giovedì 19 marzo 2015

La signora in blu




Il 21 marzo lo Stato del Texas celebra Maria di Ágreda


La monaca ubiqua. Pubblichiamo una nostra traduzione dell’articolo «El último milagro de la Dama Azul» uscito su «La Razón» dell’11 marzo. Suor Maria di Gesù di Ágreda (1602-1665) visse dal 1620 al 1631 numerose esperienze mistiche, tra le quali spiccano i suoi episodi di bilocazione nel sudovest degli attuali Stati Uniti. Preoccupata dalla perdizione delle anime dei nativi, suor Maria dichiarò agli inquisitori che lei «o un angelo con le mie sembianze» era stata lì in più di cinquecento occasioni. In seguito la monaca divenne confidente di Filippo IV, con il quale scambiò oltre trecento lettere.(Javier Sierra) Il prossimo 21 marzo la città soriana di Ágreda inaugurerà la primavera in un modo molto speciale. Il suo sindaco e una trentina di abitanti si recheranno a San Antonio in Texas per partecipare a una giornata la cui grande protagonista sarà suor Maria di Gesù di Ágreda, una monaca concezionista di clausura che visse ai tempi di Velázquez. I suoi contemporanei erano convinti che tra il 1620 e il 1631 fosse riuscita da sola a convertire al cristianesimo migliaia di nativi del sudovest degli attuali Stati Uniti senza neppure uscire dalla sua cella. Si aiutò — o questo dissero allora — con il dono mistico della bilocazione. Sapete, quella discussa facoltà quantica che permette a una particella, a un atomo o a una creatura di stare in due luoghi contemporaneamente. 
Oggi, a quasi quattro secoli di distanza, le sue bilocazioni sono state la fonte di ispirazione scelta per il prossimo — e insolito — summit Ágreda-Texas, promosso dall’università Saint Mary e da varie istituzioni storiche e culturali statunitensi. In quell’incontro si cercherà anche di gettare le basi di un futuro gemellaggio tra il Texas e la città di Ágreda, come è già avvenuto nel 2008 con lo Stato di New Mexico. Non bisogna dimenticare che Ágreda (3084 abitanti) è l’unica località del mondo gemellata con uno Stato del Nord America. Gemellaggio basato sul racconto delle bilocazioni della religiosa — che ancora non è né beata né santa per la Chiesa — la cui memoria continua a restare viva. Di fatto suor Maria di Gesù, oltre a essere una mistica, fu anche una delle grandi scrittrici del Secolo d’Oro, e in più confidente del re Filippo IV con il quale intrattenne una voluminosa corrispondenza. 
La sfida che gli abitanti di Ágreda e quelli del Texas dovranno quindi affrontare, sarà di raccontarsi bene la storia (soprannaturale) che condividono. Non sarà così facile come è stato per il New Mexico. In quel caso fu un documento datato 1630, stampato a Madrid su ordine di Filippo IV e noto come il Memoriale di Benavides, a offrire loro il gemellaggio su un vassoio d’argento. Si tratta di un resoconto ufficiale, che ricevette i complimenti della Chiesa e dello Stato, dove un missionario chiamato fra’ Alfonso de Benavides riferì la sorpresa che provò nel trovare in New Mexico centinaia di nativi che gli chiedevano il battesimo dopo il loro incontro con una «donna giovane e bella» vestita di blu. 
Sebbene il Texas non disponga di una “prova” così schiacciante, può però contare su una manciata di lettere e diari di missionari che percorsero il suo territorio alla fine del XVII secolo e che vissero la stessa esperienza di padre Benavides. Dopo aver esaminato quegli scritti, a richiamare l’attenzione è stato innanzitutto il fatto che la credenza nelle visite miracolose di suor Maria di Gesù in Texas sia nata più di due decenni dopo la morte della religiosa, quando le sue bilocazioni in Spagna erano già cadute nell’oblio. In effetti, la documentazione disponibile dimostra che fu solo nel 1689 che il primo governatore di Cohauila, Alonso de León, s’imbatte nella prima eco di quelle manifestazioni soprannaturali. Sappiamo che de León decise di addentrarsi negli allora poco esplorati territori del nord del Messico per smantellare l’insediamento illegale di alcuni corsari francesi vicino alla Baia di Matagorda. E che fu lì che scoprì con stupore che i nativi di quella zona erano stati convertiti in massa alla fede cattolica. Ma da chi? «Celebrano molti riti cristiani — scrisse — e il governatore indios ci ha chiesto missionari per insegnare loro, dicendo che, molti anni prima, una donna era andata nell’entroterra per catechizzarli, ma da lungo tempo nessuno sapeva più nulla di lei». 
