INFATTI NON ABBANDONA NESSUNO IN QUESTA CONDIZIONE DI MISERIA, DI PECCATO, DI SCHIAVITU' E DI CECITA'. I filistei si radunano per celebrare una festa in onore di Dagon, il loro dio, e portano Sansone in mezzo a tutti per farli divertire. Sansone viene condotto da un bambino nel luogo pieno di filistei. Dicono i Padri: "Perchè Sansone  è condotto da un bambino?". Perchè i bambini sono immagine dell'umiltà, e soltanto l'umiltà ci può salvare dal peccato!".

Allora Sansone dice al bambino che lo conduce: "Fammi solo toccare le colonne sulle quali posa la casa, così che possa appoggiarmi ad esse". Sansone si appoggia alle due colonne, si curva con tutta la forza e la casa rovina addosso ai filistei e a tutto il popolo che vi è dentro. Così furono piu' i morti che Sansone causò con la sua morte di quanti ne aveva uccisi in vita. Di che cosa sono immagine le due colonne, appoggiato alle quali Sansone uccide tutti i nemici? Dei due bracci della Croce! Gesù Cristo, con la sua morte in croce, estendendo le braccia sulla croce, ha distrutto tutti i nostri nemici. Questa è la teologia semplice della Scrittura.

Chi ha conosciuto il peccato di morte, ha conosciuto la cecità e non vede piu', nei fatti, nella sua storia, nè l'amore di Dio nè l'amore ai suoi figli, nè l'amore al marito, nè alla moglie, nè a nessuno! La sua vita è condannata a girare e rigirare nel peccato, nel vizio, nella routine!

(Testo tratto da: Kiko Arguello, "Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale", vol. 12, Elezione, prima parte)