Era opera di quella stessa monaca che era apparsa in New Mexico mezzo secolo prima? A risolvere il dubbio fu padre Damián Massanet, un giovane francescano maiorchino che si stabilì nella regione su richiesta di de León. Il frate non ci mise molto a scoprire che anche quei nativi erano stati in effetti visitati dall’ubiqua signora in blu soriana. Massanet, in una lunga lettera, comunicò la sua scoperta al cosmografo Carlos de Sigüenza, parente del poeta Luis de Góngora, oggi un vero e proprio tesoro. Al temine di quella missiva, dopo aver narrato le disavventure vissute durante la sua spedizione, scrisse: «Non avendo più tempo, riferirò solo quella più particolare di tutte. Mentre mi trovavo nel villaggio dei Tejas, dopo aver distribuito abiti agli indios e al governatore, un pomeriggio detto governatore chiese che gli dessero un pezzo di flanella blu come sudario per seppellire sua madre quando fosse morta. Io gli dissi che sarebbe stato meglio di panno e lui mi rispose che non voleva altro colore se non il blu. Gli chiesi quale mistero nascondesse il colore blu e detto governatore mi rispose che loro amavano molto quel colore, e in particolare farsi seppellire con abiti di quel colore, perché in un altro tempo li aveva visitati una donna molto bella che era scesa dall’alto. Quella donna era vestita di blu e loro volevano essere come lei». E concluse: «Gli chiesi se era passato molto tempo e il governatore rispose che non era stato al suo tempo ma che sua madre che era anziana l’aveva vista, e anche gli altri anziani, per cui si vede chiaramente che era madre Maria di Gesù di Ágreda, che visitò quelle terre moltissime volte, come lei stessa confessò al padre custode del New Mexico». 
In seguito, all’inizio del XVIII secolo, le lettere di un militare ed esploratore franco-canadese, Louis Saint-Denis, confermarono che la curiosa abitudine di cercare sudari blu si era radicata anche nell’est del Texas, sulle rive del fiume Neches. In quella corrispondenza, datata dal 1710 al 1714, si assicura che quella misteriosa donna vestita di blu riuscì addirittura a battezzare uno sciamano dei Nacogdoches, che volle essere sepolto a ogni costo imitando quella visione venuta “dall’altro mondo”. 
Altre tracce della presenza della signora in blu si possono trovare in fonti antropologiche. Come riferisce Cleve Hallenbeck nel suo classico Legends of the Spanish Southwest, fu nell’ovest del Texas che, verso il 1668, cinque nativi, attraversato il fiume Pecos, si presentarono nella giovane missione di San Agustín, implorando i frati di mandare un sacerdote alla loro tribù. Raccontarono che una donna vestita di blu era apparsa alla loro gente chiedendogli di convertirsi al cristianesimo. Anche se a quel tempo la monaca di Ágreda era morta da tre anni.
Curiosamente, è proprio nella valle di San Antonio — dove il 21 marzo si terrà l’incontro tra la delegazione di Ágreda e le autorità del Texas — il luogo in cui nostra Signora sembra aver lasciato più tracce. Lì la collegano a leggende locali che parlano di città sotterranee dalle quali dicono che emerga ogni tanto per consegnare i suoi doni mistici a qualche donna. Si tratta, in definitiva, di un mito che si è saputo rinnovare e che è ancora così presente in Texas da essere addirittura legato al fiore ufficiale dello Stato, il bluebonnets (lupinus texensis). Si dice che nell’ultima sua visita suor Maria abbia seminato alcuni di quei fiori nelle pianure affinché non la dimenticassero mai. Credo che ci sia riuscita.
L'Osservatore Romano